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CENTRO REGIONALE SPORTIVO METODOLOGIA DI ALLENAMENTO E DELL'INSEGNAMENTO CON PARTICOLARE ATTENZIONE ALLE FASCE DI ATLETI PREADOLESCENTI RELATORE: ENRICO PIEROTTI 1 • dottore in psico-pedagogia • maestro di pesistica e cultura fisica Fipcf – Coni • direttore tecnIco settore Body Building del C.N.S.LIBERTAS • brevet a l’Ecole Superiore de Culture Physique
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CENTRO REGIONALE SPORTIVO<br />
METODOLOGIA DI ALLENAMENTO E DELL'INSEGNAMENTO CON<br />
PARTICOLARE ATTENZIONE ALLE FASCE DI ATLETI PREADOLESCENTI<br />
RELATORE: ENRICO PIEROTTI<br />
1<br />
• dottore in psico-pedagogia<br />
• maestro di pesistica e cultura fisica Fipcf – Coni<br />
• direttore tecnIco settore Body Building del<br />
C.N.S.LIBERTAS<br />
• brevet a l’Ecole Superiore de Culture Physique
CURRICULUM VITAE di ENRICO PIEROTTI<br />
Nato il17. 06.1943 a Seregno (MI) - si trasferisce nel 1955 nella città materna di Merano.<br />
ATTIVITA' SPORTIVA<br />
Pratica atletica leggera (1956-57-58), baseball (1958-59-60), boxe (1959), nuoto (nel 61 ottiene il<br />
brevetto di assistente bagnanti, attività che svolge nelle stagioni estive 1962- 63-66-68-70-72-73).<br />
Pratica poi il culturismo e affronta qualche esperienza agonistica: terzo ai nazionali juniores<br />
1961, terzo ai nazionali seniores nel ’63 e secondo al nord Italia nel 1964.<br />
Si cimenta quindi nella pesistica (a livello interregionale), poi nella lotta greco-romana, nel judo<br />
e nel karate:1. Dan Wado Ryu nel 76- insegnante di Yoseikan Budo nel '80–2: Dan Settore<br />
Karate Contact -<br />
ATTIVITA' PREPARATORE SPORTIVO<br />
Istruttore di Franz Haller (campione del mondo 1979 di Full Contact). Allenatore della palestra<br />
in cui si preparava Norberto Oberburger che diventerà campione olimpico di pesistica.<br />
Allenatore di campioni italiani ed europei di Body Building.<br />
ATTIVITA’ PROMOZIONALE<br />
Fondatore ed allenatore di cinque palestre a Merano e tre fuori città.<br />
Cofondatore e presidente della federazione italiana di Yoseikan Budo (1978); Cofondatore<br />
dell'Associazione italiana culturismo e alzate di potenza (1980); presidente del Centro prov.le<br />
alto atesino cultura fisica e sport (associazione per I'ideazione e la promozione di eventi con<br />
finalità turistico-sportiva come gli Junior Milan Camp di calcio).<br />
ATTIVITA’ DA ISTRUTTORE - INSEGNANTE<br />
Direttore Tecnico nazionale e docente del settore Fitnesse body building del CNSL - CONI (dal 1985<br />
al 1996); docente ai corsi nazionali della Scuola Tecnici della FILPJK – CONI; docente all'ISEF di<br />
Urbino e nei corsi istruttori di vari Enti. Relatore a numerosi convegni sportivi, anziani, diversamente<br />
abili. Docente Scuola della Nuova Medicina–Bologna 1984 -Già membro della Commissione<br />
Insegnanti Tecnici e Docente federale della FIPCF-CONI – .<br />
STUDI : Laurea in Pedagogia ad indirizzo psicologico (Università di Padova) –<br />
Tre anni di Medicina a Ferrara (1973-75) –<br />
-Corso di chiropratica autoindotta a Milano - Alcuni corsi di “medicina naturale”<br />
ATTIVITA' DIRIGENZIALE e ATTIVITA’ LAVORATIVA<br />
Direttore di colonia marina a Cesenatico (1973 - 1983}; organizzatore sportivo di club vacanze.<br />
Per 6 anni (1998-2004) Presidente Meranarena S.r.l., Società di gestione delle strutture sportive<br />
pubbliche<br />
Insegnante di lettere dal 1968 al 1986; Direttore responsabile della rivista "Linea e Sport" dal<br />
1980 al 1986 e di Body's Magazine dal 1987 al 2001; promotore della ditta Panatta Sport per<br />
anni a livello nazionale per vendita e promozione Fiere a Rimini, Parigi, Bolzano.<br />
ATTIVITA' ORGANIZZATIVA<br />
Promotore ed Organizzatore: campionato italiano di Body Building [1965); campionato italiano<br />
alzate di potenza [1975); incontri internazionali di karate [1977-78-79); coorganizzatore del<br />
Campionato del mondo di body building all'Ergife di Roma [1984); decine di gare ed incontri a<br />
livello regionale ed interregionale, stages nazionali, manifestaioni promozionali tipo "Body<br />
Show"dal 1976 al 2008; dal 1991 al 2005, annualmente, i "Milan Junior Camp di Calcio".<br />
ATTIVITA' BIBLIOGRAFICA<br />
Autore di testi specifici: "Cos'è lo Yoseikan Budo" (1979) Ed. MEB Torino; "Dal Fitness al<br />
Body Building" (1990) - Ediz. Reverdito Tn.<br />
Varie dispense per decine di corsi tenuti in vari Comuni (Assessorati allo Sport - UPAD -<br />
Università terza età e ISEF) - "L'allenamento per adolescenti"; "Differenze metodologiche<br />
nell'allenamento femminile" "Anziani e palestra: una strategia vincente"; "II potenziamento<br />
coi carichi nei vari sport". Articolista mensile su diverse riviste (Danza – Pesistica – Body<br />
building)<br />
RICONOSCIMENTI<br />
Cavaliere, per meriti sportivi (1989); Alloro d'oro al merito sportivo dal CNSL-CONI {1992).<br />
2
3<br />
I N D I C E<br />
PARTE PRIMA Pag.<br />
Presentazione “ 4<br />
Allenamento giovanile in generale “ 5<br />
Fitness – Body Building – Preatletismo “ 19<br />
Gli esercizi del test di Bosco “ 22<br />
Differenze morfologiche nei giovanissimi “ 25<br />
Cenni di teoria e metodologia per la muscolazione. “ 27<br />
Vie energetiche ed adattamenti cellulari “ 28<br />
Tipi di contrazione per le varie componenti cellulari “ 30<br />
Proporzioni in allenamento dei vari gruppi muscolari “ 31<br />
Forma e funzione del muscolo “ 33<br />
Nota di fisiologia e biochimica dei sessi “ 38<br />
Fisiologia esercizio fisico in età evolutiva “ 38<br />
Dalla teoria alla pratica (programma di lavoro per un lungo<br />
periodo)<br />
“ 40<br />
2. macrociclo in analogia alla teoria cellulare “ 46<br />
Analisi scheda o Unità d’allenamento “ 48<br />
La valutazione dell’allungamento muscolare “ 50<br />
Analisi della tabella e dei singoli esercizi “ 54<br />
Metodiche – sistemi – tecniche d’allenamento “ 56<br />
Proporzione lavoro gruppi muscolari in allenamento “ 57<br />
Ipertrofia e caratteristiche fisiche “ 58<br />
Principi d’allenamento comuni a tutti gli atleti “ 59<br />
Tecniche d‘allenamento per l’ipertrofia “ 60<br />
Considerazioni scientifiche sul volume muscolare “ 62<br />
Tonnellaggio e calcolo intensità allenamento “ 64<br />
Confronto fra allenamento con bilancieri o manubri “ 65<br />
Tecniche – metodiche – piccoli trucchi per grandi risultati “ 66<br />
Alimentazione e integrazione aminoacidica “ 67<br />
Allenamento a circuito muscolare periferico “ 69<br />
“<br />
PARTE SECONDA<br />
Dalla teoria alla pratica in palestra: Kinesiologia e meccanica<br />
di esecuzione<br />
“ 71<br />
Analisi esercizi ed esecuzione: respirazione “ 71<br />
Teoria secondo i “Neuroni specchio” “ 71<br />
Bibliografia consigliata “ 72<br />
+PRINCIPI DI CHINESIOLOGIA:UNA LEZIONE DEL PROF.UMILI: “ 73
4<br />
PRESENTAZIONE<br />
Mi sia consentito aprire questa breve memoria con un’introduzione con la quale il<br />
prof. Andrea Umili, docente a Scienze Motorie di Chieti, presentava un’opera che da<br />
vent’anni è considerata una pietra miliare nel lungo cammino dello Sport e del<br />
Preatletismo per i giovani:<br />
“C’è una corrente di educatori fisici che vorrebbero introdurre l’uso dei pesi solo<br />
dopo la pubertà: ciò sembrerebbe in accordo con lo sviluppo ormonale e in tal modo<br />
si andrebbe di pari passo con esso. Gli stessi educatori, però, fanno largo uso del<br />
cosiddetto “carico naturale” entrando in evidente contraddizione con le loro<br />
premesse: scatti, corse in salita, salite e discese di gradini, corse sulla sabbia,<br />
piegamenti sulle braccia, ecc.. L’equivalenza “naturale = buono”, retaggio di<br />
concessioni roussoniane, è messa a cardine delle loro programmazioni e viene<br />
contrapposta alla relazione logica “artificiale = cattivo”. Decantando le acque e<br />
chiarificando le idee si nota come il bambino nella fiaba del Re nudo, che il carico<br />
naturale è spesso più intenso di quello artificiale; sempre, senza dubbio, più<br />
difficilmente regolabile. Invece l’uso di manubri e bilancieri è facilmente dosabile,<br />
controllabile personalmente sul posto, regolabile sulle effettive possibilità di ognuno,<br />
quindi, in altri termini, personalizzabile.<br />
Con questo, non certo vanno bandite le esercitazioni a carico naturale;<br />
semplicemente, vanno evitate distinzioni pretestuose: ogni esercizio va valutato per<br />
l’azione che produce, indipendentemente dalla naturalità o meno dell’attrezzo<br />
usato…..Particolare cura riveste il dosaggio del carico di lavoro e dell’intensità,<br />
variabile mese per mese e anno per anno, nonché la scelta delle esercitazioni,<br />
graduate per difficoltà, e con elevato indice di variabilità. Anche l’ordine di<br />
esecuzione ha un suo preciso significato. Con tutto ciò va evitata una applicazione<br />
acritica di esso: una volta compresi i principi informatori del programma, esso può e<br />
deve essere commisurato all’entità “soggetto -ambiente”, perché ogni persona è il<br />
risultato della complessa interazione col mondo circostante. Spetterà quindi<br />
all’Educatore, all’Allenatore, di tener conto dell’età psico-fisica del ragazzo, spesso<br />
diversa da quella anagrafica, del suo passato motorio, dell’attività fisica che svolge<br />
durante il giorno, della sua personalità, e di tante e tante altre cose ancora, per<br />
potergli adattarei il lavoro programmato.
A L L E N A M E N T O G I O V A N I L E IN GENERALE<br />
L’approccio multilaterale nella <strong>formazione</strong> giovanile può essere una validissima arma<br />
contro i pericoli insiti nella specializzazione precoce, ovvero un prematuro intervento<br />
unilaterale tendente ad esasperare gli aspetti specifici della disciplina praticata.<br />
Se è vero che l’attività motoria e sportiva apporta notevoli benefici a livello fisico e<br />
psichico è anche vero che una SPECIALIZZAZIONE PRECOCE può comportare<br />
seri rischi come:<br />
- la tras<strong>formazione</strong> e specializzazione precoce degli organi e apparati più sollecitati;<br />
- perdita interesse causa monotona ripetitività delle esercitazioni proposte.<br />
Queste due situazioni possono avere come conseguenza:<br />
- la stagnazione delle prestazioni in quanto l’atleta possiede un ristretto bagaglio di<br />
schemi motori e quindi riesce ad operare solo in determinate situazioni<br />
standardizzate;<br />
- la facilità di traumi all’apparato locomotore in quanto il sistema muscolare presenta<br />
squilibri, spesso notevoli, tra le varie regioni del corpo;<br />
- soprattutto nelle discipline con gesto asimmetrico possono sorgere o accentuarsi<br />
gli atteggiamenti viziati e predisporre ai paramorfismi;<br />
- l’abbandono precoce della disciplina praticata per mancanza di nuovi stimoli motori<br />
e psicologici.<br />
Quindi, se il talento è una dote innata, è anche vero che il risultato sportivo è il frutto<br />
del passaggio graduale attraverso la motricità di base e la preparazione fisica<br />
generale, per giungere poi alla specificità del gesto atletico.<br />
Il principale obiettivo della preparazione sportiva giovanile dovrebbe essere quello di<br />
una costruzione di base delle capacità motorie, ovvero dello sviluppo armonico<br />
generale del fisico, in un contesto di educazione e <strong>formazione</strong> della personalità. Solo<br />
nel rispetto delle leggi che regolano l’accrescimento fisiologico e psicologico è<br />
possibile garantire al fanciullo, e quindi al futuro atleta, i benefici effetti di una sana<br />
attività fisica ed il risultato sportivo.<br />
5
6<br />
Benefici indotti dall’allenamento sportivo in età giovanile<br />
APPARATO MUSCOLO-<br />
SCHELETRICO<br />
SISTEMA ENDOCRINO-<br />
METABOLICO<br />
APPARATO<br />
CARDIOCIRCOLATORIO E<br />
RESPIRATORIO<br />
COMPORTAMENTO E<br />
PERSONALITÀ<br />
- Corretta postura.<br />
- Migliore mobilità articolare.<br />
- Tonicità delle masse muscolari.<br />
- Rapporto pondo-staturale favorevole.<br />
- Aumento della massa magra attiva e<br />
riduzione della massa grassa.<br />
- Corretta regolazione del controllo<br />
diencefalico dell’appetito.<br />
- Corretto assetto glico-lipidico.<br />
- Bradicardia.<br />
- Valida gittata sistolica.<br />
- Miglioramento della irrorazione periferica<br />
(capillarizzazione).<br />
- Facilitato ritorno venoso.<br />
- Pressione arteriosa favorevole.<br />
- Bradipnea.<br />
- Incremento dei volumi polmonari.<br />
- Rapida riduzione della frequenza cardiaca<br />
e respiratoria dopo sforzo.<br />
- Incremento della potenza aerobica.<br />
- Buon controllo emotivo.<br />
- Buona adattabilità.<br />
- Valida autostima.<br />
- Buona capacità di socializzazione.
7<br />
Principali alterazioni dell’apparato muscolo-scheletrico<br />
che possono derivare dalla specializzazione precoce<br />
SCOLIOSI: Deviazione in senso laterale e rotatorio della colonna.<br />
CIFOSI: Aumento della curvatura dorsale fisiologica della colonna.<br />
LORDOSI: Aumento della curva lombare fisiologica della colonna:<br />
DORSO PIATTO: Diminuzione delle curve lordotica e cifotica fisiologiche.<br />
SCAPOLE ALATE: Abnorme sporgenza del margine vertebrale delle<br />
scapole.<br />
GINOCCHIO VALGO: Deviazione verso l’esterno dell’asse verticale della<br />
gamba.<br />
GINOCCHIO VARO: Deviazione verso l’interno dell’asse verticale della<br />
gamba.<br />
GINOCCHIO RICURVATO: Iperestensione del ginocchio oltre i 180°.<br />
PIEDE PIATTO: Appiattimento della concavità mediale della pianta del<br />
piede.<br />
PIEDE VALGO: Posizione viziata del piede in pronazione.<br />
PIEDE VARO: Posizione viziata del piede in supinazione.<br />
Le alterazioni morfologiche si definiscono:<br />
Atteggiamenti viziati: difetti del portamento correggibili volontariamente.<br />
Paramorfismi: difetti del portamento, che senza alcuna modificazione<br />
ossea, alterano l’armonico sviluppo dell’organismo. Sono difetti lievi che<br />
se ben curati non comportano alcun problema.<br />
Dismorfismi: alterazioni strutturali ossee e muscolo-legamentose che<br />
inducono atteggiamenti posturali errati non reversibili.<br />
Nella strutturazione temporale del processo di allenamento giovanile si possono<br />
identificare QUATTRO TAPPE e relative fasce di età:<br />
6-8 ANNI: Attività motoria ludica, gioco in tutte le sue forme (100%).<br />
9-11 ANNI: Attività motoria ludica (80%) e <strong>formazione</strong> di base (20%).<br />
12-14 ANNI: Formazione fisica generale (50-60%) e iniziazione all’apprendimento<br />
delle tecniche sportive specialistiche (40-50%).<br />
15-16 ANNI: Formazione fisica generale e specifica (40-50%) e iniziazione<br />
all’allenamento sportivo specialistico (50-60%)<br />
Alle varie fasi dell’accrescimento corrispondono dei limitati periodi di tempo dello<br />
sviluppo durante i quali vi è una reazione più intensa, rispetto ad altre fasi, a<br />
determinati stimoli di sviluppo delle capacità motorie (FASI SENSIBILI).
Possibilità interventi su capacità motorie in varie fasce di età<br />
ETÀ<br />
(anni)<br />
6-8<br />
9-11<br />
12-14<br />
15-16<br />
8<br />
FORZA RAPIDITÀ RESISTENZA<br />
ORGANICA<br />
Blando<br />
intervento<br />
sul trofismo<br />
muscolare<br />
Intervento<br />
progressivo<br />
sul trofismo<br />
muscolare<br />
Intervento<br />
progressivo<br />
sulla forza<br />
relativa<br />
(carico<br />
naturale)<br />
Progressivo<br />
e graduale<br />
intervento<br />
(forza<br />
generale e<br />
forza rapida)<br />
con carico<br />
naturale e<br />
pesi liberi da<br />
bassi a medi<br />
Intervento<br />
progressivo<br />
Età ottimale<br />
di intervento<br />
Tende a<br />
stabilizzarsi<br />
per poi<br />
decrescere<br />
Tende a<br />
decrescere<br />
CAPACITÀ<br />
COORDINATIVE<br />
Instabilità Età ottimale di<br />
psicologica per intervento<br />
impegni ripetitivi<br />
e prolungati<br />
Intervento<br />
progressivo<br />
Progressivo e<br />
graduale<br />
intervento<br />
Età ottimale di<br />
intervento<br />
(anche<br />
resistenza<br />
specifica)<br />
Età ottimale di<br />
intervento<br />
Tendono a<br />
stabilizzarsi per poi<br />
decrescere<br />
Tendono a<br />
decrescere<br />
(alcune)<br />
MOBILITÀ<br />
ARTICOLARE<br />
Blando<br />
intervento<br />
Età ottimale di<br />
intervento<br />
Età ottimale di<br />
intervento<br />
Tende a<br />
stabilizzarsi per<br />
poi decrescere<br />
Il tipo di <strong>formazione</strong> fisica e il contenuto delle competizioni seguono un per<strong>corso</strong> di<br />
progressività e gradualità che si estende per tutto l’arco evolutivo tenendo sempre<br />
presente lo stadio di sviluppo fisico e psichico.
9<br />
6-8<br />
ANNI<br />
9-11<br />
ANNI<br />
12-14<br />
ANNI<br />
Contenuti dell'attività di <strong>formazione</strong> e delle competizioni<br />
CONTENUTI DELL'ATTIVITA' DI FORMAZIONE E DELLE<br />
COMPETIZIONI<br />
-Esercizi formativi con carattere di gioco (correre, saltare,<br />
superare ostacoli, arrampicarsi, nuotare, ecc.)<br />
-Giochi collettivi (“staffette” comprese)<br />
-Giochi sportivi con regole semplificate<br />
-Acrobatica elementare ed esercizi per lo sviluppo dell’equilibrio<br />
(pattinare, andare in bicicletta, sciare, andature su cordoli, assi,<br />
ecc.)<br />
-Esercizi di flessibilità.<br />
Le competizioni si “confondono” con le altre attività e sono,<br />
comunque, scelte tra esse. Non ci sono competizioni<br />
specialistiche. In teoria, non si ripete due volte la stessa<br />
“occasione di gara”.<br />
-Esercizi di ginnastica formativa (preparazione fisica a carico<br />
naturale)<br />
-Esercizi formativi individuali con carattere di gioco come nella<br />
fascia precedente<br />
-Giochi sportivi con regole semplificate<br />
-Acrobatica elementare ed esercizi per lo sviluppo dell’equilibrio<br />
(pattinare, andare in bicicletta, sciare, andature su cordoli, assi,<br />
ecc.)<br />
-Esercizi di flessibilità.<br />
Le competizioni si “confondono” con le altre attività e sono,<br />
comunque, scelte tra esse. Non ci sono competizioni in cui ci si<br />
specializza.<br />
-Addestramento tecnico soprattutto in forma globale<br />
-Elementi di ginnastica formativa (preparazione a carico naturale)<br />
-Giochi sportivi con regole effettive<br />
-Forme più complesse di acrobatica ed esercizi più complessi per<br />
lo sviluppo dell’equilibrio<br />
-Esercizi di flessibilità<br />
-Esercizi formativi individuali (scelta più ristretta rispetto alla<br />
gamma indicata per la fascia precedente).<br />
Comincia a delinearsi la tendenza verso un tipo di sport e a<br />
delimitarsi il numero delle specialità in cui competere. La<br />
competizione è ancora uno dei mezzi di allenamento e di<br />
<strong>formazione</strong>.
10<br />
15-16<br />
ANNI<br />
-Addestramento tecnico in forma analitica e globale,<br />
comprendente anche esercizi di gara<br />
-Preparazione fisica generale a carico naturale e altri mezzi di<br />
allenamento per le qualità complementari (esercizi generali)<br />
-Preparazione fisica specifica (esercizi speciali)<br />
-Altri mezzi di allenamento delle qualità fondamentali<br />
-Esercizi di flessibilità<br />
-Giochi sportivi che presentino, dal punto di vista delle qualità<br />
fisiche richieste, la maggiore attinenza con la specialità sportiva<br />
prescelta.<br />
Per le competizioni la scelta è delimitata e mirata, con elementi<br />
di “policoncorrenza”.<br />
METODI ED ESERCIZI PER IL MIGLIORAMENTO DELLE CAPACITÀ MOTORIE<br />
Parte integrante della processo di allenamento, la preparazione fisica viene attuata<br />
secondo due modalità:<br />
- LA PREPARAZIONE FISICA GENERALE, che comprende tutte le forme di<br />
allenamento tendenti a conferire una migliore condizione organica e muscolare<br />
generale;<br />
- LA PREPARAZIONE FISICA SPECIFICA, fase successiva, dove le forme allenanti<br />
sono selezionate in funzione della disciplina praticata e quindi hanno, come<br />
obiettivo, il miglioramento delle abilità motorie sportive proprie della gara.<br />
Ogni gesto e attività motoria è il risultato sinergico delle varie CAPACITA'<br />
MOTORIE, con accentuazione di quella richiesta dalle caratteristiche specifiche<br />
della attività svolta.<br />
Una breve CLASSIFICAZIONE è la seguente:<br />
- Capacità Condizionali: determinate principalmente dai processi energetici, plastici<br />
e metabolici (forza, rapidità, resistenza);<br />
- Capacità Coordinative: determinate essenzialmente dai processi di organizzazione,<br />
controllo e regolazione del movimento;<br />
- Mobilità Articolare: determinata dalla struttura anatomo-funzionale della<br />
articolazione e del muscolo.
11<br />
TROFISMO E FORZA MUSCOLARE<br />
Sugli aspetti generali della forza e sui principi metodologici.<br />
"FORZA E IPERTROFIA MUSCOLARE":<br />
- Aspetti della forza muscolare<br />
- Principi e parametri generali.<br />
- Mezzi utilizzati a confronto.<br />
Metodi miglioramento del trofismo e della forza muscolare<br />
Dagli otto agli undici anni si possono proporre esercizi, eseguiti singolarmente o a<br />
coppie, tendenti a migliorare il trofismo muscolare generale. Quindi carico naturale in<br />
posizioni che permettano la esecuzione di molte ripetizioni (20-25) nell’ambito di<br />
ciascuna serie. Dai dodici ai quattordici anni questo tipo di lavoro assume maggiore<br />
importanza a causa del rapido sviluppo in altezza e la conseguente disarmonia<br />
morfocinetica legata essenzialmente alla dismetria tra sviluppo staturale e trofismo<br />
muscolare. Pertanto il miglioramento del trofismo muscolare e della forza relativa,<br />
utilizzando il carico naturale o piccoli pesi liberi, può essere molto utile per prevenire<br />
gli atteggiamenti viziati ed i paramorfismi.<br />
Intorno ai 14 anni si può agire progressivamente sulla forza generale (costruzione<br />
muscolare) e su quella rapida utilizzando anche pesi liberi adeguati.<br />
Tipo di<br />
stimolo<br />
FORZA<br />
GENERALE<br />
Metodo delle serie e delle ripetizioni - Parametri di lavoro<br />
Intensità del<br />
carico<br />
rispetto al<br />
massimale<br />
carico<br />
naturale o<br />
pesi liberi<br />
adeguati al<br />
numero di<br />
ripetizioni<br />
richiesto<br />
Numero di<br />
serie per ogni<br />
allenamento<br />
Numero di<br />
ripetizioni in<br />
ogni serie<br />
4-6 a<br />
“esauriment<br />
o” (14-16<br />
ripetizioni<br />
per i 13-14<br />
anni e 8-12<br />
ripetizioni<br />
per i 15-16<br />
anni)<br />
Ritmo di<br />
esecuzione<br />
fluente e<br />
controllato<br />
Tempo di<br />
recupero tra<br />
le serie<br />
Completo<br />
(almeno 3<br />
minuti)
FORZA<br />
RAPIDA<br />
FORZA<br />
RESISTENTE<br />
12<br />
carico<br />
naturale o<br />
pesi liberi<br />
adeguati al<br />
numero di<br />
ripetizioni ed<br />
al ritmo<br />
esecutivo<br />
richiesti<br />
carico<br />
naturale o<br />
pesi liberi<br />
adeguati al<br />
numero di<br />
ripetizioni<br />
richiesto<br />
4-6 massimo<br />
sotto i 6-8<br />
secondi<br />
3-4 a<br />
“esauriment<br />
o” (25-40<br />
ripetizioni)<br />
più veloce<br />
possibile<br />
(fluente e<br />
controllato in<br />
fase<br />
eccentrica)<br />
fluente e<br />
controllato<br />
Completo<br />
(almeno 3<br />
minuti)<br />
Incompleto<br />
(1-2 minuti)<br />
- Per le fasce al disotto dei 13 anni si consiglia solo un lavoro di trofismo muscolare<br />
con carico naturale che permetta almeno 20-25 ripetizioni per ciascuna serie.<br />
- Per "esaurimento" deve intendersi l'esecuzione fino a stanchezza non esasperata<br />
mantenendo le giuste coordinazioni esecutive.<br />
Metodo del circuito - Parametri di lavoro<br />
Sono gli stessi utilizzati con il "Metodo delle serie e delle ripetizioni", in<br />
particolare:<br />
- il numero di serie viene sostituito con il numero di giri;<br />
- il recupero tra le stazioni (serie) può essere ridotto in quanto vengono<br />
coinvolti a rotazione diversi distretti muscolari. Per la Forza resistente si<br />
riduce ulteriormente.<br />
- il recupero tra i giri deve essere completo (mediamente 4-6 minuti e<br />
comunque adattato ai singoli atleti).).<br />
Tra le singole stazioni tenere sotto controllo che la frequenza cardiaca<br />
affinché non oltrepassi soglie non adatte alla condizione fisica e all'età<br />
dell'atleta (circa 120-130 per i più giovani e 140-150 per i 15-16 anni).<br />
Eventualmente allungare le pause di recupero.<br />
Alcune caratteristiche dell'allenamento a carico naturale:<br />
- crea i presupposti per l’adattamento biologico dell’apparato locomotore e per il<br />
miglioramento della forza generale;<br />
- è utile per il miglioramento della forza resistente nelle percentuali di carico a<br />
intensità più basse e della forza rapida nelle percentuali di carico che permettono<br />
ritmi esecutivi molto veloci;<br />
- incide notevolmente sullo sviluppo delle capacità coordinative e della rapidità;
- non richiede complessi attrezzi di supporto;<br />
- se applicato con progressività e gradualità riduce al minimo il rischio di traumi<br />
all'apparato locomotore;<br />
- difficilmente può essere utilizzato per la forza massima, forza resistente e forza<br />
rapida nelle percentuali di carico più alte;<br />
- non permette la graduazione del carico in maniera precisa e progressiva. Questo<br />
aspetto diventerà sempre più evidente nel proseguimento degli allenamenti<br />
quando occorreranno carichi sempre maggiori. Gli svantaggi si possono ridurre<br />
aggiungendo un semplice carico artificiale (cintura o giubbetto zavorrati, cinturini<br />
zavorrati per polsi e caviglie, ecc.).<br />
Alcune caratteristiche dell'allenamento a circuito:<br />
- ottimo per migliorare le capacità coordinative, la rapidità e velocità o la resistenza<br />
organica generale;<br />
- per la forza muscolare, può essere un mezzo integrativo per l’allenamento<br />
giovanile o anche un'alternativa per atleti non di livello o principianti che,<br />
disponendo di un tempo di allenamento limitato, desiderano migliorare<br />
contemporaneamente la forza muscolare e la resistenza organica;<br />
- offre la possibilità di far esercitare più atleti contemporaneamente, o in rapida<br />
successione, su uno spazio relativamente piccolo;<br />
- il passaggio continuo da un esercizio all’altro, specialmente negli esercizi più<br />
complessi, rende poco efficace l’effetto di sommazione degli stimoli ottimali (forza<br />
in generale);<br />
- a causa dei passaggi distanziati (stimoli) sullo stesso distretto muscolare, non<br />
consente di elevare e mantenere alto a lungo il metabolismo locale (forza<br />
resistente e ipertrofia);<br />
- sempre a causa dei passaggi distanziati sullo stesso distretto muscolare, non<br />
offre il tempo sufficiente di concentrarsi adeguatamente per di inviare in maniera<br />
intensa e selettiva gli impulsi nervosi alle fibre muscolari (forza massima e forza<br />
rapida). Sempre per la stessa ragione incide con minore enfasi sul miglioramento<br />
della tecnica esecutiva.<br />
13
Esercizi per migliorare il Trofismo e la Forza generale utilizzando il solo<br />
carico naturale<br />
RAPIDITÀ E VELOCITA'<br />
Aspetti generali della rapidità e velocità e sui principi metodologici della<br />
"RAPIDITA' E COORDINAZIONE":<br />
Metodi di miglioramento della Rapidità e Velocità<br />
I metodi per migliorare la rapidità e la rapidità consistono generalmente in:<br />
- giochi di squadra in campi ridotti;<br />
- esercizi a carico naturale (minimo possibile) eseguiti alla velocità max senza<br />
14
aggiungere affaticamento (non più di 6-8 secondo per serie);<br />
- percorsi e circuiti specifici;<br />
- piccola acrobazia.<br />
Come per tutte le capacità motorie, per migliorare la velocità e la rapidità occorre<br />
stimolarle adeguatamente per almeno 2-3 volte a settimana.<br />
15<br />
Percentuale<br />
del carico<br />
riferita al<br />
massimale<br />
Carico<br />
naturale<br />
minimo<br />
possibile<br />
Metodo delle serie e delle ripetizioni - Parametri di lavoro<br />
Numero di serie<br />
per ogni<br />
esercizio<br />
6-8<br />
Numero di<br />
ripetizioni per<br />
serie<br />
massimo<br />
sotto i 6-8<br />
secondi<br />
Ritmo<br />
esecutivo<br />
più veloce<br />
possibile<br />
Metodo del circuito - Parametri di lavoro<br />
Recupero tra<br />
le serie<br />
Completo<br />
(almeno 3<br />
minuti)<br />
Sono gli stessi utilizzati con il "Metodo delle serie e delle ripetizioni", in<br />
particolare:<br />
- il numero di serie viene sostituito con il numero di giri;<br />
- il recupero tra le stazioni (serie) si annulla, pertanto il passaggio tra<br />
una stazione avviene senza soluzione di continuità.<br />
- il recupero tra i giri deve essere completo (mediamente 4-6 minuti e<br />
comunque adattato ai singoli atleti).<br />
RESISTENZA ORGANICA<br />
Aspetti generali della resistenza e sui principi metodologici sulla,<br />
"RESISTENZA ORGANICA":<br />
Metodi di miglioramento della Resistenza generale<br />
Oltre alla classica corsa prolungata, nuoto, sci di fondo, ciclismo, ecc., disponendo di<br />
piccoli spazi risultano ottimi i giochi di squadra ed i circuiti.<br />
Come per tutte le capacità motorie, per migliorare la resistenza occorre stimolarla<br />
adeguatamente per almeno 2-3 volte a settimana.
