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CENTRO REGIONALE SPORTIVO METODOLOGIA DI ALLENAMENTO E DELL'INSEGNAMENTO CON PARTICOLARE ATTENZIONE ALLE FASCE DI ATLETI PREADOLESCENTI RELATORE: ENRICO PIEROTTI 1 • dottore in psico-pedagogia • maestro di pesistica e cultura fisica Fipcf – Coni • direttore tecnIco settore Body Building del C.N.S.LIBERTAS • brevet a l’Ecole Superiore de Culture Physique

CENTRO REGIONALE SPORTIVO<br />

METODOLOGIA DI ALLENAMENTO E DELL'INSEGNAMENTO CON<br />

PARTICOLARE ATTENZIONE ALLE FASCE DI ATLETI PREADOLESCENTI<br />

RELATORE: ENRICO PIEROTTI<br />

1<br />

• dottore in psico-pedagogia<br />

• maestro di pesistica e cultura fisica Fipcf – Coni<br />

• direttore tecnIco settore Body Building del<br />

C.N.S.LIBERTAS<br />

• brevet a l’Ecole Superiore de Culture Physique


CURRICULUM VITAE di ENRICO PIEROTTI<br />

Nato il17. 06.1943 a Seregno (MI) - si trasferisce nel 1955 nella città materna di Merano.<br />

ATTIVITA' SPORTIVA<br />

Pratica atletica leggera (1956-57-58), baseball (1958-59-60), boxe (1959), nuoto (nel 61 ottiene il<br />

brevetto di assistente bagnanti, attività che svolge nelle stagioni estive 1962- 63-66-68-70-72-73).<br />

Pratica poi il culturismo e affronta qualche esperienza agonistica: terzo ai nazionali juniores<br />

1961, terzo ai nazionali seniores nel ’63 e secondo al nord Italia nel 1964.<br />

Si cimenta quindi nella pesistica (a livello interregionale), poi nella lotta greco-romana, nel judo<br />

e nel karate:1. Dan Wado Ryu nel 76- insegnante di Yoseikan Budo nel '80–2: Dan Settore<br />

Karate Contact -<br />

ATTIVITA' PREPARATORE SPORTIVO<br />

Istruttore di Franz Haller (campione del mondo 1979 di Full Contact). Allenatore della palestra<br />

in cui si preparava Norberto Oberburger che diventerà campione olimpico di pesistica.<br />

Allenatore di campioni italiani ed europei di Body Building.<br />

ATTIVITA’ PROMOZIONALE<br />

Fondatore ed allenatore di cinque palestre a Merano e tre fuori città.<br />

Cofondatore e presidente della federazione italiana di Yoseikan Budo (1978); Cofondatore<br />

dell'Associazione italiana culturismo e alzate di potenza (1980); presidente del Centro prov.le<br />

alto atesino cultura fisica e sport (associazione per I'ideazione e la promozione di eventi con<br />

finalità turistico-sportiva come gli Junior Milan Camp di calcio).<br />

ATTIVITA’ DA ISTRUTTORE - INSEGNANTE<br />

Direttore Tecnico nazionale e docente del settore Fitnesse body building del CNSL - CONI (dal 1985<br />

al 1996); docente ai corsi nazionali della Scuola Tecnici della FILPJK – CONI; docente all'ISEF di<br />

Urbino e nei corsi istruttori di vari Enti. Relatore a numerosi convegni sportivi, anziani, diversamente<br />

abili. Docente Scuola della Nuova Medicina–Bologna 1984 -Già membro della Commissione<br />

Insegnanti Tecnici e Docente federale della FIPCF-CONI – .<br />

STUDI : Laurea in Pedagogia ad indirizzo psicologico (Università di Padova) –<br />

Tre anni di Medicina a Ferrara (1973-75) –<br />

-Corso di chiropratica autoindotta a Milano - Alcuni corsi di “medicina naturale”<br />

ATTIVITA' DIRIGENZIALE e ATTIVITA’ LAVORATIVA<br />

Direttore di colonia marina a Cesenatico (1973 - 1983}; organizzatore sportivo di club vacanze.<br />

Per 6 anni (1998-2004) Presidente Meranarena S.r.l., Società di gestione delle strutture sportive<br />

pubbliche<br />

Insegnante di lettere dal 1968 al 1986; Direttore responsabile della rivista "Linea e Sport" dal<br />

1980 al 1986 e di Body's Magazine dal 1987 al 2001; promotore della ditta Panatta Sport per<br />

anni a livello nazionale per vendita e promozione Fiere a Rimini, Parigi, Bolzano.<br />

ATTIVITA' ORGANIZZATIVA<br />

Promotore ed Organizzatore: campionato italiano di Body Building [1965); campionato italiano<br />

alzate di potenza [1975); incontri internazionali di karate [1977-78-79); coorganizzatore del<br />

Campionato del mondo di body building all'Ergife di Roma [1984); decine di gare ed incontri a<br />

livello regionale ed interregionale, stages nazionali, manifestaioni promozionali tipo "Body<br />

Show"dal 1976 al 2008; dal 1991 al 2005, annualmente, i "Milan Junior Camp di Calcio".<br />

ATTIVITA' BIBLIOGRAFICA<br />

Autore di testi specifici: "Cos'è lo Yoseikan Budo" (1979) Ed. MEB Torino; "Dal Fitness al<br />

Body Building" (1990) - Ediz. Reverdito Tn.<br />

Varie dispense per decine di corsi tenuti in vari Comuni (Assessorati allo Sport - UPAD -<br />

Università terza età e ISEF) - "L'allenamento per adolescenti"; "Differenze metodologiche<br />

nell'allenamento femminile" "Anziani e palestra: una strategia vincente"; "II potenziamento<br />

coi carichi nei vari sport". Articolista mensile su diverse riviste (Danza – Pesistica – Body<br />

building)<br />

RICONOSCIMENTI<br />

Cavaliere, per meriti sportivi (1989); Alloro d'oro al merito sportivo dal CNSL-CONI {1992).<br />

2


3<br />

I N D I C E<br />

PARTE PRIMA Pag.<br />

Presentazione “ 4<br />

Allenamento giovanile in generale “ 5<br />

Fitness – Body Building – Preatletismo “ 19<br />

Gli esercizi del test di Bosco “ 22<br />

Differenze morfologiche nei giovanissimi “ 25<br />

Cenni di teoria e metodologia per la muscolazione. “ 27<br />

Vie energetiche ed adattamenti cellulari “ 28<br />

Tipi di contrazione per le varie componenti cellulari “ 30<br />

Proporzioni in allenamento dei vari gruppi muscolari “ 31<br />

Forma e funzione del muscolo “ 33<br />

Nota di fisiologia e biochimica dei sessi “ 38<br />

Fisiologia esercizio fisico in età evolutiva “ 38<br />

Dalla teoria alla pratica (programma di lavoro per un lungo<br />

periodo)<br />

“ 40<br />

2. macrociclo in analogia alla teoria cellulare “ 46<br />

Analisi scheda o Unità d’allenamento “ 48<br />

La valutazione dell’allungamento muscolare “ 50<br />

Analisi della tabella e dei singoli esercizi “ 54<br />

Metodiche – sistemi – tecniche d’allenamento “ 56<br />

Proporzione lavoro gruppi muscolari in allenamento “ 57<br />

Ipertrofia e caratteristiche fisiche “ 58<br />

Principi d’allenamento comuni a tutti gli atleti “ 59<br />

Tecniche d‘allenamento per l’ipertrofia “ 60<br />

Considerazioni scientifiche sul volume muscolare “ 62<br />

Tonnellaggio e calcolo intensità allenamento “ 64<br />

Confronto fra allenamento con bilancieri o manubri “ 65<br />

Tecniche – metodiche – piccoli trucchi per grandi risultati “ 66<br />

Alimentazione e integrazione aminoacidica “ 67<br />

Allenamento a circuito muscolare periferico “ 69<br />

“<br />

PARTE SECONDA<br />

Dalla teoria alla pratica in palestra: Kinesiologia e meccanica<br />

di esecuzione<br />

“ 71<br />

Analisi esercizi ed esecuzione: respirazione “ 71<br />

Teoria secondo i “Neuroni specchio” “ 71<br />

Bibliografia consigliata “ 72<br />

+PRINCIPI DI CHINESIOLOGIA:UNA LEZIONE DEL PROF.UMILI: “ 73


4<br />

PRESENTAZIONE<br />

Mi sia consentito aprire questa breve memoria con un’introduzione con la quale il<br />

prof. Andrea Umili, docente a Scienze Motorie di Chieti, presentava un’opera che da<br />

vent’anni è considerata una pietra miliare nel lungo cammino dello Sport e del<br />

Preatletismo per i giovani:<br />

“C’è una corrente di educatori fisici che vorrebbero introdurre l’uso dei pesi solo<br />

dopo la pubertà: ciò sembrerebbe in accordo con lo sviluppo ormonale e in tal modo<br />

si andrebbe di pari passo con esso. Gli stessi educatori, però, fanno largo uso del<br />

cosiddetto “carico naturale” entrando in evidente contraddizione con le loro<br />

premesse: scatti, corse in salita, salite e discese di gradini, corse sulla sabbia,<br />

piegamenti sulle braccia, ecc.. L’equivalenza “naturale = buono”, retaggio di<br />

concessioni roussoniane, è messa a cardine delle loro programmazioni e viene<br />

contrapposta alla relazione logica “artificiale = cattivo”. Decantando le acque e<br />

chiarificando le idee si nota come il bambino nella fiaba del Re nudo, che il carico<br />

naturale è spesso più intenso di quello artificiale; sempre, senza dubbio, più<br />

difficilmente regolabile. Invece l’uso di manubri e bilancieri è facilmente dosabile,<br />

controllabile personalmente sul posto, regolabile sulle effettive possibilità di ognuno,<br />

quindi, in altri termini, personalizzabile.<br />

Con questo, non certo vanno bandite le esercitazioni a carico naturale;<br />

semplicemente, vanno evitate distinzioni pretestuose: ogni esercizio va valutato per<br />

l’azione che produce, indipendentemente dalla naturalità o meno dell’attrezzo<br />

usato…..Particolare cura riveste il dosaggio del carico di lavoro e dell’intensità,<br />

variabile mese per mese e anno per anno, nonché la scelta delle esercitazioni,<br />

graduate per difficoltà, e con elevato indice di variabilità. Anche l’ordine di<br />

esecuzione ha un suo preciso significato. Con tutto ciò va evitata una applicazione<br />

acritica di esso: una volta compresi i principi informatori del programma, esso può e<br />

deve essere commisurato all’entità “soggetto -ambiente”, perché ogni persona è il<br />

risultato della complessa interazione col mondo circostante. Spetterà quindi<br />

all’Educatore, all’Allenatore, di tener conto dell’età psico-fisica del ragazzo, spesso<br />

diversa da quella anagrafica, del suo passato motorio, dell’attività fisica che svolge<br />

durante il giorno, della sua personalità, e di tante e tante altre cose ancora, per<br />

potergli adattarei il lavoro programmato.


A L L E N A M E N T O G I O V A N I L E IN GENERALE<br />

L’approccio multilaterale nella <strong>formazione</strong> giovanile può essere una validissima arma<br />

contro i pericoli insiti nella specializzazione precoce, ovvero un prematuro intervento<br />

unilaterale tendente ad esasperare gli aspetti specifici della disciplina praticata.<br />

Se è vero che l’attività motoria e sportiva apporta notevoli benefici a livello fisico e<br />

psichico è anche vero che una SPECIALIZZAZIONE PRECOCE può comportare<br />

seri rischi come:<br />

- la tras<strong>formazione</strong> e specializzazione precoce degli organi e apparati più sollecitati;<br />

- perdita interesse causa monotona ripetitività delle esercitazioni proposte.<br />

Queste due situazioni possono avere come conseguenza:<br />

- la stagnazione delle prestazioni in quanto l’atleta possiede un ristretto bagaglio di<br />

schemi motori e quindi riesce ad operare solo in determinate situazioni<br />

standardizzate;<br />

- la facilità di traumi all’apparato locomotore in quanto il sistema muscolare presenta<br />

squilibri, spesso notevoli, tra le varie regioni del corpo;<br />

- soprattutto nelle discipline con gesto asimmetrico possono sorgere o accentuarsi<br />

gli atteggiamenti viziati e predisporre ai paramorfismi;<br />

- l’abbandono precoce della disciplina praticata per mancanza di nuovi stimoli motori<br />

e psicologici.<br />

Quindi, se il talento è una dote innata, è anche vero che il risultato sportivo è il frutto<br />

del passaggio graduale attraverso la motricità di base e la preparazione fisica<br />

generale, per giungere poi alla specificità del gesto atletico.<br />

Il principale obiettivo della preparazione sportiva giovanile dovrebbe essere quello di<br />

una costruzione di base delle capacità motorie, ovvero dello sviluppo armonico<br />

generale del fisico, in un contesto di educazione e <strong>formazione</strong> della personalità. Solo<br />

nel rispetto delle leggi che regolano l’accrescimento fisiologico e psicologico è<br />

possibile garantire al fanciullo, e quindi al futuro atleta, i benefici effetti di una sana<br />

attività fisica ed il risultato sportivo.<br />

5


6<br />

Benefici indotti dall’allenamento sportivo in età giovanile<br />

APPARATO MUSCOLO-<br />

SCHELETRICO<br />

SISTEMA ENDOCRINO-<br />

METABOLICO<br />

APPARATO<br />

CARDIOCIRCOLATORIO E<br />

RESPIRATORIO<br />

COMPORTAMENTO E<br />

PERSONALITÀ<br />

- Corretta postura.<br />

- Migliore mobilità articolare.<br />

- Tonicità delle masse muscolari.<br />

- Rapporto pondo-staturale favorevole.<br />

- Aumento della massa magra attiva e<br />

riduzione della massa grassa.<br />

- Corretta regolazione del controllo<br />

diencefalico dell’appetito.<br />

- Corretto assetto glico-lipidico.<br />

- Bradicardia.<br />

- Valida gittata sistolica.<br />

- Miglioramento della irrorazione periferica<br />

(capillarizzazione).<br />

- Facilitato ritorno venoso.<br />

- Pressione arteriosa favorevole.<br />

- Bradipnea.<br />

- Incremento dei volumi polmonari.<br />

- Rapida riduzione della frequenza cardiaca<br />

e respiratoria dopo sforzo.<br />

- Incremento della potenza aerobica.<br />

- Buon controllo emotivo.<br />

- Buona adattabilità.<br />

- Valida autostima.<br />

- Buona capacità di socializzazione.


7<br />

Principali alterazioni dell’apparato muscolo-scheletrico<br />

che possono derivare dalla specializzazione precoce<br />

SCOLIOSI: Deviazione in senso laterale e rotatorio della colonna.<br />

CIFOSI: Aumento della curvatura dorsale fisiologica della colonna.<br />

LORDOSI: Aumento della curva lombare fisiologica della colonna:<br />

DORSO PIATTO: Diminuzione delle curve lordotica e cifotica fisiologiche.<br />

SCAPOLE ALATE: Abnorme sporgenza del margine vertebrale delle<br />

scapole.<br />

GINOCCHIO VALGO: Deviazione verso l’esterno dell’asse verticale della<br />

gamba.<br />

GINOCCHIO VARO: Deviazione verso l’interno dell’asse verticale della<br />

gamba.<br />

GINOCCHIO RICURVATO: Iperestensione del ginocchio oltre i 180°.<br />

PIEDE PIATTO: Appiattimento della concavità mediale della pianta del<br />

piede.<br />

PIEDE VALGO: Posizione viziata del piede in pronazione.<br />

PIEDE VARO: Posizione viziata del piede in supinazione.<br />

Le alterazioni morfologiche si definiscono:<br />

Atteggiamenti viziati: difetti del portamento correggibili volontariamente.<br />

Paramorfismi: difetti del portamento, che senza alcuna modificazione<br />

ossea, alterano l’armonico sviluppo dell’organismo. Sono difetti lievi che<br />

se ben curati non comportano alcun problema.<br />

Dismorfismi: alterazioni strutturali ossee e muscolo-legamentose che<br />

inducono atteggiamenti posturali errati non reversibili.<br />

Nella strutturazione temporale del processo di allenamento giovanile si possono<br />

identificare QUATTRO TAPPE e relative fasce di età:<br />

6-8 ANNI: Attività motoria ludica, gioco in tutte le sue forme (100%).<br />

9-11 ANNI: Attività motoria ludica (80%) e <strong>formazione</strong> di base (20%).<br />

12-14 ANNI: Formazione fisica generale (50-60%) e iniziazione all’apprendimento<br />

delle tecniche sportive specialistiche (40-50%).<br />

15-16 ANNI: Formazione fisica generale e specifica (40-50%) e iniziazione<br />

all’allenamento sportivo specialistico (50-60%)<br />

Alle varie fasi dell’accrescimento corrispondono dei limitati periodi di tempo dello<br />

sviluppo durante i quali vi è una reazione più intensa, rispetto ad altre fasi, a<br />

determinati stimoli di sviluppo delle capacità motorie (FASI SENSIBILI).


