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LIBRO ULISSE NOVEMBRE 2011 28-11-2011 17 ... - Governo Italiano

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<strong>LIBRO</strong> <strong>ULISSE</strong> <strong>NOVEMBRE</strong> <strong>20<strong>11</strong></strong> <strong>28</strong>-<strong>11</strong>-<strong>20<strong>11</strong></strong> <strong>17</strong>:09 Pagina 189<br />

I ricoveri conseguenti ad incidenti stradali<br />

sulla SDO). Questo sarebbe assai importante in relazione alla pericolosità dell’ambiente<br />

stradale locale in quanto è stato dimostrato che in caso di traumi i servizi<br />

sanitari utilizzati sono quelli più prossimi al luogo dell’evento (5).<br />

Poiché le lesioni riportate dall’infortunato sono ben indicate sulla SDO (6),<br />

potremmo tracciare anche un quadro di gravità, e da questo dedurre probabili<br />

conseguenze in termini di disabilità temporanea o permanente. Oltre a tutto ciò,<br />

potremmo ottenere numerose altre informazioni di interesse, che evitiamo di<br />

elencare per non appesantire il discorso.<br />

Quale sarebbe l’utilità di queste informazioni di cui non possiamo disporre per<br />

l’omessa o scorretta codifica della causa esterna del trauma? Di certo, notevole.<br />

Entriamo più nel dettaglio per rendercene meglio conto.<br />

Supponiamo di aver promosso una qualche azione tesa alla prevenzione degli<br />

incidenti stradali (magari diretta ad uno specifico gruppo a rischio): in che modo<br />

valutarla? Allo stato attuale non è semplice farlo; e in genere come indicatore si<br />

utilizza la sola mortalità.<br />

Ora, però, non si deve dimenticare che:<br />

• in termini statistici (sottolineiamo: in termini statistici) il numero di morti nell’anno<br />

non è elevato (sono oggi intorno a 5500); e questo numero si riduce assai<br />

se la valutazione è relativa ad un livello regionale o provinciale, o a uno specifico<br />

target (es. pedoni, ciclisti, bambini). Sicché appare difficile a priori cogliere dai<br />

dati di mortalità variazioni di interesse, perché numericamente poco consistenti;<br />

• non tutte le azioni di prevenzione incidono in maniera ‘forte’ sulla mortalità:<br />

molte di esse hanno infatti maggiore impatto nel ridurre il quadro di gravità<br />

delle lesioni, più che nel ridurre il numero di morti;<br />

• non tutte le azioni di prevenzione incidono sulla riduzione del numero di<br />

incidenti stradali (ad es., l’uso dei dispositivi di sicurezza passiva, come le cintura<br />

di sicurezza, contribuisce a ridurre il quadro di gravità delle lesioni, ma non<br />

ha alcun effetto nell’evitare che l’incidente stradale avvenga, cosa che invece può<br />

avvenire in presenza di dispositivi di protezione attiva come ad esempio ABS,<br />

ESP, ecc.).<br />

Ora, tenendo conto che in base alle stime dell’ONAT/ISS per ogni morto della<br />

strada ci sono circa 19 soggetti che vengono ricoverati (7), si disporrebbe (in base<br />

a SDO correttamente compilate in relazione alla causa esterna) non già solo di<br />

5500 eventi (i soggetti deceduti) ma anche di circa altri 100.000 eventi (i soggetti<br />

ricoverati, ben caratterizzati in termini di gravità del trauma), fatto che incrementerebbe<br />

notevolmente la potenza statistica delle nostre valutazioni. In pratica,<br />

riferendoci ad uno specifico territorio (ad es. una provincia), invece di svolgere<br />

le valutazioni solo su X eventi per ogni 100.000 residenti (i deceduti nell’anno)<br />

se ne avrebbero a disposizione altri 19*X (i ricoverati nell’anno per ogni<br />

100.000 residenti). Ad es., supponiamo che tale provincia sia Rieti, che ha 159.018<br />

residenti: il numero di morti attese nell’anno per incidente stradale è circa 15; il<br />

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