16<br />
Percentuale<br />
del carico<br />
riferita al<br />
massimale<br />
carico<br />
naturale<br />
adeguato al<br />
numero di<br />
ripetizioni<br />
richiesto<br />
Numero di<br />
esercizi<br />
Metodo del circuito - Parametri di lavoro<br />
6-12<br />
(coinvolgenti<br />
più gruppi<br />
muscolari in<br />
ciascun<br />
esercizio)<br />
Numero<br />
di<br />
Ritmo<br />
ripetizioni<br />
esecutivo<br />
per<br />
esercizio<br />
oltre 50 o<br />
tempo di<br />
lavoro di<br />
almeno<br />
20<br />
secondi<br />
fluente e<br />
controllato<br />
Recupero<br />
tra gli<br />
esercizi<br />
adeguato<br />
a<br />
mantenere<br />
la<br />
frequenza<br />
cardiaca a<br />
circa 120-<br />
130 (sotto<br />
i 14 anni)<br />
e 140-150<br />
(15-16<br />
anni)<br />
Numero<br />
di giri<br />
tale da<br />
superare<br />
i 10-15<br />
minuti di<br />
lavoro<br />
Recupero<br />
tra i giri<br />
adeguato<br />
a<br />
mantenere<br />
la<br />
frequenza<br />
cardiaca<br />
prescelta
CAPACITÀ COORDINATIVE<br />
Aspetti generali delle capacità coordinative, "RAPIDITA' E COORDINAZIONE":<br />
Metodi di miglioramento delle capacità coordinative<br />
I metodi di miglioramento possono essere così riassunti:<br />
- aggiunta di movimenti complessi all'esercizio di base;<br />
- esecuzione degli esercizi in condizioni ambientali inusuali (allenamento su<br />
campo di gara più grande o più piccolo degli standard dimensionali);<br />
- esecuzione speculare dei movimenti da entrambi i lati del corpo;<br />
- esecuzione dei movimenti da diverse posizioni del corpo;<br />
- mutamento del ritmo esecutivo;<br />
- mutamento delle dimensioni dell'attrezzo usato.<br />
Inoltre, possono essere organizzati anche dei circuiti (Tabella e Figura).<br />
Come per tutte le capacità motorie, per migliorare le capacità coordinative occorre<br />
stimolarle per a almeno 2 – 3 volte a settimana.<br />
Percentuale<br />
del carico<br />
riferita al<br />
massimale<br />
carico<br />
naturale<br />
minimo<br />
possibile<br />
17<br />
Numero di<br />
esercizi<br />
6-8<br />
(esercizi nel<br />
tempo<br />
sempre più<br />
complessi)<br />
Metodo del circuito - Parametri di lavoro<br />
Numero di<br />
ripetizioni<br />
per<br />
esercizio<br />
adeguate<br />
agli<br />
obiettivi<br />
prefissati<br />
Ritmo<br />
esecutivo<br />
adeguato<br />
alla<br />
corretta<br />
esecuzion<br />
e<br />
Recupero tra<br />
gli esercizi<br />
nullo se non<br />
subentra<br />
stanchezza<br />
muscolare e<br />
organica<br />
Numero<br />
di giri<br />
3-4<br />
Recuper<br />
o tra i giri<br />
Completo<br />
anche a<br />
livello<br />
organico
QUALITA’ FISICHE in particolare il TROFISMO e la FORZA MUSCOLARE<br />
18<br />
MOBILITÀ ARTICOLARE<br />
"STRETCHING E MOBILITA' ARTICOLARE:<br />
- Aspetti generali e Metodi.<br />
- Esercizi.<br />
DUE RIGHE PER UNA PRIMA OSSERVAZIONE<br />
Sin qui credo di non aver detto nulla di nuovo a specialisti impegnati<br />
professionalmente in quella che mai sufficientemente viene chiamata “Educazione<br />
Sportiva” ponendo proprio l’accento sulla prima parola.<br />
E’ necessario però offrire un veloce ripasso affinché non si dimentichi mai che<br />
quanto andremo assieme ad analizzare non può prescindere da quanto appena<br />
esposto, premessa in<strong>dispensa</strong>bile per un approccio scientifico e per un programma<br />
razionalmente ben impostato!<br />
Sono infatti dell’opinione che, pur abbisognando tutti e in particolare le nuove<br />
generazioni (che sempre meno adoperano i muscoli nelle vita quotidiana anche<br />
ludica e sempre più quindi soffrono di ipocinesi) di esercitare le qualità condizionali,<br />
sono convinto, dicevo, che non si debba mai dimenticare che sport e vita sono<br />
condizionati anche da un buon livello di sviluppo delle qualità coordinative.<br />
Non me ne vogliano gli specialisti del settore, che già conoscono tutto di tale<br />
argomento, ma proprio contando sulla pazienza dei professionisti seri mi permetto di
icordare quanta e quale importanza rivesta anche la problematica che eliminiamo<br />
con la dizione “paramorfismo”.<br />
Corretto quindi introdurre un “Memo” per fare mente locale su quanto sia importante<br />
prevenire per non dover poi, spesso, rinunciare a curare.<br />
Quante e quali le cause di uno stato paramorfico?<br />
- vita sedentaria e (magari anche per questo) carenza di indice calcico<br />
- fattori ereditari fra cui debolezza costituzionale<br />
- deambulazione precoce magari forzata<br />
- scarso potenziale energetico<br />
- eccessivo peso corporeo nell’infanzia<br />
- giochi scarsi o non adeguati nella seconda e terza infanzia<br />
- carichi eccessivi da un solo lato per molto tempo<br />
- errate posizioni di studio o inadatte calzature<br />
- disturbi della vista, dell’udito o malocclusioni mandibolari<br />
- eccessiva crescita in altezza in tempi più brevi del fisiologico<br />
- malattie infettive<br />
- contrattura del tendine di Achille<br />
- muscoli più tonici (generalmente i flessori sugli estensori)<br />
Ecco ora entrare prepotentemente in gioco (mi si perdoni il..gioco di parole) i<br />
“GIOCHI ANTIPARAMORFICI”.<br />
- Palla multipla – Gioco del bastoncino – Tiro al muro – Il tirpo basso parallelo –<br />
La palla in campo avverso – La palla rotolata – La corsa dei coccodrilli – La<br />
corsa da seduti – La corsa sugli sgabelli –<br />
Questi solo per ricordare alcuni dei tantissimi modi di fare correttiva senza far<br />
nascere sensi di inferiorità (in un’età che non ne ha bisogno).<br />
FITNESS - BODY BUlLDING -PREATLETISMO…ma non solo!<br />
Entriamo subito nel cuore del titolo per spiegare che il "ma non solo" significa che è<br />
nostra ferma intenzione non fermarci a discutere di Body building, se ciò significa<br />
limitarsi ad una attività che pensa ed agisce solo in funzione "costruzione del<br />
volume", ma che vogliamo rifarci all'etimologia della parola che significa "costruzione<br />
del corpo" ovvero dilatando il troppo ristretto orizzonte datogli da manager<br />
interessati; da specialisti paranoici che dalla pratica individuale sono arrivati<br />
all'organizzazione collettiva (riferendoci alle gare o alla propria palestra) con<br />
l'infantile presunzione, bocciata anche dalla ricerca economica, che il proprio mondo<br />
fosse l'unico proponibile; infine da una pubblicità a senso unico che ha dato poi ai<br />
Mass Media la possibilità di perseverare in questo errore con storie rosa, favole<br />
zeppe di pregiudizi e improponibili figure prive di qualsiasi valore atletico.<br />
N.B. VA DA SE’ CHE UN CORSO DEDICATO AI GIOVANI DEVE, CON MAGGIORE<br />
SENSIBILITA’ UMANA E PROFESSIOALE, TENERE BEN PRESENTI LE LEGGI<br />
DELL’AUXOLOGIA E TUTTE QUELLE PATOLOGIE CHE UN ERRATO ALLENAMENTO,<br />
AL POSTO DI CORREGGRE, PUO’ AUMENTARE. LE BASI DELL’ALLENAMENTO, CON<br />
LE OPPORTUNE VARIANTI CHE INDICHEREMO STRADA FACENDO, SONO PERO’ LE<br />
STESSE E VANNE PRIMA RECEPITE, POI CORRETTE E CONTESTUALIZZATE.<br />
Lungi da me il tradire le origini "muscolari", anzi. "Ma non solo"... chiaramente in<br />
questo <strong>corso</strong> non dedicando spazio anche alle tematiche riguardanti il "volume a tutti<br />
i costi" anche se anch'esso fa parte, eccome, della "costruzione del corpo". Per ora<br />
ci accontenteremo di analizzare metodologie e tecniche, dalle più semplici alle più<br />
19
avanzate, nell’ottica della massima costruzione corporea intesa però come<br />
raggiungimento di quelle 4 Fitness che tra breve analizzeremo. In questa<br />
panoramica sarebbe bene includere anche metodi (atletici, alimentari, biochimici,<br />
psicodinamici, bioelettrici e quant'altro la moderna scienza è riuscita a conoscere nei<br />
diversi campi dello scibile umano) tutto per il raggiungimento della meta: "la<br />
costruzione del corpo". In fondo, potremmo qui aggiungere, che tutto è CULTURA<br />
FISICA, tutto quello che serve a migliorare le varie capacità psico-corporee, perché<br />
"costruire' il corpo" non significa solo migliorare la parte visibile estetica di quella<br />
meravigliosa macchina che è il corpo umano, significa invece elevare al massimo le<br />
potenzialità di tutte le funzioni corporee come, in analogia della parte per il tutto,<br />
allenare la cellula significa allenare al massimo tutte le varie componenti cellulari.<br />
Ecco perché dare un nome alla pratica del cultore è in fondo solo una disquisizione<br />
dialettica, perché tutte tendenti in fondo allo stesso risultato: il miglioramento della<br />
macchina umana nelle varie componenti. Se proprio volessimo forzare il senso delle<br />
parole potremmo dire che Body building è più per la ricerca del volume, fitness più<br />
per la ricerca di miglioramento estetico e del benessere, preatletismo per il<br />
miglioramento di attività sportive agonistiche, stretching per l'aumento della<br />
flessibilità, training autogeno per il miglioramento delle capacità mentale, ma body<br />
building è anche anche yoga, psicodinamica, pranoterapia, musicoterapia,<br />
cromoterapia e cronoterapia, chiropratica, massaggio, riflessologia, ancor più<br />
spinning, acqua gym, aerobica, aeroboing, steep, tutte appunto con finalità<br />
migliorative e tutte sfruttabili per il miglioramento globale della Fitness, tutte cose di<br />
cui discuteremo. E questa è la via per ritornare ad essere interessanti affinché le<br />
palestre tornino ad essere frequentate da “TUTTI”.<br />
Infatti tutto ciò che facciamo, lavorando maggiormente con questo o quel tempo<br />
(secondi, minuti, ore) quindi allenando la porzione cellulare specifica, deve portare al<br />
miglioramento di:<br />
1. FITNESS ORGANICA: allenamento e miglioramento degli organi interni<br />
(cuore - polmoni).<br />
2. FITNESS FISICA: allenamento e miglioramento di muscoli, legamenti,<br />
articolazioni.<br />
3. FITNESS ATLETICA: allenamento di qualità tipiche della disciplina (via<br />
metabolica, capacità motorie e angolo di lavoro).<br />
4. FITNESS PSICOLOGICA: allenamento e miglioramento delle qualità<br />
psichiche (concentrazione, canalizzazione stress), psicologiche, quindi psicofisiche.<br />
Ma, sia che si voglia ottenere una sola di queste Fitness sia che si desideri<br />
ottenerne intelligentemente il miglioramento di tutte, è in<strong>dispensa</strong>bile attuare una<br />
metodica di lavoro che preveda la progressione in aumento del carico di lavoro (in<br />
chili, in tempo, in velocità, in strenuità, in cura dell'alimentazione e degli integratori, e<br />
chi più ne ha più ne metta), ovvero aumentando l’intensità. Quindi è in<strong>dispensa</strong>bile<br />
programmare cicli di lavoro percentualmente più elevati su questa o quella qualità in<br />
base ai desiderata tecnici, in fondo variando la qualità e la quantità del lavoro, non il<br />
metodo, comunque sempre tenendo presente le varie Biotipologie così<br />
personalizzando al massimo.<br />
Quindi ognuno sceglierà quale "Fitness" desidera ottenere maggiormente ma, si<br />
badi, sarebbe un errore considerare esclusiva una sola Fitness, il risultato essendo il<br />
raggiungimento fallace, pericoloso e molto limitato, mentre l'allenamento<br />
20
progressivo, poi alternato, delle Fitness menzionate porterà al massimo risultato. E<br />
questo vale anche, con il dovuto rispetto del corpo, dell'età e di eventuali patologie,<br />
per chiunque: bambini, adulti, donne, anziani, obesi, magrissimi, portatori di<br />
handicap ma anche chi ha problemi psicologici.<br />
n.b. Infatti le varie Sindromi di Adattamento (Organico – Morfologico – Atletico –<br />
Agonistico) altro non sono che la ricerca delle varie Fitness, nel primo Macrociclo<br />
nell’ordine indicato (vedi le Fitness già descritte e le Sindromi che analizzeremo), dal<br />
secondo Macrociclo alternandole in base alle necessità (relative al miglioramento<br />
delle vie metaboliche desiderate o alle finalità ricercate – Fitness –Body Building –<br />
Preatletismo – Età – Sesso – Patologie – ecc.) e facendo durare i Micro e Macrocicli<br />
anche in base alle necessità.<br />
N.B. MA PER RENDERE CHIARA L’ESPOSIZIONE PROPONIAMO DI<br />
ACCORDARCI NEL CHIAMARE “MUSCOLAZIONE” IL LAVORO CHE ANDIAMO<br />
A TEORIZZARE PER PUBERTA’ ED ADOLESCENZA, TERMINE NEL QUALE<br />
COMPRENDIAMO TUTTE LE ATTIVITA’ CHE ADOTTEREMO PER MIGLIORARE<br />
IL GIOVANE CULTORE.<br />
"Dalla teoria alla pratica" sarà la nostra parola d'ordine ovvero prima una<br />
spiegazione scientifica, onde poter controllare e magari portare un contributo alla<br />
complessa ma entusiasmante strada della ricerca di metodologie della<br />
MUSCOLAZIONE, quindi una proposta pratica cosicché il cultore possa<br />
immediatamente sperimentare.<br />
NECESSARIO CHIARIMENTO METODOLOGICO.<br />
SERIE, RIPETIZIONI, PERCENTUALI DI CARICO, VELOCITA’ ESECUTIVA,<br />
TEMPI DI RISTORO = PAUSE, NUMERO ALLENAMENTI SETTIMANALI,<br />
DURATA DELL’UNITA’ D’ALLENAMENTO, MICRO E MESOCICLI E<br />
QUANT’ALTRO SERVA A COSTRUIRE I CICLI D’ALLENAMENTO<br />
PERSOLALIZZATI,<br />
(CHE DI SEGUITO VENGONO PRESENTATI NELLA MEDIA DEL PRATICANTE<br />
TIPO – DAI 20 AI 40 ANNI – MASCHIO – SANO – ECCETERA POI ALLA TEORIA<br />
DI BASE PORTANDO GLI OPPORTUNI CORRETTIVI. (MA LASCIANDO LA<br />
BASE DEI 20-40 ANNI COSI’ ESSENDO UTILE ANCHE A CHI VOLESSE<br />
DIVENTARE ISTRUTTORE DI FITNESS CON PARTICOLARE<br />
SPECIALIZZAZIONE NEI CARICHI) DOPO CONTESTUALIZZANDO IN BASE,<br />
ANCHE E SOPRATTUTTO, ALL’ETA’, AL SESSO, ALLA BIO – PSICO –<br />
TIPOLOGIA (VEDI CAPITOLI ANALITICI).<br />
ALTRA NOTA IMPORTANTE E’ LA NECESSITA’ DI CONTINUARE A<br />
MONITORARE LA FLESSIBILITA’ (Capitolo “La valutazione dell’ allungamento<br />
muscolare”) E LA CAPACITA’ NEUROMUSCOLARE DEI GIOVANI ATLETI E<br />
CONSEGUENTEMENTE CERCARE DI MIGLIORAE CON ESERCIZI OPPORTUNI<br />
SIN DOVE POSSIBILE. PER QUESTO DESIDERO RIPORTARE “GLI ESERCIZI<br />
DEL TEST DI BOSCO” dal libro “GLI ATTREZZI PER IL CORPO” di ANDREA<br />
UMILI – EDIZIONI CALZETTI – MARIUCCI.<br />
21
Gli esercizi del Test di Bosco<br />
Il test di Bosco serve per cercare di valutare le caratteristiche morfologiche funzionali dei<br />
muscoli degli arti inferiori e le capacità neuromuscolari che un atleta possiede. Con questo<br />
test è possibile stimare anche la percentuale di<br />
fibre che un atleta possiede, in modo da poter<br />
individualizzare in modo scrupoloso la<br />
preparazione per ogni singolo atleta. Mediante<br />
l'uso dell'Ergojump Boscosy-stem, che è<br />
un'apparecchiatura elettrica computerizzata, si<br />
sottopone l'atleta a una batteria di test funzionali<br />
da campo. Le prove da eseguire sono le<br />
seguenti: Squat Jump (SJ), Counter Movement<br />
Jump (CMJ), Drop Jump 40 cm (DJ) e 15<br />
secondi di salti continui. Il test consiste nella<br />
misurazione elettronica sia dell'altezza<br />
raggiunta durante tre tipi di prove, che il lavoro e<br />
la potenza muscolare sviluppata durante<br />
l'esecuzione di 15 secondi di salti continui.<br />
Lo Squat Jump<br />
In questa prova il soggetto deve effettuare un salto<br />
verticale partendo dalla posizione di 1/2 squat<br />
(ginocchia piegate a 90°) (Fig. 5.107), con il busto<br />
eretto e tenendo le mani ai fianchi. L'atleta deve<br />
compiere la prova senza effettuare contromovimenti<br />
verso il basso; il salto da fermo (Fig. 5.108),<br />
realizzato senza l'ausilio delle braccia, costituisce<br />
una prova semplice di facile apprendimento e di<br />
elevata standardizzazione. Lo Squat Jump<br />
permette, attraverso l'elevazione raggiunta dal<br />
soggetto in questo test, di valutare la forza esplo-<br />
siva degli arti inferiori. La modalità di attivazione<br />
muscolare è una contrazione concentrica.<br />
22
23<br />
Il Counter Movement Jump<br />
Il CMJ è una prova in cui l'azione di salto verso<br />
l'alto viene realizzata grazie al ciclo<br />
stiramento/accorciamento. In questa prova<br />
l'atleta si trova in posizione eretta con le mani ai<br />
fianchi (Fig. 5.109) e deve effettuare un salto<br />
verticale (Fig. 5.111) dopo contromovimento<br />
verso il basso in cui si devono piegare le gambe<br />
fino a 90° (Fig. 5.110). Durante l'azione di<br />
piegamento il busto deve rimanere il più eretto<br />
possibile per evitare ogni possibile influenza,<br />
sulla prestazione degli arti inferiori. Poiché il<br />
contromovimento verso il basso viene compiuto<br />
con un'accelerazione molto modesta e gli<br />
estensori vengono attivati solo al momento<br />
dell'inversione del movimento, si può<br />
affer<br />
mare che lo stiramento degli elementi elastici e il<br />
successivo riuso di energia elastica sia contenuto e<br />
che l'incremento della prestazione rispetto allo<br />
Squat Jump sia dovuto in qualche caso anche allo<br />
sfruttamento del riflesso mio-tatico (quando il<br />
muscolo viene stirato si contrae per reazione di<br />
difesa). La modalità di attivazione muscolare è una<br />
contrazione concentrica preceduta da una<br />
brevissima fase di contrazione eccentrica<br />
all'inversione del movimento.