Possibilità interventi su capacità motorie in varie fasce di età<br />

ETÀ<br />

(anni)<br />

6-8<br />

9-11<br />

12-14<br />

15-16<br />

8<br />

FORZA RAPIDITÀ RESISTENZA<br />

ORGANICA<br />

Blando<br />

intervento<br />

sul trofismo<br />

muscolare<br />

Intervento<br />

progressivo<br />

sul trofismo<br />

muscolare<br />

Intervento<br />

progressivo<br />

sulla forza<br />

relativa<br />

(carico<br />

naturale)<br />

Progressivo<br />

e graduale<br />

intervento<br />

(forza<br />

generale e<br />

forza rapida)<br />

con carico<br />

naturale e<br />

pesi liberi da<br />

bassi a medi<br />

Intervento<br />

progressivo<br />

Età ottimale<br />

di intervento<br />

Tende a<br />

stabilizzarsi<br />

per poi<br />

decrescere<br />

Tende a<br />

decrescere<br />

CAPACITÀ<br />

COORDINATIVE<br />

Instabilità Età ottimale di<br />

psicologica per intervento<br />

impegni ripetitivi<br />

e prolungati<br />

Intervento<br />

progressivo<br />

Progressivo e<br />

graduale<br />

intervento<br />

Età ottimale di<br />

intervento<br />

(anche<br />

resistenza<br />

specifica)<br />

Età ottimale di<br />

intervento<br />

Tendono a<br />

stabilizzarsi per poi<br />

decrescere<br />

Tendono a<br />

decrescere<br />

(alcune)<br />

MOBILITÀ<br />

ARTICOLARE<br />

Blando<br />

intervento<br />

Età ottimale di<br />

intervento<br />

Età ottimale di<br />

intervento<br />

Tende a<br />

stabilizzarsi per<br />

poi decrescere<br />

Il tipo di <strong>formazione</strong> fisica e il contenuto delle competizioni seguono un per<strong>corso</strong> di<br />

progressività e gradualità che si estende per tutto l’arco evolutivo tenendo sempre<br />

presente lo stadio di sviluppo fisico e psichico.


9<br />

6-8<br />

ANNI<br />

9-11<br />

ANNI<br />

12-14<br />

ANNI<br />

Contenuti dell'attività di <strong>formazione</strong> e delle competizioni<br />

CONTENUTI DELL'ATTIVITA' DI FORMAZIONE E DELLE<br />

COMPETIZIONI<br />

-Esercizi formativi con carattere di gioco (correre, saltare,<br />

superare ostacoli, arrampicarsi, nuotare, ecc.)<br />

-Giochi collettivi (“staffette” comprese)<br />

-Giochi sportivi con regole semplificate<br />

-Acrobatica elementare ed esercizi per lo sviluppo dell’equilibrio<br />

(pattinare, andare in bicicletta, sciare, andature su cordoli, assi,<br />

ecc.)<br />

-Esercizi di flessibilità.<br />

Le competizioni si “confondono” con le altre attività e sono,<br />

comunque, scelte tra esse. Non ci sono competizioni<br />

specialistiche. In teoria, non si ripete due volte la stessa<br />

“occasione di gara”.<br />

-Esercizi di ginnastica formativa (preparazione fisica a carico<br />

naturale)<br />

-Esercizi formativi individuali con carattere di gioco come nella<br />

fascia precedente<br />

-Giochi sportivi con regole semplificate<br />

-Acrobatica elementare ed esercizi per lo sviluppo dell’equilibrio<br />

(pattinare, andare in bicicletta, sciare, andature su cordoli, assi,<br />

ecc.)<br />

-Esercizi di flessibilità.<br />

Le competizioni si “confondono” con le altre attività e sono,<br />

comunque, scelte tra esse. Non ci sono competizioni in cui ci si<br />

specializza.<br />

-Addestramento tecnico soprattutto in forma globale<br />

-Elementi di ginnastica formativa (preparazione a carico naturale)<br />

-Giochi sportivi con regole effettive<br />

-Forme più complesse di acrobatica ed esercizi più complessi per<br />

lo sviluppo dell’equilibrio<br />

-Esercizi di flessibilità<br />

-Esercizi formativi individuali (scelta più ristretta rispetto alla<br />

gamma indicata per la fascia precedente).<br />

Comincia a delinearsi la tendenza verso un tipo di sport e a<br />

delimitarsi il numero delle specialità in cui competere. La<br />

competizione è ancora uno dei mezzi di allenamento e di<br />

<strong>formazione</strong>.


10<br />

15-16<br />

ANNI<br />

-Addestramento tecnico in forma analitica e globale,<br />

comprendente anche esercizi di gara<br />

-Preparazione fisica generale a carico naturale e altri mezzi di<br />

allenamento per le qualità complementari (esercizi generali)<br />

-Preparazione fisica specifica (esercizi speciali)<br />

-Altri mezzi di allenamento delle qualità fondamentali<br />

-Esercizi di flessibilità<br />

-Giochi sportivi che presentino, dal punto di vista delle qualità<br />

fisiche richieste, la maggiore attinenza con la specialità sportiva<br />

prescelta.<br />

Per le competizioni la scelta è delimitata e mirata, con elementi<br />

di “policoncorrenza”.<br />

METODI ED ESERCIZI PER IL MIGLIORAMENTO DELLE CAPACITÀ MOTORIE<br />

Parte integrante della processo di allenamento, la preparazione fisica viene attuata<br />

secondo due modalità:<br />

- LA PREPARAZIONE FISICA GENERALE, che comprende tutte le forme di<br />

allenamento tendenti a conferire una migliore condizione organica e muscolare<br />

generale;<br />

- LA PREPARAZIONE FISICA SPECIFICA, fase successiva, dove le forme allenanti<br />

sono selezionate in funzione della disciplina praticata e quindi hanno, come<br />

obiettivo, il miglioramento delle abilità motorie sportive proprie della gara.<br />

Ogni gesto e attività motoria è il risultato sinergico delle varie CAPACITA'<br />

MOTORIE, con accentuazione di quella richiesta dalle caratteristiche specifiche<br />

della attività svolta.<br />

Una breve CLASSIFICAZIONE è la seguente:<br />

- Capacità Condizionali: determinate principalmente dai processi energetici, plastici<br />

e metabolici (forza, rapidità, resistenza);<br />

- Capacità Coordinative: determinate essenzialmente dai processi di organizzazione,<br />

controllo e regolazione del movimento;<br />

- Mobilità Articolare: determinata dalla struttura anatomo-funzionale della<br />

articolazione e del muscolo.


11<br />

TROFISMO E FORZA MUSCOLARE<br />

Sugli aspetti generali della forza e sui principi metodologici.<br />

"FORZA E IPERTROFIA MUSCOLARE":<br />

- Aspetti della forza muscolare<br />

- Principi e parametri generali.<br />

- Mezzi utilizzati a confronto.<br />

Metodi miglioramento del trofismo e della forza muscolare<br />

Dagli otto agli undici anni si possono proporre esercizi, eseguiti singolarmente o a<br />

coppie, tendenti a migliorare il trofismo muscolare generale. Quindi carico naturale in<br />

posizioni che permettano la esecuzione di molte ripetizioni (20-25) nell’ambito di<br />

ciascuna serie. Dai dodici ai quattordici anni questo tipo di lavoro assume maggiore<br />

importanza a causa del rapido sviluppo in altezza e la conseguente disarmonia<br />

morfocinetica legata essenzialmente alla dismetria tra sviluppo staturale e trofismo<br />

muscolare. Pertanto il miglioramento del trofismo muscolare e della forza relativa,<br />

utilizzando il carico naturale o piccoli pesi liberi, può essere molto utile per prevenire<br />

gli atteggiamenti viziati ed i paramorfismi.<br />

Intorno ai 14 anni si può agire progressivamente sulla forza generale (costruzione<br />

muscolare) e su quella rapida utilizzando anche pesi liberi adeguati.<br />

Tipo di<br />

stimolo<br />

FORZA<br />

GENERALE<br />

Metodo delle serie e delle ripetizioni - Parametri di lavoro<br />

Intensità del<br />

carico<br />

rispetto al<br />

massimale<br />

carico<br />

naturale o<br />

pesi liberi<br />

adeguati al<br />

numero di<br />

ripetizioni<br />

richiesto<br />

Numero di<br />

serie per ogni<br />

allenamento<br />

Numero di<br />

ripetizioni in<br />

ogni serie<br />

4-6 a<br />

“esauriment<br />

o” (14-16<br />

ripetizioni<br />

per i 13-14<br />

anni e 8-12<br />

ripetizioni<br />

per i 15-16<br />

anni)<br />

Ritmo di<br />

esecuzione<br />

fluente e<br />

controllato<br />

Tempo di<br />

recupero tra<br />

le serie<br />

Completo<br />

(almeno 3<br />

minuti)


FORZA<br />

RAPIDA<br />

FORZA<br />

RESISTENTE<br />

12<br />

carico<br />

naturale o<br />

pesi liberi<br />

adeguati al<br />

numero di<br />

ripetizioni ed<br />

al ritmo<br />

esecutivo<br />

richiesti<br />

carico<br />

naturale o<br />

pesi liberi<br />

adeguati al<br />

numero di<br />

ripetizioni<br />

richiesto<br />

4-6 massimo<br />

sotto i 6-8<br />

secondi<br />

3-4 a<br />

“esauriment<br />

o” (25-40<br />

ripetizioni)<br />

più veloce<br />

possibile<br />

(fluente e<br />

controllato in<br />

fase<br />

eccentrica)<br />

fluente e<br />

controllato<br />

Completo<br />

(almeno 3<br />

minuti)<br />

Incompleto<br />

(1-2 minuti)<br />

- Per le fasce al disotto dei 13 anni si consiglia solo un lavoro di trofismo muscolare<br />

con carico naturale che permetta almeno 20-25 ripetizioni per ciascuna serie.<br />

- Per "esaurimento" deve intendersi l'esecuzione fino a stanchezza non esasperata<br />

mantenendo le giuste coordinazioni esecutive.<br />

Metodo del circuito - Parametri di lavoro<br />

Sono gli stessi utilizzati con il "Metodo delle serie e delle ripetizioni", in<br />

particolare:<br />

- il numero di serie viene sostituito con il numero di giri;<br />

- il recupero tra le stazioni (serie) può essere ridotto in quanto vengono<br />

coinvolti a rotazione diversi distretti muscolari. Per la Forza resistente si<br />

riduce ulteriormente.<br />

- il recupero tra i giri deve essere completo (mediamente 4-6 minuti e<br />

comunque adattato ai singoli atleti).).<br />

Tra le singole stazioni tenere sotto controllo che la frequenza cardiaca<br />

affinché non oltrepassi soglie non adatte alla condizione fisica e all'età<br />

dell'atleta (circa 120-130 per i più giovani e 140-150 per i 15-16 anni).<br />

Eventualmente allungare le pause di recupero.<br />

Alcune caratteristiche dell'allenamento a carico naturale:<br />

- crea i presupposti per l’adattamento biologico dell’apparato locomotore e per il<br />

miglioramento della forza generale;<br />

- è utile per il miglioramento della forza resistente nelle percentuali di carico a<br />

intensità più basse e della forza rapida nelle percentuali di carico che permettono<br />

ritmi esecutivi molto veloci;<br />

- incide notevolmente sullo sviluppo delle capacità coordinative e della rapidità;


- non richiede complessi attrezzi di supporto;<br />

- se applicato con progressività e gradualità riduce al minimo il rischio di traumi<br />

all'apparato locomotore;<br />

- difficilmente può essere utilizzato per la forza massima, forza resistente e forza<br />

rapida nelle percentuali di carico più alte;<br />

- non permette la graduazione del carico in maniera precisa e progressiva. Questo<br />

aspetto diventerà sempre più evidente nel proseguimento degli allenamenti<br />

quando occorreranno carichi sempre maggiori. Gli svantaggi si possono ridurre<br />

aggiungendo un semplice carico artificiale (cintura o giubbetto zavorrati, cinturini<br />

zavorrati per polsi e caviglie, ecc.).<br />

Alcune caratteristiche dell'allenamento a circuito:<br />

- ottimo per migliorare le capacità coordinative, la rapidità e velocità o la resistenza<br />

organica generale;<br />

- per la forza muscolare, può essere un mezzo integrativo per l’allenamento<br />

giovanile o anche un'alternativa per atleti non di livello o principianti che,<br />

disponendo di un tempo di allenamento limitato, desiderano migliorare<br />

contemporaneamente la forza muscolare e la resistenza organica;<br />

- offre la possibilità di far esercitare più atleti contemporaneamente, o in rapida<br />

successione, su uno spazio relativamente piccolo;<br />

- il passaggio continuo da un esercizio all’altro, specialmente negli esercizi più<br />

complessi, rende poco efficace l’effetto di sommazione degli stimoli ottimali (forza<br />

in generale);<br />

- a causa dei passaggi distanziati (stimoli) sullo stesso distretto muscolare, non<br />

consente di elevare e mantenere alto a lungo il metabolismo locale (forza<br />

resistente e ipertrofia);<br />

- sempre a causa dei passaggi distanziati sullo stesso distretto muscolare, non<br />

offre il tempo sufficiente di concentrarsi adeguatamente per di inviare in maniera<br />

intensa e selettiva gli impulsi nervosi alle fibre muscolari (forza massima e forza<br />

rapida). Sempre per la stessa ragione incide con minore enfasi sul miglioramento<br />

della tecnica esecutiva.<br />

13


Esercizi per migliorare il Trofismo e la Forza generale utilizzando il solo<br />

carico naturale<br />

RAPIDITÀ E VELOCITA'<br />

Aspetti generali della rapidità e velocità e sui principi metodologici della<br />

"RAPIDITA' E COORDINAZIONE":<br />

Metodi di miglioramento della Rapidità e Velocità<br />

I metodi per migliorare la rapidità e la rapidità consistono generalmente in:<br />

- giochi di squadra in campi ridotti;<br />

- esercizi a carico naturale (minimo possibile) eseguiti alla velocità max senza<br />

14


aggiungere affaticamento (non più di 6-8 secondo per serie);<br />

- percorsi e circuiti specifici;<br />

- piccola acrobazia.<br />

Come per tutte le capacità motorie, per migliorare la velocità e la rapidità occorre<br />

stimolarle adeguatamente per almeno 2-3 volte a settimana.<br />

15<br />

Percentuale<br />

del carico<br />

riferita al<br />

massimale<br />

Carico<br />

naturale<br />

minimo<br />

possibile<br />

Metodo delle serie e delle ripetizioni - Parametri di lavoro<br />

Numero di serie<br />

per ogni<br />

esercizio<br />

6-8<br />

Numero di<br />

ripetizioni per<br />

serie<br />

massimo<br />

sotto i 6-8<br />

secondi<br />

Ritmo<br />

esecutivo<br />

più veloce<br />

possibile<br />

Metodo del circuito - Parametri di lavoro<br />

Recupero tra<br />

le serie<br />

Completo<br />

(almeno 3<br />

minuti)<br />

Sono gli stessi utilizzati con il "Metodo delle serie e delle ripetizioni", in<br />

particolare:<br />

- il numero di serie viene sostituito con il numero di giri;<br />

- il recupero tra le stazioni (serie) si annulla, pertanto il passaggio tra<br />

una stazione avviene senza soluzione di continuità.<br />

- il recupero tra i giri deve essere completo (mediamente 4-6 minuti e<br />

comunque adattato ai singoli atleti).<br />

RESISTENZA ORGANICA<br />

Aspetti generali della resistenza e sui principi metodologici sulla,<br />

"RESISTENZA ORGANICA":<br />

Metodi di miglioramento della Resistenza generale<br />

Oltre alla classica corsa prolungata, nuoto, sci di fondo, ciclismo, ecc., disponendo di<br />

piccoli spazi risultano ottimi i giochi di squadra ed i circuiti.<br />

Come per tutte le capacità motorie, per migliorare la resistenza occorre stimolarla<br />

adeguatamente per almeno 2-3 volte a settimana.


