LIBRO ULISSE NOVEMBRE 2011 28-11-2011 17 ... - Governo Italiano

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LIBRO ULISSE NOVEMBRE 2011 28-11-2011 17:09 Pagina 154 Parte Seconda - I dati del Sistema Ulisse Questa decisione dell’Unione rappresenta una delle prove tangibili di un profondo cambiamento culturale che si sta verificando da qualche tempo su questo tema. Per fare un solo esempio, la visione (da tempo confutata) dell’ineluttabilità degli incidenti stradali sta lentamente scomparendo: l’evidenza che questi eventi possono essere prevenuti con efficacia si sta imponendo a tutti i livelli, tra il pubblico, tra i decisori. Ciononostante, l’impressione di chi scrive è che – sia pur nel favorevole cambiamento di scenario – alcuni concetti fondamentali che sono alla base di scelte e decisioni volte a migliorare la sicurezza stradale restino ancora troppo vaghi, anche tra gli addetti ai lavori. Invero, le cose non sono così semplici in quanto gli incidenti stradali costituiscono un fenomeno di “sistema” ad elevata complessità; tuttavia, per quanto arduo possa apparire, vale sempre la pena tentare di esplicitare con accresciuta chiarezza certi punti di comprensione non immediata, che sono alla base di un approccio razionale al fenomeno e al suo controllo. In questo ordine di idee, nel breve articolo che segue cercherò di mettere a fuoco quattro concetti-base: • quello di “Fattore di Rischio”; • quello di “Forza” del fattore di rischio; • quello di “Prevalenza” del fattore di rischio”; • quello di “Impatto” del fattore di rischio (in base alla sua forza e alla sua prevalenza) sul quadro osservato dell’incidentalità. Il “Fattore di Rischio” Per “Fattore di Rischio” si intende una certa caratteristica che, se presente in un soggetto, tende a rendere più probabile il realizzarsi di un certo evento indesiderato (più probabile rispetto a quanto può accadere ad un soggetto a lui molto simile, che però non presenta la detta caratteristica). Per chiarirci le idee, supponiamo che la caratteristica in questione sia quella di fumare tabacco e che l’evento indesiderato sia l’insorgenza di un tumore polmonare. Orbene, numerosi studi dimostrano che la probabilità di ammalarsi di tumore polmonare entro un dato periodo di tempo è maggiore per soggetti che fumano rispetto a coloro che non hanno mai fumato. Detto in parole crude, in un periodo di 20 anni, un gruppo di 1000 fumatori “produrrà” più casi di tumore polmonare che non un gruppo di 1000 non-fumatori, simili ai primi per sesso, età ed altre caratteristiche. Mettere in luce una relazione di questo genere non è sempre semplice come potrebbe apparire a prima vista, ma è possibile: studi di questo tipo fanno parte di una disciplina a cavallo tra la statistica e la medicina, che viene chiamata 154

LIBRO ULISSE NOVEMBRE 2011 28-11-2011 17:09 Pagina 155 Appendice metodologica “Epidemiologia”. Nel momento in cui disponiamo di prove concrete sull’effetto indesiderato della caratteristica in studio, potremo indicare detta caratteristica come “Fattore di Rischio”. Riferendoci all’esempio precedente, possiamo oggi affermare che il fumo di tabacco è inequivocabilmente un fattore di rischio per l’insorgenza di tumore polmonare. Si osservi che un certo fattore può essere un fattore di rischio per più eventi indesiderati: sempre in relazione al fumo di tabacco, esso risulta fattore di rischio anche per altri tipi di tumore, malattie cardiovascolari, broncopneumopatia cronica ostruttiva, enfisema, ed altro ancora. Venendo alla sicurezza stradale, di fattori di rischio ben studiati e messi in luce, ce ne sono molteplici. D’altra parte, la guida di un veicolo è un’attività delicata e complessa che può essere “disturbata” in innumerevoli modi. Ad esempio, è ormai ben noto che guidare dopo aver consumato bevande alcoliche rende più probabile che il conducente si renda responsabile di un incidente stradale grave o mortale. Questo vuol dire, parafrasando quanto esposto nel caso del fumo, che 1000 conducenti che guidano sotto l’influsso dell’alcol “produrranno” in un dato periodo più incidenti stradali rispetto a 1000 conducenti che, a parità di tutte le altre condizioni, guidano sobri. La “Forza” del Fattore di Rischio” Una volta provato che una certa caratteristica è fattore di rischio per un certo evento indesiderato, sembra importante chiedersi di “quanto” essa aumenti il rischio nei soggetti che la presentano rispetto a quelli che non la presentano. In altre parole, sempre riferendoci al fumo di tabacco, se questa abitudine aumentasse la probabilità di ammalarsi di tumore polmonare del 3% sarebbe un conto; ben diversa apparirebbe la cosa se la probabilità aumentasse del 50% o del 150%. Tanto per la cronaca, il fumo aumenta questa probabilità del 2370%! Dunque, anche se chi non fuma ha comunque una certa probabilità di ammalarsi di tumore polmonare, questa probabilità cresce in chi fuma di circa 24 volte. A questo punto viene naturale introdurre come misura della “forza” del fattore di rischio quello che si chiama “Rischio Relativo”. Questa grandezza, che indicheremo nel seguito con la scrittura RR, è un numero puro dato dal rapporto tra la probabilità di “generare” l’evento indesiderato tra chi presenta il fattore di rischio e quella di chi non lo presenta. Riferendoci all’esempio prima dato, il fumo comporta un rischio relativo di ammalarsi di tumore polmonare pari circa a 24. Nella pratica, quindi, dati due gruppi equinumerosi di soggetti simili in tutto, tranne per il fatto che il primo è costituito da persone che non hanno mai fumato e il secondo da fumatori, se in un certo tempo nel primo gruppo una persona si ammala di tumore polmonare, nel secondo se ne ammaleranno circa 24! 155