Il Drop Jump<br />
24<br />
Fig. 5.110<br />
Fig. 5.111<br />
In questo test il soggetto deve effettuare una azione di salto verticale dopo caduta da uno<br />
scalino di 40 cm. (Fig. 5.112, 5.113, 5.114) Anche in questa prova il soggetto deve tenere le mani<br />
ai fianchi ed il busto verticale<br />
Fig. 5.113<br />
Fig. 5.114
DIFFERENZE MORFOLOGICHE NEI GIOVANISSIMI<br />
Ora, senza addentrarci pedissequamente nei particolari, vediamo di trarre utili<br />
indicazioni onde impostare un lavoro fruttuoso ma il meno traumatico possibile.<br />
Riporto uno studio del Prof. Desbonnets, fondatore della “Ecole National de Culture<br />
Phisique e Kinesiterapie– Paris”:<br />
1) per i giovani tra i 14 e i 20 anni tenere presente le differenze morfologiche:<br />
a) Tipo ipertrofico astenico: grasso, spesso per un'alimentazione troppo ricca, quindi<br />
lavoro a tempi lunghi, più ripetizioni, allenamenti aerobici, dieta ipocalorica.<br />
b) Tipo ipotrofico - ipotonico: magro, debole, generalmente lordotico o cifotico, quindi<br />
lavoro più breve, pause più lunghe, con molti esercizi correttivi tradizionali e/o con<br />
attrezzi, squats respiratori alternati a esercizi di respirazione forzata con attrezzi per<br />
torace, dieta iperproteica<br />
c) Tipo ipertrofico - tonico: magro ma senza difetti strutturali, quindi muscolazione<br />
progressiva, dieta leggermente iperproteica.<br />
d) Tipo antrofico: ben fatto, senza difetti vertebrali, quindi programma generico di<br />
preatletismo, in vista di diverse applicazioni sportive.<br />
e) Tipo naturalmente muscoloso: il classico «dotato» che necessita d'essere seguito,<br />
per evitargi errori dovuti all'eccessiva sicurezza psico-fisica.<br />
Generalmente gli apparati organici hanno una certa relazione con le differenze<br />
morfologiche ricordate, per cui il programma deve tenere conto anche di queste<br />
caratteristiche.<br />
È necessario tener presente inoltre (questo più nell'adulto, in cui il<br />
sistema scheletrico è stabilizzato e quindi più facilmente classificabile):<br />
2) Il biotipo costituzionale facendo, in base ad esso, lavorare il soggetto al contrario<br />
delle proprie tendenze (così il brevilineo, che generalmente è portato per un lavoro<br />
più breve e più pesante, verrà fatto lavorare più a lungo ed in modo più leggero sì da<br />
sviluppare quelle qualità che non gli appartengono; al contrario un longilineo), però<br />
armonizzando tutto ciò con le necessità insite nei vari temperamenti, cioè:<br />
3) Temperamenti psico-morfologici:<br />
a) sanguigno: allenamento intenso, alimentazione all'80% vegetale, al 20% carnea;<br />
b) bilioso: allenamento intenso, alimentazione esclusivamente a base di latte,<br />
vegetali, uova;<br />
c) linfatico: allenamento regolare, piuttosto veloce. Alimentazione mista animale e<br />
vegetale. Assolutamente proibiti cibi e bevande fermentate, spezie e farinacei;<br />
d) nervoso: allenamento a cadenza lenta, ginnastica respiratoria, ali<br />
mentazione mista, compresi tutti gli alimenti.<br />
4) Per i giovani il programma deve alternare periodi di esercizi favorenti l'estensione<br />
(trazioni alla sbarra alta, estensioni alle parallele alte ma con cautela, ecc..) a periodi<br />
favorenti l'allargamento toracico (squats respiratori magari alternati ad aperture a<br />
croce stesi su panca, tirate della carrucola all'addome, ecc..) più eventuali esercizi di<br />
trazione per favorire l'allungamento degli arti inferiori.<br />
5) Evitare sia per i giovani, che per le donne e soprattutto per gli anziani (io<br />
consiglierei per tutti) l'uso dei grossi carichi:<br />
a) nell'adolescente può favorire l'accumulo di calcio nelle articolazioni con<br />
conseguente «ossificazione», bloccandogli così la crescita, magari limitata a qualche<br />
arto.<br />
25
) nell'anziano può rovinare i dischi intervertebrali, che diventano più rigidi e sottili,<br />
con creazione di dolorosi becchi osteofitici.<br />
6) Introdurre esercizi di C. F. ma «mutuati» dalla ginnastica correttiva al fine di<br />
intervenire anche settorialmente sui punti interessati, possibile questo sia per<br />
paramorfismi differenziati (portamento rilassato, dorso curvo, lordosi), sia per<br />
paramorfismi differenziati simmetrici (scapole alate, valgismo, platismo), sia per<br />
quelli asimmetrici del tronco (atteggiamenti scoliotici). Infiniti sono gli esercizi e molte<br />
le macchine a disposizione, apparendo così il tutto una «normale» esercitazione<br />
senza la creazione di pericolosi complessi di inferiorità. Qui è necessario ricordare<br />
quale importanza rivesta una corretta interpretazione della forma e funzione del<br />
muscolo soprattutto (vedi capitolo esplicativo) i 4 possibili movimenti che un muscolo<br />
può effettuare e le conseguenti tecniche contrattive di tipo distale o prossimale,<br />
complete o incomplete.<br />
7) A dimostrazione di quanto appena affermato basterà osservare i molti atleti<br />
ancora in attività, o gli ex, che, per mille motivi diversi, compresa la speranza di<br />
poter riprendere l'attività o di limitare i danni creati dalla precedente, si rivolgono agli<br />
istruttori di C. F. Fra essi, ho notato, moltissimi sono i portatori di traumi che,<br />
secondo il mio parere, sono parzialmente limitabili proprio con la C. F., soprattutto<br />
per quanto riguarda le enartrosi (là dove vi sono processi artrosici a carico della<br />
testa dell’omero o del femore che rendono possibili “scivolamenti” pericolosi e che<br />
possono essere limitati con esercizi ipertrofizzandi in accorciamento così<br />
limitandone l’escursione articolare.<br />
n.b. Sarebbe bene introdurre il concetto di attrezzatura e tipo di contrazioni<br />
muscolari dimostrando che, purtroppo, è pressoché dimenticato l’uso degli estensori<br />
che invece danno grossi vantaggi sia sul piano contrattivo che trofico e ancor più di<br />
rispetto articolare.<br />
Rimandiamo al Capitolo “Tipi di Contrazioni Muscolari” per dare gli opportuni<br />
chiarimenti.<br />
26
27<br />
CENNI DI TEORIA E METODOLOGIA PER LA MUSCOLAZIONE<br />
Illogico e ascientifico è il differenziare, all'inizio della propria "carriera", l'allenamento<br />
valutando conseguentemente, differenti possibilità di approccio pratico a specialistici<br />
protocolli per il neofita perché si considerano, diverse fra loro, discipline quali il Body<br />
building - il Culturismo - il Fitness - il Preatletismo.<br />
Siamo invece profondamente convinti che, anche se queste discipline si prefiggono<br />
invero mete distinte, tale diversità andrà considerata solo successivamente nella<br />
programmazione specialistica, che imposterà parametri diversi per le diverse mete,<br />
sia a livello "strumentazione" che a livello "quantità, intensità, durata, pause", sia<br />
infine a livello alimentare - integrativo. Questo perché ci preme preparare<br />
"olisticamente" un soggetto che è prima Uomo, poi atleta nella accezione più ampia,<br />
quindi atleta specialista ovvero agonista. Le prime fasi conseguentemente hanno<br />
finalità simili, essendo preparatorie<br />
Chiameremo Sindromi i cicli di adattamento che sono:<br />
- S.A.G. = generale per tutti ma in modo quantitativamente diverso;<br />
- S.A.M. = morfologico ovvero muscolazione per le necessità personali;<br />
- S.A.S. = specialistico ovvero diverso se preatletico o ipertrofico.<br />
Ma cosa significano queste sigle?<br />
Vediamo un MACROCICLO (periodo complessivo) da dividere in 3 MESOCICLI<br />
(cicli intermedi non di eguali periodi ma ognuno proporzionale alle necessità) da<br />
dividere ciascuno in 3 MICROCICLI (ciascuno ricercante una qualità fisica o una<br />
finalità estetica).<br />
n.b. il primo Macrociclo generalmente deve ricercare le qualità fisiche (Resistenza -<br />
settoriale ed organica, coordinazione, velocità, forza, potenza) mentre il secondo<br />
quelle estetico - morfologiche (e questo è il body building) o quello preatletiche (cioè<br />
preparatorio agli sport).<br />
l) S.A.G. (Sindrome adattamento generale o organica): prevede tecniche e metodi<br />
per migliorare l' apparato circolatorio, respiratorio, locomotorio (naturalmente<br />
programmando quantità, durata, numero sedute, in base al soggetto ed alle sue<br />
necessità) onde migliorare la "Fitness organica", estremamente importante (anche<br />
successivamente da intervallare a periodi di "stress ossidativi", ricordando che il<br />
fabbisogno di ossigeno decuplica ma addirittura centuplica se si considera la<br />
necessità anche delle masse muscolari), questo anche per adattare l'organismo a<br />
combattere la produzioni di radicali liberi, a cui l'organismo non è ancora abituato,<br />
che possono altrimenti creare danni ossidativi nei muscoli ma anche nel sangue e<br />
conseguentemente nel fegato, nei polmoni, negli emuntori vari e nel cervello.<br />
2) S.A.M. (Sindrome adattamento morfologico): prevede tecniche e metodi per<br />
migliorare tutte le qualità fisiche (1.resistenza settoriale e organica che è già nella<br />
S.A.G., 2. forza, 3. velocità, 4. potenza), di conseguenza migliorano le varie vie<br />
energetiche con maggior o minor sviluppo, in relazione proporzionale, agli elementi<br />
costitutivi delle cellule muscolari (mitocondri, capillari -entrambe già della SAG-,<br />
sarcoplasma, miofibrille, tessuto connettivo) così migliorando la "Fitness fisica".<br />
3) S.A.S. (Sindrome adattamento specifico – atletica o agonistica): prevede tecniche<br />
e metodi per ottenere tutti i presupposti necessari per giungere alle mete agognate<br />
(ora sì differenziando i protocolli di lavoro per specializzare verso il Body building, il
Culturismo, il Fitness o il Prestletismo per lo sport praticato) così migliorando la<br />
"Fitness atletica".<br />
Questo è il 3. MESOCICLO, QUINDI TERMINA IL 1. MACROCICLO.<br />
28<br />
VIE ENERGETICHE ED ADATTAMENTI CELLULARI<br />
Prima di proporre una "Teoria dell'allenamento", secondo le leggi della Fisiologia e<br />
della Biochimica, è doveroso fare mente locale sulla Composizione della cellula<br />
muscolare, che è percentualmente modificabile in base al tipo di allenamento o<br />
comunque al lavoro muscolare seguito (ovvero dal tempo impiegato a compierlo),<br />
dando risultati atletici e/o morfologici completamente diversi (l'analisi seguente è<br />
presentata progressivamente in base alla progressione che si dovrebbe adottare,<br />
secondo lo scrivente, nello svolgersi del Macrociclo, dei vari microcicli di<br />
allenamento e sicuramente durante la seduta di ogni allenamento = piramidale, per il<br />
Fitness; invece alternando i Microcicli o gli esercizi nel Body Building):<br />
- CAPILLARI: 3 - 5 % del totale cellulare - resistenza muscolare settoriale - nessuna<br />
ipertrofia morfologica ma aumento della rete sanguigna circolatoria (esercizi di<br />
medio - bassa intensità con ridottissime pause di recupero - meno di 1 minuto, alte<br />
ripetizioni).<br />
- MITOCONDRI: 15-25 % - resistenza organica generale – no ipertrofia - aumento<br />
apparato cardio-respiratorio, conseguente volume gabbia toracica e ipertrofia<br />
cardiaca secondo la legge filetica (Marco OPENHEIMER – “Elementi si Scienza<br />
delle Costituzioni Umane – Centro Studi per l’Educazione Fisica – Bologna) - e<br />
correzione atteggiamenti paramorfici (02 = esercizi cardio-fitness, praticamente<br />
senza pause).<br />
- SARCOPLASMA: 20-30% - forza resistente - grande ipertrofia più temporale che<br />
duratura - esercizi di media intensità, ridotte pause di recupero da 1 a 2 minuti,<br />
pompaggio (LA = peso a scalare e conseguente aumento delle ripetizioni).<br />
- TESSUTO CONNETTIVO o SARCOLEMMA: 2 - 3 % - forza massimale –<br />
ipertrofia. (CP = isometria, contrazioni eccentriche; pause sopra i 2 - 3 minuti, poche<br />
serie).<br />
- MIOFIBRILLE: 20-30 % - forza esplosiva - grande ipertrofia più duratura (CP + LA<br />
= esercizi sinergici soprattutto in contrazione concentrica, metodo delle forzate,<br />
piramidale in aumento e diminuzione ripetizioni, pause lunghe se rìcerca della forza<br />
veloce - corte se ricerca dell'ipertrofia).<br />
- Altre Sostanze: 4-6 % - forza, velocità, resistenza = scarsa ipertrofia.<br />
n.b. i sistemi allenanti usati (vedi i sopra citati) danno, oltre a visibili risultati<br />
morfologici, risultati anche non visibili ma miglioranti qualità organiche, quindi fisiche<br />
e sportive.<br />
Ma per ottenere tali risultati, quali sono i tempi di lavoro allenanti? Vediamo.<br />
Ogni attività umana richiede energia. La molecola che dona immediata energia è l'<br />
Adenosintrifosfato, in sigla ATP, ovvero un radicale di Adenosina e tre di fosforo. Nel<br />
donare l'energia, un radicale fosforico si rompe e la molecola, priva di un radicale, si<br />
chiama ADP (Adenosindifosforico), incapace di svolgere il lavoro energetico.<br />
Necessita quindi resintetizzare il P (fosforo) perduto per riavere la molecola
energetica ATP.<br />
Ciò avviene, in base alla durata di un'attività, grazie all'intervento di:<br />
- CP (Creatinfosfato), se il lavoro massimo eseguibile è compreso nei 15 - 20"<br />
(sistema neuromuscolare intensamente impegnato che migliora).<br />
Lavoro legato al miglioramento delle "scorte di magazzino" per adattamento,<br />
conseguenza di allenamenti specialistici; il risultato è il miglioramento della forza<br />
massimale, se esercizi eseguiti lentamente; della potenza se eseguiti con un ritmo<br />
più sostenuto; non produce acido lattico (se non con più serie dovendolo supportare,<br />
nelle serie successive, con interventi metabolici di vie energetiche adatte a lavori più<br />
lunghi, gli colitici, quindi producendo acido lattico soprattutto se ridotte pause);<br />
porzioni cellulari interessate: tessuto connettivo e, con lavoro sostenuto =<br />
aggressivo, le miofibrille, che danno una ipertrofia più duratura nel tempo n.b. è la<br />
via cosiddetta "Anaerobica (si lavora senza ossigeno) - alattacida (non produce<br />
acido lattico, il dolore che segue l'allenamento essendo legato a microtraumi delle<br />
fibre).<br />
n.b. se interessato il sarcoplasma la via diviene anaerobica lattacida<br />
- LA (Lattacida) se il lavoro massimo eseguibile è compreso nei 180" (sistema<br />
morfologico adattante). Però fino a 90 secondi la via è "glicolisi anaerobica" (glicolisi<br />
= glicogeno in idrolisi per resintetizzate ATP, anaerobica ovvero senza ossigeno),<br />
dai 90"" inizia a sfruttare un pò l'ossigeno quindi è meno "specialistica" e lentamente<br />
diventa sempre più "glicolisi aerobica" (n.b. entrambe legate all'alimentazione ed ai<br />
carichi di glicogeno, anche con adatte manipolazioni alimentari); risultato è il<br />
miglioramento della forza resistente; produce grandi quantità di acido lattico<br />
(particolare che va ricordato perché c'è una vera e propria invasione di scorie<br />
metaboliche il che, per esempio, può essere dannoso per persone che hanno<br />
problemi di circolazione, varici, cellulite,ecc.); la velocità esecutiva e le pause di<br />
recupero fra le serie, naturalmente spostano un pò i risultati atletici e morfologici<br />
verso la componente più vicina: esecuzione lenta, poca pausa, carico più basso =<br />
più resistenza, aumento della rete capillare; esecuzione più veloce, più pausa, carico<br />
più alto = tessuto connettivo, se c'è lavoro strenuo tipo le forzate intervengono anche<br />
le miofibrille, naturalmente il sarcoplasma che è la porzione più interessata.<br />
- 02 (Aerobico): maggiormente, però percentualmente diminuendo, a carico del<br />
glicogeno fino ai 20 minuti; quindi sempre più, sopra i 20 minuti (sistema organico), a<br />
spese dei grassi (Lipolisi aerobica).<br />
n.b. va sottolineato che la deplezione totale del glicogeno avviene in 90 minuti quindi<br />
o si lavora per più di 20 minuti o si inizia dopo un digiuno, almeno per quanto<br />
riguarda i carboidrati, di 8 e più ore.<br />
Allenamento progressivo: prima resistenza muscolare, quindi sempre più resistenza"<br />
organica, con relativi adattamenti a livello cardiaco (ipertrofia del ventricolo<br />
sinistro);porzioni interessate: i capillari, quindi sempre più i mitocondri in cui si forma<br />
l'ATP aerobico, ovvero l'energia pulita che non produce scorie metaboliche.<br />
N.B. Non esistono sistemi metabolici "puliti", ovvero esclusivi, tutti tendendo a creare<br />
l'energia in una "empatia" collaborativi.<br />
Possiamo considerare come ottimale, con tutti i limiti che tale parola comporta, a<br />
patto che l'esecuzione sia "strenua" (ovvero davvero al limite) quando la serie è a<br />
due terzi della cosiddetta Via energetica: (Es: CP a 12 - 14 secondi; LA a 40 - 50<br />
secondi pensando alla via di 90 “); un terzo in più se via energetica aerobica: 02 a<br />
30 - 40 minuti).<br />
29
NOTE: è il tempo d'esecuzione (e le pause di ristoro), non il numero di ripetizioni,<br />
che crea la differenza metabolica intracellulare e quindi diversa capacità atletica e<br />
differenti risultati morfologici.<br />
Ad esempio: 5 ripetizioni eseguite molto lentamente e 10 eseguite più velocemente,<br />
entrambe le serie per lo stesso tempo esecutivo, sfruttano lo stesso metabolismo<br />
energetico e quindi conseguono lo stesso risultato (a parte qualche differenza<br />
estetica e magari atletica).<br />
Va aggiunto che preferenziare il carico o le ripetizioni dà risultati metabolici diversi:<br />
ESEMPIO: panca con bilanciere 10 ripetizioni con 100 chili.<br />
- a) se si fanno serie successive sempre con 100 chili e si cala, ad ogni serie, una<br />
ripetizione, alla fine di 5 serie avremo un totale di 4.000 chili<br />
- b) se si fanno le serie sempre con 10 ripetizioni ma si cala invece di chili 2,500 ad<br />
ogni serie, alla fine di 5 serie avremo un totale di 4.750<br />
- n.b. presupponendo che l'esecuzione delle 5 serie sia avvenuta nello stesso<br />
tempo, la metodica prevista da b) dà 750 chili in più quindi è più "ipetrofico" salvare<br />
le ripetizioni e sacrificare i chili; mentre a) è più "qualità forza" cioè salvare i chili e<br />
sacrificare le ripetizioni. \<br />
TIPI DI "CONTRAZIONI" PER LE VARIE COMPONENTI CELLULARI<br />
Ogni movimento impegna masse muscolari che però rispondono adattandosi in<br />
maniera diversa in base al tipo di contrazione effettuata. Analizziamole:<br />
l) CONTRAZIONE ISOMETRICA = eguale distanza ovvero non c'è movimento dei<br />
segmenti corporei perché la forza muscolare compensa la forza esterna da vincere.<br />
2 tipi di isometria:<br />
- a) concentrica: volontaria, con forte dispendio nervoso (tende ad accorciare il<br />
muscolo) (sport: judo, lotta, braccio di ferro, power lifting)<br />
- b) eccentrica: non volontaria, con minor dispendio nervoso (tende ad allungare il<br />
muscolo) n.b. interessante per gli sport in cui ci sono momenti tensivi "isometrici"<br />
(braccio di ferro, arrampicate, surf, artistica, ginnastica tipo croci agli anelli,<br />
equitazione soprattutto per gli arti inferiori) ricordando che il miglioramento avviene<br />
nel punto in cui si allena, detto angolo di contrazione.<br />
n.b. Necessità di allenamento in più angoli.<br />
2) CONTRAZIONE ANISOMETRICA = movimento dei segmenti corporei in cui c'è<br />
differenza di potenziale fra la forza muscolare e la forza esterna da vincere. 2 tipi di<br />
Isotonia:<br />
- a) concentrica: il muscolo contrae e si accorcia (interessante per flessori ed<br />
estensori)<br />
- b) eccentrica : il muscolo si stira e si allunga (più per i flessori)<br />
- n.b. per gli sport dinamici generalmente di più la fase concentrica<br />
3) CONTRAZIONE PLIOMETRICA = è una contrazione concentrica che segue una<br />
contrazione eccentrica (in cui c'è, soprattutto se l'eccentrica viene eseguita con una<br />
certa velocità, un caricamento d'energia che "esplode" nella fase contrattiva). Un<br />
esempio sono:<br />
- a) polpacci su un rialzo, scendere ad una discreta velocità e risalire<br />
immediatamente<br />
- b) saltare in basso da un rialzo e immediatamente risaltare su un rialzo un po' più<br />
alto<br />
30
n.b. interessante per gli sport esplosivi e comunque dove sono necessari atti in CP.<br />
4) CONTRAZIONE ISOCINETICA = movimento dei segmenti corporei sempre alla<br />
stessa velocità. Interessante per l'ipertrofia (sarcoplasma e capillari) ma non<br />
"personalizzabile" alle varie bio - psico - tipologie avendo stessa velocità esecutiva<br />
durante il per<strong>corso</strong>.<br />
n.b. pare interessante più per le discipline natatorie<br />
5) CONTRAZIONE AUXOTONICA = la contrazione aumenta con l'aumentare della<br />
tensione (è il caso degli elastici) così da tenere sempre una tensione massimale.<br />
- N.B. DA CONSIGLIARE AI GIOVANI E GIOVANISIMI (più agli anziani e comunque<br />
a tutti coloro che hanno problemi articolari).<br />
n.b. interessante per l'ipertrofia anche perché elimina i punti morti (esempio: bicipiti<br />
con bilanciere + 2 elastici fissi a terra e ai lati dei dischi, lunghezza dal suolo sino a<br />
bilanciere a 90 gradi. Da tale angolo la contrazione del bicipite perde forza ma,<br />
grazie agli elastici che iniziano a tendere, la contrazione dei bicipiti invece aumenta).<br />
Ottimo per gi sport nei quali l'allenamento con sovraccarichi potrebbe creare<br />
problemi osteofitici ai gomiti e alle ginocchia nonché per esercizi in cui il peso di un<br />
attrezzo, oltre alla pericolosità ricordata, chiamerebbe in gioco muscoli d’ausilio che<br />
si ipertrofizzerebbero esageratamente divenendo quindi più corti (vedi pugni della<br />
boxe = accorciamento del deltoide anteriore e dei calci laterali del karate =muscoli<br />
dell’anca – ileopsoas, tensore della fascia lata e grande gluteo).<br />
PROPORZIONI IN ALLENAMENTO DEI VARI GRUPPI MUSCOLARI<br />
Considerando i gruppi come entità energetiche proporzionali alla loro massa<br />
(sangue e materiali idrocarbonici in esso contenuti, riserve di glicogeno e loro<br />
deplezione e ricostituzione, ormoni che determinano una differente risposta<br />
metabolica in base agli organi coinvolti nell'esercitazione che sono proporzionali allo<br />
"stress organico" di piccole o grandi masse), il tutto ci porta a considerare il<br />
protocollo di lavoro direttamente proporzionale alla grandezza come ripetizioni e<br />
come serie ed indirettamente come sedute settimanali.<br />
Vediamo assieme alcuni esempi (serie e ripetizioni sono solo esemplificative): grandi<br />
gruppi (glutei, cosce): serie 6 - ripetizioni 12 - sedute settimanali 2; medi gruppi<br />
(pettorali, dorsali, bicipiti femorali): serie 5 - ripetizioni 10 - sedute 3; piccoli gruppi<br />
(avambracci, bicipiti brachiali, tricipiti, deltoidi, polpacci, addominali + lombari +<br />
obliqui considerati uno): serie 4 - ripetizioni 8 - sedute settimanali 4 – n.b. le<br />
ripetizioni vanno inoltre corrette in base ad alcuni principi: meno per flessori e<br />
adduttori; di più per estensori (tranne i tricipiti) e abduttori; meno con bilancieri; di più<br />
con manubri; di più per i muscoli rossi (generalmente antigravitari, abduttori ed<br />
estensori, tranne il tricipite evolutivamente divenuto a prevalenza bianco), meno per<br />
quelli bianchi (generalmente flessori e adduttori). (DOPPIO DI SERIE NEGLI<br />
ADULTI)<br />
N.B. sarebbe doveroso, a questo punto, introdurre anche il concetto di leva e braccio<br />
di leva, ovvero se questo sia vantaggioso o svantaggioso e conseguentemente<br />
determinare se i muscoli che stiamo allenando siano naturalmente portati a svolgere<br />
compiti con carichi o invece tener conto di quali principi adottare onde creare un<br />
adattamento progressivo e graduale al carico, anche per evitare rischi di<br />
31
infiammazioni localizzate in prossimità di inserzioni distali, vedi esempio classico<br />
della flessione del bilanciere per bicipiti (Umili: Gli attrezzi per il corpo) - Ricordare<br />
che ogni gruppo, se in equilibrio, va lavorato in tutte le sue sezioni (deltoidi:<br />
posteriori, laterali, anteriori; pettorali: superiori, medi, inferiori; bicipiti; capo interno e<br />
capo esterno; polpacci: soleo (molte più ripetizioni), gastrocnemio (meno ripetizioni);<br />
cosce con davvero molte possibilità.<br />
Nota: è bene ricordare che i muscoli si lavorano "lungo le fibre" e "contro le fibre":<br />
- pettorali: croci lavorano lungo le fibre; spinte tipo panca contro.<br />
- dorsali: tirate dall'alto tipo Lat machine è lungo; pulley e rematore sono contro.<br />
deltoidi: croci sono lungo; distensioni avanti verso l'alto sono contro.<br />
cosce: leg extension è lungo; squat è contro.<br />
n.b. almeno per i principianti è meno stressante la metodica, detta pre- congestione,<br />
ovvero prima lungo, poi contro le fibre che tra l'altro segue il principio, qui in<br />
analogia, che asserisce che un muscolo avrà il massimo della contrazione<br />
proporzionalmente al pre-stiramento (comunque essendo di beneficio alle<br />
articolazioni che vengono prima stirate, poi compresse), ricordando anche, ancora<br />
una volta, parlando di ripetizioni e quindi di carichi, che lungo le fibre ci si allena con<br />
maggiori ripetizioni e quindi carichi inferiori; contro le fibre con meno ripetizioni e con<br />
carichi conseguentemente maggiori = metodo piramidale.<br />
Ricordare inoltre che i flessori e adduttori vanno lavorati praticamente sempre in<br />
movimento completo (comunque se si accorcia è generalmente per lavorare in<br />
contrazione distale, ovvero in massima apertura); gli estensori e abduttori spesso<br />
accorciando nella parte in chiusura = prossimale, ovvero in massima contrazione.<br />
