LIBRO ULISSE NOVEMBRE 2011 28-11-2011 17 ... - Governo Italiano
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<strong>LIBRO</strong> <strong>ULISSE</strong> <strong>NOVEMBRE</strong> <strong>20<strong>11</strong></strong> <strong>28</strong>-<strong>11</strong>-<strong>20<strong>11</strong></strong> <strong>17</strong>:09 Pagina 147<br />
Appendice metodologica<br />
ascoltiamo continuamente affermazioni fatte in pubblico (convegni, dibattiti<br />
televisivi, ecc.) del tipo: “I morti della strada in Italia sono oggi circa 5.500 all’anno”.<br />
E’ sbagliato! I “veri” morti nell’anno sono circa 6.000. Il dato precedente<br />
infatti fa riferimento ai morti calcolati sulle statistiche degli incidenti verbalizzati<br />
dalle FF.OO. che sottostimano il numero di coloro che muoiono nell’anno in<br />
seguito ad incidente stradale di circa il 10%. Questa sottostima non è da attribuire<br />
a negligenza, ma al fatto (inevitabile) che alcuni traumatizzati muoiono molti<br />
mesi dopo l’incidente,e se ne perde quindi traccia. Sicché, quando andiamo poi<br />
a farci i conti sui certificati di morte relativi a tutti coloro che muoiono nell’anno,<br />
viene fuori 6.000 e non 5.550.<br />
L’utilizzo di quest’ultima cifra (5.500), dimostra un certo grado di conoscenza da<br />
parte di chi la usa, sia pur nel modo scorretto indicato, in quanto ci sono ancora<br />
in giro persone che parlano di 9.000 morti all’anno, o cifre del genere, risalenti a<br />
molto tempo fa. Ma il modo corretto di riportare tale cifra dovrebbe essere: “Il<br />
numero di morti per incidente stradale nell’anno, riportato nelle Statistiche degli<br />
Incidenti Stradali Verbalizzati dalle FF.OO., è pari a 5.500”.<br />
Ma torniamo adesso alle multe come segnale di un mondo che va “bene” o<br />
“male”, mostrando su un esempio come il loro numero rappresenti una informazione<br />
fondamentalmente “ambigua” se non accompagnata da altre informazioni<br />
(nel nostro caso, i rilevamenti del Sistema Ulisse.<br />
Supponiamo di essere in un certo territorio e di considerare il numero di multe<br />
elevato nell’anno per il mancato uso delle cinture di sicurezza. Ragionando grossolanamente,<br />
ai soli fini del presente discorso, possiamo trovarci di fronte a<br />
“tante” multe o a “poche” multe.<br />
Spesso, in presenza della prima situazione, qualcuno conclude che la cintura la<br />
indossano in pochi; di fronte alla seconda che… tutto va bene. E’ questo un modo<br />
semplicistico (e sbagliato) di ragionare. Infatti, un elevato numero di multe può<br />
sottendere sia un’elevata attenzione da parte delle FF.OO., sia uno scarso uso (o<br />
un misto delle due); come pure, poche multe possono derivare sia da una scarsa<br />
attenzione di chi deve controllare o dal fatto che l’uso è molto elevato (o, anche<br />
in questo caso, da entrambe le cose).<br />
Sicché, a questo livello informativo (numero di multe, tante o poche che sia), non<br />
siamo in presenza di certezze, ma di possibilità.<br />
Ora, supponiamo di complementare l’informazione “numero di multe nell’anno<br />
per mancato uso della cintura” con il dato di prevalenza d’uso delle cinture di<br />
sicurezza, ricavato in base alle osservazioni sul campo del Sistema Ulisse.<br />
Sempre ragionando in modo grossolano, tanto per non complicare le cose, supponiamo<br />
di trovarci di fronte ad una prevalenza d’uso “elevata” oppure “scarsa”.<br />
Ora ragioniamo sulle quattro situazioni che possono presentarsi, determinate<br />
dal numero di multe nell’anno (“Tante” o “Poche”) e dalla possibile spiegazione<br />
che ne potremmo dare (“Bassa-Alta attenzione delle FF.OO.” o “Uso elevato-<br />
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