16<br />

Percentuale<br />

del carico<br />

riferita al<br />

massimale<br />

carico<br />

naturale<br />

adeguato al<br />

numero di<br />

ripetizioni<br />

richiesto<br />

Numero di<br />

esercizi<br />

Metodo del circuito - Parametri di lavoro<br />

6-12<br />

(coinvolgenti<br />

più gruppi<br />

muscolari in<br />

ciascun<br />

esercizio)<br />

Numero<br />

di<br />

Ritmo<br />

ripetizioni<br />

esecutivo<br />

per<br />

esercizio<br />

oltre 50 o<br />

tempo di<br />

lavoro di<br />

almeno<br />

20<br />

secondi<br />

fluente e<br />

controllato<br />

Recupero<br />

tra gli<br />

esercizi<br />

adeguato<br />

a<br />

mantenere<br />

la<br />

frequenza<br />

cardiaca a<br />

circa 120-<br />

130 (sotto<br />

i 14 anni)<br />

e 140-150<br />

(15-16<br />

anni)<br />

Numero<br />

di giri<br />

tale da<br />

superare<br />

i 10-15<br />

minuti di<br />

lavoro<br />

Recupero<br />

tra i giri<br />

adeguato<br />

a<br />

mantenere<br />

la<br />

frequenza<br />

cardiaca<br />

prescelta


CAPACITÀ COORDINATIVE<br />

Aspetti generali delle capacità coordinative, "RAPIDITA' E COORDINAZIONE":<br />

Metodi di miglioramento delle capacità coordinative<br />

I metodi di miglioramento possono essere così riassunti:<br />

- aggiunta di movimenti complessi all'esercizio di base;<br />

- esecuzione degli esercizi in condizioni ambientali inusuali (allenamento su<br />

campo di gara più grande o più piccolo degli standard dimensionali);<br />

- esecuzione speculare dei movimenti da entrambi i lati del corpo;<br />

- esecuzione dei movimenti da diverse posizioni del corpo;<br />

- mutamento del ritmo esecutivo;<br />

- mutamento delle dimensioni dell'attrezzo usato.<br />

Inoltre, possono essere organizzati anche dei circuiti (Tabella e Figura).<br />

Come per tutte le capacità motorie, per migliorare le capacità coordinative occorre<br />

stimolarle per a almeno 2 – 3 volte a settimana.<br />

Percentuale<br />

del carico<br />

riferita al<br />

massimale<br />

carico<br />

naturale<br />

minimo<br />

possibile<br />

17<br />

Numero di<br />

esercizi<br />

6-8<br />

(esercizi nel<br />

tempo<br />

sempre più<br />

complessi)<br />

Metodo del circuito - Parametri di lavoro<br />

Numero di<br />

ripetizioni<br />

per<br />

esercizio<br />

adeguate<br />

agli<br />

obiettivi<br />

prefissati<br />

Ritmo<br />

esecutivo<br />

adeguato<br />

alla<br />

corretta<br />

esecuzion<br />

e<br />

Recupero tra<br />

gli esercizi<br />

nullo se non<br />

subentra<br />

stanchezza<br />

muscolare e<br />

organica<br />

Numero<br />

di giri<br />

3-4<br />

Recuper<br />

o tra i giri<br />

Completo<br />

anche a<br />

livello<br />

organico


QUALITA’ FISICHE in particolare il TROFISMO e la FORZA MUSCOLARE<br />

18<br />

MOBILITÀ ARTICOLARE<br />

"STRETCHING E MOBILITA' ARTICOLARE:<br />

- Aspetti generali e Metodi.<br />

- Esercizi.<br />

DUE RIGHE PER UNA PRIMA OSSERVAZIONE<br />

Sin qui credo di non aver detto nulla di nuovo a specialisti impegnati<br />

professionalmente in quella che mai sufficientemente viene chiamata “Educazione<br />

Sportiva” ponendo proprio l’accento sulla prima parola.<br />

E’ necessario però offrire un veloce ripasso affinché non si dimentichi mai che<br />

quanto andremo assieme ad analizzare non può prescindere da quanto appena<br />

esposto, premessa in<strong>dispensa</strong>bile per un approccio scientifico e per un programma<br />

razionalmente ben impostato!<br />

Sono infatti dell’opinione che, pur abbisognando tutti e in particolare le nuove<br />

generazioni (che sempre meno adoperano i muscoli nelle vita quotidiana anche<br />

ludica e sempre più quindi soffrono di ipocinesi) di esercitare le qualità condizionali,<br />

sono convinto, dicevo, che non si debba mai dimenticare che sport e vita sono<br />

condizionati anche da un buon livello di sviluppo delle qualità coordinative.<br />

Non me ne vogliano gli specialisti del settore, che già conoscono tutto di tale<br />

argomento, ma proprio contando sulla pazienza dei professionisti seri mi permetto di


icordare quanta e quale importanza rivesta anche la problematica che eliminiamo<br />

con la dizione “paramorfismo”.<br />

Corretto quindi introdurre un “Memo” per fare mente locale su quanto sia importante<br />

prevenire per non dover poi, spesso, rinunciare a curare.<br />

Quante e quali le cause di uno stato paramorfico?<br />

- vita sedentaria e (magari anche per questo) carenza di indice calcico<br />

- fattori ereditari fra cui debolezza costituzionale<br />

- deambulazione precoce magari forzata<br />

- scarso potenziale energetico<br />

- eccessivo peso corporeo nell’infanzia<br />

- giochi scarsi o non adeguati nella seconda e terza infanzia<br />

- carichi eccessivi da un solo lato per molto tempo<br />

- errate posizioni di studio o inadatte calzature<br />

- disturbi della vista, dell’udito o malocclusioni mandibolari<br />

- eccessiva crescita in altezza in tempi più brevi del fisiologico<br />

- malattie infettive<br />

- contrattura del tendine di Achille<br />

- muscoli più tonici (generalmente i flessori sugli estensori)<br />

Ecco ora entrare prepotentemente in gioco (mi si perdoni il..gioco di parole) i<br />

“GIOCHI ANTIPARAMORFICI”.<br />

- Palla multipla – Gioco del bastoncino – Tiro al muro – Il tirpo basso parallelo –<br />

La palla in campo avverso – La palla rotolata – La corsa dei coccodrilli – La<br />

corsa da seduti – La corsa sugli sgabelli –<br />

Questi solo per ricordare alcuni dei tantissimi modi di fare correttiva senza far<br />

nascere sensi di inferiorità (in un’età che non ne ha bisogno).<br />

FITNESS - BODY BUlLDING -PREATLETISMO…ma non solo!<br />

Entriamo subito nel cuore del titolo per spiegare che il "ma non solo" significa che è<br />

nostra ferma intenzione non fermarci a discutere di Body building, se ciò significa<br />

limitarsi ad una attività che pensa ed agisce solo in funzione "costruzione del<br />

volume", ma che vogliamo rifarci all'etimologia della parola che significa "costruzione<br />

del corpo" ovvero dilatando il troppo ristretto orizzonte datogli da manager<br />

interessati; da specialisti paranoici che dalla pratica individuale sono arrivati<br />

all'organizzazione collettiva (riferendoci alle gare o alla propria palestra) con<br />

l'infantile presunzione, bocciata anche dalla ricerca economica, che il proprio mondo<br />

fosse l'unico proponibile; infine da una pubblicità a senso unico che ha dato poi ai<br />

Mass Media la possibilità di perseverare in questo errore con storie rosa, favole<br />

zeppe di pregiudizi e improponibili figure prive di qualsiasi valore atletico.<br />

N.B. VA DA SE’ CHE UN CORSO DEDICATO AI GIOVANI DEVE, CON MAGGIORE<br />

SENSIBILITA’ UMANA E PROFESSIOALE, TENERE BEN PRESENTI LE LEGGI<br />

DELL’AUXOLOGIA E TUTTE QUELLE PATOLOGIE CHE UN ERRATO ALLENAMENTO,<br />

AL POSTO DI CORREGGRE, PUO’ AUMENTARE. LE BASI DELL’ALLENAMENTO, CON<br />

LE OPPORTUNE VARIANTI CHE INDICHEREMO STRADA FACENDO, SONO PERO’ LE<br />

STESSE E VANNE PRIMA RECEPITE, POI CORRETTE E CONTESTUALIZZATE.<br />

Lungi da me il tradire le origini "muscolari", anzi. "Ma non solo"... chiaramente in<br />

questo <strong>corso</strong> non dedicando spazio anche alle tematiche riguardanti il "volume a tutti<br />

i costi" anche se anch'esso fa parte, eccome, della "costruzione del corpo". Per ora<br />

ci accontenteremo di analizzare metodologie e tecniche, dalle più semplici alle più<br />

19


avanzate, nell’ottica della massima costruzione corporea intesa però come<br />

raggiungimento di quelle 4 Fitness che tra breve analizzeremo. In questa<br />

panoramica sarebbe bene includere anche metodi (atletici, alimentari, biochimici,<br />

psicodinamici, bioelettrici e quant'altro la moderna scienza è riuscita a conoscere nei<br />

diversi campi dello scibile umano) tutto per il raggiungimento della meta: "la<br />

costruzione del corpo". In fondo, potremmo qui aggiungere, che tutto è CULTURA<br />

FISICA, tutto quello che serve a migliorare le varie capacità psico-corporee, perché<br />

"costruire' il corpo" non significa solo migliorare la parte visibile estetica di quella<br />

meravigliosa macchina che è il corpo umano, significa invece elevare al massimo le<br />

potenzialità di tutte le funzioni corporee come, in analogia della parte per il tutto,<br />

allenare la cellula significa allenare al massimo tutte le varie componenti cellulari.<br />

Ecco perché dare un nome alla pratica del cultore è in fondo solo una disquisizione<br />

dialettica, perché tutte tendenti in fondo allo stesso risultato: il miglioramento della<br />

macchina umana nelle varie componenti. Se proprio volessimo forzare il senso delle<br />

parole potremmo dire che Body building è più per la ricerca del volume, fitness più<br />

per la ricerca di miglioramento estetico e del benessere, preatletismo per il<br />

miglioramento di attività sportive agonistiche, stretching per l'aumento della<br />

flessibilità, training autogeno per il miglioramento delle capacità mentale, ma body<br />

building è anche anche yoga, psicodinamica, pranoterapia, musicoterapia,<br />

cromoterapia e cronoterapia, chiropratica, massaggio, riflessologia, ancor più<br />

spinning, acqua gym, aerobica, aeroboing, steep, tutte appunto con finalità<br />

migliorative e tutte sfruttabili per il miglioramento globale della Fitness, tutte cose di<br />

cui discuteremo. E questa è la via per ritornare ad essere interessanti affinché le<br />

palestre tornino ad essere frequentate da “TUTTI”.<br />

Infatti tutto ciò che facciamo, lavorando maggiormente con questo o quel tempo<br />

(secondi, minuti, ore) quindi allenando la porzione cellulare specifica, deve portare al<br />

miglioramento di:<br />

1. FITNESS ORGANICA: allenamento e miglioramento degli organi interni<br />

(cuore - polmoni).<br />

2. FITNESS FISICA: allenamento e miglioramento di muscoli, legamenti,<br />

articolazioni.<br />

3. FITNESS ATLETICA: allenamento di qualità tipiche della disciplina (via<br />

metabolica, capacità motorie e angolo di lavoro).<br />

4. FITNESS PSICOLOGICA: allenamento e miglioramento delle qualità<br />

psichiche (concentrazione, canalizzazione stress), psicologiche, quindi psicofisiche.<br />

Ma, sia che si voglia ottenere una sola di queste Fitness sia che si desideri<br />

ottenerne intelligentemente il miglioramento di tutte, è in<strong>dispensa</strong>bile attuare una<br />

metodica di lavoro che preveda la progressione in aumento del carico di lavoro (in<br />

chili, in tempo, in velocità, in strenuità, in cura dell'alimentazione e degli integratori, e<br />

chi più ne ha più ne metta), ovvero aumentando l’intensità. Quindi è in<strong>dispensa</strong>bile<br />

programmare cicli di lavoro percentualmente più elevati su questa o quella qualità in<br />

base ai desiderata tecnici, in fondo variando la qualità e la quantità del lavoro, non il<br />

metodo, comunque sempre tenendo presente le varie Biotipologie così<br />

personalizzando al massimo.<br />

Quindi ognuno sceglierà quale "Fitness" desidera ottenere maggiormente ma, si<br />

badi, sarebbe un errore considerare esclusiva una sola Fitness, il risultato essendo il<br />

raggiungimento fallace, pericoloso e molto limitato, mentre l'allenamento<br />

20


progressivo, poi alternato, delle Fitness menzionate porterà al massimo risultato. E<br />

questo vale anche, con il dovuto rispetto del corpo, dell'età e di eventuali patologie,<br />

per chiunque: bambini, adulti, donne, anziani, obesi, magrissimi, portatori di<br />

handicap ma anche chi ha problemi psicologici.<br />

n.b. Infatti le varie Sindromi di Adattamento (Organico – Morfologico – Atletico –<br />

Agonistico) altro non sono che la ricerca delle varie Fitness, nel primo Macrociclo<br />

nell’ordine indicato (vedi le Fitness già descritte e le Sindromi che analizzeremo), dal<br />

secondo Macrociclo alternandole in base alle necessità (relative al miglioramento<br />

delle vie metaboliche desiderate o alle finalità ricercate – Fitness –Body Building –<br />

Preatletismo – Età – Sesso – Patologie – ecc.) e facendo durare i Micro e Macrocicli<br />

anche in base alle necessità.<br />

N.B. MA PER RENDERE CHIARA L’ESPOSIZIONE PROPONIAMO DI<br />

ACCORDARCI NEL CHIAMARE “MUSCOLAZIONE” IL LAVORO CHE ANDIAMO<br />

A TEORIZZARE PER PUBERTA’ ED ADOLESCENZA, TERMINE NEL QUALE<br />

COMPRENDIAMO TUTTE LE ATTIVITA’ CHE ADOTTEREMO PER MIGLIORARE<br />

IL GIOVANE CULTORE.<br />

"Dalla teoria alla pratica" sarà la nostra parola d'ordine ovvero prima una<br />

spiegazione scientifica, onde poter controllare e magari portare un contributo alla<br />

complessa ma entusiasmante strada della ricerca di metodologie della<br />

MUSCOLAZIONE, quindi una proposta pratica cosicché il cultore possa<br />

immediatamente sperimentare.<br />

NECESSARIO CHIARIMENTO METODOLOGICO.<br />

SERIE, RIPETIZIONI, PERCENTUALI DI CARICO, VELOCITA’ ESECUTIVA,<br />

TEMPI DI RISTORO = PAUSE, NUMERO ALLENAMENTI SETTIMANALI,<br />

DURATA DELL’UNITA’ D’ALLENAMENTO, MICRO E MESOCICLI E<br />

QUANT’ALTRO SERVA A COSTRUIRE I CICLI D’ALLENAMENTO<br />

PERSOLALIZZATI,<br />

(CHE DI SEGUITO VENGONO PRESENTATI NELLA MEDIA DEL PRATICANTE<br />

TIPO – DAI 20 AI 40 ANNI – MASCHIO – SANO – ECCETERA POI ALLA TEORIA<br />

DI BASE PORTANDO GLI OPPORTUNI CORRETTIVI. (MA LASCIANDO LA<br />

BASE DEI 20-40 ANNI COSI’ ESSENDO UTILE ANCHE A CHI VOLESSE<br />

DIVENTARE ISTRUTTORE DI FITNESS CON PARTICOLARE<br />

SPECIALIZZAZIONE NEI CARICHI) DOPO CONTESTUALIZZANDO IN BASE,<br />

ANCHE E SOPRATTUTTO, ALL’ETA’, AL SESSO, ALLA BIO – PSICO –<br />

TIPOLOGIA (VEDI CAPITOLI ANALITICI).<br />

ALTRA NOTA IMPORTANTE E’ LA NECESSITA’ DI CONTINUARE A<br />

MONITORARE LA FLESSIBILITA’ (Capitolo “La valutazione dell’ allungamento<br />

muscolare”) E LA CAPACITA’ NEUROMUSCOLARE DEI GIOVANI ATLETI E<br />

CONSEGUENTEMENTE CERCARE DI MIGLIORAE CON ESERCIZI OPPORTUNI<br />

SIN DOVE POSSIBILE. PER QUESTO DESIDERO RIPORTARE “GLI ESERCIZI<br />

DEL TEST DI BOSCO” dal libro “GLI ATTREZZI PER IL CORPO” di ANDREA<br />

UMILI – EDIZIONI CALZETTI – MARIUCCI.<br />

21


Gli esercizi del Test di Bosco<br />

Il test di Bosco serve per cercare di valutare le caratteristiche morfologiche funzionali dei<br />

muscoli degli arti inferiori e le capacità neuromuscolari che un atleta possiede. Con questo<br />