Vale la pena introdurre qui un capitolo, preso dall’ultima opera del prof. Andrea Umili<br />
“Gli attrezzi per il corpo” – Editori Calzetti e Mariucci che forse è il miglior testo oggi<br />
esistente nel campo del Fitness e del Body Building, ovvero della muscolazione in<br />
generale, riguardante la:<br />
32
Forma e funzione del muscolo<br />
I muscoli striati volontari, in base alla loro forma,<br />
si dividono in:<br />
Muscoli fusiformi<br />
a forma di fuso, grossi nella parte centrale e sottili<br />
alle estremità, hanno spesso due o tre sezioni o<br />
vasti. A questo tipo appartengono ad esempio i<br />
muscoli degli arti superiori e inferiori (Fig. 3.9).<br />
Muscoli laminari o piatti<br />
come quelli della fronte e il retto dell'addome (Fig.<br />
3.10).<br />
Muscoli a ventaglio<br />
come i temporali della mandibola e i muscoli<br />
pettorali (Fig. 3.11).<br />
Muscoli orbicolari<br />
come quelli che circondano gli occhi e le labbra<br />
(Fig. 3.12).<br />
Muscoli anulari<br />
servono a chiudere i condotti, e portano anche il<br />
nome di sfinteri.<br />
La prima legge di Borelli e Weber Fick afferma che<br />
«La lunghezza delle fibre è proporzionale al<br />
raccorciamento ottenuto dalla loro contrazione, e<br />
questo raccorciamento è circa uguale alla metà<br />
della lunghezza delle fibre». Ciò significa che se, ad<br />
esempio un muscolo ha fibre della lunghezza di 4<br />
cm. si potrà accorciare di 2 cm. Allo stesso modo,<br />
se un muscolo si può accorciare di 2 cm., significa<br />
che le sue fibre hanno una lunghezza di 4 cm.<br />
L'esperienza clinica ha potuto rilevare che, se un<br />
muscolo lavora abitualmente in maniera incompleta,<br />
si assiste ad una retrazione vera e propria<br />
della sua parte contrattile,<br />
33
34<br />
Fig. 3.13<br />
a vantaggio della parte tendinea. Come si<br />
deduce dalla legge di Borelli e Weber Fick,<br />
infatti, la riduzione dell'accorciamento delle fibre,<br />
comporta una riduzione della loro lunghezza.<br />
Sperimentalmente, l'esperienza è stata<br />
compiuta, originariamente su un tendine del<br />
calcagno di un coniglio: il tendine è stato<br />
sezionato ed inserito più internamente allo<br />
scopo di ridurre l'ampiezza di movimento del<br />
calcagno ad opera del gastrocnemio. Ebbene,<br />
dopo un certo periodo di tempo, si è assistito ad<br />
una retrazione della parte contrattile del<br />
gastrocnemio, a vantaggio dei suoi tendini di<br />
inserzione. Numerosi sono gli esempi nell'uomo,<br />
che confermano quanto esposto. Tipico è il cosiddetto<br />
dorso curvo di forza, presente in soggetti<br />
che abitualmente svolgono lavori o attività<br />
in atteggiamento curvo in avanti, con i muscoli<br />
del dorso in stiramento completo: essi modificano<br />
la loro struttura anatomica e funzionale, nel<br />
senso che la parte contrattile dei muscoli dorsali<br />
si riduce di lunghezza, e la loro capacità di contrazione<br />
si riduce proporzionalmente, impedendo<br />
la realizzazione di un raddrizzamento totale della<br />
colonna vertebrale. Un meccanismo simile entra<br />
in gioco in tutte le deformazioni.<br />
Vi sono 4 possibili movimenti che un muscolo<br />
può effettuare:<br />
• ad ampiezza completa, sia per ciò che con<br />
cerne lo stiramento che la contrazione;<br />
• con stiramento completo, ma contrazione<br />
incompleta;<br />
• con stiramento incompleto, ma contrazione<br />
completa;<br />
• ad ampiezza incompleta, sia per ciò che<br />
concerne lo stiramento che la contrazione.<br />
Esaminiamo uno ad uno questi casi.<br />
II primo caso (Fig. 3.13) presenta una situazione<br />
di ampiezza completa. Il muscolo parte<br />
da una condizione di stiramento completo, ossia<br />
le sue inserzioni tendinee sono poste alla massima distanza, e termina il<br />
movimento con una contrazione completa, ossia avvicinando al
massimo i capi di inserzione. Il muscolo, cioè,<br />
sfrutta tutta l'ampiezza di escursione. Come<br />
esempio, esaminiamo la flessione dell'avambraccio<br />
sul braccio ad opera del bicipite brachiale. Partendo<br />
da un atteggiamento di braccio esteso, semipronato,<br />
e retroposto, si allontanano i capi di inserzione,<br />
quelli prossimali, situati sulla scapola, e quello<br />
distale, situato sul radio: lo stiramento è completo.<br />
Se da questa posizione si arriva a flettere<br />
completamente l'avambraccio, supinandolo, e<br />
anteponendo il braccio, avremo svolto un<br />
movimento di ampiezza completa. In questo caso,<br />
un lavoro abituale di questo tipo, produrrà un<br />
allungamento del ventre muscolare, e un<br />
accorciamento dei tendini pari all'entità<br />
dell'allungamento della parte contrattile. La<br />
lunghezza del muscolo in toto, a riposo, non avrà<br />
subito cambiamenti. L'ampiezza dei movimento che<br />
potrà compiere il bicipite brachiale sarà massima,<br />
perchè vi è un aumento di lunghezza del ventre<br />
muscolare.<br />
Nel secondo caso (Fig. 3.14), invece, il movimento<br />
risulta di ampiezza incompleta a carico della<br />
contrazione, pur sussistendo uno stiramento<br />
completo: il bicipite brachiale, sempre continuando<br />
con l'esempio precedente, parte da un atteggiamento<br />
di massimo allontanamento dei suoi capi di<br />
inserzione, avambraccio semipronato, esteso e<br />
braccio retroposto, ma non termina completamente<br />
la contrazione, fermandosi, ad esempio, ad una<br />
flessione limitata dell'avambraccio. Un lavoro<br />
abituale di questo tipo, produrrà un accorciamento<br />
del ventre muscolare, e un allungamento dei tendini<br />
superiore all'entità dell'accorciamento della parte<br />
contrattile. La lunghezza del muscolo in toto, a<br />
riposo, avrà subito un aumento. Risulterà diminuita<br />
anche l'ampiezza del movimento che potrà compiere<br />
il bicipite, essendo diminuita la lunghezza del suo<br />
ventre muscolare.<br />
Nel terzo caso (Fig. 3.15), il movimento risulta<br />
di ampiezza incompleta a carico dello stiramento,<br />
pur effettuandosi una contrazione<br />
35
completa: l'avambraccio termina in completa flessione, su pinato, e col braccio anteposto, ma<br />
partendo da un incompleto allontanamento dei capi di inserzione del bicipite, ad esempio da<br />
un'incompleta estensione dell'arto. Un lavoro abituale di questo tipo, produrrà un accorciamento<br />
del ventre muscolare, e un mantenimento della<br />
lunghezza dei tendini.<br />
La lunghezza del muscolo in toto, a riposo, avrà<br />
subito una diminuzione. Risulterà diminuita anche<br />
l'ampiezza del movimento che potrà compiere il<br />
bicipite, essendo diminuita la lunghezza del suo<br />
ventre muscolare.<br />
36<br />
Nel quarto caso (Fig. 3.16), il movimento risulterà<br />
di ampiezza incompleta sia a carico della contrazione<br />
che dello stiramento: partirà da una posizione di<br />
non completa estensione dell'arto, e giungerà ad<br />
un'incompleta flessione dell'avambraccio.<br />
Con un abituale movimento di così limitata<br />
ampiezza, si accorceranno sia i tendini che il<br />
ventre muscolare, ed il muscolo in toto risulterà, a<br />
riposo, più corto.<br />
Dalle quattro condizioni sperimentali ora esposte,<br />
possiamo dedurre quale sia il lavoro specifico<br />
normale dei principali gruppi muscolari (Fig. 3.17). E<br />
chiaro, ad esempio, che i muscoli del treno portante<br />
e di quello prensile, che hanno una funzione<br />
dinamica e motoria, necessitano di movimenti di<br />
ampiezza completa(1° caso), rapidi e di grande<br />
ampiezza. Lo stesso dicasi del gran pettorale e dello<br />
psoas. Viceversa, i muscoli delle docce vertebrali<br />
dorsali dovranno lavorare in condizioni di stiramento<br />
incompleto e contrazione completa (3° caso), per<br />
attuare il raddrizzamento del dorso.<br />
I lombari, dovranno essere allungati per ridurre la<br />
lordosi, quindi necessitano di contrazioni<br />
incomplete e stiramenti completi (2° caso).<br />
I muscoli addominali, dato che hanno una funzione<br />
di mantenimento delle posture e di contenzione dei<br />
visceri, vanno fatti lavorare come i dorsali, con<br />
contrazioni di ampiezza incompleta e contrazione<br />
completa: un allungamento di essi sarebbe quanto<br />
mai controproducente. Tutti questi muscoli, con<br />
l'esclusione di quelli del treno portante e prensile, devono attuare contrazioni lente e intense,<br />
perchè si realizzi la loro funzione statica. Comunque, questi principi trovano la loro principale<br />
applicazione nel trattamento correttivo dei paramorfìsmi. Nelle scoliosi, i muscoli delle docce vertebrali<br />
e quelli finalizzato al raddrizzamento della colonna, dovrà essere attuato con l'ausilio dei<br />
movimenti descritti. Anche nel caso delle ginocchia valghe o vare, si assiste ad uno<br />
squilibrio morfologico e funzionale tra muscoli adduttori e abduttori, che potrà essere<br />
ripristinato eseguendo movimenti di ampiezza incompleta del 2° o 3° caso. Nell'effettuazione di<br />
sollevamenti con carichi significativi, tuttavia, spesso è opportuno non sottoporre i tendini ad<br />
uno stiramento eccessivo, limitando un po' l'escursione articolare alla partenza. Questo, per<br />
evitare che la componente statica delle forze in gioco sia tale da prevalere troppo sulla<br />
componente dinamica, e che, quindi, l'eccesso di sollecitazione che ne deriverebbe, comporti<br />
rischi di danni ai tessuti interessati. Ecco perchè sono da sconsigliare, per esempio, le distensioni<br />
su panca con il bilanciere angolato, che permette ai gomiti di scendere più in basso; o le<br />
esecuzioni delle flessioni degli avambracci con questi ultimi completamente estesi, ecc
Isolamento muscolare<br />
Durante l'effettuazione di un movimento, anche molto semplice, normalmente non interviene un solo<br />
muscolo, bensì molti muscoli. Per fare un esempio, nella flessione dell'avambraccio sul braccio, sono<br />
interessati ben sei muscoli diversi: il bicipite brachiale, il brachiale, il bra-chioradiale, il flessore radiale<br />
del carpo, il flessore superficiale delle dita e il pronatore rotondo.<br />
Ciascuno di essi svolge, chiaramente, anche altre funzioni, e tra le diverse azioni che essi svolgono, c'è anche<br />
quella di flettere l'avambraccio. Ora, in molti casi, è possibile, assumendo determinati atteggiamenti,<br />
neutralizzare alcuni muscoli, mettendoli in uno stato di detensione, in modo da limitare l'azione solo ad uno o a<br />
pochi muscoli sinergici. Il meccanismo è ben comprensibile immaginando di sostituire i muscoli con<br />
altrettante corde che realizzano una trazione su un corpo rigido. Se tutte le corde, all'inizio della trazione,<br />
sono in uno stato di tensione, partecipano all'effettuazione del movimento; ma se una di esse si trovasse<br />
in un stato di allentamento, ossia di detensione, non potrebbe realizzare la trazione, che sarebbe,<br />
pertanto, tutta a carico delle altre corde.<br />
Un esempio classico è rappresentato dal sollevamento sugli avampiedi, realizzato dai muscoli del<br />
polpaccio: il tricipite surale, composto dai due gemelli e dal soleo. Tutti e tre i capi del muscolo, distalmente,<br />
si inseriscono con un unico tendine (di Achille) alla base del calcagno. Ma le inserzioni prossimali<br />
sono diverse per ciascun capo: i due gemelli vanno ad inserirsi sui condili del femore, quindi superando<br />
l'articolazione del ginocchio, posteriormente; mentre il soleo termina sulla tibia.<br />
Stando in posizione eretta (Fig. 3.18), sia i due gemelli, sia il soleo, si trovano in uno stato di<br />
tensione, e quindi, tutti e tre i capi muscolari possono contribuire a sollevare il peso del corpo. Se,<br />
invece, ci si ponesse in posizione seduta (Fig. 3.19), con un carico sulle ginocchia, e ci si<br />
sollevasse sugli avam-piedi, interverrebbe, nell'azione, solo il soleo, che non modifica, dall'essere<br />
eretti o seduti, il suo stato di tensione. I due gemelli, per contro, si allenterebbero, avvicinando i loro<br />
capi di inserzione, e non potrebbero contribuire a sollevare il carico posto sulle ginocchia. Pur<br />
tuttavia, la validità di questo meccanismo di isolamento muscolare non è assoluta, come si potrebbe<br />
credere: i muscoli non sono corde inanimate, ma soggetti ad un controllo intelligente da parte del<br />
sistema nervoso. In condizioni normali, quando il carico da spostare è tale dapotere essere<br />
spostato, pur con maggiore difficoltà, da una sola parte dei muscoli, il meccanismo dell'isolamento<br />
funziona.<br />
Ma se il carico dovesse eccedere le capacità contrattili dei muscoli, l'organismo si vedrebbe costretto<br />
ad intervenire con tutte le risorse di cui dispone, pur di raggiungere l'obiettivo. In questo caso,<br />
impulsi motori raggiungerebbero le fibre dei muscoli allentati dalla particolare posizione assunta, in<br />
modo da metterli in un stato di tensione, e quindi di poter aiutare gli altri muscoli nello spostamento<br />
del carico. Altro esempio molto comune, è quello applicato per isolare i retti addominali durante<br />
l'esercizio del cosiddetto crunch: per evitare l'intervento dell'ileo-psoas, ci si pone supini ad anche<br />
flesse, in modo da avvicinarne i punti di inserzione, e, quindi, allentandolo. Il sollevamento del busto<br />
da terra, così facendo, è a carico dei soli retti. Pur tuttavia, qualora il peso del busto fosse<br />
eccessivo, ovvero i retti dominali fossero troppo deboli per realizzare da soli il progetto motorio,<br />
l'organismo si vedrebbe costretto a far intervenire anche l’ileo-psoas, inviando impulsi ad esso<br />
per metterlo in uno stato di tensione utile.<br />
37
NOTA di fisiologia e biochimica dei sessi.<br />
Conseguentemente al concetto, espresso ad inizio capitolo, è necessario fare un<br />
distinguo negli allenamenti fra uomini e donne che hanno infatti diverse entità<br />
energetiche a livello generale e soprattutto settoriale nonché ormonali:<br />
- nella parte superiore una donna diminuisce il numero delle serie (stress ormonale)<br />
e delle ripetizioni (deplezione glicogeno) e forse anche delle sedute settimanali (vedi<br />
tempi di resintesi glicogeno )<br />
- nella parte inferiore aumenta le ripetizioni (anche con opportuni lavori a corpo<br />
libero e/o con attrezzi cosiddetti cardio-polmonari) e se esegue in LA e/o in CP<br />
aumenta le pause di recupero così da non creare acidosi ed esegue pratiche per<br />
uno smaltimento più veloce delle tossine createsi (gambe in aria e massaggio a<br />
strofinamento verso le ginocchia dei polpacci per il recupero del sangue venoso,<br />
spugnature con acqua fredda, pediluvi con un piede in acqua fredda ed uno in acqua<br />
calda, massaggi tradizionali tipo linfodrenaggio, ecc.); aumenta invece le sedute<br />
settimanali (avendo più riserve lipidiche) diminuendo conseguentemente le serie<br />
(causa di stress ormonale).<br />
n.b. Ovviamente tali differenze sono praticamente nulle nella prima infanzia (sino ai<br />
2 anni), nella seconda infanzia (dai 2 ai 6 anni), nella terza infanzia (dai 6 agli 11<br />
anni), iniziano ad essere prese in considerazione nella pubertà (dagli 11 ai 15 anni)<br />
per quella che gli specialisti definiscono una vera “bufera endocrina” che cambia le<br />
forme fisiche e le vedute psichiche, divenendo sempre più importanti dalla pubertà<br />
fino al termine dell’adolescenza (circa 21 anni). N.B. Obbligatorio nell’età adulta!<br />
FISIOLOGIA ESERCIZIO FISICO IN ETA’ EVOLUTIVA<br />
La Fisiologia ci ha insegnato che non può esserci né sviluppo né aumento di<br />
capacità funzionale in organi non usati ma l’esperienza ci dimostra che i bambini si<br />
sviluppano armonicamente con la sola quotidiana attività ludica. La moderna società<br />
però sta violentando tale concetto e quindi si rende necessario qualche intervento<br />
riparatore, si badi, senza esagerare con stimoli anomali che porterebbero<br />
inevitabilmente a problemi o patologie.<br />
L’attività fisico-sportiva, scrive il dottor Antonio Dal Monte, “nell’età evolutiva è come<br />
l’uso di integratori vitaminici per correggere errori nutrizionali, essa infatti serve a<br />
armonizzare eventuali carenze o disarmonie. Quindi va introdotto il concetto di<br />
quantità e di qualità per considerare quanto sia corretto il minimo e il massimo per<br />
ogni età, come nelle vitamine si indica la dose efficace e quella tossica”.<br />
Dobbiamo conseguentemente conoscere i parametri fisiologici che si sviluppano nel<br />
<strong>corso</strong> dell’accrescimento.<br />
FORZA<br />
Si distinguono diversi tipi di forza (che siamo portati a classificare e limitare fra le<br />
Qualità Condizionali dimenticando che lo stesso gesto tecnico abbisogna magari<br />
anche della Qualità Coordinative, Qualità che devono essere allenate prima, nella<br />
terza infanzia, età nella quale c’è lo sviluppo più intenso della coordinazione neuromuscolare<br />
in concomitanza con la maturazione del sistema nervoso – 7-10 anni –<br />
mentre tra i 10 – 13 anni si ottengono i migliori risultati per quanto attiene<br />
all’apprendimento motorio):<br />
38
TIPI DI FORZA: Forza Resistente; Forza Massimale; Forza Esplosiva più la Forza<br />
Relativa e la Forza Speciale sono tutte qualità da inserire fra i meccanismi<br />
anaerobici alattacidi e/o lattacidi a cui potremmo aggiungere la Resistenza Aerobica.<br />
Gli studi più accreditati sono concordi nell’asserire che la FORZA ha uno sviluppo<br />
costante durante l’accrescimento e che:<br />
nei maschi raggiunge il picco massimo tra i 20 – 25 anni<br />
(rimane costante sino ai 45 anni e quindi inizia a decrescere)<br />
nelle femmine fra i 15 – 16 anni (pare fino ai 25 anni)<br />
in entrambi vi è una accentuazione verso i 12 anni, età dopo la quale sono i maschi<br />
a registrare un incremento più marcato (il fenomeno biologico è correlato ad una<br />
maggior produzione di ormoni sessuali ad alto potere anabolizzante).<br />
n.b. le prove dinamometriche hanno mostrato valori maggiori nelle femmine ad 11<br />
anni, inferiori già dai 13. Comunque, anche se con differenze minori, anche nella<br />
Forza Relativa le differenze sono a favore dei maschi (anche se alcuni autori le<br />
indicano al solo 7%).<br />
SALVAGUARDIA DELLA SALUTE<br />
Una preparazione specifica per la forza non deve iniziare prima della Pubertà, quindi<br />
12-13 anni le femmine, 13-14 i maschi e deve essere preceduta da lavori di<br />
resistenza aerobica ed anaerobica.<br />
QUALITA’ CONDIZIONALI ED ETA’ D’ALLENAMENTO<br />
Elenchiamo le predette Qualità in base all’età nella quale sarebbe consigliabile<br />
allenare (notare che la progressione è in analogia a quanto diremo circa i Macro,<br />
Meso, Microcicli e singola U.A.).<br />
RESISTENZA AEROBICA<br />
Capacità di svolgere un lavoro moderato il più a lungo possibile (comunque sopra i<br />
20 minuti):<br />
La R.A. relativa ha il massimo incremento già tra i 7 e i 10 anni nelle femmine, fra gli<br />
8 e i 12 nei maschi<br />
La R.A. assoluta ha un costante incremento sino ai 20 anni e quindi va comunque<br />
allenata alternandola ai lavori anaerobici.<br />
FORZA RESISTENTE (Fitness e Body Building)<br />
Capacità di svolgere e ripetere un lavoro con carichi bassi (40%) o medi (60%) per<br />
un tempo abbastanza lungo (dai 20 ai 50 secondi) con pause di recupero sotto il<br />
minuto se si intende migliorare la Resistenza Lattacida, con un numero di ripetizioni<br />
non determinabile prima, comunque al massimo.<br />
FORZA MASSIMALE (se eseguita in modo veloce dicesi ESPLOSIVA)<br />
E’ la forza più elevata che il sistema neuromuscolare è in grado di esprimere con<br />
una contrazione volontaria (Harre).<br />
Prevale la componente carico a scapito della velocità.<br />
Incrementata con carichi massimi (80 – 100 %)<br />
Si può iniziare, con metodi progressivi già a 13 – 14 anni (meglio lavorare per un<br />
periodo con Tecniche a carico naturale così abituando tendini e articolazioni magari<br />
con opportuni esercizi pliometrici, quindi con macchine guidate (bilancieri se la<br />
finalità e dichiaratamente specialistica di una disciplina) e/o manubri. Correzioni in<br />
base all’età e alla tipologia.<br />
FORZA VELOCE (o RAPIDA)<br />
(Con alcune precisazioni inerenti le capacità coordinative si potrebbe parlare anche<br />
di allenamenti alla VELOCITA’)<br />
39
E’ la capacità del sistema neuromuscolare di superare delle resistenze con elevata<br />
capacità di contrazione (Harre).<br />
Prevale la componente velocità man mano che si diminuisce il carico (dal 60 % al<br />
40% in diminuzione del carico, piramide inversa, con buone pause di recupero per<br />
non creare acidosi).<br />
Si può iniziare ad allenarla già dai 12 anni (carichi modesti).<br />
n.b. secondo la nostra esperienza è una qualità da allenare alternata ad allenamenti<br />
lattacidi (Body Building) che, per l’elevata acidità e la continua ripetitività del gesto a<br />
velocità costante e spesso bassa (quindi con adattamenti neuromuscolari), possono<br />
diminuire la velocità contrattiva a scapito del gesto atletico.<br />
FORZA RELATIVA (sottraendo il peso corporeo)<br />
FORZA SPECIALE (relativa alla propria disciplina quindi al gesto)<br />
DALLA TEORIA ALLA PRATICA<br />
Un approccio scientifico, ovvero intelligente e razionale, è quello di richiedere una<br />
visita completa onde poter escludere patologie invalidanti e, se necessario,<br />
intervenire per correggere prima, così da "formare" e non" deformare".<br />
Un approccio che, se consigliabile a tutte le età, diventa una “conditio sine qua non”<br />
per giovani in via di <strong>formazione</strong>.<br />
Un completo ed approfondito esame preventivo è certamente il "Test Posturale" che<br />
evidenzia asimmetrie e conseguentemente i recettori compromessi (ricordiamoci che<br />
i recettori sono dei veri e propri sensori che controllano le informazioni esterne<br />
inviate al cervello). Così si scoprono problemi lontani dalla sede d'origine, come può<br />
essere una asimmetria oculomotoria che può portare ad asimmetrie delle spalle, a<br />
problemi masticatori che si riflettono negativamente nella colonna vertebrale sino<br />
agli arti inferiori (basti pensare che potrebbero esserci, per colpa di un blocco<br />
cervicale, problemi circolatori ai piedi essendo essi delle vere pompe che aiutano il<br />
ritorno del sangue venoso dalla periferia alla parte superiore e conseguentemente<br />
diagnosticare degli inestetismi quali la cellulite a causa di tale ridotta funzionalità), e<br />
via così.<br />
Ecco quindi consigliata una visita completa da: Oculista, dentista, podologo,<br />
eventualmente chiropratico. Non dimenticando uno specialista omotossicologico<br />
(ricerca di intolleranze alimentari).<br />
PROGRAMMA DI LAVORO PER UN LUNGO PERIODO:<br />
Come impostare un programma che abbia presupposti scientifici ma che possa<br />
essere, almeno a grandi linee, "adattato" alla stragrande maggioranza dei praticanti<br />
ed "adottato" dalla stragrande maggioranza? n.b.<br />
Quì pensando soprattutto ai giovani.<br />
Differenziando innanzitutto i cicli in modo che:<br />
l. Macrociclo (teorizziamo 9 mesi all'anno ma potrebbe essere di meno o di più)<br />
diviso in 3 Mesocicli (quindi un terzo del macrociclo = 3 mesi su 9) divisi in 3<br />
microcicli (in questo caso 1 mese corretto in 3 settimane più la quarta di passaggio<br />
(meglio se a prevalenza aerobica) ovvero di cambiamento graduale dalla vecchia<br />
scheda di lavoro alla nuova.<br />
N.B. mai cambiare repentinamente.<br />
Nota: il 1. Macrociclo sarà dedicato alla ricerca delle "Qualità fisiche" (quindi non<br />
finalizzando alla difficile ricerca delle qualità morfologiche: ipertrofia, definizione<br />
40
muscolare, vascolarizzazione, equilibrio e proporzioni e quant'altro necessiti per il<br />
miglioramento "estetico" culturistico), ma allenando con metodi e tecniche legate più<br />
a: quantità (numero serie, numero ripetizioni, velocità esecutiva,ecc.) per migliorare<br />
successivamente:<br />
1) S.A.G. = Fitness organica nella successione fisiologica ed adattamento cellulare<br />
seguente:<br />
a) Resistenza muscolare = miglioramento prevalente della capillarizzazione con<br />
esercizi localizzati eseguiti lentamente - pause di recupero ridotte, poche serie,<br />
molte ripetizioni.<br />
Protocollo di lavoro: uso delle macchine, cavi, elastici (sicurezza esecutiva,<br />
possibilità di veloce interscambio fra i tanti frequentatori, aumento della<br />
propriocettività, congestione locale).<br />
b) Resistenza organica = migliora prevalentemente il mitocondrio con esercizi che,<br />
progressivamente, impegnano l'apparato cardiaco - respiratorio con tempi diversi in<br />
base alle finalità:<br />
- b1) più di 20 minuti continui all'inizio e/o alla fine della sessione (lavoro in steady<br />
state = resistenza organica, ipertrofia ventricolo)<br />
- b2) per 10 minuti, sempre ad intensità aerobica, ogni volta fra i diversi settori<br />
corporei (riposo attivo e migliorato recupero dell' acido lattico, velocizzazione della<br />
neoglicogenesi = sistema di passaggio con relativi miglioramenti tipici del primo<br />
sistema appena ricordato e del terzo che ora ricorderemo);<br />
- b3) per 1 – 2 minuti fra ogni serie muscolare come riposo attivo (lavoro<br />
paragonabile all'intervall-training = miglioramento della capacità contrattiva cardiaca<br />
con adattamento a livello parietale) .<br />
N.B. Queste tecniche possono essere adottate successivamente, magari per 2-3<br />
settimane ognuna, con la stessa scheda di lavoro muscolare (un esercizio con<br />
