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LIBRO ULISSE NOVEMBRE 2011 28-11-2011 17 ... - Governo Italiano

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<strong>LIBRO</strong> <strong>ULISSE</strong> <strong>NOVEMBRE</strong> <strong>20<strong>11</strong></strong> <strong>28</strong>-<strong>11</strong>-<strong>20<strong>11</strong></strong> <strong>17</strong>:09 Pagina 197<br />

Le conseguenze sanitarie del mancato uso delle cinture di sicurezza<br />

dispositivo (nella gran parte dei casi inferiore al 10-15%).<br />

Il quadro prima brevemente tracciato sull’uso delle cinture nel nostro paese<br />

appare sconfortante e, alla luce delle conoscenze maturate, esso non può non<br />

avere riflessi indesiderati sulla salute pubblica e sulla spesa sociale.<br />

Al fine di contribuire a calibrare eventuali provvedimenti ed azioni sul campo,<br />

abbiamo deciso di valutare questi ‘riflessi’, quantificando – nei modi che verranno<br />

illustrati nel seguito - le conseguenze sanitarie e i costi sociali derivanti dalla<br />

quota di coloro che non indossano le cinture di sicurezza. L’aspetto sanitario<br />

verrà trattato nel presente articolo; quello dei costi, in un successivo.<br />

Le conseguenze sanitarie indotte dal mancato uso delle cinture di sicurezza in<br />

Italia<br />

Ai fini delle stime che andremo a produrre, valuteremo l’eccesso di morti e feriti<br />

dell’incidentalità stradale connesso alla percentuale osservata di mancato uso<br />

del dispositivo. Per far questo ci serviremo dei risultati delle ricerche<br />

dell’ONAT/ISS, svolte al fine di determinare correttamente il numero di morti<br />

ed infortunati della strada nell’anno. Tali ricerche sono basate sull’utilizzo di<br />

fonti di dati di natura specificamente sanitaria (schede di morte, schede di<br />

dimissione ospedaliera) e su indagini epidemiologiche mirate (stima del<br />

numero degli invalidi gravi/anno e del numero delle prestazioni di pronto<br />

soccorso/anno) (4, 5);<br />

Lo strumento matematico di cui faremo uso in questa analisi è costituito dal<br />

modello IPP (Incidenza-Prevalenza-Prevalenza) (6, 7), che descriveremo in modo<br />

semplificato più avanti.<br />

Si tenga presente che con questo modello sono state previste quantitativamente<br />

(e successivamente confermate da studi specifici):<br />

- la riduzione dell’incidenza del trauma cranico a seguito dell’introduzione della<br />

prima legge sull’uso obbligatorio del casco per gli utenti delle due ruote motorizzate<br />

(8);<br />

- la riduzione delle ospedalizzazioni e del quadro medio di gravità delle lesioni<br />

a seguito dell’introduzione della legge sull’uso obbligatorio delle cinture di sicurezza<br />

(9);<br />

- la riduzione dell’incidenza del trauma cranico a seguito dell’introduzione della<br />

legge sull’uso obbligatorio generalizzato del casco per gli utenti delle due ruote<br />

motorizzate (10, <strong>11</strong>).<br />

Il modello IPP per la stima della variazione di incidenza di determinati eventi in<br />

base alla variazione di prevalenza di un certo fattore di rischio o di protezione<br />

Poiché tutti i risultati che otterremo sono basati sull’applicazione del modello<br />

IPP, ne presenteremo ora una descrizione non formale, ma sufficientemente chiara<br />

per comprenderne il funzionamento.<br />

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