test è possibile stimare anche la percentuale di<br />

fibre che un atleta possiede, in modo da poter<br />

individualizzare in modo scrupoloso la<br />

preparazione per ogni singolo atleta. Mediante<br />

l'uso dell'Ergojump Boscosy-stem, che è<br />

un'apparecchiatura elettrica computerizzata, si<br />

sottopone l'atleta a una batteria di test funzionali<br />

da campo. Le prove da eseguire sono le<br />

seguenti: Squat Jump (SJ), Counter Movement<br />

Jump (CMJ), Drop Jump 40 cm (DJ) e 15<br />

secondi di salti continui. Il test consiste nella<br />

misurazione elettronica sia dell'altezza<br />

raggiunta durante tre tipi di prove, che il lavoro e<br />

la potenza muscolare sviluppata durante<br />

l'esecuzione di 15 secondi di salti continui.<br />

Lo Squat Jump<br />

In questa prova il soggetto deve effettuare un salto<br />

verticale partendo dalla posizione di 1/2 squat<br />

(ginocchia piegate a 90°) (Fig. 5.107), con il busto<br />

eretto e tenendo le mani ai fianchi. L'atleta deve<br />

compiere la prova senza effettuare contromovimenti<br />

verso il basso; il salto da fermo (Fig. 5.108),<br />

realizzato senza l'ausilio delle braccia, costituisce<br />

una prova semplice di facile apprendimento e di<br />

elevata standardizzazione. Lo Squat Jump<br />

permette, attraverso l'elevazione raggiunta dal<br />

soggetto in questo test, di valutare la forza esplo-<br />

siva degli arti inferiori. La modalità di attivazione<br />

muscolare è una contrazione concentrica.<br />

22


23<br />

Il Counter Movement Jump<br />

Il CMJ è una prova in cui l'azione di salto verso<br />

l'alto viene realizzata grazie al ciclo<br />

stiramento/accorciamento. In questa prova<br />

l'atleta si trova in posizione eretta con le mani ai<br />

fianchi (Fig. 5.109) e deve effettuare un salto<br />

verticale (Fig. 5.111) dopo contromovimento<br />

verso il basso in cui si devono piegare le gambe<br />

fino a 90° (Fig. 5.110). Durante l'azione di<br />

piegamento il busto deve rimanere il più eretto<br />

possibile per evitare ogni possibile influenza,<br />

sulla prestazione degli arti inferiori. Poiché il<br />

contromovimento verso il basso viene compiuto<br />

con un'accelerazione molto modesta e gli<br />

estensori vengono attivati solo al momento<br />

dell'inversione del movimento, si può<br />

affer<br />

mare che lo stiramento degli elementi elastici e il<br />

successivo riuso di energia elastica sia contenuto e<br />

che l'incremento della prestazione rispetto allo<br />

Squat Jump sia dovuto in qualche caso anche allo<br />

sfruttamento del riflesso mio-tatico (quando il<br />

muscolo viene stirato si contrae per reazione di<br />

difesa). La modalità di attivazione muscolare è una<br />

contrazione concentrica preceduta da una<br />

brevissima fase di contrazione eccentrica<br />

all'inversione del movimento.


Il Drop Jump<br />

24<br />

Fig. 5.110<br />

Fig. 5.111<br />

In questo test il soggetto deve effettuare una azione di salto verticale dopo caduta da uno<br />

scalino di 40 cm. (Fig. 5.112, 5.113, 5.114) Anche in questa prova il soggetto deve tenere le mani<br />

ai fianchi ed il busto verticale<br />

Fig. 5.113<br />

Fig. 5.114


DIFFERENZE MORFOLOGICHE NEI GIOVANISSIMI<br />

Ora, senza addentrarci pedissequamente nei particolari, vediamo di trarre utili<br />

indicazioni onde impostare un lavoro fruttuoso ma il meno traumatico possibile.<br />

Riporto uno studio del Prof. Desbonnets, fondatore della “Ecole National de Culture<br />

Phisique e Kinesiterapie– Paris”:<br />

1) per i giovani tra i 14 e i 20 anni tenere presente le differenze morfologiche:<br />

a) Tipo ipertrofico astenico: grasso, spesso per un'alimentazione troppo ricca, quindi<br />

lavoro a tempi lunghi, più ripetizioni, allenamenti aerobici, dieta ipocalorica.<br />

b) Tipo ipotrofico - ipotonico: magro, debole, generalmente lordotico o cifotico, quindi<br />

lavoro più breve, pause più lunghe, con molti esercizi correttivi tradizionali e/o con<br />

attrezzi, squats respiratori alternati a esercizi di respirazione forzata con attrezzi per<br />

torace, dieta iperproteica<br />

c) Tipo ipertrofico - tonico: magro ma senza difetti strutturali, quindi muscolazione<br />

progressiva, dieta leggermente iperproteica.<br />

d) Tipo antrofico: ben fatto, senza difetti vertebrali, quindi programma generico di<br />

preatletismo, in vista di diverse applicazioni sportive.<br />

e) Tipo naturalmente muscoloso: il classico «dotato» che necessita d'essere seguito,<br />

per evitargi errori dovuti all'eccessiva sicurezza psico-fisica.<br />

Generalmente gli apparati organici hanno una certa relazione con le differenze<br />

morfologiche ricordate, per cui il programma deve tenere conto anche di queste<br />

caratteristiche.<br />

È necessario tener presente inoltre (questo più nell'adulto, in cui il<br />

sistema scheletrico è stabilizzato e quindi più facilmente classificabile):<br />

2) Il biotipo costituzionale facendo, in base ad esso, lavorare il soggetto al contrario<br />

delle proprie tendenze (così il brevilineo, che generalmente è portato per un lavoro<br />

più breve e più pesante, verrà fatto lavorare più a lungo ed in modo più leggero sì da<br />

sviluppare quelle qualità che non gli appartengono; al contrario un longilineo), però<br />

armonizzando tutto ciò con le necessità insite nei vari temperamenti, cioè:<br />

3) Temperamenti psico-morfologici:<br />

a) sanguigno: allenamento intenso, alimentazione all'80% vegetale, al 20% carnea;<br />

b) bilioso: allenamento intenso, alimentazione esclusivamente a base di latte,<br />

vegetali, uova;<br />

c) linfatico: allenamento regolare, piuttosto veloce. Alimentazione mista animale e<br />

vegetale. Assolutamente proibiti cibi e bevande fermentate, spezie e farinacei;<br />

d) nervoso: allenamento a cadenza lenta, ginnastica respiratoria, ali<br />

mentazione mista, compresi tutti gli alimenti.<br />

4) Per i giovani il programma deve alternare periodi di esercizi favorenti l'estensione<br />

(trazioni alla sbarra alta, estensioni alle parallele alte ma con cautela, ecc..) a periodi<br />

favorenti l'allargamento toracico (squats respiratori magari alternati ad aperture a<br />

croce stesi su panca, tirate della carrucola all'addome, ecc..) più eventuali esercizi di<br />

trazione per favorire l'allungamento degli arti inferiori.<br />

5) Evitare sia per i giovani, che per le donne e soprattutto per gli anziani (io<br />

consiglierei per tutti) l'uso dei grossi carichi:<br />

a) nell'adolescente può favorire l'accumulo di calcio nelle articolazioni con<br />

conseguente «ossificazione», bloccandogli così la crescita, magari limitata a qualche<br />

arto.<br />

25


) nell'anziano può rovinare i dischi intervertebrali, che diventano più rigidi e sottili,<br />

con creazione di dolorosi becchi osteofitici.<br />

6) Introdurre esercizi di C. F. ma «mutuati» dalla ginnastica correttiva al fine di<br />

intervenire anche settorialmente sui punti interessati, possibile questo sia per<br />

paramorfismi differenziati (portamento rilassato, dorso curvo, lordosi), sia per<br />

paramorfismi differenziati simmetrici (scapole alate, valgismo, platismo), sia per<br />

quelli asimmetrici del tronco (atteggiamenti scoliotici). Infiniti sono gli esercizi e molte<br />

le macchine a disposizione, apparendo così il tutto una «normale» esercitazione<br />

senza la creazione di pericolosi complessi di inferiorità. Qui è necessario ricordare<br />

quale importanza rivesta una corretta interpretazione della forma e funzione del<br />

muscolo soprattutto (vedi capitolo esplicativo) i 4 possibili movimenti che un muscolo<br />

può effettuare e le conseguenti tecniche contrattive di tipo distale o prossimale,<br />

complete o incomplete.<br />

7) A dimostrazione di quanto appena affermato basterà osservare i molti atleti<br />

ancora in attività, o gli ex, che, per mille motivi diversi, compresa la speranza di<br />

poter riprendere l'attività o di limitare i danni creati dalla precedente, si rivolgono agli<br />

istruttori di C. F. Fra essi, ho notato, moltissimi sono i portatori di traumi che,<br />

secondo il mio parere, sono parzialmente limitabili proprio con la C. F., soprattutto<br />

per quanto riguarda le enartrosi (là dove vi sono processi artrosici a carico della<br />

testa dell’omero o del femore che rendono possibili “scivolamenti” pericolosi e che<br />

possono essere limitati con esercizi ipertrofizzandi in accorciamento così<br />

limitandone l’escursione articolare.<br />

n.b. Sarebbe bene introdurre il concetto di attrezzatura e tipo di contrazioni<br />

muscolari dimostrando che, purtroppo, è pressoché dimenticato l’uso degli estensori<br />

che invece danno grossi vantaggi sia sul piano contrattivo che trofico e ancor più di<br />

rispetto articolare.<br />

Rimandiamo al Capitolo “Tipi di Contrazioni Muscolari” per dare gli opportuni<br />

chiarimenti.<br />

26


27<br />

CENNI DI TEORIA E METODOLOGIA PER LA MUSCOLAZIONE<br />

Illogico e ascientifico è il differenziare, all'inizio della propria "carriera", l'allenamento<br />

valutando conseguentemente, differenti possibilità di approccio pratico a specialistici<br />

protocolli per il neofita perché si considerano, diverse fra loro, discipline quali il Body<br />

building - il Culturismo - il Fitness - il Preatletismo.<br />

Siamo invece profondamente convinti che, anche se queste discipline si prefiggono<br />

invero mete distinte, tale diversità andrà considerata solo successivamente nella<br />

programmazione specialistica, che imposterà parametri diversi per le diverse mete,<br />

sia a livello "strumentazione" che a livello "quantità, intensità, durata, pause", sia<br />

infine a livello alimentare - integrativo. Questo perché ci preme preparare<br />

"olisticamente" un soggetto che è prima Uomo, poi atleta nella accezione più ampia,<br />

quindi atleta specialista ovvero agonista. Le prime fasi conseguentemente hanno<br />

finalità simili, essendo preparatorie<br />

Chiameremo Sindromi i cicli di adattamento che sono:<br />

- S.A.G. = generale per tutti ma in modo quantitativamente diverso;<br />

- S.A.M. = morfologico ovvero muscolazione per le necessità personali;<br />

- S.A.S. = specialistico ovvero diverso se preatletico o ipertrofico.<br />

Ma cosa significano queste sigle?<br />

Vediamo un MACROCICLO (periodo complessivo) da dividere in 3 MESOCICLI<br />

(cicli intermedi non di eguali periodi ma ognuno proporzionale alle necessità) da<br />

dividere ciascuno in 3 MICROCICLI (ciascuno ricercante una qualità fisica o una<br />

finalità estetica).<br />

n.b. il primo Macrociclo generalmente deve ricercare le qualità fisiche (Resistenza -<br />

settoriale ed organica, coordinazione, velocità, forza, potenza) mentre il secondo<br />

quelle estetico - morfologiche (e questo è il body building) o quello preatletiche (cioè<br />

preparatorio agli sport).<br />

l) S.A.G. (Sindrome adattamento generale o organica): prevede tecniche e metodi<br />

per migliorare l' apparato circolatorio, respiratorio, locomotorio (naturalmente<br />

programmando quantità, durata, numero sedute, in base al soggetto ed alle sue<br />

necessità) onde migliorare la "Fitness organica", estremamente importante (anche<br />

successivamente da intervallare a periodi di "stress ossidativi", ricordando che il<br />

fabbisogno di ossigeno decuplica ma addirittura centuplica se si considera la<br />

necessità anche delle masse muscolari), questo anche per adattare l'organismo a<br />

combattere la produzioni di radicali liberi, a cui l'organismo non è ancora abituato,<br />

che possono altrimenti creare danni ossidativi nei muscoli ma anche nel sangue e<br />

conseguentemente nel fegato, nei polmoni, negli emuntori vari e nel cervello.<br />

2) S.A.M. (Sindrome adattamento morfologico): prevede tecniche e metodi per<br />

migliorare tutte le qualità fisiche (1.resistenza settoriale e organica che è già nella<br />

S.A.G., 2. forza, 3. velocità, 4. potenza), di conseguenza migliorano le varie vie<br />

energetiche con maggior o minor sviluppo, in relazione proporzionale, agli elementi<br />

costitutivi delle cellule muscolari (mitocondri, capillari -entrambe già della SAG-,<br />

sarcoplasma, miofibrille, tessuto connettivo) così migliorando la "Fitness fisica".<br />

3) S.A.S. (Sindrome adattamento specifico – atletica o agonistica): prevede tecniche<br />

e metodi per ottenere tutti i presupposti necessari per giungere alle mete agognate<br />

(ora sì differenziando i protocolli di lavoro per specializzare verso il Body building, il


Culturismo, il Fitness o il Prestletismo per lo sport praticato) così migliorando la<br />

"Fitness atletica".<br />

Questo è il 3. MESOCICLO, QUINDI TERMINA IL 1. MACROCICLO.<br />

28<br />

VIE ENERGETICHE ED ADATTAMENTI CELLULARI<br />

Prima di proporre una "Teoria dell'allenamento", secondo le leggi della Fisiologia e<br />

della Biochimica, è doveroso fare mente locale sulla Composizione della cellula<br />

muscolare, che è percentualmente modificabile in base al tipo di allenamento o<br />

comunque al lavoro muscolare seguito (ovvero dal tempo impiegato a compierlo),<br />

dando risultati atletici e/o morfologici completamente diversi (l'analisi seguente è<br />

presentata progressivamente in base alla progressione che si dovrebbe adottare,<br />

secondo lo scrivente, nello svolgersi del Macrociclo, dei vari microcicli di<br />

allenamento e sicuramente durante la seduta di ogni allenamento = piramidale, per il<br />

Fitness; invece alternando i Microcicli o gli esercizi nel Body Building):<br />

- CAPILLARI: 3 - 5 % del totale cellulare - resistenza muscolare settoriale - nessuna<br />

ipertrofia morfologica ma aumento della rete sanguigna circolatoria (esercizi di<br />

medio - bassa intensità con ridottissime pause di recupero - meno di 1 minuto, alte<br />

ripetizioni).<br />

- MITOCONDRI: 15-25 % - resistenza organica generale – no ipertrofia - aumento<br />

apparato cardio-respiratorio, conseguente volume gabbia toracica e ipertrofia<br />

cardiaca secondo la legge filetica (Marco OPENHEIMER – “Elementi si Scienza<br />

delle Costituzioni Umane – Centro Studi per l’Educazione Fisica – Bologna) - e<br />

correzione atteggiamenti paramorfici (02 = esercizi cardio-fitness, praticamente<br />

senza pause).<br />

- SARCOPLASMA: 20-30% - forza resistente - grande ipertrofia più temporale che<br />

duratura - esercizi di media intensità, ridotte pause di recupero da 1 a 2 minuti,<br />

pompaggio (LA = peso a scalare e conseguente aumento delle ripetizioni).<br />

- TESSUTO CONNETTIVO o SARCOLEMMA: 2 - 3 % - forza massimale –<br />

ipertrofia. (CP = isometria, contrazioni eccentriche; pause sopra i 2 - 3 minuti, poche<br />

serie).<br />

- MIOFIBRILLE: 20-30 % - forza esplosiva - grande ipertrofia più duratura (CP + LA<br />

= esercizi sinergici soprattutto in contrazione concentrica, metodo delle forzate,<br />

piramidale in aumento e diminuzione ripetizioni, pause lunghe se rìcerca della forza<br />

veloce - corte se ricerca dell'ipertrofia).<br />

- Altre Sostanze: 4-6 % - forza, velocità, resistenza = scarsa ipertrofia.<br />

n.b. i sistemi allenanti usati (vedi i sopra citati) danno, oltre a visibili risultati<br />

morfologici, risultati anche non visibili ma miglioranti qualità organiche, quindi fisiche<br />

e sportive.<br />

Ma per ottenere tali risultati, quali sono i tempi di lavoro allenanti? Vediamo.<br />

Ogni attività umana richiede energia. La molecola che dona immediata energia è l'<br />

Adenosintrifosfato, in sigla ATP, ovvero un radicale di Adenosina e tre di fosforo. Nel<br />

donare l'energia, un radicale fosforico si rompe e la molecola, priva di un radicale, si<br />

chiama ADP (Adenosindifosforico), incapace di svolgere il lavoro energetico.<br />

Necessita quindi resintetizzare il P (fosforo) perduto per riavere la molecola


energetica ATP.<br />

Ciò avviene, in base alla durata di un'attività, grazie all'intervento di:<br />

- CP (Creatinfosfato), se il lavoro massimo eseguibile è compreso nei 15 - 20"<br />