macchina o manubri e al cambio di scheda aumentare le serie e diminuire le<br />
ripetizioni di ogni gruppo, sempre più esercizi cardio), così ottenendo<br />
contemporaneo miglioramento muscolare e cardiaco.<br />
N.B. INSERIAMO QUI’ UN LAVORO MOLTO INTERESSANTE: LO SQUAT<br />
RESPIRATORIO ALTERNATO ALLE ROTAZIONI 2 MANUBRI<br />
(TRIPLA RESPIRAZIONE NEGLI SQUATS – 10 12 RIPETIZIONI ALTERNATE A<br />
SERIE DA 12 – 15 RIPETIZIONI PER GABBIA).<br />
APRIRE E’ RADDRIZZARE – RADDRIZZARE E‘ APRIRE!<br />
Protocollo di lavoro: uso delle macchine e/o dei manubri per i settori muscolari da<br />
allenare (importanza dell'allenamento con manubri anche per il miglioramento delle<br />
capacità coordinative); uso dei "cosiddetti" esercizi aerobici con "cosiddetti" attrezzi<br />
aerobici (ricordare però i parametri di tempo che fanno sì, questo davvero, che un<br />
allenamento sia aerobico o lattacido o creatin-fosfatico).<br />
c) Resistenza muscolare e organica alternate ovvero miglioramento contemporaneo<br />
della capillarizzazione e dell' attività mitocondriale (ad esempio allenare con la<br />
metodica del punto a) il lunedì; con quella del punto b) il mercoledì; quindi<br />
nuovamente con a) il venerdì e con b) il lunedì successivo. E così via. Va da sé che<br />
con a) si può fare un po' di lavoro muscolare in più, con b) meno lavoro muscolare e<br />
più esercizio aerobico. Si ottiene così, oltre ad ,un adattamento cardiaco, una<br />
velocizzazione del meccanismo di recupero dell'acido lattico.<br />
n.b. Non essendo le qualità fisiche trasferibili e gli adattamenti essendo temporanei,<br />
è necessario e più razionale periodicamente "ripassare", ovvero riallenare qualità e<br />
41
quindi ricreare adattamenti: neuro-chimici (C P), morfo-fisiologici (LA), organici (02).<br />
2) S.A.M. = Fitness fisica nella successione fisiologica ed adattamento cellulare<br />
seguente:<br />
d) Forza resistente = miglioramento sarcoplasmatico con esercizi settoriali localizzati<br />
ripetuti.<br />
in più serie con numero di ripetizioni varianti fra le 20 e le 15 (che nel secondo<br />
Macrociclo caleranno fino a metà delle iniziali) in relazione all'età del soggetto (più<br />
ripetizioni se giovane o anziano), all'attrezzo usato (più ripetizioni se macchine e<br />
manubri, meno se bilanciere), il settore interessato (più ripetizioni se muscoli<br />
monoarticolari, meno se pluriarticolari), al tipo di fibre (generalmente più per gli<br />
estensori e abduttori -tranne i tricipiti, meno per i flessori e gli adduttori).<br />
e) Velocità esecutiva = possibile aumento di alcuni elementi costitutivi delle cellule<br />
muscolari (miofibrille) ma sicuro miglioramento delle capacità coordinative e della<br />
rapidità della contrazione muscolare e conseguentemente della forza veloce (quindi<br />
conseguente miglioramento miofibrillare).<br />
N.B. La pratica con attrezzi rende abbastanza difficile e rischioso tale allenamento<br />
soprattutto quando non si hanno già buone capacità di controllo muscolare, cioé<br />
all'inizio. Essendo però interessante dedicare un po' di tempo alla ricerca di tale<br />
qualità fisica, che è utile per chi praticherà altre discipline sportive ma anche per il<br />
cultore dell'ipertrofia perchè realizzerà un maggior tonellaggio nello stesso tempo<br />
quindi aumentando l'intensità, si è cercata, e si consiglia, qualche alternativa come<br />
la pliometria, il metodo del contrasto e lo stretching.<br />
f) Forza resistente e velocità esecutiva alternate (un allenamento dedicato alla prima<br />
qualità, un allenamento alla seconda, quindi il terzo allenamento di nuovo alla prima<br />
e così via oppure una serie per metodo alternando ogni serie; oppure 2 settimane<br />
con un sistema e due con l'altro, creando conseguentemente continui stimoli<br />
allenanti ed evitando la noia).<br />
3) S.A.S. = Fitness atletica ovvero "il momento della verità". Necessario ora<br />
personalizzzare le schede d'allenamento in base ai desiderata di ognuno.<br />
Da questo momento inizia effettivamente la carriera del cultore, ma con una<br />
preparazione che eviterà molti di quegli incidenti tipici della pratica "sine cultura" o di<br />
quei traumi che caratterizzano l'uso dei carichi, sicuramente con maggiori risultati<br />
data la complementarietà e la fisiologica solidarietà dei vari componenti cellulari. La<br />
preparazione gli permetterà sedute altrimenti proibite e che magari avrebbe<br />
affrontato con pericolosi ausili.<br />
Ora davvero dovremo porgli la domanda:"Ma Tu, cosa ti prefiggi?” E naturalmente<br />
impostare il lavoro tecnico in base alla risposta.<br />
42
Facciamo delle ipotesi!<br />
1) Ipotesi 1 - preatletismo per uno sport.<br />
In tal caso è necessario affrontare il problema dividendolo in tre:<br />
a) Allenamenti fisici in base alla via metabolico-energetica tipica dello sport<br />
praticato (Es. calcio - ruolo mediano o libero; sistemi energetici prevalenti:<br />
Creatin fosfato lattacido (60%), lattacido - aerobico (20%), aerobico (20%), con<br />
movimenti di base sinergici.<br />
b) Allenamenti successivi per il "gesto atletico" con una scelta dell'attrezzo<br />
che possa "imitare" il più possibile la traiettoria del gesto da migliorare (per un<br />
calciatore quindi, in questa fase b, più indicato il leg extensions che lo squat;<br />
per un karateka i cavi piuttosto che la panca).<br />
c) Allenamenti di "mantenimento" metabolico e gestuale, ovvero poco ma<br />
intenso anche perchè è il periodo in cui si riprendono gli allenamenti della<br />
disciplina praticata, con enorme impegno neuro-muscolare. Buono lo squat<br />
con leggero saltello verso l'alto, questo per la parte inferiore (o esercizi<br />
pliometrici) ; la panca con leggero rimbalzo sul petto o le spinte verso l'alto,<br />
per la parte superiore. Ottimo lo strappo con bilanciere che assomma in sé<br />
tutte le qualità di forza + velocità (= potenza) e destrezza per mantenere, se<br />
non migliorare, la porzione miofibrillare e quindi la capacità contrattile e la<br />
qualità neuro-muscolare (vedi punto e) della S.A.M.).<br />
N.B. SE IL LAVORO COI CARICHI HA, GIA’ DALL’INIZIO, FINALITA’<br />
DICHIARATE DI PREATLETISMO O ADDIRITTURA DI PESISTICA, E’ OVVIO<br />
CHE ALCUNI PARAMETRI DI LAVORO VANNO INVERTITI. AD ESEMPIO SONO<br />
INDISPENSABILI DA SUBITO ALLENAMENTI CON GLI ESERCIZI PREVISTI IN<br />
GARA ONDE IMPARARE IMMEDIATAMENTE GLI SCHEMI MOTORI DELLA<br />
DISCIPLINA SUI QUALI INNESTARE ESERCIZI COMPLEMETARI DI AIUTO.<br />
2) Ipotesi 2 - fitness, culturismo, body building.<br />
Sono in fondo i lati di un prisma che contiene in sé la stessa finalità = il<br />
miglioramento estetico-fisiologico del corpo differenziandosi in parametri quantitativi<br />
più che qualitativi.<br />
Un pioniere di questa disciplina ebbe a dire che il fitness è la parte igienica, il<br />
culturismo quella amatoriale, il body building quella agonistica.<br />
Tutte e tre le pratiche necessitano però (chiaramente con differenti quantità di lavoro<br />
di diversa intensità - diversa alimentazione ed integrazione - anche diverse<br />
metodologie = attrezzature, vie metaboliche, ecc.) di un programma di lavoro che<br />
prevede cambi, picchi di intensità variabile, sinergia "empatica" alternata per le<br />
diverse componenti cellulari.<br />
Quindi, lasciando libero il cultore di scegliere numero di: ripetizioni - serie -<br />
allenamenti settimanali e quant'altro (infatti tutto ciò che diremo ha valore puramente<br />
esplicativo e non prescrittivo), riaffermiamo il principio del Macrociclo -Mesociclo-<br />
Microciclo.<br />
43
MACROCICLO – 1. MESOCICLO- 1. 2. 3. MICROCICLO<br />
1. MICROCICLO della Sindrome Adattamento Generale<br />
(Ricordiamo che è di 3-4 settimane + 1 di cambio progressivo)= Capillarizzazione<br />
settore-.Allenamento: macchine-elastici-manubri.<br />
Serie 2-3 per gruppo muscolare - Numero ripetizioni fra le 15 e 20 (Es: 20 la parte<br />
inferiore, 18 la parte superiore, 15 gli arti superiori, quanto possibile la parte<br />
mediana). Esecuzione lenta, controllata (soprattutto nella fase decontrattiva),<br />
curando e forzando la respirazione sia nella fase attiva che passiva, poca pausa di<br />
recupero fra le serie, più fra i gruppi.<br />
2° MICROCICLO della S.A.G. (sempre di 3-4 settimane + 1).<br />
Capillarizzazione settoriale e mitocondri.<br />
Allenamento con macchine o manubri alternato a cardio-fitness. Serie 3-4 per<br />
gruppo muscolare - Numero ripetizioni fra le 15 e le 12 (sempre con il protocollo<br />
mirato di cui sopra). Chiaramente cercare di "caricare" un pò così anche creando<br />
fiducia nel cultore. Esecuzione un pò più "allegra" - All'inizio e/o alla fine (meglio tutti<br />
e due) esercizi "cardiaci" (cidette, tappeto, cubo, steep, corsa sul posto, salto della<br />
corda, altro) per almeno 20 minuti ciascuno.<br />
3° MICROCICLO della S.A.G. (sempre 3-4 settimane; m agari 2 settimane<br />
alternando durante l'allenamento un intero gruppo muscolare e un esercizio cardiaco<br />
per 10 minuti + 2 settimane mettendo un esercizio cardiaco da 1 minuto fra ogni<br />
serie muscolare) - Sarcoplasma e capillarizzazione.<br />
Allenamento con macchine + manubri (alternando arto dx ad arto sin.<br />
nell'esecuzione meccanica) per lo stesso gruppo muscolare (si aumenta l'intensità<br />
contrattiva senza aumentare troppo le serie). Serie quindi di 2 + 2 - Numero di<br />
ripetizioni fra 15 e 12 (15 le macchine, 12 i manubri con un paio in più per la parte<br />
inferiore ed in meno per la parte superiore e gli arti).<br />
1° MACROCICLO - 2° MESOCICLO - 4° - 5° - 6° MICROCI CLO Sindrome<br />
Adattamento Morfologico<br />
4° MICROCICLO della S.A.M. (3-4 settimane + allenam ento cardio: inizio e fine) -<br />
Allenamento sarcoplasmatico.<br />
Allenamento con manubri contemporaneamente con i due arti.<br />
n.b. si -prepara così la capacità contrattiva sinergica del bilanciere.<br />
4 Serie per un numero calante di ripetizioni (esempio 12 per estensori e abduttori, 10<br />
flessori e adduttori)<br />
5. MICROCICLO della S.A.M.: Allenamento sarcoplasmatico – connettivale + ricerca<br />
capacità coordinative + cardio ad inizio e fine allenamento.<br />
Allenamento con manubri (usare esercizi a cambio direzionale tipo combinato).<br />
Allenamento con bilanciere lento sopratutto nella contrazione eccentrica - n.b.<br />
manubri: 2 serie da 12 ripetizioni (estensori ed abduttori) - 10 ripetizioni (flessori e<br />
adduttori).<br />
bilancieri: 3 serie da 10 ripetizioni (estensori) – 3 X 8 rip. (flessori)<br />
6.Microciclo: Allenamento miofibrillare-sarcoplasmatico(cardio ad inizio e fine).<br />
Allenamento macchine (riscaldamento e capillarizzazione) 2 X 15.<br />
Allenamento con bilanciere (esecuzione aggressiva nella contrazione concentrica): 3<br />
- 4 serie x 8 (estensori) – x 6 (flessori)<br />
44
N.b. dal Mesociclo successivo o dal 2. Macrociclo bisognerebbe<br />
a) impostare programmi d’allenamento secondo il concetto psico-bio-tipologico: vedi<br />
punto "Cenni di Bio - psico - tipologie"<br />
b) differenziare in base alle percentuali di fibre lente (ST) e veloci ad alto potenziale<br />
metabolico ossidativi - glicolitico (FTa) o prevalentemente glicolitico (FTb) presenti<br />
nei muscoli scheletrici dell'essere umano<br />
c) inoltre cominciare ad eseguire seguendo il personale ritmo respiratorio proprio di<br />
ciascun soggetto, talvolta forzando l'inspirazione o la espirazione in base al risultato<br />
che si vuol ottenere. Normalmente l'atto respiratorio è più lento in fase decontrattiva<br />
(circa 4 secondi); più veloce in fase contrattiva (2).<br />
1. MACROCICLO – 3. MESOCICLO – 7. – 8. – 9. MICROCICLO<br />
Sindrome Adattamento Specialistico<br />
N.B. A questo punto dobbiamo chiedere, al cultore, quali siano le finalità che lo<br />
hanno portato in palestra dovendo differenziare ora, e solo ora, metodi, tecniche,<br />
quantità, intensità e tante altre variabili che danno risultati fisiologici o morfologici<br />
differenti.<br />
Preatletismo o muscolazione per fitness o body building? La prima ipotesi l'abbiamo<br />
già, sia pur sommariamente, illustrata. Prendiamo quindi in considerazione la<br />
seconda: l' IPERTROFIA.<br />
7° MICROCICLO: Mitocondri (con allenamenti cardio) - Sarcoplasma - Capillari :<br />
allenamenti con attrezzi vari.<br />
Uso dei manubri. Prendiamo come esempio un esercizio ed un gruppo muscolare:<br />
- croci su panca per pettorali - 5 serie da: 8 – scaricare = 9 – scaricare ed eseguire<br />
1O ripetizioni - scaricare e fare 11 ripetizioni - scaricare con 12.<br />
8° MICROCICLO: Mitocondri (con allenamento cardio) - Sarcoplasma - Miofibrille -<br />
Tessuto connnettivo: con attrezzi vari.<br />
Uso del bilanciere. Ad esempio lo stesso gruppo muscolare:<br />
- spinte su panca - 5 serie da: 10 ripetizioni - caricare ed eseguire 9 - caricare con 8<br />
- caricare e fare 7 ripetizioni – caricare per le ultime 6 ripetizioni.<br />
9° MICROCICLO: Mitocondri (allenamento cardio) - Al lenamento Sarcoplasma e<br />
miofibrille, capillarizzando.<br />
Uso dei manubri o del bilanciere. Sempre lo stesso gruppo muscolare come<br />
esempio.<br />
Panca (n.b. 2 ripetizioni in più di quelle indicate se si usano i manubri - 2 in meno<br />
con bilanciere) 1. serie da 10 rip - caricare: 1 serie da 9 rip. - caricare: 1 serie da 8 –<br />
scaricare e fare 9 rip - scaricare e fare serie da 10 ripetizioni.<br />
n.b. si può fare: 3 settimane con manubri + 3 con bilanciere.<br />
N.B. Notate che, progressivamente, dal primo Microciclo, sono aumentate le serie e<br />
diminuite parallelamente le ripetizioni. Questo per rispetto alla biochimica della<br />
contrazione muscolare che dimostra che il metabolismo cellulare cambia in base al<br />
tempo di lavoro, contrattivo e decontrattivo, e che stimoli minori vanno mantenuti più<br />
a lungo ma ripetuti meno, stimoli maggiori vanno mantenuti meno a lungo ma ripetuti<br />
più volte. Così: 2 x 15 = 30; 3 x 10 = 30; 4 x 8 = 32; 5 x 6 = 30; 6 x 5 = 30 in modo da<br />
avere un tonnellaggio più equilibrato.<br />
45
2° MACROCICLO e SUCCESSIVI TEORIZZATI IN ANALOGIA A LLA<br />
"TEORIA CELLULARE"<br />
Se il cultore continua ad allenarsi, è necessario creare un minimo di<br />
"Programmazione" conseguente che deve essere però corretta in base ai suoi<br />
desideri ma anche in base alla sua ormai acquisita "sensibilità" (è una specie di<br />
sesto senso che fa affermare, alla fine dell'allenamento, al cultore se ci si è allenati<br />
sufficientemente e quali parti lo siano e quali no).<br />
In linea teorica crediamo di poter consigliare un macrociclo che sia conseguente alla<br />
"Teoria dell'adattamento cellulare" che tende a dimostrare che una porzione<br />
cellulare subisce un adattamento conseguente ad un certo allenamento e come sia<br />
necessario allenare periodicamente tutte le porzioni cellulari altrimenti subendo una<br />
diminuzione di un componente. In linea puramente teorica potremmo affermare che<br />
il tempo da dedicare sia proporzionale alla quantità dei componenti ma sappiamo<br />
che ci sono altre variabili da considerare che ci fanno fare calcoli diversi:<br />
- la diversa capacità di adattamento di ogni singolo praticante le precedenti<br />
esperienze fisiologico-sportive che rendono diverse le attitudini e i differenti desideri<br />
fisologici, morfologici, funzionali, estetici l'età, il sesso, la razza, l'impegno lavorativo,<br />
l'alimentazione, la PSICO-MORFOLOGIA che differenzia i soggetti in modo<br />
determinante. Da considerare anche che, ampiamente dimostrato dalla pratica, ogni<br />
via energetica va allenata in modo:<br />
- proporzionale come microcicli e nell'unità d'allenamento.<br />
Memo: CP = altissima intensità e scarse riserve.<br />
LA = media – alta intensità e riserve mediamente alte.<br />
O2 = bassissima intensità e riserve eccezionalmente alte.<br />
Esempio pratico in un Macrociclo di 36 mesi = 9 mesi:<br />
- CP : 3 settimane = 3 microcicli ripetuti 3 volte = 9 microcicli<br />
- LA : 3 settimane = 3 microcicli ripetuti 6 volte = 18 microcicli<br />
- O2 : 3 settimane = 3 microcicli ripetuti 3 volte = 9 microcicli<br />
n.b. pur essendo di alto valore l’allenamento Aerobico riteniamo di poter dedicare<br />
qualche Microciclo in meno, in modo esclusivo, perché consigliamo di praticare<br />
sempre allenamenti in O2 durante tutte le sedute e, inoltre, abbiamo già consigliato<br />
di lavorare in O2 percentualmente di più nei cambi di tabella (la quarta quindi fra<br />
ogni microciclo).<br />
In una seduta di 60 – 90 minuti, direttamente proporzionale:<br />
- mitocondri (allenamento cardio per 20 minuti);<br />
- capillari (riscaldamento con 2 serie da 15-20 ripetizioni per ogni gruppo muscolare);<br />
- sarcoplasma (4 - 6 serie per gruppo da 12-15 ripetizioni)<br />
- tessuto connettivo (1 serie di Isometria o eccentrica) miofibrille (allenamento con<br />
attrezzi di 10-15 serie per gruppo da 4-6 rip. forzando e cercando di aumentare la<br />
velocità esecutiva); altre sostanze (possibile esecuzione terminale, velocizzando, di<br />
esercizi liberi tipo piegamenti sulle braccia, alzate laterali braccia senza peso ma<br />
velocissime, ecc. ovvero di movimenti, che una volta chiamavamo di "pompaggio",<br />
atti a ricapillarizzare per velocizzare la resintesi dell'acido lattico e quindi l'inizio della<br />
ricostruzione proteica del tessuto muscolare.<br />
n.b. è evidente che un maggior allenamento di un componente significa un minor<br />
allenamento di un altro: è il Cultore che deve scegliere in base alle finalità<br />
46
desiderate.<br />
Nei Macrocicli successivi al primo di base, potremmo teorizzare la seguente<br />
proporzione (che va personalizzata però in base alle singole necessità):<br />
- mitocondri (un microciclo da 2 - 3 settimane)-<br />
- capillari (un microciclo da 2 - 3 settimane)<br />
- sarcoplasma (un microciclo da 3 - 4 settimane)<br />
- connettivo (un microciclo da 1-2 settimane)<br />
- miofibrille (un microciclo da 3 - 4 settimane)<br />
- altre sostanze(da aggiungere al termine di un gruppo, soprattutto se connettivale).<br />
Potremmo teorizzare un MACROCICLO con il seguente schema:<br />
1. scheda mitocondriale tipo cardio-fitness 2. scheda capillare (un esercizio<br />
monoarticolare, ripetizioni alte 15-20, esecuzione alternata serie veloce e serie molto<br />
lenta, magari scaricare il peso dell' attrezzo per tenere le ripetizioni stabilite, fare<br />
molte serie) 3. scheda sarcoplasmatica (esercizi misti manubri, macchine, bilancieri<br />
preferenziando il piramidale in scarica mento peso ed aumento ripetizioni) 4. scheda<br />
connettivo (isometria, eccentrica - meglio assieme alla sarcoplasmatica) 5. scheda<br />
miofibrillare (concentrica + esercizi veloci + ripet.singole esplosive) alternando però,<br />
come nell'Unità d'allenamento, ad esempio 1 - 3 - 4 - 2 - 5 e si ricomincia (questo<br />
perché l'aumento di un componente cellulare serve al miglioramento successivo di<br />
un altro (vedi scheda mitocondriale prima dell'allenamento sarcoplasmatico = 1 + 3)<br />
o l'allenamento di un componente, dopo un periodo di allenamento per un altro, può<br />
servire come meccanismo di compenso ad eventuali" danni ossidativi" causati da<br />
allenamenti ad alta intensità (ad esempio 4 o 5 + 2).<br />
Una scheda di lavoro estremamente interessante, stimolante mentalmente e<br />
biochimicamente, da usare periodicamente quando ci si accorge d'essere in stallo, è<br />
quella che amo definire "alternanza dei sistemi energetici" e che già i nostri cugini<br />
d'oltre Alpe usavano decine di anni fa (è quella che gli americani chiamavano "serie<br />
gigante" che però veniva eseguita con lo stesso numero di ripetizioni pur avendo già<br />
teorizzato esercizi diversi), un'alternanza che crea una congestione impressionante<br />
per quella "empatia" cui abbiamo fatto cenno.<br />
Si può eseguire usando solo manubri, solo macchine o solo bilancieri ma anche,<br />
ancor più stressante, alternando vie energetiche e parallelamente tipo di attrezzo.<br />
Prendiamo ad esempio un gruppo muscolare come il pettorale:<br />
Croci ai cavi 20 ripetizioni - Panca con bilanciere 6 ripetizioni<br />
Piegamenti sulle braccia ? ripetizioni<br />
Croci con manubri 12 ripetizioni<br />
Pull - over con bilanciere 8 ripetizioni<br />
n.b. abbiamo fatto una serie.<br />
Sta al cultore stabilire se è necessario ripetere per più serie.<br />
Altro esempio? Cosce!<br />
- leg extensions 20 ripetizioni - squat 6-8 ripetizioni - piegamenti liberi ? ripetizioni -<br />
sissy squats 15 ripetizioni - pressa 8-10-<br />
47
ANALISI "SCHEDA" o "UNITA' D'ALLENAMENTO"<br />
Pur necessitando successivamente di differenziare e in modo diverso di combinare i<br />
tanti esercizi e soprattutto le varie sezioni corporee (ovvero quando si affrontano più<br />
allenamenti settimanali con meno settori corporei nella stessa scheda), almeno<br />
all'inizio, nella successione dei vari settori (tutti allenati in una seduta d'allenamento<br />
o al massimo spezzando la scheda in due parti), siamo dell'opinione che la<br />
sequenza debba avere la seguente conseguenzialità, rispettosa innanzitutto della<br />
"Catena cinetica" muscolo -articolare:<br />
l) Training di visualizzazione dei vari gruppi corporei (guardare uno ad uno i vari<br />
muscoli, toccare uno ad uno, chiudere gli occhi e "guardare con la mente" cercando<br />
di "sentire con la mente" il muscolo); riscaldamento con esercizi di "intensità"<br />
aerobica, quindi senza arrivare ai fatidici 20 minuti (O2 generali per la circolazione,<br />
capillarizzazione settoriale per il muscolo), comunque stimolanti mitocondri e<br />
capillari e finalmente esercizi di stiramento leggero magari accoppiati ad esercizi di<br />
mobilità vertebrale (partire dal collo e scendere progressivamente sino ai piedi).<br />
2) Allenamento della parte centrale del corpo e poi della periferia secondo la legge<br />
"Centrifuga" (dal centro alla periferia, legge in armonia col movimento dell'Universo)<br />
e della "Bionenergetica".<br />
3) Allenamento della parte inferiore del corpo (polpacci, bicipiti femorali, glutei,<br />
cosce), così da "congestionare" zone che necessitano alla fine dell'allenamento<br />
d'essere "decongestionate" sia con posizioni "ad hoc" (gambe verso l'alto con<br />
movimenti vibratori o frizioni dai piedi verso le cosce) sia, durante l'allenamento, con<br />
la successiva scelta di esercizi congestionanti zone alte lontane che quindi aiutano<br />
la decongestione degli arti inferiori. Così lavorando in analogia all "Apparato<br />
circolatorio", specificamente al sistema arterioso ed a quello, talvolta affetto da<br />
patologie, detto venoso.<br />
4) Allenamento per la parte superiore del corpo (pettorali, dorsali, bicipiti brachiali,<br />
deltoidi, tricipiti brachiali, avambracci).<br />
n.b. L'allenamento muscolare, specialistico per l'ipertrofia, stimola soprattutto le<br />
porzioni cellulari denominate sarcoplasma, miofibrille, tessuto connettivo in<br />
percentuali diverse ma proporzionali alla quantità di tempo-lavoro dedicato alla via<br />
energetica.<br />
5) Raffreddamento con esercizi di stiramento e di mobilizzazione vertebrale (partire<br />
dai piedi e salire progressivamente sino al capo, quindi praticare training respiratori<br />
con esercizi di relax), esercizi aerobici leggeri in "calare". Di nuovo stimolazione<br />
delle porzioni cellulari (capillari e mitocondri) che aiutano il ripristino dello "status<br />
quo", ovvero di quell'equilibrio energetico chimico, fisico, psicologico (omeostasi<br />
fisio-neuro-bio-chimica) senza il quale non iniziano i processi di ricostruzione<br />
cellulare e quindi dell'ipertrofia.<br />
48
UNITA' D'ALLENAMENTO: Un esempio con principi generali.<br />
Va da sé che serie, ripetizioni, pause di recupero, velocità esecutiva e quant'altro<br />
necessiti per arrivare alla meta prefissata, sono varianti che devono essere inserite<br />
dal cultore o dal suo preparatore. Ma prima vediamo assieme un capitolo<br />
essenziale.<br />
N.B. ANCHE PER STABILIRE QUALI ESERCIZI FARE E PER QUALI MUSCOLI<br />
ESEGUIRE DETTI ESERCIZI SAREBBE BENE FARE DEI TEST DI VALUTAZIONE<br />
DELL’ALLUNGAMENTO MUSCOLARE CHE COSI’ BENE HA DESCRITTO IL<br />
PROF. UMILI NEL SUO ULTIMO LIBRO “GLI ATTREZZI PER IL CORPO” – NEL<br />
CAPITOLO “LA VALUTAZIONE DELL’ALLUNGAMENTO MUSCOLARE”<br />
49
La valutazione dell'allungamento<br />
muscolare<br />
Test di valutazione dell'accorciamento<br />
dell'ileo-psoas<br />
Il peso degli arti fa sì che l’ileo-psoas, con<br />
la sua inserzione sul piccolo trocantere<br />
del femore, tragga in avanti e in basso la<br />
colonna lombare, dove esso si inserisce,<br />
e ciò provoca un'accentuazione dell'arco<br />
lombare (Fig. 12.1). Esso scompare, infatti,<br />
quando un'anca è tenuta flessa al petto<br />
(Fig. 12.1 a). L'arto libero, col suo peso<br />
tende a flettere la colonna tramite l’ileopsoas,<br />
ma essa è tenuta aderente al piano<br />
del tavolo. Una giusta lunghezza dell'ileopsoas<br />
fa mantenere la coscia orizzontale<br />
(Fig. 12.1 b) o leggermente inclinata<br />
verso il basso. Un ileo-psoas accorciato<br />
impedirebbe alla coscia di raggiungere la<br />
posizione orizzontale.<br />
50
51<br />
Test di valutazione Test<br />
dell'accorciamento del retto<br />
femorale<br />
Assumendo sempre la stessa posizione del<br />
test dell'ileo-psoas, la gamba dovrebbe<br />
pendere verticalmente, se la lunghezza del<br />
retto femorale lo permettesse (Fig. 12.2).<br />
Qualora fosse accorciato, la gamba non<br />
riuscirebbe a raggiungere la verticale (Fig.<br />
12.2 a).