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Appendice metodologica<br />

“Epidemiologia”.<br />

Nel momento in cui disponiamo di prove concrete sull’effetto indesiderato della<br />

caratteristica in studio, potremo indicare detta caratteristica come “Fattore di<br />

Rischio”. Riferendoci all’esempio precedente, possiamo oggi affermare che il<br />

fumo di tabacco è inequivocabilmente un fattore di rischio per l’insorgenza di<br />

tumore polmonare. Si osservi che un certo fattore può essere un fattore di rischio<br />

per più eventi indesiderati: sempre in relazione al fumo di tabacco, esso risulta<br />

fattore di rischio anche per altri tipi di tumore, malattie cardiovascolari, broncopneumopatia<br />

cronica ostruttiva, enfisema, ed altro ancora.<br />

Venendo alla sicurezza stradale, di fattori di rischio ben studiati e messi in luce,<br />

ce ne sono molteplici. D’altra parte, la guida di un veicolo è un’attività delicata e<br />

complessa che può essere “disturbata” in innumerevoli modi. Ad esempio, è<br />

ormai ben noto che guidare dopo aver consumato bevande alcoliche rende più<br />

probabile che il conducente si renda responsabile di un incidente stradale grave<br />

o mortale.<br />

Questo vuol dire, parafrasando quanto esposto nel caso del fumo, che 1000 conducenti<br />

che guidano sotto l’influsso dell’alcol “produrranno” in un dato periodo<br />

più incidenti stradali rispetto a 1000 conducenti che, a parità di tutte le altre condizioni,<br />

guidano sobri.<br />

La “Forza” del Fattore di Rischio”<br />

Una volta provato che una certa caratteristica è fattore di rischio per un certo<br />

evento indesiderato, sembra importante chiedersi di “quanto” essa aumenti il<br />

rischio nei soggetti che la presentano rispetto a quelli che non la presentano. In<br />

altre parole, sempre riferendoci al fumo di tabacco, se questa abitudine aumentasse<br />

la probabilità di ammalarsi di tumore polmonare del 3% sarebbe un conto;<br />

ben diversa apparirebbe la cosa se la probabilità aumentasse del 50% o del 150%.<br />

Tanto per la cronaca, il fumo aumenta questa probabilità del 2370%!<br />

Dunque, anche se chi non fuma ha comunque una certa probabilità di ammalarsi<br />

di tumore polmonare, questa probabilità cresce in chi fuma di circa 24 volte.<br />

A questo punto viene naturale introdurre come misura della “forza” del fattore<br />

di rischio quello che si chiama “Rischio Relativo”. Questa grandezza, che indicheremo<br />

nel seguito con la scrittura RR, è un numero puro dato dal rapporto tra la<br />

probabilità di “generare” l’evento indesiderato tra chi presenta il fattore di<br />

rischio e quella di chi non lo presenta. Riferendoci all’esempio prima dato, il<br />

fumo comporta un rischio relativo di ammalarsi di tumore polmonare pari circa<br />

a 24.<br />

Nella pratica, quindi, dati due gruppi equinumerosi di soggetti simili in tutto,<br />

tranne per il fatto che il primo è costituito da persone che non hanno mai fumato<br />

e il secondo da fumatori, se in un certo tempo nel primo gruppo una persona<br />

si ammala di tumore polmonare, nel secondo se ne ammaleranno circa 24!<br />

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