(sistema neuromuscolare intensamente impegnato che migliora).<br />

Lavoro legato al miglioramento delle "scorte di magazzino" per adattamento,<br />

conseguenza di allenamenti specialistici; il risultato è il miglioramento della forza<br />

massimale, se esercizi eseguiti lentamente; della potenza se eseguiti con un ritmo<br />

più sostenuto; non produce acido lattico (se non con più serie dovendolo supportare,<br />

nelle serie successive, con interventi metabolici di vie energetiche adatte a lavori più<br />

lunghi, gli colitici, quindi producendo acido lattico soprattutto se ridotte pause);<br />

porzioni cellulari interessate: tessuto connettivo e, con lavoro sostenuto =<br />

aggressivo, le miofibrille, che danno una ipertrofia più duratura nel tempo n.b. è la<br />

via cosiddetta "Anaerobica (si lavora senza ossigeno) - alattacida (non produce<br />

acido lattico, il dolore che segue l'allenamento essendo legato a microtraumi delle<br />

fibre).<br />

n.b. se interessato il sarcoplasma la via diviene anaerobica lattacida<br />

- LA (Lattacida) se il lavoro massimo eseguibile è compreso nei 180" (sistema<br />

morfologico adattante). Però fino a 90 secondi la via è "glicolisi anaerobica" (glicolisi<br />

= glicogeno in idrolisi per resintetizzate ATP, anaerobica ovvero senza ossigeno),<br />

dai 90"" inizia a sfruttare un pò l'ossigeno quindi è meno "specialistica" e lentamente<br />

diventa sempre più "glicolisi aerobica" (n.b. entrambe legate all'alimentazione ed ai<br />

carichi di glicogeno, anche con adatte manipolazioni alimentari); risultato è il<br />

miglioramento della forza resistente; produce grandi quantità di acido lattico<br />

(particolare che va ricordato perché c'è una vera e propria invasione di scorie<br />

metaboliche il che, per esempio, può essere dannoso per persone che hanno<br />

problemi di circolazione, varici, cellulite,ecc.); la velocità esecutiva e le pause di<br />

recupero fra le serie, naturalmente spostano un pò i risultati atletici e morfologici<br />

verso la componente più vicina: esecuzione lenta, poca pausa, carico più basso =<br />

più resistenza, aumento della rete capillare; esecuzione più veloce, più pausa, carico<br />

più alto = tessuto connettivo, se c'è lavoro strenuo tipo le forzate intervengono anche<br />

le miofibrille, naturalmente il sarcoplasma che è la porzione più interessata.<br />

- 02 (Aerobico): maggiormente, però percentualmente diminuendo, a carico del<br />

glicogeno fino ai 20 minuti; quindi sempre più, sopra i 20 minuti (sistema organico), a<br />

spese dei grassi (Lipolisi aerobica).<br />

n.b. va sottolineato che la deplezione totale del glicogeno avviene in 90 minuti quindi<br />

o si lavora per più di 20 minuti o si inizia dopo un digiuno, almeno per quanto<br />

riguarda i carboidrati, di 8 e più ore.<br />

Allenamento progressivo: prima resistenza muscolare, quindi sempre più resistenza"<br />

organica, con relativi adattamenti a livello cardiaco (ipertrofia del ventricolo<br />

sinistro);porzioni interessate: i capillari, quindi sempre più i mitocondri in cui si forma<br />

l'ATP aerobico, ovvero l'energia pulita che non produce scorie metaboliche.<br />

N.B. Non esistono sistemi metabolici "puliti", ovvero esclusivi, tutti tendendo a creare<br />

l'energia in una "empatia" collaborativi.<br />

Possiamo considerare come ottimale, con tutti i limiti che tale parola comporta, a<br />

patto che l'esecuzione sia "strenua" (ovvero davvero al limite) quando la serie è a<br />

due terzi della cosiddetta Via energetica: (Es: CP a 12 - 14 secondi; LA a 40 - 50<br />

secondi pensando alla via di 90 “); un terzo in più se via energetica aerobica: 02 a<br />

30 - 40 minuti).<br />

29


NOTE: è il tempo d'esecuzione (e le pause di ristoro), non il numero di ripetizioni,<br />

che crea la differenza metabolica intracellulare e quindi diversa capacità atletica e<br />

differenti risultati morfologici.<br />

Ad esempio: 5 ripetizioni eseguite molto lentamente e 10 eseguite più velocemente,<br />

entrambe le serie per lo stesso tempo esecutivo, sfruttano lo stesso metabolismo<br />

energetico e quindi conseguono lo stesso risultato (a parte qualche differenza<br />

estetica e magari atletica).<br />

Va aggiunto che preferenziare il carico o le ripetizioni dà risultati metabolici diversi:<br />

ESEMPIO: panca con bilanciere 10 ripetizioni con 100 chili.<br />

- a) se si fanno serie successive sempre con 100 chili e si cala, ad ogni serie, una<br />

ripetizione, alla fine di 5 serie avremo un totale di 4.000 chili<br />

- b) se si fanno le serie sempre con 10 ripetizioni ma si cala invece di chili 2,500 ad<br />

ogni serie, alla fine di 5 serie avremo un totale di 4.750<br />

- n.b. presupponendo che l'esecuzione delle 5 serie sia avvenuta nello stesso<br />

tempo, la metodica prevista da b) dà 750 chili in più quindi è più "ipetrofico" salvare<br />

le ripetizioni e sacrificare i chili; mentre a) è più "qualità forza" cioè salvare i chili e<br />

sacrificare le ripetizioni. \<br />

TIPI DI "CONTRAZIONI" PER LE VARIE COMPONENTI CELLULARI<br />

Ogni movimento impegna masse muscolari che però rispondono adattandosi in<br />

maniera diversa in base al tipo di contrazione effettuata. Analizziamole:<br />

l) CONTRAZIONE ISOMETRICA = eguale distanza ovvero non c'è movimento dei<br />

segmenti corporei perché la forza muscolare compensa la forza esterna da vincere.<br />

2 tipi di isometria:<br />

- a) concentrica: volontaria, con forte dispendio nervoso (tende ad accorciare il<br />

muscolo) (sport: judo, lotta, braccio di ferro, power lifting)<br />

- b) eccentrica: non volontaria, con minor dispendio nervoso (tende ad allungare il<br />

muscolo) n.b. interessante per gli sport in cui ci sono momenti tensivi "isometrici"<br />

(braccio di ferro, arrampicate, surf, artistica, ginnastica tipo croci agli anelli,<br />

equitazione soprattutto per gli arti inferiori) ricordando che il miglioramento avviene<br />

nel punto in cui si allena, detto angolo di contrazione.<br />

n.b. Necessità di allenamento in più angoli.<br />

2) CONTRAZIONE ANISOMETRICA = movimento dei segmenti corporei in cui c'è<br />

differenza di potenziale fra la forza muscolare e la forza esterna da vincere. 2 tipi di<br />

Isotonia:<br />

- a) concentrica: il muscolo contrae e si accorcia (interessante per flessori ed<br />

estensori)<br />

- b) eccentrica : il muscolo si stira e si allunga (più per i flessori)<br />

- n.b. per gli sport dinamici generalmente di più la fase concentrica<br />

3) CONTRAZIONE PLIOMETRICA = è una contrazione concentrica che segue una<br />

contrazione eccentrica (in cui c'è, soprattutto se l'eccentrica viene eseguita con una<br />

certa velocità, un caricamento d'energia che "esplode" nella fase contrattiva). Un<br />

esempio sono:<br />

- a) polpacci su un rialzo, scendere ad una discreta velocità e risalire<br />

immediatamente<br />

- b) saltare in basso da un rialzo e immediatamente risaltare su un rialzo un po' più<br />

alto<br />

30


n.b. interessante per gli sport esplosivi e comunque dove sono necessari atti in CP.<br />

4) CONTRAZIONE ISOCINETICA = movimento dei segmenti corporei sempre alla<br />

stessa velocità. Interessante per l'ipertrofia (sarcoplasma e capillari) ma non<br />

"personalizzabile" alle varie bio - psico - tipologie avendo stessa velocità esecutiva<br />

durante il per<strong>corso</strong>.<br />

n.b. pare interessante più per le discipline natatorie<br />

5) CONTRAZIONE AUXOTONICA = la contrazione aumenta con l'aumentare della<br />

tensione (è il caso degli elastici) così da tenere sempre una tensione massimale.<br />

- N.B. DA CONSIGLIARE AI GIOVANI E GIOVANISIMI (più agli anziani e comunque<br />

a tutti coloro che hanno problemi articolari).<br />

n.b. interessante per l'ipertrofia anche perché elimina i punti morti (esempio: bicipiti<br />

con bilanciere + 2 elastici fissi a terra e ai lati dei dischi, lunghezza dal suolo sino a<br />

bilanciere a 90 gradi. Da tale angolo la contrazione del bicipite perde forza ma,<br />

grazie agli elastici che iniziano a tendere, la contrazione dei bicipiti invece aumenta).<br />

Ottimo per gi sport nei quali l'allenamento con sovraccarichi potrebbe creare<br />

problemi osteofitici ai gomiti e alle ginocchia nonché per esercizi in cui il peso di un<br />

attrezzo, oltre alla pericolosità ricordata, chiamerebbe in gioco muscoli d’ausilio che<br />

si ipertrofizzerebbero esageratamente divenendo quindi più corti (vedi pugni della<br />

boxe = accorciamento del deltoide anteriore e dei calci laterali del karate =muscoli<br />

dell’anca – ileopsoas, tensore della fascia lata e grande gluteo).<br />

PROPORZIONI IN ALLENAMENTO DEI VARI GRUPPI MUSCOLARI<br />

Considerando i gruppi come entità energetiche proporzionali alla loro massa<br />

(sangue e materiali idrocarbonici in esso contenuti, riserve di glicogeno e loro<br />

deplezione e ricostituzione, ormoni che determinano una differente risposta<br />

metabolica in base agli organi coinvolti nell'esercitazione che sono proporzionali allo<br />

"stress organico" di piccole o grandi masse), il tutto ci porta a considerare il<br />

protocollo di lavoro direttamente proporzionale alla grandezza come ripetizioni e<br />

come serie ed indirettamente come sedute settimanali.<br />

Vediamo assieme alcuni esempi (serie e ripetizioni sono solo esemplificative): grandi<br />

gruppi (glutei, cosce): serie 6 - ripetizioni 12 - sedute settimanali 2; medi gruppi<br />

(pettorali, dorsali, bicipiti femorali): serie 5 - ripetizioni 10 - sedute 3; piccoli gruppi<br />

(avambracci, bicipiti brachiali, tricipiti, deltoidi, polpacci, addominali + lombari +<br />

obliqui considerati uno): serie 4 - ripetizioni 8 - sedute settimanali 4 – n.b. le<br />

ripetizioni vanno inoltre corrette in base ad alcuni principi: meno per flessori e<br />

adduttori; di più per estensori (tranne i tricipiti) e abduttori; meno con bilancieri; di più<br />

con manubri; di più per i muscoli rossi (generalmente antigravitari, abduttori ed<br />

estensori, tranne il tricipite evolutivamente divenuto a prevalenza bianco), meno per<br />

quelli bianchi (generalmente flessori e adduttori). (DOPPIO DI SERIE NEGLI<br />

ADULTI)<br />

N.B. sarebbe doveroso, a questo punto, introdurre anche il concetto di leva e braccio<br />

di leva, ovvero se questo sia vantaggioso o svantaggioso e conseguentemente<br />

determinare se i muscoli che stiamo allenando siano naturalmente portati a svolgere<br />

compiti con carichi o invece tener conto di quali principi adottare onde creare un<br />

adattamento progressivo e graduale al carico, anche per evitare rischi di<br />

31


infiammazioni localizzate in prossimità di inserzioni distali, vedi esempio classico<br />

della flessione del bilanciere per bicipiti (Umili: Gli attrezzi per il corpo) - Ricordare<br />

che ogni gruppo, se in equilibrio, va lavorato in tutte le sue sezioni (deltoidi:<br />

posteriori, laterali, anteriori; pettorali: superiori, medi, inferiori; bicipiti; capo interno e<br />

capo esterno; polpacci: soleo (molte più ripetizioni), gastrocnemio (meno ripetizioni);<br />

cosce con davvero molte possibilità.<br />

Nota: è bene ricordare che i muscoli si lavorano "lungo le fibre" e "contro le fibre":<br />

- pettorali: croci lavorano lungo le fibre; spinte tipo panca contro.<br />

- dorsali: tirate dall'alto tipo Lat machine è lungo; pulley e rematore sono contro.<br />

deltoidi: croci sono lungo; distensioni avanti verso l'alto sono contro.<br />

cosce: leg extension è lungo; squat è contro.<br />

n.b. almeno per i principianti è meno stressante la metodica, detta pre- congestione,<br />

ovvero prima lungo, poi contro le fibre che tra l'altro segue il principio, qui in<br />

analogia, che asserisce che un muscolo avrà il massimo della contrazione<br />

proporzionalmente al pre-stiramento (comunque essendo di beneficio alle<br />

articolazioni che vengono prima stirate, poi compresse), ricordando anche, ancora<br />

una volta, parlando di ripetizioni e quindi di carichi, che lungo le fibre ci si allena con<br />

maggiori ripetizioni e quindi carichi inferiori; contro le fibre con meno ripetizioni e con<br />

carichi conseguentemente maggiori = metodo piramidale.<br />

Ricordare inoltre che i flessori e adduttori vanno lavorati praticamente sempre in<br />

movimento completo (comunque se si accorcia è generalmente per lavorare in<br />

contrazione distale, ovvero in massima apertura); gli estensori e abduttori spesso<br />

accorciando nella parte in chiusura = prossimale, ovvero in massima contrazione.<br />

Vale la pena introdurre qui un capitolo, preso dall’ultima opera del prof. Andrea Umili<br />

“Gli attrezzi per il corpo” – Editori Calzetti e Mariucci che forse è il miglior testo oggi<br />

esistente nel campo del Fitness e del Body Building, ovvero della muscolazione in<br />