Test di valutazione dell'accorciamento<br />
degli ischio crurali<br />
Ponendo il soggetto supino su un piano di<br />
appoggio, e mantenendo un arto teso e<br />
aderente al piano orizzontale, si solleva l'altro<br />
arto verso la posizione verticale (Fig. 12.3).<br />
Una normale lunghezza dei muscoli<br />
ischiocrurali dovrebbe permettere il<br />
raggiungimento della verticale, mentre un loro<br />
accorciamento lo dovrebbe impedire.<br />
Test di valutazione dell'accorciamento dei<br />
muscoli lombari<br />
Ponendosi seduti, piegare il busto in avanti,<br />
cercando di raggiungere le ginocchia con la<br />
fronte (Fig. 12.4). La capacità di allungamento<br />
dei muscoli del tratto lombare della colonna è<br />
buona se la distanza tra fronte e rotule va da 0<br />
a 10 cm.<br />
52
Test di valutazione dell'accorciamento del<br />
tricipite surale<br />
Una normale capacità di allungamento dei tricipiti<br />
surali permette di stare in massima accosciata<br />
(Fig. 12.5), con le braccia tenute tese in avanti,<br />
senza sollevare i talloni da terra.<br />
Test di valutazione dell'accorciamento degli<br />
adduttori<br />
Ponendosi in decubito laterale ed abducen-do un<br />
arto (Fig. 12.6), il grado di abduzio-ne verifica la<br />
capacità di allungamento dei muscoli adduttori:<br />
un'abduzione di almeno 60° dovrebbe essere la<br />
norma<br />
53
Passiamo all’ANALISI della TABELLA nell’UNITA’ D’ALLENAMENTO Stiramento<br />
leggero, evitando strappi e spostamenti bruschi, 4-5 secondi per ricerca posizione<br />
inspirando, mantenerla per 10 - 20 secondi espirando lentamente, ritornare decontratti<br />
inspirando. Pausa.<br />
n.b. iniziare con i flessori e continuare con gli estensori onde evitare il riflesso inibitore.<br />
ESERCIZI di RISCALDAMENTO Cinque, dieci minuti di esercizi leggeri, calistenici, a<br />
grandi movimenti corporei (compresi, aggiungendo in base alle necessità "lipolitiche",<br />
esercizi di intensità aerobica) ricordando di praticare sempre, comunque, un esercizio di<br />
riscaldamento - stretching per ogni gruppo muscolare prima di iniziare le serie pesanti.<br />
ESERCIZI DI STIMOLAZIONE del SISTEMA ENDOCRlNO" Secondo gli studi del prof.<br />
Selye (creatore della "Teoria dello Stress") un esercizio ripetuto alcune volte in cui ci sia<br />
l'intervento sinergico di tutto il corpo e che abbia un che di rischio presunto (strappo con<br />
bilanciere o "da seduto su una panca con le proprie gambe ai lati, saltare verso l'alto e<br />
contemporaneamente girare il busto ricadendo seduti sulla panca ma dalla parte opposta)<br />
o una strenuità esecutiva data da carichi di alta intensità, tutto può creare un aumento di<br />
concentrazione di testosterone sierico.<br />
ESERCIZI DI MUSCOLAZIONE: I tre gruppi muscolari (lombi, retti, obliqui) possono<br />
essere eseguiti in serie che esauriscono ogni volta il gruppo stesso o, soprattutto se ci si<br />
riferisce a soggetti in sovrappeso, in "Circuit training" ovvero eseguire una serie di ciascun<br />
gruppo muscolare, meglio se aggiungendo un esercizio di intensità aerobica (squat<br />
leggeri, saltelli, ciclette, tapis, cubo, sforbiciate alternate avanti o di lato), senza pause e<br />
alternati fra le serie sino al compimento di quelle stabilite.<br />
1) Lombari (la cerniera che va scaldata per prima onde evitare incidenti, per riscaldare<br />
localmente e stimolare l'attività surrenale).<br />
2) Addominali (sia i lombi che i retti addominali sempre per primi così da rispettare un<br />
principio fisiologico che vuole "prima i muscoli stabilizzatori, dopo i rotatori) n.b. ricordare<br />
di eseguire gli esercizi che hanno enfasi sia sulla parte inferiore che superiore.<br />
3) Obliqui (ricordare che sono muscoli bianchi e quindi si ipertrofizzano facilmente) a)<br />
piegamenti laterali (interessanti per gli sport, da evitare esteticamente per l'ipertrofia) b)<br />
rotazioni con bastone sulle spalle (meglio da seduti, per salvare le ginocchia) ma<br />
bisognerebbe iniziare e finire col bastone in linea con la panca e quindi già col<br />
busto in rotazione e gli obliqui stirato l'uno, in contrazione l'altro.<br />
n. b.) Trasversi: sono in fondo gli unici che effettivamente riducono il giro vita perché<br />
tonicizzandosi tendono a comprimere le viscere verso l'interno - alto. Si eseguono uttando<br />
fuori l'aria e cercando di creare il vuoto (nella disciplina Yoga tale pratica è molto seguita).<br />
N.B. Prima di elencare gli esercizi per il resto del corpo è necessario ricordare che<br />
sarebbe bene fare un piccolo studio sul tipo di muscolo che andiamo ad allenare e porlo,<br />
all'interno dell'unità di lavoro settoriale:<br />
a) in base alla propria predominanza metabolica (se Preatletismo . come segue se<br />
Muscolazione) : prima i muscoli a predominanza rossa (detti tonici, quindi con maggior<br />
contenuto emoglobinico, ovvero resistenti quindi da allenare con più ripetizioni ma talvolta<br />
anche meno), poi quelli a predominanza bianca (detti fasici, con maggior contenuto<br />
fosfageno, quindi meno resistenti ma più veloci, più forti, quindi meno ripetizioni). Quanto<br />
detto fa comprendere come vi siano differenti necessità metaboliche e diversi protocolli<br />
d'allenamento: più ripetizioni e meno serie, meno ripetizioni e più serie così da avere lo<br />
stesso tonnellaggio ma diverso sistema metabolico allenante (anche questo è un concetto<br />
54
che va approfondito).<br />
b) in base, alla propria finalità contrattiva: prima i muscoli che lavorano lungo la fibra<br />
(es. trazioni al lat machine dall' alto verso il basso), dopo quelli contro (es. tirate al pulley in<br />
modo orizzontale); prima croci su panca con manubri, poi spinte su panca con bilanciere<br />
n.b. questo è un principio che non riguarda le braccia che avrebbero un'enfasi articolare<br />
pericolosa.<br />
c) In base al "risparmio articolare" per cui va da sé che, almeno all'inizio, sarà meglio<br />
eseguire prima (come esercizio nell'unità d'allenamento e come microciclo nel macrociclo)<br />
con macchine, poi con manubri, dopo con bilanciere. Per lo stesso motivo meglio prima gli<br />
esercizi con le mani in pronazione, dopo quelli con le mani in supinazione (braccia<br />
soprattutto). Comunque tutti facendoli precedere da uno stiramento anche fra ogni serie<br />
così da ridare maggior ampiezza flesso - estensiva (polpaccio docet).<br />
n.b. comunque sempre adottando il sistema "piramidale" ovvero iniziare con meno peso<br />
ed aumentare progressivamente ad ogni serie e ad ogni passaggio di esercizio, il primo<br />
più leggero, poi il secondo più pesante e via così.<br />
4) POLPACCI (se con problemi venosi, eseguire gli stessi esercizi ma con le gambe in<br />
alto)<br />
a) da seduto o da sdraiato; comunque con le ginocchia a 45°, per il soleo<br />
b) in piedi o gambe verso l'alto, comunque ginocchia diritte, per il gastrocnemio<br />
5) BICIPITI FEMORALI Come indicazione sorta dalla pratica, ma non c'è una vera<br />
spiegazione scientifica, eseguire da sdraiati se brevilinei (gambe corte e tendenza del<br />
bicipite verso il basso).<br />
6) Glutei<br />
7) Quadricipiti Prima eventualmente il leg extension. Poi gli squats: gambe unite, gambe<br />
leggermente aperte, molto aperte, divaricate, caricando ad ogni serie (ma così<br />
"scaricando" la schiena), magari alternando con leggeri esercizi di pull-over che aiutano il<br />
recupero, stirano la colonna vertebrale, allargano il costato e quindi le spalle.<br />
N.B. Quì si potrebbe terminare la scheda, se si decide di allenare con metodo "tabella<br />
spezzata” ma mai dimenticare di eseguire il raffreddamento, con esercizi aerobici - relax e<br />
soprattutto di stiramento vertebrale perché la schiena è stata sottoposta, in tale fase, ad<br />
un carico notevole e necessita di esercizi "chiropratici" (attaccarsi alla barra alta, eseguire<br />
leggeri pull-over con bombatura sotto la schiena, praticare il girolinea: piedi in alto e testa<br />
ciondoloni che è interessante anche per la circolazione sanguigna).<br />
COMUNQUE RIPOSARE (24 ore se ci si allena il giorno dopo, 15 minuti se si prosegue:<br />
in tale pausa, oltre ad un leggero allenamento aerobico bere, prima,<br />
acqua e zuccheri, più eventuali integratori, quindi eseguire degli stretching, entrambe le<br />
attività velocizzano il recupero dell' acido lattico).<br />
8) PETTORALI Panca testa in basso (poche serie, più ripetizioni), panca media (più serie,<br />
meno ripetizioni), panca testa in alto (eventualmente ancor più serie e meno ripetizioni).<br />
9) DORSALI (sia perché allenano anche porzioni di pettorali e ne sono quindi la<br />
prosecuzione fisiologica ideale, anche perché è sempre meglio eseguire prima esercizi di<br />
stiramento, dopo di compressione articolare) .<br />
Macchine dietro la testa, davanti, (entrambi mani in pronazione), macchine avanti mani in<br />
supinazione, pulley mani pronate, pulley mani supinate.<br />
n.b. sono esempi esplicativi, certo all'inizio non si può esagerare. Si potrebbe<br />
programmare, e questo vale per tutti i settori corporei, mettendo, nell'Unità di Allenamento,<br />
il primo esercizio effettuato nella prima tabella del 1. Microciclo, come secondo quello del<br />
55
2. Microciclo, terzo del 3. e così via.<br />
10) BICIPITI BRACHIALI Ricordare che:<br />
- se il gomito è più avanti della spalla, è il capo corto - interno che lavora maggiormente; -<br />
se il gomito è più dietro, è il capo lungo - esterno che ha maggior enfasi (bicipiti= due teste<br />
ha enfasi in base alla distanza del gomito dal corpo – vedi tricipite)<br />
n.b. Provare lo stesso esercizio ai cavi dal basso, ma una serie prima con il cavo davanti e<br />
una serie col cavo da dietro, anche senza pausa.<br />
11) DELTOIDI Prima il posteriore (più ripetizioni), poi il medio, quindi il frontale (che<br />
almeno all'inizio è meglio evitare sia per possibili tradizionali problemi di esagerata<br />
ipertrofia, sia per problemi di schiena). Finire con le spinte con manubri per tutto il cingolo<br />
scapolo - omerale.<br />
12) TRICIPITI BRACHIALI Dal leggero articolarmente: spinte in basso al lat machine mani<br />
in pronazione, poi in supinazione, quindi steso su panca, per ultimo braccia verso l'alto.<br />
n.b. val la pena ricordare che il tricipite (tre teste quindi tre possibilità esecutive) lavora<br />
sinergicamente ma con maggior enfasi in base alla distanza dei gomiti dal corpo e della<br />
posizione dei palmi delle mani:<br />
a) il capo lungo, dalla spalla al gomito, lavora sempre ma con minor enfasi se vicino al<br />
corpo (spinte in basso al machine), maggiore enfasi se lontano (spinte bilanciere o<br />
manubrio verso l' alto)<br />
b) il vasto esterno se le mani sono in pronazione (palme in basso), il vasto interno se le<br />
mani sono in supinazione (palme in alto).<br />
13) AVAMBRACCI La pratica ci ha dimostrato che l'unico allenamento fruttuoso è un<br />
circuito di esercizi senza riposo, alternando poche a tante ripetizioni, eseguito<br />
giornalmente e variando spesso gli esercizi (ma i polsi…!!).<br />
14) TERMINARE, COME GIA' DETTO, CON ESERCIZI DI RIPRESA DELLA<br />
COSCIENZA CORPOREA (Training aut. – respirazioni – ecc.).<br />
METODICHE - SISTEMI - TECNICHE D'ALLENAMENTO<br />
Sono davvero centinaia le diverse possibilità che il Cultore ha per potersi allenare senza<br />
noia, per avere stimoli continui e quindi progressi continui, possibilità che l'attento<br />
praticante studioso può ulteriormente arricchire con proprie esperienze, con esperimenti,<br />
con prove.<br />
Importante ricordare che l'lpertrofia passa attraverso una semplice formuletta:<br />
I = L:T (lavoro : tempo) ovvero l’Ipertrofia è il risultato del lavoro effettuato in un tempo<br />
sempre inferiore (attenzione però a lavorare con carichi compresi fra il 60 - 80 % del<br />
massimale altrimenti sconfinando in vie energetiche diverse che possono dare<br />
chiaramente risultati ma difficilmente quel volume muscolare che è il fine ultimo di ogni<br />
body builder, anche se travestito da Fitness).<br />
Quindi bisogna aumentare sempre più lo "stress metabolico glicolitico":<br />
- serie: aumentare di una ad ogni allenamento sino ad invertire, aumentando i carichi (4x8-<br />
5x7-6x6-7x5-8x4) quindi tornare indietro (7x5-6x6-5x7-4x8) con carico maggiore serie<br />
alternate per gruppi muscolari diversi, più stressante ancora se si alternano differenti<br />
settori dello stesso gruppo muscolare: 2 esercizi (detto Super set), tre esercizi, quattro,<br />
cinque. n.b. se eseguiti in gruppi limitrofi, con ripetizioni medio-basse, sono circuiti<br />
congestionanti e quindi ipertrofizzanti; altrimenti si giunge al C.T. che può essere anche<br />
congestionante (metodica P.H.A. azione periferica cardiaca) e atletizzante<br />
contemporaneamente se massimo 5 esercizi, soprattutto lontani come settori, ma con<br />
ripetizioni medie; C.T. organico se più di 10 stazioni con molte rip., intervallate da esercizi<br />
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cardio e soprattutto senza pause e per più di 20 minuti.<br />
- serie con contrazioni parziali (da 4 a 6 ripetizioni parziali di movimenti che sono un terzo<br />
del per<strong>corso</strong>).<br />
Ricordare che si chiude con la parte parziale (prossimale o distale) cui vogliamo dare<br />
maggior enfasi.<br />
- Serie in aumento carico e diminuzione ripetizioni, quindi il contrario (10 - 9 - 8 - 9 -<br />
10),ancor più se 10 - 9 - 8 - 10 - 12 (ma 10 e 12 finali con i carichi del 10 e 9 iniziali anche<br />
adottando una maggior velocità o un aiuto del partner, quindi forzando).<br />
Serie alternate con sistemi energetici diversi (12 - 6 + 12 -6 + 12 - 6) con stress in<br />
aumento se le alte si fanno con esercizi monoarticolari e le basse con sinergici; le alte con<br />
manubri o macchine e le basse con bilanciere.<br />
- serie: isotoniche con fermo isometrico di metà secondi di quanto è isotonico.<br />
- serie: in aumento serie e carico e diminuzione ripetizioni (1x10-2x9-3x8-4x7-5x6) - serie:<br />
alternate in analogia alla composizione cellulare (vedi descrizione precedente) n.b. è<br />
necessario però sottolineare che ogni persona ha in sè minori o maggiori possibilità e che<br />
nessuno può sperare di poter ottenere gli stessi risultati. Indubbiamente un costante, serio<br />
e programmato allenamento concederà a tutti, indistintamente, risultati inimmaginabili<br />
all'inizio. E questo senza cercare scorciatoie che possono essere invece la fine di un bel<br />
Sogno.<br />
Dipende dalla nostra genetica che comprende:<br />
- Sistema nervoso: utilizzazione delle Unità motorie.<br />
- Fattori strutturali: ovvero la composizione muscolare Capacità di stiramento:<br />
potenziamento della contrazione (come già detto) più la Volontà, la capacità di sacrificarsi,<br />
la visione proiettiva del risultato.<br />
PROPORZIONE LAVORO GRUPPI MUSCOLARI NELL' ALLENAMENTO:<br />
Direttamente proporzionale come serie e ripetizioni al volume delle masse muscolari<br />
(grandi: cosce-glutei; medie: pettorali-dorsali- bicipiti femorali-lombi-addome;<br />
piccoli:bic.brachiali-tricipiti-deltoidi-polpacci) ricordando che i muscoli svolgono differenti<br />
funzioni che vanno rispettate; conseguentemente vanno lavorate le varie sezioni in base<br />
anche alle loro precedenti ipertrofie dovute a lavoro o altri sport (bicipite = 2 capi; tricipite =<br />
tre capi; quadricipite = 4 capi così lavorando con esercizi diversi e anche con diverse<br />
ripetizioni e serie ricordando anche che i muscoli possono essere allenati, con differente<br />
risultato estetico - atletico lungo le fibre e contro. Es: dorsali prima al lat machine che è<br />
"lungo" e stira allungando le fibre, pulley è contro quindi ispessisce); indirettamente<br />
proporzionali nelle sedute (di più i grandi, di meno i medi, ancor meno i piccoli).<br />
Perché? Per i livelli ormonali ed il glucosio epatico (serie); glucosio ematico e glicogeno<br />
muscolare (ripetizioni), rimozione dell'acido lattico e ricostituzione del glicogeno muscolare<br />
(sedute settimanali) + problemi connessi ai livelli ormonali diversi secondo il tipo di<br />
allenamento (vedi sopra), sesso, età, precedenti esperienze sportive, alimentazione;<br />
riposo, tecniche psicologiche e tecniche di induzione stress, integratori e quant'altro la<br />
scienza oggi ci offre. Processi di recupero:<br />
- ATP e CP: il fosfageno muscolare ricostituisce in 2-3 minuti (primi 30 secondi il 50% e<br />
ogni 30" altro 50% del restante + abbisognano di 48-72 ore per problemi di legamenti e<br />
tendini.<br />
- LA e CP-LA: dopo esercizio intermittente si ricostituisce in 5 - 24 ore (se l'esercizio è<br />
prolungato, allora necessitano da 1O a 46 ore) - (la rimozione dell'acido lattico avviene in<br />
1- 2 ore se il recupero è con riposo passivo, da 30 a 60 minuti se con esercizio (=riposo<br />
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attivo) n.b. servono circa 6 ore per ripristinare livelli ormonali tali da affrontare esercizi<br />
estenuanti.<br />
Sono dati importanti e determinanti per stabilire il numero delle sedute giornaliere e<br />
settimanali.<br />
IPERTROFIA e CARATTERISTICHE FISICHE<br />
Trattate le basi dell'allenamento secondo le leggi della fisiologia, analizzate le vie<br />
metaboliche ed elencate le varie possibilità contrattive, abbiamo ricordato la teoria<br />
cellulare e quindi differenziato esercizi ed allenamenti in base alle finalità ricercate. Ora<br />
dobbiamo specializzare individuando l'allenamento in base al soggetto ed alle sue<br />
caratteristiche psico - fisiche.<br />
Infatti (dopo un periodo di tipo generale, anche se già differenziando gli allenamenti in<br />
adattamenti generali - morfologici e specialistici, al termine dei quali potremmo prefiggerei<br />
miglioramenti tipo: aumento del 10% del peso corporeo, 25% della circonferenza braccia e<br />
polpacci, 20 % le cosce e 10-15 % torace e spalle), ora diventa imprescindibile inquadrare<br />
la propria "Tipologia psico-fisica" così da impostare l'allenamento secondo necessità<br />
personali.<br />
Gli studi di psico-morfologia danno caratteristiche simili fra soggetti che appartengono a:<br />
I) psico-costituzionale: a) linfatico- b) sanguigno- c) nervoso- d)bilioso<br />
II)endocrinologico:a)brev.asten-b)brev.stenico)c)long.astenico-d)long.stenico c) morfofunzionale<br />
: a) digestivo- b) respiratorio- c) cerebrale- d) muscolare n.b. collegare gli a con<br />
a; b con b, c con c, d con d (es: linfatico - brevilineo – astenico - digestivo).<br />
Accontentiamoci qui di dividere, per una provvisoria "presa di coscienza", i tipi fisici in 3<br />
(n.b. non sempre ma quasi la seguente classificazione, valida per gli adulti, corrisponde<br />
all’abito già descritto per i giovanissimi):<br />
a) ENDOMORFI: muscolatura coperta da depositi adiposi, collo taurino, bacino largo,<br />
mascella forte, caviglie e polsi grossi, disegno gabbia toracica ampio (Tipo ipertrofico –<br />
astenico).<br />
b) MESOMORFI: muscolatura tonica, torace ampio, tronco di eguale lunghezza o più<br />
lungo degli arti inferiori, piani facciali di eguale dimensione, gabbia a U (Tipo ipertroficotonico<br />
e Antrofico, secondo lo sviluppo).<br />
c) ECTOMORFI: muscolatura delicata, torace stretto, tronco più corto degli arti inferiori,<br />
nel piano facciale è predominante la fronte, gabbia a V rovesciata<br />
(Tipo ipotrofico – ipotonico).<br />
d) TIPI MISTI: con una combinazione dei precedenti.<br />
ALLENAMENTO:<br />
a) ENDOMORFI: molte serie e molte ripetizioni con riposi ridotti al minimo- uso di manubri<br />
e macchine - attività complementare aerobica - un impegno sportivo giornaliero - dieta<br />
ipocalorica<br />
b) MESOMORFI: esercizi di base + esercizi complementari alternando periodi di forza e<br />
periodi di qualità, comunque variando spesso - ridotta attività aerobica - giorni di riposo -<br />
dieta mista iperproteica<br />
c) ECTOMORFI: esercizi base (con complete pause di ristoro) e lunghi periodi per<br />
aumento massa in cui sono necessari esercizi e metodi per ampliare la ridotta gabbia<br />
toracica (e, conseguentemente, per legge filetica, il volume ventricolare cardiaco) ma<br />
cercando di non "sudare" - poche sedute settimanali - dieta ipercalorica frazionata.<br />
n.b. La risposta ormonale, conseguente ai differenti sistemi di allenamento, è comunque<br />
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diversa in base agli esercizi ed ai tipi fisici per i quali tutti è "condizione obbligata", ma è<br />
possibile, rispettando comunque quanto sopra ricordato e contestualizzando anche in<br />
base all’età, agli impegni, alla dieta.<br />
Vediamo di fare un po' il punto delle recenti ricerche.<br />
Il sistema endocrino è intensamente stimolato dall'uso di carichi elevati, da esecuzioni<br />
veloci in situazioni mentalmente inconsciamente ritenute "a rischio" (strappo con<br />
bilanciere, salto in alto e rotazione corpo su panca, lavoro in bilico su un'altezza, ecc.), in<br />
cui tutto il corpo collabora coordinando schemi complessi, con sforzi esplosivi superiori<br />
alle reali possibilità, sforzi ripetuti possibili più per volontà che per possibilità fisiche, dal<br />
tipo di attrezzo).<br />
Le riposte ormonali: (oltre alle predisposizioni del soggetto stesso, chiaramente),<br />
anaboliche o cataboliche, come già detto sono condizionate da:<br />
l) Ordine degli esercizi 2) Intensità di carico 3) Tipo di attrezzo usato 4) Numero totale di<br />
serie e ripetizioni 4) Recupero tra serie e tra gruppi muscolari n.b. con una ulteriore<br />
differenza fra GH e Testosterone in base al volume totale di lavoro differenziato però fra<br />
esercizi esplosivi, brevi recuperi, intervento totale corporeo e esercizi lenti, buoni recuperi<br />
e lavoro selettivo.<br />
PRINCIPI D'ALLENAMENTO COMUNI<br />
A TUTTI GLI ATLETI<br />
Le grandi masse muscolari vanno allenate prima delle piccole, quelle centrali prima delle<br />
periferiche (legge centrifuga), gli esercizi lungo le fibre prima di quelli contro, negli avanzati<br />
e negli allenamenti preatletici meglio non allenare muscoli sinergici o già provati da<br />
precedente esercizio.<br />
1) Nel programmare un ciclo (che è composto in modo differente in base ai bisogni<br />
individuali così dando più spazio al primo o secondo o terzo mesociclo così come faremo<br />
anche per i 9 micrcocicli- tre più tre più tre), è bene ricordare le varie specificità:<br />
a) la specificità metabolica (ogni sport e quindi ogni programma ha una sua via energetica<br />
predominante)<br />
b) la specificità dell'angolo di contrazione (ogni movimento allena e quindi distrugge =<br />
ricrea una sezione muscolare: il gesto sportivo va studiato e ripetuto esattamente con<br />
l'attrezzo ovvero, anche per un ripetersi spontaneo,<br />
l'esercizio per la muscolazione va eseguito invece in ogni angolo di lavoro)<br />
c) la specificità settoriale (l'allenamento di un gruppo solo dà molti più risultati per la<br />
maggior concentrazione di materiale energetico, ormonale, nervoso) tanto da ipotizzare, in<br />
analogia alla tabella spezzata che ha rappresentato un'innovazione negli anni '50, la<br />
possibilità di allenare un gruppo muscolare alla volta con tempi di ripristino ormonale<br />
energetico, sino a allenare, ad esempio, il bicipite sinistro la mattina, quello destro la sera.<br />
I Microcicli (i Meso e i Macro) devono durare in modo diverso in base al risultato voluto:<br />
- se di tipo metabolico (b.b, fitness) ovvero massa muscolare: da 4 a 6 settimane; se di<br />
tipo motorio (preatletismo, studio del gesto) ovvero miglioramento attività nervosa: da 6 a<br />
8 settimane e più.<br />
Per aumentare il consumo calorico è preferibile aggiungere sedute aerobiche piuttosto che<br />
togliere nutrienti (soprattutto se carboidrati) o periodicamente allenarsi con il P.H.A.<br />
e) Allenamento: 3-2 ore prima frullato proteico, 1/2 -1 ora prima frutta matura, subito prima<br />
bere acqua; durante l'allenamento bevanda composta da: (100 gr.ogni 1O chili peso<br />
corporeo).Base: 1 litro acqua, 1 gr. sale, (se si vuol dare un supporto - “placebo”? - si<br />
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potrebbe aggiungere, confortati dal parere di un medico, un composto formato da: 7-8<br />
mcg. potassio, 5-6 mcg. magnesio, 500 mg. Calcio), 5 gr. zucchero ogni 1O kg. di peso<br />
corporeo (bere, dopo inizio allenamento, ogni 1O minuti circa per evitare aumento<br />
temperatura: 100 gr. bevanda; quindi, alla fine, tutto il rimanente + nutriente tipo banana +<br />
ramificati e complesso aminoacidico e, per velocizzare il recupero glucidico, concludere<br />
con 1O minuti ciclette a range aerobico.<br />
n.b. Vale per magri e grassi (cambiano i tempi di lavoro e le pause).<br />
TECN1CHE ALLENAMENTO IPERTROFIA = Progressivo aumento intensità.<br />
L'ipertrofia passa indiscutibilmente attraverso l'intensità. La chiave di volta è ottenere<br />
progressivamente tale intensità, tradizionalmente ricercata con tecniche diverse<br />
nell'ordine:<br />
l) Scelta degli attrezzi (nel primo microcic1o esercizi complementari, nei successivi<br />
coinvolgendo più masse muscolari ovvero esercizi di base, poi ancora il più selettivi<br />
possibile in tutte le angolazioni e le distanze delle prese, con bilancieri o con manubri o<br />
macchine che permettono forse più varietà contrattive, per il principio della selettività e<br />
progressivo coinvolgimento che costringe il sistema nervoso ad arruolare fibre fresche per<br />
aiutare quelle ormai esauste) 2) Aumento progressivo delle serie 3) Aumento delle<br />
ripetizioni 4) Aumento del carico 5) Aumento delle sedute 6) Aumento della velocità<br />
esecutiva 7) diminuzione del tempo di riposo 8) diminuzione dei nutrienti "inutili" ed<br />
aumento di quelli "utili" che collaborano a trattenere, nei muscoli lavorati in LA (vedi sotto)<br />
più glicogeno e quindi acqua (1 gr.di glicogeno trattiene 2,7 gr. d'acqua) che può davvero<br />
aumentare con le alternanti diete, normalmente 3 giorni senza carboidrati + 3 tanti<br />
carboidrati, per effetto detto rimbalzo compensatorio (tecniche ben conosciute nello sci da<br />
fondo).<br />
9) personalizzare l'allenamento in base al: sesso(differenze tassi ormonici)- percentuali<br />
glicidi-lipidi in varie zone corporee), all'età, alla psico-morfologia.<br />
10) non trascurare lo studio dei ritmi circadiani che dimostrano essere migliori certi orari<br />
(es: il cuore ha il suo picco massimo fra le 11 e le 13 e minimo 13 - 15, quindi attività<br />
aerobica e lavoro per le cosce; la circolazione sanguigna dalle 19 alle 21 e minimo 21-23,<br />
quindi ottimo per schede di capillarizzazione, ipertrofia con carichi medio-leggeri, addome<br />
e P.H.A.; energia dalle 21 alle 23 (schede forza), minimo dalle 23 alle 1. n.b. Vedi capitolo<br />
“Quando Allenarsi”.<br />
1) visualizzazione proiettiva creativa (prima di eseguire, ad occhi chiusi, immaginare<br />
l'esercizio concentrando la mente sulla meccanica d'esecuzione se si esegue scheda per<br />
la forza, sul muscolo ed il suo immaginifico lavoro se scheda per l'ipertrofia.<br />
12) alternare esercizi di trazione a quelli di spinta perché l'uno fa da stretching muscolare<br />
all'altro.<br />
13) uso dei circuiti che danno differenti risultati in base ad alcuni presupposti (02 ovvero<br />
aerobico con molti diversi esercizi non congestionanti eseguiti senza pausa fra loro e<br />
possibilmente con le stesse intensità così da superare la soglia dei 20 minuti; (più virtuale<br />
che possibile: CP ovvero creatin fosfatici come possono essere 3 esercizi tipo lento avanti,<br />
panca, squat per 2-3 ripetizioni cadauno con piccole pause così da non scostarsi troppo<br />
dai 20 secondi totali nel microciclo ma seguito da pausa completa per 4-5 minuti fra<br />
microcicli); LA ovvero lattacido con alcuni esercizi eseguiti per 1O rip.(- meno o +<br />