generale, riguardante la:<br />

32


Forma e funzione del muscolo<br />

I muscoli striati volontari, in base alla loro forma,<br />

si dividono in:<br />

Muscoli fusiformi<br />

a forma di fuso, grossi nella parte centrale e sottili<br />

alle estremità, hanno spesso due o tre sezioni o<br />

vasti. A questo tipo appartengono ad esempio i<br />

muscoli degli arti superiori e inferiori (Fig. 3.9).<br />

Muscoli laminari o piatti<br />

come quelli della fronte e il retto dell'addome (Fig.<br />

3.10).<br />

Muscoli a ventaglio<br />

come i temporali della mandibola e i muscoli<br />

pettorali (Fig. 3.11).<br />

Muscoli orbicolari<br />

come quelli che circondano gli occhi e le labbra<br />

(Fig. 3.12).<br />

Muscoli anulari<br />

servono a chiudere i condotti, e portano anche il<br />

nome di sfinteri.<br />

La prima legge di Borelli e Weber Fick afferma che<br />

«La lunghezza delle fibre è proporzionale al<br />

raccorciamento ottenuto dalla loro contrazione, e<br />

questo raccorciamento è circa uguale alla metà<br />

della lunghezza delle fibre». Ciò significa che se, ad<br />

esempio un muscolo ha fibre della lunghezza di 4<br />

cm. si potrà accorciare di 2 cm. Allo stesso modo,<br />

se un muscolo si può accorciare di 2 cm., significa<br />

che le sue fibre hanno una lunghezza di 4 cm.<br />

L'esperienza clinica ha potuto rilevare che, se un<br />

muscolo lavora abitualmente in maniera incompleta,<br />

si assiste ad una retrazione vera e propria<br />

della sua parte contrattile,<br />

33


34<br />

Fig. 3.13<br />

a vantaggio della parte tendinea. Come si<br />

deduce dalla legge di Borelli e Weber Fick,<br />

infatti, la riduzione dell'accorciamento delle fibre,<br />

comporta una riduzione della loro lunghezza.<br />

Sperimentalmente, l'esperienza è stata<br />

compiuta, originariamente su un tendine del<br />

calcagno di un coniglio: il tendine è stato<br />

sezionato ed inserito più internamente allo<br />

scopo di ridurre l'ampiezza di movimento del<br />

calcagno ad opera del gastrocnemio. Ebbene,<br />

dopo un certo periodo di tempo, si è assistito ad<br />

una retrazione della parte contrattile del<br />

gastrocnemio, a vantaggio dei suoi tendini di<br />

inserzione. Numerosi sono gli esempi nell'uomo,<br />

che confermano quanto esposto. Tipico è il cosiddetto<br />

dorso curvo di forza, presente in soggetti<br />

che abitualmente svolgono lavori o attività<br />

in atteggiamento curvo in avanti, con i muscoli<br />

del dorso in stiramento completo: essi modificano<br />

la loro struttura anatomica e funzionale, nel<br />

senso che la parte contrattile dei muscoli dorsali<br />

si riduce di lunghezza, e la loro capacità di contrazione<br />

si riduce proporzionalmente, impedendo<br />

la realizzazione di un raddrizzamento totale della<br />

colonna vertebrale. Un meccanismo simile entra<br />

in gioco in tutte le deformazioni.<br />

Vi sono 4 possibili movimenti che un muscolo<br />

può effettuare:<br />

• ad ampiezza completa, sia per ciò che con<br />

cerne lo stiramento che la contrazione;<br />

• con stiramento completo, ma contrazione<br />

incompleta;<br />

• con stiramento incompleto, ma contrazione<br />

completa;<br />

• ad ampiezza incompleta, sia per ciò che<br />

concerne lo stiramento che la contrazione.<br />

Esaminiamo uno ad uno questi casi.<br />

II primo caso (Fig. 3.13) presenta una situazione<br />

di ampiezza completa. Il muscolo parte<br />

da una condizione di stiramento completo, ossia<br />

le sue inserzioni tendinee sono poste alla massima distanza, e termina il<br />

movimento con una contrazione completa, ossia avvicinando al


massimo i capi di inserzione. Il muscolo, cioè,<br />

sfrutta tutta l'ampiezza di escursione. Come<br />

esempio, esaminiamo la flessione dell'avambraccio<br />

sul braccio ad opera del bicipite brachiale. Partendo<br />

da un atteggiamento di braccio esteso, semipronato,<br />

e retroposto, si allontanano i capi di inserzione,<br />

quelli prossimali, situati sulla scapola, e quello<br />

distale, situato sul radio: lo stiramento è completo.<br />

Se da questa posizione si arriva a flettere<br />

completamente l'avambraccio, supinandolo, e<br />

anteponendo il braccio, avremo svolto un<br />

movimento di ampiezza completa. In questo caso,<br />

un lavoro abituale di questo tipo, produrrà un<br />

allungamento del ventre muscolare, e un<br />

accorciamento dei tendini pari all'entità<br />

dell'allungamento della parte contrattile. La<br />

lunghezza del muscolo in toto, a riposo, non avrà<br />

subito cambiamenti. L'ampiezza dei movimento che<br />

potrà compiere il bicipite brachiale sarà massima,<br />

perchè vi è un aumento di lunghezza del ventre<br />

muscolare.<br />

Nel secondo caso (Fig. 3.14), invece, il movimento<br />

risulta di ampiezza incompleta a carico della<br />

contrazione, pur sussistendo uno stiramento<br />

completo: il bicipite brachiale, sempre continuando<br />

con l'esempio precedente, parte da un atteggiamento<br />

di massimo allontanamento dei suoi capi di<br />

inserzione, avambraccio semipronato, esteso e<br />

braccio retroposto, ma non termina completamente<br />

la contrazione, fermandosi, ad esempio, ad una<br />

flessione limitata dell'avambraccio. Un lavoro<br />

abituale di questo tipo, produrrà un accorciamento<br />

del ventre muscolare, e un allungamento dei tendini<br />

superiore all'entità dell'accorciamento della parte<br />

contrattile. La lunghezza del muscolo in toto, a<br />

riposo, avrà subito un aumento. Risulterà diminuita<br />

anche l'ampiezza del movimento che potrà compiere<br />

il bicipite, essendo diminuita la lunghezza del suo<br />

ventre muscolare.<br />

Nel terzo caso (Fig. 3.15), il movimento risulta<br />

di ampiezza incompleta a carico dello stiramento,<br />

pur effettuandosi una contrazione<br />

35


completa: l'avambraccio termina in completa flessione, su pinato, e col braccio anteposto, ma<br />

partendo da un incompleto allontanamento dei capi di inserzione del bicipite, ad esempio da<br />

un'incompleta estensione dell'arto. Un lavoro abituale di questo tipo, produrrà un accorciamento<br />

del ventre muscolare, e un mantenimento della<br />

lunghezza dei tendini.<br />

La lunghezza del muscolo in toto, a riposo, avrà<br />

subito una diminuzione. Risulterà diminuita anche<br />

l'ampiezza del movimento che potrà compiere il<br />

bicipite, essendo diminuita la lunghezza del suo<br />

ventre muscolare.<br />

36<br />

Nel quarto caso (Fig. 3.16), il movimento risulterà<br />

di ampiezza incompleta sia a carico della contrazione<br />

che dello stiramento: partirà da una posizione di<br />

non completa estensione dell'arto, e giungerà ad<br />

un'incompleta flessione dell'avambraccio.<br />

Con un abituale movimento di così limitata<br />

ampiezza, si accorceranno sia i tendini che il<br />

ventre muscolare, ed il muscolo in toto risulterà, a<br />

riposo, più corto.<br />

Dalle quattro condizioni sperimentali ora esposte,<br />

possiamo dedurre quale sia il lavoro specifico<br />

normale dei principali gruppi muscolari (Fig. 3.17). E<br />

chiaro, ad esempio, che i muscoli del treno portante<br />

e di quello prensile, che hanno una funzione<br />

dinamica e motoria, necessitano di movimenti di<br />

ampiezza completa(1° caso), rapidi e di grande<br />

ampiezza. Lo stesso dicasi del gran pettorale e dello<br />

psoas. Viceversa, i muscoli delle docce vertebrali<br />

dorsali dovranno lavorare in condizioni di stiramento<br />

incompleto e contrazione completa (3° caso), per<br />

attuare il raddrizzamento del dorso.<br />

I lombari, dovranno essere allungati per ridurre la<br />

lordosi, quindi necessitano di contrazioni<br />

incomplete e stiramenti completi (2° caso).<br />

I muscoli addominali, dato che hanno una funzione<br />

di mantenimento delle posture e di contenzione dei<br />

visceri, vanno fatti lavorare come i dorsali, con<br />

contrazioni di ampiezza incompleta e contrazione<br />

completa: un allungamento di essi sarebbe quanto<br />

mai controproducente. Tutti questi muscoli, con<br />

l'esclusione di quelli del treno portante e prensile, devono attuare contrazioni lente e intense,<br />

perchè si realizzi la loro funzione statica. Comunque, questi principi trovano la loro principale<br />

applicazione nel trattamento correttivo dei paramorfìsmi. Nelle scoliosi, i muscoli delle docce vertebrali<br />

e quelli finalizzato al raddrizzamento della colonna, dovrà essere attuato con l'ausilio dei<br />

movimenti descritti. Anche nel caso delle ginocchia valghe o vare, si assiste ad uno<br />

squilibrio morfologico e funzionale tra muscoli adduttori e abduttori, che potrà essere<br />

ripristinato eseguendo movimenti di ampiezza incompleta del 2° o 3° caso. Nell'effettuazione di<br />

sollevamenti con carichi significativi, tuttavia, spesso è opportuno non sottoporre i tendini ad<br />

uno stiramento eccessivo, limitando un po' l'escursione articolare alla partenza. Questo, per<br />

evitare che la componente statica delle forze in gioco sia tale da prevalere troppo sulla<br />

componente dinamica, e che, quindi, l'eccesso di sollecitazione che ne deriverebbe, comporti<br />

rischi di danni ai tessuti interessati. Ecco perchè sono da sconsigliare, per esempio, le distensioni<br />

su panca con il bilanciere angolato, che permette ai gomiti di scendere più in basso; o le<br />

esecuzioni delle flessioni degli avambracci con questi ultimi completamente estesi, ecc


Isolamento muscolare<br />

Durante l'effettuazione di un movimento, anche molto semplice, normalmente non interviene un solo<br />

muscolo, bensì molti muscoli. Per fare un esempio, nella flessione dell'avambraccio sul braccio, sono<br />

interessati ben sei muscoli diversi: il bicipite brachiale, il brachiale, il bra-chioradiale, il flessore radiale<br />

del carpo, il flessore superficiale delle dita e il pronatore rotondo.<br />

Ciascuno di essi svolge, chiaramente, anche altre funzioni, e tra le diverse azioni che essi svolgono, c'è anche<br />

quella di flettere l'avambraccio. Ora, in molti casi, è possibile, assumendo determinati atteggiamenti,<br />

neutralizzare alcuni muscoli, mettendoli in uno stato di detensione, in modo da limitare l'azione solo ad uno o a<br />

pochi muscoli sinergici. Il meccanismo è ben comprensibile immaginando di sostituire i muscoli con<br />

altrettante corde che realizzano una trazione su un corpo rigido. Se tutte le corde, all'inizio della trazione,<br />

sono in uno stato di tensione, partecipano all'effettuazione del movimento; ma se una di esse si trovasse<br />

in un stato di allentamento, ossia di detensione, non potrebbe realizzare la trazione, che sarebbe,<br />

pertanto, tutta a carico delle altre corde.<br />

Un esempio classico è rappresentato dal sollevamento sugli avampiedi, realizzato dai muscoli del<br />

polpaccio: il tricipite surale, composto dai due gemelli e dal soleo. Tutti e tre i capi del muscolo, distalmente,<br />

si inseriscono con un unico tendine (di Achille) alla base del calcagno. Ma le inserzioni prossimali<br />

sono diverse per ciascun capo: i due gemelli vanno ad inserirsi sui condili del femore, quindi superando<br />

l'articolazione del ginocchio, posteriormente; mentre il soleo termina sulla tibia.<br />

Stando in posizione eretta (Fig. 3.18), sia i due gemelli, sia il soleo, si trovano in uno stato di<br />

tensione, e quindi, tutti e tre i capi muscolari possono contribuire a sollevare il peso del corpo. Se,<br />

invece, ci si ponesse in posizione seduta (Fig. 3.19), con un carico sulle ginocchia, e ci si<br />

sollevasse sugli avam-piedi, interverrebbe, nell'azione, solo il soleo, che non modifica, dall'essere<br />

eretti o seduti, il suo stato di tensione. I due gemelli, per contro, si allenterebbero, avvicinando i loro<br />

capi di inserzione, e non potrebbero contribuire a sollevare il carico posto sulle ginocchia. Pur<br />

tuttavia, la validità di questo meccanismo di isolamento muscolare non è assoluta, come si potrebbe<br />

credere: i muscoli non sono corde inanimate, ma soggetti ad un controllo intelligente da parte del<br />

sistema nervoso. In condizioni normali, quando il carico da spostare è tale dapotere essere<br />

spostato, pur con maggiore difficoltà, da una sola parte dei muscoli, il meccanismo dell'isolamento<br />

funziona.<br />

Ma se il carico dovesse eccedere le capacità contrattili dei muscoli, l'organismo si vedrebbe costretto<br />

ad intervenire con tutte le risorse di cui dispone, pur di raggiungere l'obiettivo. In questo caso,<br />

impulsi motori raggiungerebbero le fibre dei muscoli allentati dalla particolare posizione assunta, in<br />

modo da metterli in un stato di tensione, e quindi di poter aiutare gli altri muscoli nello spostamento<br />

del carico. Altro esempio molto comune, è quello applicato per isolare i retti addominali durante<br />

l'esercizio del cosiddetto crunch: per evitare l'intervento dell'ileo-psoas, ci si pone supini ad anche<br />

flesse, in modo da avvicinarne i punti di inserzione, e, quindi, allentandolo. Il sollevamento del busto<br />

da terra, così facendo, è a carico dei soli retti. Pur tuttavia, qualora il peso del busto fosse<br />

eccessivo, ovvero i retti dominali fossero troppo deboli per realizzare da soli il progetto motorio,<br />

l'organismo si vedrebbe costretto a far intervenire anche l’ileo-psoas, inviando impulsi ad esso<br />

per metterlo in uno stato di tensione utile.<br />

37


NOTA di fisiologia e biochimica dei sessi.<br />

Conseguentemente al concetto, espresso ad inizio capitolo, è necessario fare un<br />

distinguo negli allenamenti fra uomini e donne che hanno infatti diverse entità<br />

energetiche a livello generale e soprattutto settoriale nonché ormonali:<br />

- nella parte superiore una donna diminuisce il numero delle serie (stress ormonale)<br />

e delle ripetizioni (deplezione glicogeno) e forse anche delle sedute settimanali (vedi<br />

tempi di resintesi glicogeno )<br />

- nella parte inferiore aumenta le ripetizioni (anche con opportuni lavori a corpo<br />

libero e/o con attrezzi cosiddetti cardio-polmonari) e se esegue in LA e/o in CP<br />

aumenta le pause di recupero così da non creare acidosi ed esegue pratiche per<br />

uno smaltimento più veloce delle tossine createsi (gambe in aria e massaggio a<br />

strofinamento verso le ginocchia dei polpacci per il recupero del sangue venoso,<br />

spugnature con acqua fredda, pediluvi con un piede in acqua fredda ed uno in acqua<br />

calda, massaggi tradizionali tipo linfodrenaggio, ecc.); aumenta invece le sedute<br />

settimanali (avendo più riserve lipidiche) diminuendo conseguentemente le serie<br />

(causa di stress ormonale).<br />

n.b. Ovviamente tali differenze sono praticamente nulle nella prima infanzia (sino ai<br />

2 anni), nella seconda infanzia (dai 2 ai 6 anni), nella terza infanzia (dai 6 agli 11<br />

anni), iniziano ad essere prese in considerazione nella pubertà (dagli 11 ai 15 anni)<br />

per quella che gli specialisti definiscono una vera “bufera endocrina” che cambia le<br />

forme fisiche e le vedute psichiche, divenendo sempre più importanti dalla pubertà<br />

fino al termine dell’adolescenza (circa 21 anni). N.B. Obbligatorio nell’età adulta!<br />

FISIOLOGIA ESERCIZIO FISICO IN ETA’ EVOLUTIVA<br />

La Fisiologia ci ha insegnato che non può esserci né sviluppo né aumento di<br />

capacità funzionale in organi non usati ma l’esperienza ci dimostra che i bambini si<br />

sviluppano armonicamente con la sola quotidiana attività ludica. La moderna società<br />

però sta violentando tale concetto e quindi si rende necessario qualche intervento<br />

riparatore, si badi, senza esagerare con stimoli anomali che porterebbero<br />

inevitabilmente a problemi o patologie.<br />

L’attività fisico-sportiva, scrive il dottor Antonio Dal Monte, “nell’età evolutiva è come<br />

l’uso di integratori vitaminici per correggere errori nutrizionali, essa infatti serve a<br />

armonizzare eventuali carenze o disarmonie. Quindi va introdotto il concetto di<br />

quantità e di qualità per considerare quanto sia corretto il minimo e il massimo per<br />

ogni età, come nelle vitamine si indica la dose efficace e quella tossica”.<br />

Dobbiamo conseguentemente conoscere i parametri fisiologici che si sviluppano nel<br />

<strong>corso</strong> dell’accrescimento.<br />

FORZA<br />

Si distinguono diversi tipi di forza (che siamo portati a classificare e limitare fra le<br />

Qualità Condizionali dimenticando che lo stesso gesto tecnico abbisogna magari<br />

anche della Qualità Coordinative, Qualità che devono essere allenate prima, nella<br />

terza infanzia, età nella quale c’è lo sviluppo più intenso della coordinazione neuromuscolare<br />

in concomitanza con la maturazione del sistema nervoso – 7-10 anni –<br />

mentre tra i 10 – 13 anni si ottengono i migliori risultati per quanto attiene<br />

all’apprendimento motorio):<br />

38


TIPI DI FORZA: Forza Resistente; Forza Massimale; Forza Esplosiva più la Forza<br />

Relativa e la Forza Speciale sono tutte qualità da inserire fra i meccanismi<br />

anaerobici alattacidi e/o lattacidi a cui potremmo aggiungere la Resistenza Aerobica.<br />

Gli studi più accreditati sono concordi nell’asserire che la FORZA ha uno sviluppo<br />

costante durante l’accrescimento e che:<br />

nei maschi raggiunge il picco massimo tra i 20 – 25 anni<br />

(rimane costante sino ai 45 anni e quindi inizia a decrescere)<br />

nelle femmine fra i 15 – 16 anni (pare fino ai 25 anni)<br />

in entrambi vi è una accentuazione verso i 12 anni, età dopo la quale sono i maschi<br />

a registrare un incremento più marcato (il fenomeno biologico è correlato ad una<br />

maggior produzione di ormoni sessuali ad alto potere anabolizzante).<br />

n.b. le prove dinamometriche hanno mostrato valori maggiori nelle femmine ad 11<br />

anni, inferiori già dai 13. Comunque, anche se con differenze minori, anche nella<br />

Forza Relativa le differenze sono a favore dei maschi (anche se alcuni autori le<br />

indicano al solo 7%).<br />

SALVAGUARDIA DELLA SALUTE<br />

Una preparazione specifica per la forza non deve iniziare prima della Pubertà, quindi<br />