ripetizioni secondo la personale energia), così restando nei canonici 90 secondi della via<br />
desiderata.<br />
Esempio (di straordinaria efficacia): da seduto su panca 5 inclinata, senza pausa fra gli<br />
60
esercizi, eseguire X ripetizioni di flessioni bicipiti con manubri, subito estensioni tricipiti<br />
verso l'alto, quindi spinte verso l'alto per deltoidi (generalmente con lo stesso carico si<br />
eseguono meno per i bicipiti, di più per i deltoidi così rispettando anche la fisiologia e la<br />
biochimica dei gruppi menzionati). Riposare per massimo 2 minuti e ripetere per le serie<br />
desiderate.<br />
POSSIBILITA’ DIVERSE ALL’INTERNO DELLE SERIE E/O FRA LE SERIE:<br />
a) tra una serie e la seguente praticare lo stretching per il muscolo lavorato così da<br />
restituire: mobilità articolare, sensazione propriocettiva, forza elastica perché un muscolo<br />
avrà una contrazione in proporzione alla sua estensibilità.<br />
b) eseguire ripetizioni con pesi ma con aggiunta di elastici che iniziano a tendersi nel<br />
momento in cui si sta superando il punto critico (vedi esempio bicipiti con bilanciere +<br />
elastico).<br />
c) ripetizioni con dissociazione dello sforzo: solo la parte concentrica o solo la parte<br />
eccentrica (serie tipo per 6 settimane: 4 concentrica + 2 eccentrica oppure una serie<br />
concentrica + una" serie eccentrica). Gli autori sostengono che: la parte concentrica è più<br />
interessante per la forza e per. i muscoli estensori; la eccentrica per il volume e muscoli<br />
flessori e adduttori.<br />
d) serie con ripetizioni di contrazioni parziali: esercizio diviso in tre ed eseguito completo<br />
nelle prime 3-4-5-6 ripetizioni, quindi 3-4-5-6 la metà prossimale e a finire 3-4-5-6 la distale<br />
(fisiologicamente più interessante finire con la prossimale per gli estensori e abduttori,<br />
distale per i flessori e adduttori.<br />
n.b. 3 + 3 + 3 ripetizioni = forza; 6 + 6 + 6 = volume). In questa “famiglia” possiamo<br />
annoverare una tecnica terribile che vede parziali movimenti dello stesso esercizio, circa<br />
cinque, ma fra loro collegati progressivamente.<br />
e) serie "uno e mezzo": eseguire 6-8 ripetizioni complete + 3-4 a metà (la parte che ci<br />
interessa di più) oppure una ripetizione completa + una metà + una completa + metà, e<br />
così via.<br />
f) ripetizioni isotoniche + isometriche (stessa tecnica sopra illustrata)<br />
g) serie ad aumento progressivo - regressivo nel carico e al contrario nelle ripetizioni<br />
(forza: 2xIO-3x8-4x6-5x4 ovvero diminuire le ripetizioni ad ogni allenamento, aumentare le<br />
serie ed il carico - volume: 4x6 - 3x8 - 2xl0).<br />
h) metodo cellulare: ogni serie, in base al tempo impiegato, sviluppa elementi diversi a<br />
livello cellulare. Ricordiamo che mitocondri - 15-25 % (allenamento aerobico),<br />
sarcoplasma - 20 = 30 % (allenamento anaerobico lattacido), miofibrille - 20-30 %<br />
(allenamento anaerobico fosfatico) rappresentano le parti più voluminose delle cellule e<br />
conseguentemente donano maggior ipertrofia. Va da sé che l'allenamento ideale è quello<br />
che lavora tutte le componenti e quindi sono necessarie tutte, tutte le tecniche possibili.<br />
La chiave si chiama VARIETA’:ripetizioni isotoniche seguite da isometriche (diverse<br />
modalità: 8 isotoniche + 8 secondi isometrici nel punto critico - 1 isotonica e una<br />
isometrica - 4 allenamenti isotonici + 1 isometrico in 3 - 4 punti diversi).<br />
j) serie di esercizi diversi per differenti parti dello stesso muscolo e con diverse ripetizioni<br />
ed addirittura con diversi esercizi, settoriali con alte ripetizioni e sinergici con basse.<br />
k) serie alternate per gruppi muscolari differenti usando gli stessi attrezzi e le stesse<br />
ripetizioni, in seguito diversi attrezzi" ad ogni serie e diverse ripetizioni (pausa nulla = +<br />
intensità).<br />
l) serie con ripetizioni in diminuzione con relativo aumento del carico e quindi in aumento<br />
ripetizioni e diminuzione carico (lO - 8 - 6 - 8 - lO).<br />
61
m) serie continua con diminuzione carico cercando di sommare il massimo delle<br />
ripetizioni.<br />
n) serie con x ripetizioni isotoniche più circa la metà forzate.<br />
o) precongestione: lavorare un muscolo con esercizi localizzati così da stancare quello più<br />
forte e quindi poter eseguire le serie successive in modo da avere la catena cinetica al<br />
massimo (pettorali: croci, pullover, panca nella quale i pettorali sono stanchi ed i tricipiti<br />
freschi).<br />
p) PHA (peripheral heart action = azione periferica cardiaca): eseguire un esercizio dietro<br />
l'altro per settori molto lontani fra l'oro così da aumentare la funzione cardio-vascolare<br />
q) conseguentemente alzare l'attività metabolica, irrorare i muscoli con maggior vigore,<br />
creare una lipolisi indotta da un incremento del battito cardiaco. Interessante a cicli<br />
periodici.<br />
r) accumulo istintivo di serie senza pause: eseguire tutti gli esercizi che ci vengono in<br />
mente, senza pausa fra essi, con il carico che troviamo e conseguenti ripetizioni massime<br />
possibili. N.b.interessante soprattutto per le grandi e medie masse muscolari per l'intensa<br />
irrorazione). Insomma tutto teso a cercare di ottimizzare la formula del I = L : T (Intensità =<br />
Lavoro diviso il tempo d'esecuzione).<br />
n.b. leggere con attenzione la parte "Fisiologia dell'ipertrofia muscolare" con particolare<br />
riferimento al comma "Qualità fisiche e modificazioni della muscolatura" circa l'elenco delle<br />
varie possibilità contrattive a cui aggiungerei un metodo di grande interesse anche per il<br />
cultore dell'ipertrofia ovvero "il metodo del contrasto" molto interessante per lo sviluppo<br />
della forza veloce (e del superamento del punto di maggior sforzo in cui si diminuisce la<br />
velocità esecutiva e si accumula conseguentemente tempo di lavoro), qualità che<br />
consente di sollevare un maggior tonnellaggio in minor tempo, quindi più intensità. Due<br />
possibilità:<br />
l) contrasto creato all'interno del movimento:<br />
a) contrasto creato dal partner - b) contrasto autocreato<br />
2) contrasto creato all'interno della serie: con due attrezzi già pronti, eseguire col primo 3-4<br />
ripetizioni con resistenza elevata + 2 ripetizioni esplosive con resistenza modesta (n.b.<br />
interessante anche fare una serie con 5-6 ripetizioni molto lente, quindi velocizzare<br />
l'esecuzione ed eseguire altre 5-6 ripetizioni); possibile anche inserire metodo del<br />
contrasto.<br />
CONSIDERAZONI SCIENTIFICHE SUL VOLUME MUSCOLARE<br />
Infatti, la forza essendo un mezzo e non un fine per il cultore, sarà bene tenere presente<br />
che, a differenza di tutti gli altri sportivi che cercano di ottenere il massimo risultato con il<br />
minimo dispendio energetico così da produrre il migliore e massimo gesto e poterlo<br />
ripetere, il body builder tenterà tutte le strade per sprecare il massimo dell'energia Con il<br />
minimo gesto tecnico così da creare la massima congestione in un tempo ridotto onde<br />
sfruttare gli ormoni anabolici ed evitare l' aumento di quelli catabolici (n.b. i livelli di GH<br />
aumentano in un esercizio fisico submassimale, 75-85% della V02 max del soggetto per<br />
circa un'ora). Va ricordato, a questo punto, come già anticipato, che il sistema endocrino è<br />
sottoposto a stress influenzato soprattutto dall'uso di sovraccarichi usati ad alta intensità e<br />
che le risposte ormonali sono condizionate da alcune variabili: 1) l'ordine in cui vengono<br />
eseguiti gli esercizi; il sovraccarico utilizzato e la intensità espressa; il numero complessivo<br />
di ripetizioni e serie; il tempo .di recupero fra ogni serie e fra gli esercizi.<br />
C'è una differenza di concentrazione fra ormoni in base al tipo di esercitazione:<br />
- il testosterone sierico è più elevato con l'uso di esercizi coinvolgenti più gruppi muscolari<br />
62
se si eseguono ripetizioni con carichi elevati (es. allenamento della forza - ipertrofia =<br />
esercizi di base, carichi elevati, basse ripetizioni 4-6, esecuzione lenta, lunghi recuperi<br />
aumentano il testosterone sia durante l'allenamento che a riposo, nei maschi).<br />
- Il GH è più elevato se si seguono programmi che coinvolgono più gruppi muscolari e si<br />
eseguono ripetizioni con carichi moderati (es. allenamento della velocità o della potenza o<br />
della forza resistente - ipertrofia = esercizi di base, carichi medi, alte ripetizioni 10-12,<br />
esecuzione aggressiva, bassi recuperi meno di un minuto, provocano significativi<br />
incrementi, tra l'altro in entrambi i sessi. Con conseguente lipolisi.<br />
NOTE DI FISIOLOGIA E BIOCHIMICA DEI SESSI<br />
N.B. E' bene, a questo punto, fare un distinguo negli allenamenti fra uomini e donne che<br />
hanno infatti diversa entità ormonale - energetica a livello generale e settoriale:<br />
- nella parte superiore una donna diminuirà il numero delle serie (stress ormonale) e delle<br />
ripetizioni (deplezione glicogeno) e forse anche delle sedute settimanali (resintesi<br />
glicogeno)<br />
- nella parte inferiore aumenterà il numero delle ripetizioni (anche con opportuni lavori a<br />
corpo libero e/o con attrezzi cosiddetti cardio-polmonari) e delle sedute settimanali, così<br />
da lavorare in lipolisi (date le maggiori riserve lipidiche) diminuendo le serie (stress<br />
ormonale).<br />
N.B. Altro concetto, a proposito, da ricordare è appunto quello di tonnellaggio ricordando<br />
che la via metabolica è data dai tempi di lavoro singolo e dal tempo assoluto per cui è<br />
necessario variare le ripetizioni e conseguentemente le serie cercando di totalizzare lo<br />
stesso tonnellaggio (no quindi 4x 5 - 3x5 - 2x5 ma per esempio 4x5 - 3x8 - 2xl0 che rende<br />
più equilibrato il volume totale di lavoro).<br />
Ecco un altro motivo per periodizzare con cicli che cambino le tante variabili possibili.<br />
Distruggere e ricostruire: le proteine muscolari sono continuamente sintetizzate e<br />
degradate. Lo sviluppo muscolare dipende da tale rapporto di sintesi e degradazione: la<br />
sintesi è aumentata dall'esercizio fisico e l'alimentazione fornisce i nutrienti base fra cui le<br />
proteine muscolari che sono regolate dagli ormoni anabolici e catabolici. Il segreto è<br />
allenarsi abbastanza per stimolare tale processo naturale non esagerando e creando<br />
conseguentemente cortisolo che ferma la sintesi. Quindi non solo stimolare ma ricostituire.<br />
E qui si innesta l'importante capitolo del recupero che inizia con la bibita reintegrante il<br />
patrimonio energetico ed elettrolitico (che dire del magnesio?) perché sino a che non si è<br />
ritrovata la giusta omeostasi cellulare il corpo non riprende l'attività anabolica; il recupero<br />
continua con tecniche di training, di raffreddamento, quindi docce calde e fredde alternate,<br />
massaggi, ricostituzione del glicogeno sino al riposo durante il quale aumentano i muscoli.<br />
Comunque l'esperienza dimostra che la chiave dello sviluppo è la varietà!<br />
Varietà che significa anche sviluppare tutti i componenti della cellula: allenare un<br />
componente sapendo che è il supporto di un altro (altro motivo per differenziare e<br />
alternare i microcicli).<br />
In definitiva significa che o si cambiano continuamente programmi d'allenamento o si<br />
programmano periodi allenanti i componenti attraverso metodi mirati allo sviluppo di<br />
differenti vie energetiche o si adottano allenamenti conseguenti alla teoria cellulare (vedi<br />
Punto I) comma a) della Fisiologia dell’ ipertrofia muscolare, secondo la quale un<br />
allenamento dovrebbe prevedere:<br />
a) un macrociclo composto da microcicli, di diverso periodo, allenanti progressivamente<br />
"Qualità fisiche" come la resistenza muscolare settoriale - resistenza organica - forza<br />
63
esistente - forza veloce - forza esplosiva che corrispondono a componenti cellulari, di<br />
diverse proporzioni, ma condizionabili che sono: capillari - mitocondri - sarcoplasma -<br />
miofibrille + tesssuto connettivo e fibre nervose<br />
b) una unità d'allenamento in cui, in diversa proporzione anche in base ai desideri ed alle<br />
necessità, si allenino tutti i componenti alternandoli in modo da creare il massimo della<br />
congestione.<br />
es.: piegamenti sulle braccia: max ripetizioni - croci su panca lO ripetizioni - croci ai cavi<br />
20 ripetizioni - panca con bilanciere 6-8 ripetizioni.- parallele alte max ripetizioni (più<br />
semplice se si usa lo stesso esercizio ma variando il numero di ripetizioni - meglio<br />
variando anche le angolazioni ).<br />
In questo modo abbiamo rispettato la specificità metabolica che nel lavoro per l'ipertrofia<br />
significa allenare tutte le vie energetiche e conseguentemente sviluppare il relativo<br />
componente (vedi comma a) del punto 2) principi allenamento.n.b.: poi dobbiamo<br />
rispettare il comma b) del punto 2) ovvero la specificità dell'angolo di contrazione e così si<br />
dovranno eseguire tutti gli esercizi cercando di usare tutte le varietà possibili di<br />
angolazione, inclinazione, presa di distanza e di mano pronata o/e supinata così da<br />
stimolare tutte le fibre possibili.<br />
Quindi, in ossequio al comma c) del punto 2) cercheremo di allenare, in modo il più<br />
settoriale possibile, sino ad allenare un arto la mattina ed uno la sera.<br />
TONELLAGGIO E CALCOLO INTENSITA’ ALLENAMENTO<br />
N.B. Nella periodizzazione è bene ricordare sempre che, in analogia al lavoro della cellula<br />
che ottiene maggior risultato se l’allenamento di un componente è preceduto<br />
dall’allenamento di un altro e seguito da un altro ancora che creano empatia bio-chomica<br />
(LA preceduto da O2 e seguito da CP), i microcicli avranno maggiori risultati se verranno<br />
stabiliti allenamenti complementari e sinergici in LA preceduti da 02 e seguiti da CP (questi<br />
però con pause molto ridotte nell' LA e con pause più lunghe nel ciclo per la ricerca della<br />
forza), ovvero allenanti il sarcoplasma stimolato da mitocondri e soprattutto capillari,<br />
messo in crisi da sfinimento delle miofibrille e del tessuto connettivo. In definitiva, a parte<br />
qualche strumentale sconfinamento in giù o in su, con carichi compresi fra il 55-60 per<br />
cento e l' 80-85 per cento del carico massimo singolo, i carichi medi sono più interessanti<br />
per l'ipertrofia perché congestionano di più e l'esecuzione è più precisa, quindi più mirata<br />
nel settore lavorato (è chiaro che vanno dedicati periodi ai carichi pesanti per aumentare la<br />
densità muscolare e mettere più chili sugli attrezzi così totalizzando maggior tonnellaggio<br />
nell'unità di tempo e periodi a carichi leggeri per capillarizzare e portare più nutrienti). Per<br />
questo si considerano più congestionanti e ipertrofiche le serie che prevedono la<br />
diminuzione del peso dell'attrezzo e la tenuta delle ripetizioni se non il loro aumento.<br />
Facciamo un esempio su 3 serie:<br />
1) 100 chili x 1O ripetizioni + 97,5 x 1O + 95 x 1O = 2.925 chili<br />
2) 100 chili x 1O ripetizioni + 100 x 9 + 100 x 8 = 2.700 chili<br />
n.b. si badi che il 2), tra l'altro, ha una esecuzione più lenta, maggiore tempo impiegato<br />
quindi e conseguentemente meno intensità.<br />
Dobbiamo pertanto cercare di sollevare un tonnellaggio totale maggiore nello stesso<br />
tempo o addirittura in meno ma, si badi, restando sempre nel recinto del 60 - 80 %.<br />
Ovvero sono più ipertrofiche serie effettuate con il 60% che con 1'80 % se la serie darà più<br />
chili eseguiti in un tempo minore, anche perché serie più leggere permettono minori tempi<br />
di recupero.<br />
Facciamo i conti con, per esempio, la panca piana e considerando kg.1OO di massimale<br />
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(meno è il peso, più è la velocità quindi l’unità di intensità):<br />
- 80 kg x 6 rip. = 480 kg : 12 = 40 unità (calcolando 2 secondi a ripetizione);<br />
- 70 kg x 12 rip. = 840 kg : 18 = 46,6 unità (calcol. 1,5 secondi a ripetizione);<br />
- 60 kg x 18 rip. = 1.080 kg : 18 = 54 unità (calcol. 1 secondo a ripetizione). Forse anche di<br />
più soprattutto come ripetizioni possibili col calo di peso. Si vede chiaramente come siano<br />
più intense, quindi ipertrofiche le serie con carichi minori. Sempre nel famoso 60-80 %.<br />
Ricordare sempre che ogni via energetica condiziona una diversa componente cellulare,<br />
quindi è necessario allenare a periodi tutte le vie energetiche, conseguentemente tutte le<br />
varie componenti!<br />
P.S. Sarebbe venuto il momento di parlare di alimentazione ed integrazione collegata alle<br />
vie energetiche, ai metabolismi, ai cicli, alle diete cosiddette di rimbalzo per ottimizzare i<br />
componenti, e tutto ciò che contribuisce ad avvicinare il Cultore al traguardo desiderato.<br />
Ma questa è una storia che narreremo un'altra volta!<br />
CONFRONTO FRA ALLENAMENTO CON BILANCIERE O MANUBRI<br />
Utile disquisire sulle diverse qualità acquisibili con i diversi attrezzi:<br />
- bilanciere: coinvolge più muscoli, conseguentemente permette di usare più peso e quindi<br />
di stimolare con maggior intensità i muscoli stessi - ne consegue che i muscoli vago tonici,<br />
strati più profondi, vengono maggiormente sollecitati creando un aspetto più massiccio<br />
- manubri: permettono una varietà maggiore di posizioni e direzioni, quindi sollecitano più<br />
fasce muscolari per il principio dell'angolo di contrazione.<br />
- conseguentemente sono talvolta più adatti per i lavori di preatletismo dovendo rispettare<br />
l'angolo di lavoro del gesto sportivo desiderato.<br />
- si considerano i manubri meglio per la definizione o per colmare carenze settoriali o di<br />
capi muscolari specifici.<br />
n.b. personalmente siano d'accordo con queste affermazioni, tra l'altro confermate sul<br />
campo, se la ricerca è la forza, il volume "brutto" ovvero senza considerare forme e<br />
disegni (sulla carta sono geneticamente dati e quindi non mutabili; invece, proprio grazie<br />
all'angolo di contrazione e alle contrazioni separabili fra distali e prossimali, in parte sono<br />
forme mutabili!), ovvero l'aumento delle masse e del peso corporeo. Se invece la ricerca è<br />
sì il volume, il massimo volume aggiungiamo ma non il peso, di tutte le fibre possibili ma<br />
con un tocco di ricerca della linea, cesellare e scolpire, allora sono in<strong>dispensa</strong>bili i manubri<br />
in tutte le varianti possibili o stabilite in base alle necessità e/o i bilancieri con tutte le<br />
inclinazioni e prese possibili. Più una capacità di controllo muscolare senza la quale<br />
difficile è il "sentire" il muscolo (ed anche in questo caso esiste un metodo per arrivare al<br />
controllo dei muscoli). Esempio:<br />
- panca declinata bassa 30°: stiramento max del pet torale inferiore ma in definitiva di tutto<br />
il pettorale se eseguito portando il bilanciere al collo e spingendolo leggermente in linea<br />
obliqua (presa stretta ripetiz. 14, media 13, larga 12) - panca orizzontale: esecuzione<br />
come nel precedente sia per la meccanica che per le prese (ripetizioni 12 -11 - 10) - panca<br />
inclinata alta 30°: esecuzione come nei precedenti (ripetizioni 10 - 9 - 8) - panca<br />
orizzontale: presa strettissima per interno + grande enfasi sul tricipite.<br />
n.b. si possono eseguire più o meno ripetizioni. anche caricando ad ogni serie successiva,<br />
scegliendo anche diverse pause di recupero in base alle vie energetiche.<br />
Si noti che oltre a tutti i capi articolari (condizione direi obbligatoria per i pluriarticolari) i<br />
muscoli vengono allenati con diverse vie metaboliche.<br />
QUANDO ALLENARSI?<br />
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Una analisi approfondita di alcuni dati darebbe più certezze al successo di un allenamento<br />
scientificamente programmato. Accontentiamoci di alcune pratiche considerazioni però<br />
fatte alla luce di alcune ricerche e studi che hanno mostrato validità interessante: psicofisio-morfologia<br />
tipologica così da stabilire attitudini morfo-psico-funzionali, ritmi organici<br />
circadiani e l’influenza del magnetismo lunare. In base a quanto detto possiamo ipotizzare<br />
allenamenti mirati in base all'obiettivo prefissato. Esempio:<br />
a) picco di massimo lavoro del cuore ore 11 - 13 quindi lavori cardio-fitness<br />
b) picco max circolazione sanguigna ore 19 - 21 lavori capillarizzanti o lattacidi c) picco<br />
energie generali ore 21- 23 quindi schede di potenza in CP<br />
d) max lavoro dell'intestino tenue ore 13 - 15 quindi nessun lavoro muscolare perché<br />
l'apparato digerente necessita del massimo apporto sanguigno che non può essere<br />
distolto pena diminuita assimilabilità e quindi energia.<br />
n.b. a ciò si aggiunga un dato scientifico che viene a confermare quanto asserito ovvero<br />
che i due picchi circadiani, durante i quali avviene la massima produzione di testosterone,<br />
cadono fra le 10-12 del mattino e le 18-20 della sera, momenti ideali per gli allenamenti.<br />
TECNICHE - METODICHE - PICCOLI TRUCCHI PER PIU' GRANDI RISULTATI COME<br />
ALTERNATIVA A PERICOLOSE SCORCIATOIE<br />
l) USO del BITE: per affrontare kinesiologicamente problemi di malocclusione.<br />
2) CECK-UP: delle unghie o del capello per valutare carenze energetiche o aggressioni<br />
ambientali e portare correttivi alimentari e/o come stile di vita.<br />
3) IL VISO COME MAPPA dello STATO DI SALUTE DEGLI ORGANI: se un organo<br />
soffre, quindi funziona male, una parte del viso lo denuncia con un diverso più intenso<br />
colore. Le possibilità sono varie: dalla dieta depurante, all'agopuntura, alla digitopressione<br />
(mani e piedi) sui punti corrispondenti agli organi, infine con la fitoterapia mirata all' organo<br />
che soffre.<br />
4) PROBIOTICI: ad ognuno il suo perché senza una perfetta flora intestinale nessun tipo<br />
di dieta o allenamento saranno fruttuosi.<br />
5) DIETA DEPURANTE; non cambiare mai dieta e/o micro-macrociclo d'allenamento<br />
senza aver dedicato. alcuni giorni, da stabilire in base alla durata del programma fatto e da<br />
fare, alla dieta depurante.<br />
6) ESERCIZI ANTI-CIFOSI: perché le patologie o comunque le cattive posizioni sono<br />
molto più comuni di quanto si creda...e una cattiva postura è l'anticamera di patologie<br />
ossee molto più gravi. Comunque ben respirare vuoi dire avere un costato aperto, quindi<br />
una colonna vertebrale correttamente impostata secondo le curve fisiologiche.<br />
E' logico tutto il conseguente dis<strong>corso</strong> sulla miglior nutrizione sanguigna, quindi muscolare.<br />
Per non parlare della componente psicologica.<br />
7) CHIROPRASSI: manipolazione eseguita da un operatore o autoindotta (collegata punto<br />
6) ricordando che ogni vertebra è collegata ad un organo.<br />
8) VISUALIZZAZIONE CREATIVA: perché è la mente che proietta e anticipa ogni<br />
possibile cambiamento. La ripetizione mentale di un movimento, prima della fase<br />
esecutiva materiale, dà una carica percentualmente molto elevata.<br />
9) TRAINING AUTOGENO: diverse le scuole ma tutte proponentesi una migliore<br />
conoscenza di sé con esercizi di sensazione calorica, cromatica, uditiva<br />
1O) GRUPPI SANGUIGNI, DIETA E CONSEGUENTI TIPI DI SPORT:<br />
Uno studio, per ora più come emozione propositiva che come scienza documentata ma<br />
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interessante anche come discussione da aggiungere alle bio-tipologie, è quello di Peter<br />
D'Adamo che considera i 4 gruppi sanguigni O - A - B - AB come la chiave interpretativa<br />
dei misteri della vita, della salute e della malattia. Conoscere il proprio gruppo e le<br />
correlazioni genetiche, sociali, evolutive significa, dice il ricercatore americano, difendersi<br />
dalle intolleranze alimentari, aumentare il potere di cura del proprio gruppo sanguigno, in<br />
definitiva raggiungere il proprio equilibrio biologico ed essere in armonia con il resto del<br />
creato.<br />
ALLENAMENTI PER ADOLESCENTI E RELATIVI CARICHI IN %<br />
Partendo dal presupposto che un adulto, fra i 20 ed i 40 anni, possa allenarsi con un<br />
carico oscillante nei vari cicli fra il 60 % e 1'80 %, potremmo ipotizzare:<br />
adolescenti: diminuzione di due unità % di carico per ogni anno (19 anni = 58 min. -<br />
78 % max. ; 18 anni 56-76 % ; 17 anni 54-74% parallelamente aumentando il lavoro<br />
aerobico) – VEDI “ALLENAMENTO CIRCOLARE PERIFERICO PER ADOLESCENTI” –<br />
Percentuali, quelle indicate, che corrispondono ad un aumento proporzionale delle<br />
ripetizioni. Quindi sotto i 20 anni si terranno le ripetizioni più alte e<br />
CONSEGUENTEMENTE<br />
TUTTE LE INDICAZIONI DI QUESTO STUDIO VANNO CORRETTE IN TAL SENSO SE<br />
NON ESPRESSAMENTE SPECIFICATE (SERIE E RIPETIZIONI SONO STATE COSI’<br />
INDICATE PER RISPETTARE IL TRADIZIONALE METODO SPERIMENTATO SULLA<br />
MAGGIORANZA E OGGI COMUNEMENTE ACCETTATO).<br />
(Parallelo con gli over anta: diminuzione, dopo i 40 anni, di una unità nel carico per anno<br />
(41 anni 59-79 % - 42 anni 58-78 % parallelamente aumentando il lavoro aerobico ma<br />
tenendo presente che comunque il lavoro coi carichi resta lattacido e quindi muscolizzante<br />
e stimolante a livello endocrino - con interessanti implicazioni a livello … sociale!).<br />
n.b. è ovvio che i carichi vanno anche considerati in base alla pericolosità kinesiologica<br />
degli esercizi (si confronti squat e pressa, panca e cavi crociati).<br />
ALIMENTAZIONE ED INTEGRAZIONE AMINOACIDICA – ALTRO<br />
(Da un <strong>corso</strong> tenuto dal nutrizionista Philippe Moret)<br />
Crediamo sia superfluo ora ricordare tutti i principi alimentari che il cultore ben conosce e<br />
che qualsiasi testo ormai riporta con dovizia di particolari. A nostro avviso è bene invece<br />
cercar di dare regole che ottimizzino l'assunzione dei nutrienti.<br />
l) Consigliabile rispettare le percentuali classiche che consigliano 50-55% di carboidrati,<br />
20-25 % grassi, 15-20% proteine, ma la pratica ha dimostrato che nell’allenamento con<br />
carichi lattacidi è bene correggere un po’ le percentuali aumentando un po’ l’introduzione<br />
di cibi proteici e diminuendo i grassi e i carboidrati, soprattutto i monosaccaridi salvando i<br />
complessi, facendo largo uso di verdure, frutta e legumi che possono essere un buon<br />
sostituto alle proteine animali.<br />
n.b. le proteine sono in<strong>dispensa</strong>bili altrimenti la bilancia del nitrogeno diviene negativa e le<br />
conseguenze sono innumerevoli: poca congestione, scarso recupero, ovviamente<br />
insufficiente aumento volumetrico, calo delle difese immunitarie. Inoltre il cortisolo prodotto<br />
da un intenso allenamento provoca un vero catabolismo azotato che viene contrastato da<br />
maggiori dosi di proteine.<br />
Il problema è il rapporto proteine - calorie totali che deve vedere un equilibrato<br />
proporzionale aumento di proteine nell'ambito di una dieta più calorica (e naturalmente<br />
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una quota di acqua proporzionalmente più elevata per eliminare le scorie azotate, anche<br />
usando prodotti fitoterapici per i reni).<br />
Formula: aptg (apporto proteico totale giornaliero) è uguale a: 1/5 per R.C.G (razione<br />
calorica giornaliera) : 4 + Peso corporeo: 2.<br />
Es: un culture di 60 kg. che introduce 2.000 calorie al dì potrà avere proteine:<br />
(1/5 x 2.000): 4 + (60:2) = 100 + 30 = 130 gr. Proteine (poco più di 2 gr. a chilo corporeo).<br />
n.b. Questa è una formula comunemente accettata per un adulto, formula corretta da Luis<br />
Laidet, per i minori di 18 anni, tra l’altro consigliando un maggior apporto di proteine<br />
vegetali, appunto!<br />
(1/5 x 2.000): 5 + (60:2)= 80 + 30 = 110 gr. Proteine (meno di 2 gr.a chilo)<br />