12-13 anni le femmine, 13-14 i maschi e deve essere preceduta da lavori di<br />

resistenza aerobica ed anaerobica.<br />

QUALITA’ CONDIZIONALI ED ETA’ D’ALLENAMENTO<br />

Elenchiamo le predette Qualità in base all’età nella quale sarebbe consigliabile<br />

allenare (notare che la progressione è in analogia a quanto diremo circa i Macro,<br />

Meso, Microcicli e singola U.A.).<br />

RESISTENZA AEROBICA<br />

Capacità di svolgere un lavoro moderato il più a lungo possibile (comunque sopra i<br />

20 minuti):<br />

La R.A. relativa ha il massimo incremento già tra i 7 e i 10 anni nelle femmine, fra gli<br />

8 e i 12 nei maschi<br />

La R.A. assoluta ha un costante incremento sino ai 20 anni e quindi va comunque<br />

allenata alternandola ai lavori anaerobici.<br />

FORZA RESISTENTE (Fitness e Body Building)<br />

Capacità di svolgere e ripetere un lavoro con carichi bassi (40%) o medi (60%) per<br />

un tempo abbastanza lungo (dai 20 ai 50 secondi) con pause di recupero sotto il<br />

minuto se si intende migliorare la Resistenza Lattacida, con un numero di ripetizioni<br />

non determinabile prima, comunque al massimo.<br />

FORZA MASSIMALE (se eseguita in modo veloce dicesi ESPLOSIVA)<br />

E’ la forza più elevata che il sistema neuromuscolare è in grado di esprimere con<br />

una contrazione volontaria (Harre).<br />

Prevale la componente carico a scapito della velocità.<br />

Incrementata con carichi massimi (80 – 100 %)<br />

Si può iniziare, con metodi progressivi già a 13 – 14 anni (meglio lavorare per un<br />

periodo con Tecniche a carico naturale così abituando tendini e articolazioni magari<br />

con opportuni esercizi pliometrici, quindi con macchine guidate (bilancieri se la<br />

finalità e dichiaratamente specialistica di una disciplina) e/o manubri. Correzioni in<br />

base all’età e alla tipologia.<br />

FORZA VELOCE (o RAPIDA)<br />

(Con alcune precisazioni inerenti le capacità coordinative si potrebbe parlare anche<br />

di allenamenti alla VELOCITA’)<br />

39


E’ la capacità del sistema neuromuscolare di superare delle resistenze con elevata<br />

capacità di contrazione (Harre).<br />

Prevale la componente velocità man mano che si diminuisce il carico (dal 60 % al<br />

40% in diminuzione del carico, piramide inversa, con buone pause di recupero per<br />

non creare acidosi).<br />

Si può iniziare ad allenarla già dai 12 anni (carichi modesti).<br />

n.b. secondo la nostra esperienza è una qualità da allenare alternata ad allenamenti<br />

lattacidi (Body Building) che, per l’elevata acidità e la continua ripetitività del gesto a<br />

velocità costante e spesso bassa (quindi con adattamenti neuromuscolari), possono<br />

diminuire la velocità contrattiva a scapito del gesto atletico.<br />

FORZA RELATIVA (sottraendo il peso corporeo)<br />

FORZA SPECIALE (relativa alla propria disciplina quindi al gesto)<br />

DALLA TEORIA ALLA PRATICA<br />

Un approccio scientifico, ovvero intelligente e razionale, è quello di richiedere una<br />

visita completa onde poter escludere patologie invalidanti e, se necessario,<br />

intervenire per correggere prima, così da "formare" e non" deformare".<br />

Un approccio che, se consigliabile a tutte le età, diventa una “conditio sine qua non”<br />

per giovani in via di <strong>formazione</strong>.<br />

Un completo ed approfondito esame preventivo è certamente il "Test Posturale" che<br />

evidenzia asimmetrie e conseguentemente i recettori compromessi (ricordiamoci che<br />

i recettori sono dei veri e propri sensori che controllano le informazioni esterne<br />

inviate al cervello). Così si scoprono problemi lontani dalla sede d'origine, come può<br />

essere una asimmetria oculomotoria che può portare ad asimmetrie delle spalle, a<br />

problemi masticatori che si riflettono negativamente nella colonna vertebrale sino<br />

agli arti inferiori (basti pensare che potrebbero esserci, per colpa di un blocco<br />

cervicale, problemi circolatori ai piedi essendo essi delle vere pompe che aiutano il<br />

ritorno del sangue venoso dalla periferia alla parte superiore e conseguentemente<br />

diagnosticare degli inestetismi quali la cellulite a causa di tale ridotta funzionalità), e<br />

via così.<br />

Ecco quindi consigliata una visita completa da: Oculista, dentista, podologo,<br />

eventualmente chiropratico. Non dimenticando uno specialista omotossicologico<br />

(ricerca di intolleranze alimentari).<br />

PROGRAMMA DI LAVORO PER UN LUNGO PERIODO:<br />

Come impostare un programma che abbia presupposti scientifici ma che possa<br />

essere, almeno a grandi linee, "adattato" alla stragrande maggioranza dei praticanti<br />

ed "adottato" dalla stragrande maggioranza? n.b.<br />

Quì pensando soprattutto ai giovani.<br />

Differenziando innanzitutto i cicli in modo che:<br />

l. Macrociclo (teorizziamo 9 mesi all'anno ma potrebbe essere di meno o di più)<br />

diviso in 3 Mesocicli (quindi un terzo del macrociclo = 3 mesi su 9) divisi in 3<br />

microcicli (in questo caso 1 mese corretto in 3 settimane più la quarta di passaggio<br />

(meglio se a prevalenza aerobica) ovvero di cambiamento graduale dalla vecchia<br />

scheda di lavoro alla nuova.<br />

N.B. mai cambiare repentinamente.<br />

Nota: il 1. Macrociclo sarà dedicato alla ricerca delle "Qualità fisiche" (quindi non<br />

finalizzando alla difficile ricerca delle qualità morfologiche: ipertrofia, definizione<br />

40


muscolare, vascolarizzazione, equilibrio e proporzioni e quant'altro necessiti per il<br />

miglioramento "estetico" culturistico), ma allenando con metodi e tecniche legate più<br />

a: quantità (numero serie, numero ripetizioni, velocità esecutiva,ecc.) per migliorare<br />

successivamente:<br />

1) S.A.G. = Fitness organica nella successione fisiologica ed adattamento cellulare<br />

seguente:<br />

a) Resistenza muscolare = miglioramento prevalente della capillarizzazione con<br />

esercizi localizzati eseguiti lentamente - pause di recupero ridotte, poche serie,<br />

molte ripetizioni.<br />

Protocollo di lavoro: uso delle macchine, cavi, elastici (sicurezza esecutiva,<br />

possibilità di veloce interscambio fra i tanti frequentatori, aumento della<br />

propriocettività, congestione locale).<br />

b) Resistenza organica = migliora prevalentemente il mitocondrio con esercizi che,<br />

progressivamente, impegnano l'apparato cardiaco - respiratorio con tempi diversi in<br />

base alle finalità:<br />

- b1) più di 20 minuti continui all'inizio e/o alla fine della sessione (lavoro in steady<br />

state = resistenza organica, ipertrofia ventricolo)<br />

- b2) per 10 minuti, sempre ad intensità aerobica, ogni volta fra i diversi settori<br />

corporei (riposo attivo e migliorato recupero dell' acido lattico, velocizzazione della<br />

neoglicogenesi = sistema di passaggio con relativi miglioramenti tipici del primo<br />

sistema appena ricordato e del terzo che ora ricorderemo);<br />

- b3) per 1 – 2 minuti fra ogni serie muscolare come riposo attivo (lavoro<br />

paragonabile all'intervall-training = miglioramento della capacità contrattiva cardiaca<br />

con adattamento a livello parietale) .<br />

N.B. Queste tecniche possono essere adottate successivamente, magari per 2-3<br />

settimane ognuna, con la stessa scheda di lavoro muscolare (un esercizio con<br />

macchina o manubri e al cambio di scheda aumentare le serie e diminuire le<br />

ripetizioni di ogni gruppo, sempre più esercizi cardio), così ottenendo<br />

contemporaneo miglioramento muscolare e cardiaco.<br />

N.B. INSERIAMO QUI’ UN LAVORO MOLTO INTERESSANTE: LO SQUAT<br />

RESPIRATORIO ALTERNATO ALLE ROTAZIONI 2 MANUBRI<br />

(TRIPLA RESPIRAZIONE NEGLI SQUATS – 10 12 RIPETIZIONI ALTERNATE A<br />

SERIE DA 12 – 15 RIPETIZIONI PER GABBIA).<br />

APRIRE E’ RADDRIZZARE – RADDRIZZARE E‘ APRIRE!<br />

Protocollo di lavoro: uso delle macchine e/o dei manubri per i settori muscolari da<br />

allenare (importanza dell'allenamento con manubri anche per il miglioramento delle<br />

capacità coordinative); uso dei "cosiddetti" esercizi aerobici con "cosiddetti" attrezzi<br />

aerobici (ricordare però i parametri di tempo che fanno sì, questo davvero, che un<br />

allenamento sia aerobico o lattacido o creatin-fosfatico).<br />

c) Resistenza muscolare e organica alternate ovvero miglioramento contemporaneo<br />

della capillarizzazione e dell' attività mitocondriale (ad esempio allenare con la<br />

metodica del punto a) il lunedì; con quella del punto b) il mercoledì; quindi<br />

nuovamente con a) il venerdì e con b) il lunedì successivo. E così via. Va da sé che<br />

con a) si può fare un po' di lavoro muscolare in più, con b) meno lavoro muscolare e<br />

più esercizio aerobico. Si ottiene così, oltre ad ,un adattamento cardiaco, una<br />

velocizzazione del meccanismo di recupero dell'acido lattico.<br />

n.b. Non essendo le qualità fisiche trasferibili e gli adattamenti essendo temporanei,<br />

è necessario e più razionale periodicamente "ripassare", ovvero riallenare qualità e<br />

41


quindi ricreare adattamenti: neuro-chimici (C P), morfo-fisiologici (LA), organici (02).<br />

2) S.A.M. = Fitness fisica nella successione fisiologica ed adattamento cellulare<br />

seguente:<br />

d) Forza resistente = miglioramento sarcoplasmatico con esercizi settoriali localizzati<br />

ripetuti.<br />

in più serie con numero di ripetizioni varianti fra le 20 e le 15 (che nel secondo<br />

Macrociclo caleranno fino a metà delle iniziali) in relazione all'età del soggetto (più<br />

ripetizioni se giovane o anziano), all'attrezzo usato (più ripetizioni se macchine e<br />

manubri, meno se bilanciere), il settore interessato (più ripetizioni se muscoli<br />

monoarticolari, meno se pluriarticolari), al tipo di fibre (generalmente più per gli<br />

estensori e abduttori -tranne i tricipiti, meno per i flessori e gli adduttori).<br />

e) Velocità esecutiva = possibile aumento di alcuni elementi costitutivi delle cellule<br />

muscolari (miofibrille) ma sicuro miglioramento delle capacità coordinative e della<br />

rapidità della contrazione muscolare e conseguentemente della forza veloce (quindi<br />

conseguente miglioramento miofibrillare).<br />

N.B. La pratica con attrezzi rende abbastanza difficile e rischioso tale allenamento<br />

soprattutto quando non si hanno già buone capacità di controllo muscolare, cioé<br />

all'inizio. Essendo però interessante dedicare un po' di tempo alla ricerca di tale<br />

qualità fisica, che è utile per chi praticherà altre discipline sportive ma anche per il<br />

cultore dell'ipertrofia perchè realizzerà un maggior tonellaggio nello stesso tempo<br />

quindi aumentando l'intensità, si è cercata, e si consiglia, qualche alternativa come<br />

la pliometria, il metodo del contrasto e lo stretching.<br />

f) Forza resistente e velocità esecutiva alternate (un allenamento dedicato alla prima<br />

qualità, un allenamento alla seconda, quindi il terzo allenamento di nuovo alla prima<br />

e così via oppure una serie per metodo alternando ogni serie; oppure 2 settimane<br />

con un sistema e due con l'altro, creando conseguentemente continui stimoli<br />

allenanti ed evitando la noia).<br />

3) S.A.S. = Fitness atletica ovvero "il momento della verità". Necessario ora<br />

personalizzzare le schede d'allenamento in base ai desiderata di ognuno.<br />

Da questo momento inizia effettivamente la carriera del cultore, ma con una<br />

preparazione che eviterà molti di quegli incidenti tipici della pratica "sine cultura" o di<br />

quei traumi che caratterizzano l'uso dei carichi, sicuramente con maggiori risultati<br />

data la complementarietà e la fisiologica solidarietà dei vari componenti cellulari. La<br />

preparazione gli permetterà sedute altrimenti proibite e che magari avrebbe<br />

affrontato con pericolosi ausili.<br />

Ora davvero dovremo porgli la domanda:"Ma Tu, cosa ti prefiggi?” E naturalmente<br />

impostare il lavoro tecnico in base alla risposta.<br />

42


Facciamo delle ipotesi!<br />

1) Ipotesi 1 - preatletismo per uno sport.<br />

In tal caso è necessario affrontare il problema dividendolo in tre:<br />

a) Allenamenti fisici in base alla via metabolico-energetica tipica dello sport<br />

praticato (Es. calcio - ruolo mediano o libero; sistemi energetici prevalenti:<br />

Creatin fosfato lattacido (60%), lattacido - aerobico (20%), aerobico (20%), con<br />

movimenti di base sinergici.<br />

b) Allenamenti successivi per il "gesto atletico" con una scelta dell'attrezzo<br />

che possa "imitare" il più possibile la traiettoria del gesto da migliorare (per un<br />

calciatore quindi, in questa fase b, più indicato il leg extensions che lo squat;<br />

per un karateka i cavi piuttosto che la panca).<br />

c) Allenamenti di "mantenimento" metabolico e gestuale, ovvero poco ma<br />

intenso anche perchè è il periodo in cui si riprendono gli allenamenti della<br />

disciplina praticata, con enorme impegno neuro-muscolare. Buono lo squat<br />

con leggero saltello verso l'alto, questo per la parte inferiore (o esercizi<br />

pliometrici) ; la panca con leggero rimbalzo sul petto o le spinte verso l'alto,<br />

per la parte superiore. Ottimo lo strappo con bilanciere che assomma in sé<br />

tutte le qualità di forza + velocità (= potenza) e destrezza per mantenere, se<br />

non migliorare, la porzione miofibrillare e quindi la capacità contrattile e la<br />

qualità neuro-muscolare (vedi punto e) della S.A.M.).<br />

N.B. SE IL LAVORO COI CARICHI HA, GIA’ DALL’INIZIO, FINALITA’<br />

DICHIARATE DI PREATLETISMO O ADDIRITTURA DI PESISTICA, E’ OVVIO<br />

CHE ALCUNI PARAMETRI DI LAVORO VANNO INVERTITI. AD ESEMPIO SONO<br />

INDISPENSABILI DA SUBITO ALLENAMENTI CON GLI ESERCIZI PREVISTI IN<br />

GARA ONDE IMPARARE IMMEDIATAMENTE GLI SCHEMI MOTORI DELLA<br />

DISCIPLINA SUI QUALI INNESTARE ESERCIZI COMPLEMETARI DI AIUTO.<br />

2) Ipotesi 2 - fitness, culturismo, body building.<br />

Sono in fondo i lati di un prisma che contiene in sé la stessa finalità = il<br />

miglioramento estetico-fisiologico del corpo differenziandosi in parametri quantitativi<br />

più che qualitativi.<br />

Un pioniere di questa disciplina ebbe a dire che il fitness è la parte igienica, il<br />

culturismo quella amatoriale, il body building quella agonistica.<br />

Tutte e tre le pratiche necessitano però (chiaramente con differenti quantità di lavoro<br />

di diversa intensità - diversa alimentazione ed integrazione - anche diverse<br />

metodologie = attrezzature, vie metaboliche, ecc.) di un programma di lavoro che<br />

prevede cambi, picchi di intensità variabile, sinergia "empatica" alternata per le<br />

diverse componenti cellulari.<br />

Quindi, lasciando libero il cultore di scegliere numero di: ripetizioni - serie -<br />

allenamenti settimanali e quant'altro (infatti tutto ciò che diremo ha valore puramente<br />

esplicativo e non prescrittivo), riaffermiamo il principio del Macrociclo -Mesociclo-<br />