ATTENZIONE: va ricordato che l’uso di integratori può essere un buon metodo<br />
anche per diminuire il carico digestivo e non introdurre, con gli alimenti, altre sostanze<br />
indesiderate. MA non scordare due semplici osservazioni:<br />
ogni gr. di proteina necessita di un apporto supplementare di acqua per meglio eliminare i<br />
prodotti di rifiuto del materiale azotato.<br />
Che i gr. di integratori non devono sommarsi a quelli degli alimenti ma sostituirli, tuttalpiù.<br />
Pare più interessante procedere come sopra per i principianti e per l'aumento del peso e/o<br />
del volume muscolare: quindi a cicli, fra essi inserendo periodi di depurazione.<br />
GLI INTEGRATORI (proteine e aminoacidi) possono essere usati per 2 motivi:<br />
- aumentare il valore biologico degli alimenti quandi assunti ai pasti (pool)<br />
- espletare un ruolo anabolico, nel contempo agire da epato-protettori e fornire energia<br />
(sono i ramificati che da soli costituiscono il 30-50 % delle proteine muscolari) perché in<br />
10-15 minuti arrivano al fegato, attivano e velocizzano la neoglicogenesi, e restano elevati,<br />
a livello ematico, per diverse ore.<br />
Dosi e tempi di assunzione degli integratori associati ai pasti (quasi dissociati):<br />
- allenamenti 02 - allenamenti CP - LA .<br />
A digiuno: bere molta acqua + eventuale fitoterapico.<br />
n.b. bere molto, possibilmente lontano dai pasti.<br />
Mattina: Succo di frutta (minerali e vitamine) + colazione con carboidrati complessi (pane,<br />
meglio scuro), miele, proteine (in polvere o alimento).<br />
Metà mattina :frutta<br />
Mezzodì: carboidrati complessi (pasta, riso, kus kus, altro)+ poche proteine (carni bianche<br />
– pesce - legumi)<br />
Pomeriggio: frutta da sola o frullata con proteine<br />
Sera: pochi carboidrati, fibre, molte proteine, verdura cotta<br />
Allenamento:<br />
- un’ora prima frullato proteico o pane + carne o formaggio o atra proteina<br />
- durante: bibita. Formula: vedi sotto.<br />
n.b. prima di finire l'allenamento sarebbe bene assumere acqua e zuccheri, magari anche<br />
una banana molto matura. Praticare poi 10 minuti di ciclette a basso range aerobico per<br />
aiutare la resintesi del glicogeno e lo smaltimento delle tossine fra le quali l’acido lattico.<br />
Imparare l’uso della cartina tornasole per stabilite il livello di acidità o alcalinità dell’urina,<br />
con opportuni correttivi.<br />
- durante l'allenamento è bene bere, da subito prima, quindi ogni 10 minuti, per<br />
contrastare l'aumento della temperatura corporea correlato all'aumento della pressione, a<br />
piccoli sorsi di circa 100 cl. una bevanda così composta: l litro acqua, 1 gr sale, 10-20 gr<br />
fruttosio + 5-10 saccarosio + 5-10. maltodestrine e se si vuoi creare una spinta psicologica<br />
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forse più legata al placebo che al reale bisogno (ma quante cose fa la mente!) si può<br />
aggiungere una pastiglia effervescente di vitamine e/o sali (su consiglio medico).<br />
Prima di dormire: Un frullato proteico 80-90 %<br />
N.B. La chiave del successo è però Allenamento e Alimentazione ciclica!<br />
Frutto di ricerche "in corpore" personalmente ho trovato molto interessante e<br />
conseguentemente consiglio di provare questo:<br />
ALLENAMENTO A CIRCUITO PERIFERICO MUSCOLARE-CARDIACO<br />
L'allenamento si basa su alcuni principi di fisiologia:<br />
1) Tutti i lavori che oltrepassano i 20 minuti di training continuo, con una intensità media,<br />
migliorano la "fitness cardio-vascolare".<br />
2) All'interno della "multi-serie continua" si possono variare le vie energetiche creando<br />
conseguentemente un adattamento metabolico diverso nei differenti settori.<br />
3) Conseguentemente gli adattamenti tenderanno ad essere maggiormente:<br />
a) aerobici quindi di adattamento mitocondriale e capillare a livello cardiaco b) aerobicolattacido<br />
quindi di adattamento sarcoplasmatico e miofibrillare (con adattamenti ipertrofici<br />
conseguenti) a livello dei settori muscolari allenati e comunque tonicizzanti in tutte le aree<br />
muscolari per diminuzione percentualmente della componente grassa.<br />
N.B. E' importante, per ottenere un aumento dell'intensità metabolica specifica, aumentare<br />
il lavoro verso gli estremi della via energetica (sempre più aerobica per "l'allenamento"<br />
aerobico, quindi aumento dei tempi di lavoro e/o delle ripetizioni; sempre più<br />
sarcoplasmatica ovvero acido-lattica per "l'allenamento" muscolare).<br />
Questo anche per altri motivi che potremmo riassumere brevemente:<br />
1) l'allenamento di tutti i gruppi, anche se fatto non a serie ma a circuito, con la stessa<br />
intensità metabolica ovvero la stessa via energetica può ottenere tuttalpiù un<br />
miglioramento di quella specifica via non ottimizzando però il singolo settore in modo<br />
specifico differenziato<br />
2) la sola via aerobica può considerarsi ottima a livello cardio-vascolare ma non trofizzante<br />
a livello muscolare<br />
3) la sola via lattacida può considerarsi buona per i gruppi muscolari, non ottimale per il<br />
cuore che abbisogna anche di lavoro aerobico, ma alla fine diviene esageratamente<br />
"acida" costringendo il corpo alla disperata ricerca di quell’alcalinità che va ottenuta con<br />
una alimentazione povera di proteine e conseguente impoverimento del tessuto muscolare<br />
(quindi meglio alimentazione più proteica e diminuzione dell'acidità e aumento<br />
dell'alcalinità con allenamenti aerobici).<br />
N.B. l'alternanza dà invece risultati interessanti:<br />
a) il lavoro aerobico accellera il recupero dell'acido lattico attraverso una migliorata<br />
neoglicogenesi e quindi permette una successiva più intensa serie lattacida b) il lavoro<br />
anaerobico aumenta il battito cardiaco stimolando l'ipertrofia parietale del cuore (che<br />
diviene più "robusto"), ottenendo, l'alternanza di anaerobico-aerobico, conseguentemente<br />
un allenamento paragonabile all'interval training.<br />
n.b. Dovremo ora anche affrontare le varie differenze metodologiche e i diversi risultati<br />
morfofunzionali dei tanti possibili Circuit training.<br />
Sono possibili più circuiti con esercizi diversi e di diversa intensità:<br />
1. CIRCUITO<br />
Ciclette 4 minuti - Leg extension 20 ripetizioni - Corsa sul posto 2 minuti - Petto (croci con<br />
69
manubri) 18 ripetizioni - Saltelli alternati al cubo 1 minuto- Trazioni al lat-machine 15<br />
ripetizioni - Ciclette o runner 7 minuti –<br />
N.B. proseguendo con gli allenamenti è necessario aumentare il tempo di lavoro degli<br />
esercizi aerobici, con le stesse percentuali in proporzione, e diminuire le ripetizioni in quelli<br />
muscolari, naturalmente aumentando il carico.<br />
IL CIRCUITO n. 1 può essere ripetuto 2 - 3 VOLTE se viene praticato anche il Circuito n.2;<br />
da ripetersi anche 4 volte se resta il solo allenamento.<br />
Pause: tra gli esercizi massimo 15 - 20 secondi (se possibile nessuna pausa); fra i circuiti<br />
4 - 5 minuti (progressivamente da calare sino a 2 minuti). Ricordare però che il lavoro<br />
totale di ogni circuito deve superare i 20 minuti e se ciò non avvenisse sarà necessario<br />
allungare l'ultimo esercizio, la ciclette o il runner, tanto quanto necessita a suparare i<br />
fatidici 20 minuti.<br />
2. CIRCUITO<br />
Ciclette 5 minuti - da seduto, alzate laterali per deltoidi 18 ripetizioni - Lombari sulla panca<br />
iperextension ? ripetizioni - Tricipiti (su panca con 2 manubri) 15 ripetizioni - Addominali ?<br />
ripetizioni - Bicipiti (seduto con 2 manubri) 12 ripetizioni - Obliqui (rotazioni non totali con<br />
bastone) ? ripetizioni - Ciclette 3 minuti<br />
n.b. stesse indicazioni del circuito precedente (4 volte se solo; 2 volte se con il circuito n.<br />
1).<br />
CIRCUITO ALTERNATIVO (al posto del 2. per maggior enfasi zona centrale )<br />
Addominali - Deltoidi (manubri) - Obliqui - Tricipiti (manubri) – Addominali - Bicipiti<br />
(manubri) - Obliqui<br />
METODI POSSIBILI: Si possono alternare i Circuiti:<br />
a) circuito n. 1 + 2 (lunedì, mercoledì, venerdì) ripetendo 2 volte ciascuno<br />
b) circuito 1 (lunedì) - circ.2 (merc.) - circ. 1 (ven) - circ.2 (lunedì successivo). Consiglio:<br />
prima metodo a) per 1 - 2 mesi; poi metodo b) per 1 - 2 mesi; poi 2 settimane a testa.<br />
n.b.: la scelta degli esercizi è solo da esempio - ognuno deve scegliere in base alle proprie<br />
necessità morfo - fisiologiche; le ripetizioni hanno già una loro importanza - costruire altri<br />
circuiti.<br />
UN CONSIGLIO CONCLUSIVO:<br />
Consigliamo di approfondire quanto esposto su testi che ormai abbondano nella letteratura<br />
specialistica, soprattutto di materie base quali la Fisiologia, la Biochimica, la Teoria<br />
dell'allenamento, l'Anatomia, la Chinesiologia così da essere critici e conseguentemente<br />
dialettici nei confronti dei testi che spesso forniscono materiale "conclusivo" senza averne<br />
delineato le chiavi interpretative. L'ipse dixit aristotelico non funziona più nella moderna<br />
Società, soprattutto nelle cose che abbisognano di una seria interpretazione personale:<br />
vedi la Muscolazione che presenta troppe sfaccettature per essere limitata in schemi<br />
ascientifici.<br />
70
PARTE SECONDA: DALLA TEORIA ALLA PRATICA IN PALESTRA<br />
KINESIOLOGIA E MECCANICA DI ESECUZIONE<br />
ANALISI DEGLI ESERCIZI E LORO ESECUZIONE: RESPIRAZIONE.<br />
Dopo aver disquisito su quasi tutte le problematiche inerenti l’uso dei carichi è doveroso<br />
ricordare che l’esecuzione, come velocità – come maggiore enfasi nella fase concentrica o<br />
eccentrica – come pause di recupero – con tutte le varianti che abbiamo elencato – tutto<br />
cambia il risultato estetico e/o atletico.<br />
Ma c’è un metodo di lavoro che davvero fa la differenza:<br />
esecuzione con leggero momento di recupero, magari approfittando di ulteriori inspirazioni<br />
– espirazioni, tra la fase concentrica e quella eccentrica = MUSCOLAZIONE PER<br />
FINALITA’ SPORTIVE.<br />
esecuzione quasi in apnea respirando solo fra le ripetizioni.<br />
N.B. Questo secondo metodo =MUSCOLAZIONE PER IPERTROFIA, che dà grossi<br />
risultati plastici, contiene diversi rischi:<br />
- Esagerata concentrazione di lattato ematico con veloce insorgenza di stanchezza,<br />
diminuita capacità contrattiva psico-fisica quindi gestuale e conseguente facilità<br />
congestizia ad ogni occasione anche sportiva (più, nella parte inferiore, stasi venosa e<br />
magari, nelle donne, aumento di cellulite).<br />
- Grande tensione muscolare che, pur essendo una interessante premessa per ottenere la<br />
massima contrazione muscolare con il massimo risultato, può influire però<br />
pericolosamente sul sistema cardio-vascolare. Innaffi un lungo arresto degli atti respiratori<br />
provocano un aumento della pressione intro-toracica dalle normali 2 – 15 unità alle 40 –<br />
100 unità. La conseguenza è una compressione delle cavità venose e impossibilità del<br />
sangue di giungere alla parte destra del cuore con contemporanea corrispondente<br />
riduzione di apporto di sangue alla parte sinistra del cuore.(è il cosiddetto fenomeno di<br />
Valsala).<br />
La diminuzione del volume sistolico può provocare anemia cerebrale e ipossia<br />
dell’encefalo magari con perdita della conoscenza, come si è altre volte visto in gare di<br />
alto livello. Per evitare è bene adottare una respirazione ben dosata, con il mento mai<br />
abbassato sul petto, con pause tra la fase concentrica e quella eccentrica e una certa<br />
gradualità negli atti respiratori.<br />
N.B. Quanto detto non significa che non si possano anche eseguire allenamenti in<br />
LA (direi quasi in ipossia) MA significa che si debbano aggiungere, ad eventuali<br />
microcicli, alternadoli, altri microcicli di lavoro ad alta intensità aerobica = O2 . o un<br />
allenamento in LA ed uno in O2 o, durante lo stesso allenamento, serie alternate LA<br />
– O2 o prima O2, poi La, di nuovo O2. Questo per dare quella giusta ossigenazione<br />
alle cellule (mitocondri e capillari) e il giusto lavoro cardiaco.<br />
ESECUZIONE eseguita “come esempio” – NEURONI SPECCHIO<br />
Vale la pena ora ricordare recenti studi di neurobiologia della intersoggettività che<br />
dimostrano quale e quanta importanza abbia la capacità , in un circuito cerebrale che si<br />
attiva nell’area motoria del cervello, di rispecchiare le emozioni degli altri simulando nel<br />
proprio cervello appunto l’esperienza degli altri , meccanismo che si sa essere centrale<br />
negli interscambi sociali, quindi anche durante lezioni teoriche e forse ancor più pratiche.<br />
E’ banale ricordare quante volte ci si accorge che la risposta affettiva (dal semplice sorriso<br />
71
“da bar” ad uno “scambio di opinioni per un parcheggio” che può terminare con un<br />
ghignetto salvaonore sino a passione ben più intense) è determinata dal nostro modo di<br />
porci e di vedere l’altro (fisiognomica docet). E’ interessante allora riconoscere il ruolo dei<br />
neuroni specchio e della loro decisiva importanza nei comportamenti imitativi sino a<br />
identificarsi con l’altro provando per lui empatia. Ma questa capacità di immedesimarsi<br />
perfino negli stati d’animo di un altro ci ricorda quanto importante sia l’atteggiamento del<br />
docente nei confronti dell’allievo. Spiegare l’esercizio e le motivazioni della sua<br />
esecuzione sono importanti ma lo è ancor di più l’eseguire perfettamente l’esercizio stesso<br />
prima e magari contemporaneamente all’altro. Se c’è empatia viene attivato il<br />
funzionamento dei neuroni specchio, se c’è antipatia, paura, meccanismi diversi di difesa<br />
allora il funzionamento viene disattivato e la lezione è nulla, il tempo è perduto.<br />
BIBLIOGRAFIA – TESTI CONSIGLIATI PER APPROFONDIRE<br />
72<br />
1. ANDREA UMILI – Gli attrezzi per il corpo – Editori Calzetti e Mariucci<br />
2. ANDREA UMILI – Potenziamento Muscolare per Giovanissimi – S.S.S.<br />
3. ENRICO ARCELLI – Che cos’è l’allenamento – Società Stampa Sportiva<br />
4. BOSCO VIRU – Biologia dell’Allenamento – Società Stampa Sportiva<br />
5. FOX – Fisiologia dello Sport – Editore Grasso Bologna<br />
6. FEDERICO GATTA – Psicomotricità e Rubrica dei muscoli – S.S.S.<br />
7. ENRICO PIEROTTI – Dal Fitness al Body Building – Ed. Reverdito<br />
8. ALBERT SZENT-GYORGYI – La Natura della Vita e la Chimica della Contrazione<br />
Muscolare – Edizioni Einaudi<br />
9. CESARI-DIARA – I Paramorfismi – Nuove Edizioni Enrico Vallecchi<br />
10. SPATHOLZ – Atlante di Anatomia Umana Vol 1 – 2 – Ed. Pallardi<br />
11. PLAS – Guida alla Cardiologia dello Sport – Ed. Piccin<br />
12. TURINESE – Biotipologia – Tecniche Nuone – Milano<br />
13. DONATO MONACO - GIORGIO VISINTIN – La Formazione – Collana di Studi e<br />
Cultura – Centro Nazionale Sportivo Libertas<br />
14. ANTONIO DAL MONTE - MARCELLO FAINA – Fisiologia dell’Esercizio nell’Età<br />
Evolutiva – Divisione Attività Didattica – Scuola dello Sport<br />
15. MOREHOUSE – MILLER – Fisiologia dell’Esercizio – Il Pensiero Scientifico<br />
16. MARCO OPPENHEIMER – Elementi di Scienza delle Costituzioni umane – Centro<br />
Studi per l’Educazione Fisica – Bologna<br />
17. FORTUNIO – MORETTI – Elementi di Endocrinologia Applicata allo Sport –Società<br />
Stampa Sportiva - Roma<br />
18. PAUNNGER – POPPE – Servirsi della Luna – Tires (Bz)<br />
19. JEAN TEXIER – Visa pour le Body Building – Ed. Jibena Paris<br />
20. PHILIPPE MORET – La Nutrition en Question – Ed. Jibena Paris<br />
21. J.FERRE’ – PHILIPPE LEROUX – Préparation aux brevets d’etat d’éducateur<br />
sportif – Tome 1 – 2 – Ed. Amphora Paris
73<br />
DALLE LEZIONI TENUTE DAL PROF.ANDREA UMILI<br />
FACOLTA’ DI SCIENZE MOTORIE – CHIETI<br />
PRINCIPI DI CHINESIOLOGIA<br />
PRECAUZIONI DA OSSERVARE QUANDO SI USANO I SOVRACCARICHI<br />
Quando si affronta un programma di muscolazione, finalizzato a qualsivoglia obiettivo,<br />
bisogna tener presenti alcuni principi fondamentali per evitare l'insorgenza di traumi<br />
soprattutto ai tendini e ai legamenti, che vanno incontro facilmente a processi<br />
infiammatori.<br />
Bisogna innanzitutto ricordare che questi ultimi si adattano più lentamente dei muscoli a<br />
sopportare un determinato carico. La forza è un processo che dipende in gran parte<br />
dall'efficienza del sistema nervoso: variando la frequenza degli impulsi nervosi, ogni<br />
singola fibra può generare maggior tensione; lo stesso avviene coinvolgendo un numero<br />
maggiore di fibre di un muscolo; e ancora, la coordinazione tra i vari gruppi muscolari<br />
gioca un ruolo importante nel vincere una resistenza. Quindi il muscolo, potendosi<br />
avvalere velocemente di questi meccanismi, presto si adatta ad un carico che gli viene<br />
imposto, e le capacità di forza, nei principianti, crescono rapidamente.<br />
Invece i tendini e i legamenti, per sopportare adeguatamente e stabilmente un carico<br />
debbono far leva solo sulla struttura dei loro tessuti, e non su meccanismi nervosi, e quindi<br />
si impone, per essi, di attendere che avvengano le necessarie modificazioni biologiche per<br />
sopportare nuovi e più elevati impegni.<br />
Ne consegue che bisogna sostare su un determinato carico, un certo numero di giorni,<br />
almeno 10-15, prima di aumentarlo, anche se ci sarebbe la capacità di farlo, al fine di dar<br />
tempo anche a tendini e ai legamenti di adattarvisi. Insomma, il carico deve crescere non<br />
linearmente, ma "a scalino". Uno schema possibile potrebbe essere questo, per ogni<br />
esercizio: iniziare con un peso che permetta l'esecuzione di 8 ripetizioni; sempre con lo<br />
stesso peso, dopo alcuni giorni, passare a 10 ripetizioni, quindi a 12. Solo a questo punto,<br />
ossia dopo circa 2-3 settimane, a seconda del soggetto, il peso viene aumentato, tornando<br />
però ad eseguire 8 ripetizioni per serie. In quel frattempo in cui il peso è rimasto costante, i<br />
tendini vi si sono potuti adattare. Spesso invece, per affrettare i tempi o per assecondare<br />
le capacità di forza che si vedono crescere rapidamente, il peso viene aumentato troppo<br />
presto, e le conseguenze sui legamenti non tarderanno a farsi sentire.<br />
Un altro errore che frequentemente viene commesso, dai principianti, ma non solo da essi,<br />
è quello di considerare tutti i muscoli alla stessa stregua, quando invece essi sono molto<br />
diversi fra di loro. Per esempio, alcuni sono chiamati a svolgere compiti motori, altri, per<br />
contro, prevalentemente statici. I muscoli degli arti, p.es. sono tipicamente motori, mentre<br />
gli addominali e i paravertebrali hanno essenzialmente funzioni di tenuta, pur se, contraendosi,<br />
possono generare movimento. Orbene, in genere, le leve dei muscoli ad azione<br />
dinamica sono svantaggiose, ossia richiedono una grande forza per vincere una piccola<br />
resistenza. Ciò significa che nel punto in cui si inseriscono sull'osso viene ad esserci una<br />
fortissima sollecitazione anche per sollevare pesi poco significativi. L'inserzione del<br />
bicipite brachiale, p.es. è posta sull'avambraccio, proprio in prossimità del fulcro del<br />
gomito, con un braccio di leva, quindi, piccolissimo. Nessuno si sognerebbe di usare una<br />
leva così svantaggiosa per sollevare qualcosa. La natura, però, con questo sistema, ha<br />
voluto privilegiare l'aspetto dinamico della leva: essa sarà sì svantaggiosa dal punto di
vista della forza esercitata, ma enormemente vantaggiosa dal punto di vista della velocità<br />
e dell'ampiezza dei movimenti. Infatti, sempre riferendoci al bicipite, una minima<br />
contrazione di esso determina un grande spostamento angolare dell'avambraccio. Ne<br />
consegue che i muscoli con funzionalità dinamica, se si vogliono sottoporre ad un lavoro<br />
per il quale non sono adatti, debbono essere trattati con la massima attenzione e con<br />
grande prudenza, senz'altro maggiori di quelle che si debbono avere per i muscoli con<br />
funzioni statiche e di tenuta.<br />
74<br />
MACCHINE E BILANCIERI A CONFRONTO<br />
MACCHINE<br />
VANTAGGI SVANTAGGI<br />
SICUREZZA NELL'USO MOVIMENTI STEREOTIPATI<br />
MAGGIOR ISOLAMENTO MUSCOLARE SCARSO USO DEI MUSCOLI FISSATORI<br />
TEMPI DI APPRENDIMENTO PIU' BREVI SCARSO USO DEI MUSCOLI SINERGICI<br />
RIDOTTA VELOCITA' ESECUTIVA<br />
RITMO ESECUTIVO SEMPRE UGUALE<br />
SCARSO IMPEGNO COORDINATIVO<br />
MOVIMENTI PIU' INNATURALI<br />
BILANCIERI, MANUBRI, PALLE MEDICHE<br />
VANTAGGI SVANTAGGI<br />
MOVIMENTI PIU' NATURALI TEMPI PIU' LUNGHI DI APPRENDIMENTO<br />
IMPEGNO DEI MUSCOLI FISSATORI PIU'ASSISTENZA IN FASE DI<br />
POSSIBILITA' DI ESECUZIONE ESPLOSIVA<br />
MAGGIOR IMPEGNO DELLA<br />
POSSIBILITA' DI VARIAZIONI ESECUTIVE<br />
I giovanissimi, devono sviluppare soprattutto: CAPACITA' COORDINATIVE<br />
FORZA VELOCE<br />
quindi, devono preferibilmente eseguire esercizi di potenziamento a carico naturale e artificiale,<br />
con palle mediche, bilancieri e manubri.
PESI E DONNE: USO DEI CARICHI PER FINI NON AGONISTICI<br />
L'uso dei carichi da parte delle donne può avere le seguenti principali finalità:<br />
1 - TONIFICARE LA MUSCOLATURA<br />
2 - RIDURRE IL GRASSO CORPOREO<br />
3 - MIGLIORARE LA CIRCOLAZIONE LOCALE<br />
4 - CORREGGERE VIZI POSTURALI<br />
5 - PREVENIRE DANNI ALLA ZONA LOMBARE<br />
75<br />
TONIFICAZIONE<br />
La metodica non si differenzia da quella maschile, con l'applicazione dei vari sistemi che<br />
costituiscono il body building tradizionale e la Pesistica. L'effetto estetico nelle donne, però, è<br />
notevolmente diverso, dato che non si nota eccesso di trofia muscolare, ma un prevalente<br />
aumento del tono e della forza.<br />
BODY BUILDING PESISTICA<br />
(pesi medi, serie ad esaurimento, (pesi elevati, poche ripetizioni,<br />
pause di recupero incomplete ) pause di recupero complete)<br />
CARATTERISTICHE CARATTERISTICHE<br />
Utilizzo della via energetica anaerobicalattacida<br />
Aumento di tono muscolare<br />
Aumento della forza resistente<br />
Fasci muscolari in maggior evidenza<br />
Notevole <strong>formazione</strong> di tossine<br />
Sviluppo della rete circolatoria superficiale<br />
Contrazione prolungata, per tutta la durata della<br />
serie, con conseguente ostacolo meccanico alla<br />
circolazione, per creare un maggiore stress<br />
muscolare<br />
Utilizzo della via energetica anaerobicaalattacida<br />
Aumento di tono muscolare<br />
Aumento della forza massimale<br />
Muscolatura meno evidenziata<br />
Scarsa <strong>formazione</strong> di tossine<br />
Si attua anche una metodica più dolce, quella del FITNESS, con uso di pesi medi, serie non<br />
portate ad esaurimento, con un numero di ripetizioni di 10-15 per serie, e con pause di<br />
recupero non ridottissime. Vi è una minor produzione di tossine, nessuna ipertrofia, e<br />
sensibile aumento del tono.
CARICO NATURALE E ARTIFICIALE<br />
Il carico naturale è costituito dal peso del corpo dell'atleta stesso, che può essere modificato<br />
assumendo particolari atteggiamenti, o con l'ausilio di mezzi naturali, come l'acqua e terreni in<br />
pendenza, o di costituzione diversa (sabbia, erba). Il carico artificiale è rappresentato da<br />
macchine, bilancieri e manubri.<br />
ESECUZIONE ALL'ARIA APERTA<br />
76<br />
CARICO NATURALE<br />
VANTAGGI SVANTAGGI<br />
INDIPENDENZA DA ATTREZZATURE<br />
MAGGIORE SVILUPPO DELLA<br />
COORDINAZIONE<br />
MOVIMENTI PIU' NATURALI<br />
INDIPENDENZA DA CONDIZIONI<br />
METEOROLOGICHE<br />
CARICO ARTIFICIALE<br />
DIPENDENZA DA CONDIZIONI<br />
METEOROLOGICHE<br />
SCARSA REGOLABILITA' DEL CARICO<br />
SCARSA PERSONALIZZAZIONE DEL<br />
CARICO<br />
IMPRECISIONE DI RILEVAMENTO DEL<br />
CARICO<br />
DIFFICILE RIPRODUCIBILITA' DELLE<br />
CONDIZIONI<br />
VANTAGGI SVANTAGGI<br />
POSSIBILITA' DI PRECISARE IL CARICO<br />
PERSONALIZZAZIONE DEL CARICO<br />
CARICO MEGLIO REGOLABILE<br />
PIU' POSSIBILITA' DI VARIAZIONI<br />
ESECUTIVE<br />
MOVIMENTI UN PO' MENO NATURALI<br />
NECESSITA' DI DISPORRE DI ATTREZZI<br />
MAGGIORE ASSISTENZA INIZIALE<br />
Queste due tipologie di carico, quindi, vanno applicate a seconda delle esigenze, senza<br />
preconcetti di sorta. In linea generale, è preferibile passare dal carico artificiale a quello<br />
naturale, e non viceversa.
77<br />
ESEMPI<br />
CARICO NATURALE CARICO ARTIFICIALE<br />
PIEGAMENTI SULLE BRACCIA DISTENSIONE SU PANCA<br />
TRAZIONI ALLA SBARRA TRAZIONI AL LAT MACHINE<br />
CEDIMENTI ALLA SPALLIERA LEG CURL<br />
SALIRE DI CORSA LE SCALE SQUAT CON BILANCIERE<br />
Normalmente il culturismo non rispetta tali differenze di funzione dei muscoli del corpo umano, e<br />
tratta tutti i muscoli alla stessa stregua, imponendo un'ipertrofia forzata anche a quelli che per<br />
natura hanno una funzione dinamica. In tali casi bisogna almeno operare adottando le opportune<br />
precauzioni, ossia agire con molta gradualità, dando sufficienti recuperi, e dando ai tendi di<br />
inserzione il tempo di adattarsi ai nuovi carichi, con lo scopo di scongiurare l'insorgenza di traumi.<br />
Quando un muscolo agisce obliquamente su un segmento osseo, vincolato ad un'estremità, si<br />
determinano delle forze componenti che derivano dalla scomposizione della forza muscolare<br />
agente, secondo la direzione dei lati di un cosiddetto parallelogramma delle forze.<br />
Come si può vedere dalla figura 6, detto parallelogramma varia la sua forma e la dimensione dei<br />
suoi lati, a seconda dell'obliquità di inserzione del muscolo; obliquità che varia nel <strong>corso</strong> del<br />
movimento. La direzione di impianto del muscolo nel punto di inserzione, indica la direzione della<br />
diagonale del parallelogramma, la cui lunghezza è proporzionale all'intensità della contrazione.<br />
Dal punto di inserzione si traccia una retta perpendicolare al segmento osseo, che va ad incontrare<br />
la parallela allo stesso osso tracciata dall'estremità della diagonale. Dalla stessa estremità si<br />
traccia una perpendicolare al segmento osseo o al suo prolungamento, e così prende forma il<br />
parallelogramma. I lati di esso, che prendono origine dall'inserzione del muscolo, rappresentano le<br />
due componenti: quella che è situata sul piano del segmento osseo, dicesi componente statica;<br />
l'altra è detta dinamica. Quindi la componente statica può agire sull'osso o nel senso della<br />
trazione, allontanandolo dall'articolazione, o nel senso della pressione, premendolo contro di essa.<br />
Quanto maggiore è la componente statica, tanto minore è quella dinamica, ossia quella che<br />
realmente determina il movimento. La continua variazione relativa delle due componenti durante<br />
lo svolgimento di un'azione, comporta un diverso impegno di contrazione del muscolo impegnato<br />
nello sforzo. Se detto muscolo si contraesse con la stessa intensità durante tutto l'arco del<br />
movimento, varierebbe la velocità esecutiva: aumenterebbe in corrispondenza di una grande<br />
componente dinamica, e diminuirebbe quando prevale la componente statica. D'altra parte, se<br />
rimanesse costante la velocità esecutiva durante tutto l'arco del movimento, ciò comporterebbe un<br />
diverso impegno contrattile del muscolo, minore quando la componente dinamica è elevata, e<br />
maggiore quando lo è quella statica. Se durante l'esecuzione di un movimento, si potessero<br />
apportare continue variazioni di carico per compensare le variazioni di impegno, si otterrebbe un<br />
mantenimento di un'elevata intensità di contrazione per tutto l'arco di quel movimento. Ciò è<br />
attuato con l'impiego delle camme negli attrezzi: in pratica la camma aumenta la lunghezza del<br />
braccio della resistenza in corrispondenza di una maggior componente dinamica, e viceversa.<br />
Altre macchine, isocinetiche, obbligano il segmento osseo ad una velocità preregolata da<br />
meccanismi ad ingranaggi: il muscolo può contrarsi anche alla massima intensità, pur senza che ci<br />
sia un aumento di velocità quando prevale la componente dinamica.