Microciclo.<br />

43


MACROCICLO – 1. MESOCICLO- 1. 2. 3. MICROCICLO<br />

1. MICROCICLO della Sindrome Adattamento Generale<br />

(Ricordiamo che è di 3-4 settimane + 1 di cambio progressivo)= Capillarizzazione<br />

settore-.Allenamento: macchine-elastici-manubri.<br />

Serie 2-3 per gruppo muscolare - Numero ripetizioni fra le 15 e 20 (Es: 20 la parte<br />

inferiore, 18 la parte superiore, 15 gli arti superiori, quanto possibile la parte<br />

mediana). Esecuzione lenta, controllata (soprattutto nella fase decontrattiva),<br />

curando e forzando la respirazione sia nella fase attiva che passiva, poca pausa di<br />

recupero fra le serie, più fra i gruppi.<br />

2° MICROCICLO della S.A.G. (sempre di 3-4 settimane + 1).<br />

Capillarizzazione settoriale e mitocondri.<br />

Allenamento con macchine o manubri alternato a cardio-fitness. Serie 3-4 per<br />

gruppo muscolare - Numero ripetizioni fra le 15 e le 12 (sempre con il protocollo<br />

mirato di cui sopra). Chiaramente cercare di "caricare" un pò così anche creando<br />

fiducia nel cultore. Esecuzione un pò più "allegra" - All'inizio e/o alla fine (meglio tutti<br />

e due) esercizi "cardiaci" (cidette, tappeto, cubo, steep, corsa sul posto, salto della<br />

corda, altro) per almeno 20 minuti ciascuno.<br />

3° MICROCICLO della S.A.G. (sempre 3-4 settimane; m agari 2 settimane<br />

alternando durante l'allenamento un intero gruppo muscolare e un esercizio cardiaco<br />

per 10 minuti + 2 settimane mettendo un esercizio cardiaco da 1 minuto fra ogni<br />

serie muscolare) - Sarcoplasma e capillarizzazione.<br />

Allenamento con macchine + manubri (alternando arto dx ad arto sin.<br />

nell'esecuzione meccanica) per lo stesso gruppo muscolare (si aumenta l'intensità<br />

contrattiva senza aumentare troppo le serie). Serie quindi di 2 + 2 - Numero di<br />

ripetizioni fra 15 e 12 (15 le macchine, 12 i manubri con un paio in più per la parte<br />

inferiore ed in meno per la parte superiore e gli arti).<br />

1° MACROCICLO - 2° MESOCICLO - 4° - 5° - 6° MICROCI CLO Sindrome<br />

Adattamento Morfologico<br />

4° MICROCICLO della S.A.M. (3-4 settimane + allenam ento cardio: inizio e fine) -<br />

Allenamento sarcoplasmatico.<br />

Allenamento con manubri contemporaneamente con i due arti.<br />

n.b. si -prepara così la capacità contrattiva sinergica del bilanciere.<br />

4 Serie per un numero calante di ripetizioni (esempio 12 per estensori e abduttori, 10<br />

flessori e adduttori)<br />

5. MICROCICLO della S.A.M.: Allenamento sarcoplasmatico – connettivale + ricerca<br />

capacità coordinative + cardio ad inizio e fine allenamento.<br />

Allenamento con manubri (usare esercizi a cambio direzionale tipo combinato).<br />

Allenamento con bilanciere lento sopratutto nella contrazione eccentrica - n.b.<br />

manubri: 2 serie da 12 ripetizioni (estensori ed abduttori) - 10 ripetizioni (flessori e<br />

adduttori).<br />

bilancieri: 3 serie da 10 ripetizioni (estensori) – 3 X 8 rip. (flessori)<br />

6.Microciclo: Allenamento miofibrillare-sarcoplasmatico(cardio ad inizio e fine).<br />

Allenamento macchine (riscaldamento e capillarizzazione) 2 X 15.<br />

Allenamento con bilanciere (esecuzione aggressiva nella contrazione concentrica): 3<br />

- 4 serie x 8 (estensori) – x 6 (flessori)<br />

44


N.b. dal Mesociclo successivo o dal 2. Macrociclo bisognerebbe<br />

a) impostare programmi d’allenamento secondo il concetto psico-bio-tipologico: vedi<br />

punto "Cenni di Bio - psico - tipologie"<br />

b) differenziare in base alle percentuali di fibre lente (ST) e veloci ad alto potenziale<br />

metabolico ossidativi - glicolitico (FTa) o prevalentemente glicolitico (FTb) presenti<br />

nei muscoli scheletrici dell'essere umano<br />

c) inoltre cominciare ad eseguire seguendo il personale ritmo respiratorio proprio di<br />

ciascun soggetto, talvolta forzando l'inspirazione o la espirazione in base al risultato<br />

che si vuol ottenere. Normalmente l'atto respiratorio è più lento in fase decontrattiva<br />

(circa 4 secondi); più veloce in fase contrattiva (2).<br />

1. MACROCICLO – 3. MESOCICLO – 7. – 8. – 9. MICROCICLO<br />

Sindrome Adattamento Specialistico<br />

N.B. A questo punto dobbiamo chiedere, al cultore, quali siano le finalità che lo<br />

hanno portato in palestra dovendo differenziare ora, e solo ora, metodi, tecniche,<br />

quantità, intensità e tante altre variabili che danno risultati fisiologici o morfologici<br />

differenti.<br />

Preatletismo o muscolazione per fitness o body building? La prima ipotesi l'abbiamo<br />

già, sia pur sommariamente, illustrata. Prendiamo quindi in considerazione la<br />

seconda: l' IPERTROFIA.<br />

7° MICROCICLO: Mitocondri (con allenamenti cardio) - Sarcoplasma - Capillari :<br />

allenamenti con attrezzi vari.<br />

Uso dei manubri. Prendiamo come esempio un esercizio ed un gruppo muscolare:<br />

- croci su panca per pettorali - 5 serie da: 8 – scaricare = 9 – scaricare ed eseguire<br />

1O ripetizioni - scaricare e fare 11 ripetizioni - scaricare con 12.<br />

8° MICROCICLO: Mitocondri (con allenamento cardio) - Sarcoplasma - Miofibrille -<br />

Tessuto connnettivo: con attrezzi vari.<br />

Uso del bilanciere. Ad esempio lo stesso gruppo muscolare:<br />

- spinte su panca - 5 serie da: 10 ripetizioni - caricare ed eseguire 9 - caricare con 8<br />

- caricare e fare 7 ripetizioni – caricare per le ultime 6 ripetizioni.<br />

9° MICROCICLO: Mitocondri (allenamento cardio) - Al lenamento Sarcoplasma e<br />

miofibrille, capillarizzando.<br />

Uso dei manubri o del bilanciere. Sempre lo stesso gruppo muscolare come<br />

esempio.<br />

Panca (n.b. 2 ripetizioni in più di quelle indicate se si usano i manubri - 2 in meno<br />

con bilanciere) 1. serie da 10 rip - caricare: 1 serie da 9 rip. - caricare: 1 serie da 8 –<br />

scaricare e fare 9 rip - scaricare e fare serie da 10 ripetizioni.<br />

n.b. si può fare: 3 settimane con manubri + 3 con bilanciere.<br />

N.B. Notate che, progressivamente, dal primo Microciclo, sono aumentate le serie e<br />

diminuite parallelamente le ripetizioni. Questo per rispetto alla biochimica della<br />

contrazione muscolare che dimostra che il metabolismo cellulare cambia in base al<br />

tempo di lavoro, contrattivo e decontrattivo, e che stimoli minori vanno mantenuti più<br />

a lungo ma ripetuti meno, stimoli maggiori vanno mantenuti meno a lungo ma ripetuti<br />

più volte. Così: 2 x 15 = 30; 3 x 10 = 30; 4 x 8 = 32; 5 x 6 = 30; 6 x 5 = 30 in modo da<br />

avere un tonnellaggio più equilibrato.<br />

45


2° MACROCICLO e SUCCESSIVI TEORIZZATI IN ANALOGIA A LLA<br />

"TEORIA CELLULARE"<br />

Se il cultore continua ad allenarsi, è necessario creare un minimo di<br />

"Programmazione" conseguente che deve essere però corretta in base ai suoi<br />

desideri ma anche in base alla sua ormai acquisita "sensibilità" (è una specie di<br />

sesto senso che fa affermare, alla fine dell'allenamento, al cultore se ci si è allenati<br />

sufficientemente e quali parti lo siano e quali no).<br />

In linea teorica crediamo di poter consigliare un macrociclo che sia conseguente alla<br />

"Teoria dell'adattamento cellulare" che tende a dimostrare che una porzione<br />

cellulare subisce un adattamento conseguente ad un certo allenamento e come sia<br />

necessario allenare periodicamente tutte le porzioni cellulari altrimenti subendo una<br />

diminuzione di un componente. In linea puramente teorica potremmo affermare che<br />

il tempo da dedicare sia proporzionale alla quantità dei componenti ma sappiamo<br />

che ci sono altre variabili da considerare che ci fanno fare calcoli diversi:<br />

- la diversa capacità di adattamento di ogni singolo praticante le precedenti<br />

esperienze fisiologico-sportive che rendono diverse le attitudini e i differenti desideri<br />

fisologici, morfologici, funzionali, estetici l'età, il sesso, la razza, l'impegno lavorativo,<br />

l'alimentazione, la PSICO-MORFOLOGIA che differenzia i soggetti in modo<br />

determinante. Da considerare anche che, ampiamente dimostrato dalla pratica, ogni<br />

via energetica va allenata in modo:<br />

- proporzionale come microcicli e nell'unità d'allenamento.<br />

Memo: CP = altissima intensità e scarse riserve.<br />

LA = media – alta intensità e riserve mediamente alte.<br />

O2 = bassissima intensità e riserve eccezionalmente alte.<br />

Esempio pratico in un Macrociclo di 36 mesi = 9 mesi:<br />

- CP : 3 settimane = 3 microcicli ripetuti 3 volte = 9 microcicli<br />

- LA : 3 settimane = 3 microcicli ripetuti 6 volte = 18 microcicli<br />

- O2 : 3 settimane = 3 microcicli ripetuti 3 volte = 9 microcicli<br />

n.b. pur essendo di alto valore l’allenamento Aerobico riteniamo di poter dedicare<br />

qualche Microciclo in meno, in modo esclusivo, perché consigliamo di praticare<br />

sempre allenamenti in O2 durante tutte le sedute e, inoltre, abbiamo già consigliato<br />

di lavorare in O2 percentualmente di più nei cambi di tabella (la quarta quindi fra<br />

ogni microciclo).<br />

In una seduta di 60 – 90 minuti, direttamente proporzionale:<br />

- mitocondri (allenamento cardio per 20 minuti);<br />

- capillari (riscaldamento con 2 serie da 15-20 ripetizioni per ogni gruppo muscolare);<br />

- sarcoplasma (4 - 6 serie per gruppo da 12-15 ripetizioni)<br />

- tessuto connettivo (1 serie di Isometria o eccentrica) miofibrille (allenamento con<br />

attrezzi di 10-15 serie per gruppo da 4-6 rip. forzando e cercando di aumentare la<br />

velocità esecutiva); altre sostanze (possibile esecuzione terminale, velocizzando, di<br />

esercizi liberi tipo piegamenti sulle braccia, alzate laterali braccia senza peso ma<br />

velocissime, ecc. ovvero di movimenti, che una volta chiamavamo di "pompaggio",<br />

atti a ricapillarizzare per velocizzare la resintesi dell'acido lattico e quindi l'inizio della<br />

ricostruzione proteica del tessuto muscolare.<br />

n.b. è evidente che un maggior allenamento di un componente significa un minor<br />

allenamento di un altro: è il Cultore che deve scegliere in base alle finalità<br />

46


desiderate.<br />

Nei Macrocicli successivi al primo di base, potremmo teorizzare la seguente<br />

proporzione (che va personalizzata però in base alle singole necessità):<br />

- mitocondri (un microciclo da 2 - 3 settimane)-<br />

- capillari (un microciclo da 2 - 3 settimane)<br />

- sarcoplasma (un microciclo da 3 - 4 settimane)<br />

- connettivo (un microciclo da 1-2 settimane)<br />

- miofibrille (un microciclo da 3 - 4 settimane)<br />

- altre sostanze(da aggiungere al termine di un gruppo, soprattutto se connettivale).<br />

Potremmo teorizzare un MACROCICLO con il seguente schema:<br />

1. scheda mitocondriale tipo cardio-fitness 2. scheda capillare (un esercizio<br />

monoarticolare, ripetizioni alte 15-20, esecuzione alternata serie veloce e serie molto<br />

lenta, magari scaricare il peso dell' attrezzo per tenere le ripetizioni stabilite, fare<br />

molte serie) 3. scheda sarcoplasmatica (esercizi misti manubri, macchine, bilancieri<br />

preferenziando il piramidale in scarica mento peso ed aumento ripetizioni) 4. scheda<br />

connettivo (isometria, eccentrica - meglio assieme alla sarcoplasmatica) 5. scheda<br />

miofibrillare (concentrica + esercizi veloci + ripet.singole esplosive) alternando però,<br />

come nell'Unità d'allenamento, ad esempio 1 - 3 - 4 - 2 - 5 e si ricomincia (questo<br />

perché l'aumento di un componente cellulare serve al miglioramento successivo di<br />

un altro (vedi scheda mitocondriale prima dell'allenamento sarcoplasmatico = 1 + 3)<br />

o l'allenamento di un componente, dopo un periodo di allenamento per un altro, può<br />

servire come meccanismo di compenso ad eventuali" danni ossidativi" causati da<br />

allenamenti ad alta intensità (ad esempio 4 o 5 + 2).<br />

Una scheda di lavoro estremamente interessante, stimolante mentalmente e<br />

biochimicamente, da usare periodicamente quando ci si accorge d'essere in stallo, è<br />

quella che amo definire "alternanza dei sistemi energetici" e che già i nostri cugini<br />

d'oltre Alpe usavano decine di anni fa (è quella che gli americani chiamavano "serie<br />

gigante" che però veniva eseguita con lo stesso numero di ripetizioni pur avendo già<br />

teorizzato esercizi diversi), un'alternanza che crea una congestione impressionante<br />

per quella "empatia" cui abbiamo fatto cenno.<br />

Si può eseguire usando solo manubri, solo macchine o solo bilancieri ma anche,<br />

ancor più stressante, alternando vie energetiche e parallelamente tipo di attrezzo.<br />

Prendiamo ad esempio un gruppo muscolare come il pettorale:<br />

Croci ai cavi 20 ripetizioni - Panca con bilanciere 6 ripetizioni<br />

Piegamenti sulle braccia ? ripetizioni<br />

Croci con manubri 12 ripetizioni<br />

Pull - over con bilanciere 8 ripetizioni<br />

n.b. abbiamo fatto una serie.<br />

Sta al cultore stabilire se è necessario ripetere per più serie.<br />

Altro esempio? Cosce!<br />

- leg extensions 20 ripetizioni - squat 6-8 ripetizioni - piegamenti liberi ? ripetizioni -<br />

sissy squats 15 ripetizioni - pressa 8-10-<br />

47


ANALISI "SCHEDA" o "UNITA' D'ALLENAMENTO"<br />

Pur necessitando successivamente di differenziare e in modo diverso di combinare i<br />

tanti esercizi e soprattutto le varie sezioni corporee (ovvero quando si affrontano più<br />

allenamenti settimanali con meno settori corporei nella stessa scheda), almeno<br />

all'inizio, nella successione dei vari settori (tutti allenati in una seduta d'allenamento<br />

o al massimo spezzando la scheda in due parti), siamo dell'opinione che la<br />

sequenza debba avere la seguente conseguenzialità, rispettosa innanzitutto della<br />

"Catena cinetica" muscolo -articolare:<br />

l) Training di visualizzazione dei vari gruppi corporei (guardare uno ad uno i vari<br />

muscoli, toccare uno ad uno, chiudere gli occhi e "guardare con la mente" cercando<br />

di "sentire con la mente" il muscolo); riscaldamento con esercizi di "intensità"<br />

aerobica, quindi senza arrivare ai fatidici 20 minuti (O2 generali per la circolazione,<br />

capillarizzazione settoriale per il muscolo), comunque stimolanti mitocondri e<br />

capillari e finalmente esercizi di stiramento leggero magari accoppiati ad esercizi di<br />

mobilità vertebrale (partire dal collo e scendere progressivamente sino ai piedi).<br />

2) Allenamento della parte centrale del corpo e poi della periferia secondo la legge<br />

"Centrifuga" (dal centro alla periferia, legge in armonia col movimento dell'Universo)<br />

e della "Bionenergetica".<br />

3) Allenamento della parte inferiore del corpo (polpacci, bicipiti femorali, glutei,<br />

cosce), così da "congestionare" zone che necessitano alla fine dell'allenamento<br />

d'essere "decongestionate" sia con posizioni "ad hoc" (gambe verso l'alto con<br />

movimenti vibratori o frizioni dai piedi verso le cosce) sia, durante l'allenamento, con<br />

la successiva scelta di esercizi congestionanti zone alte lontane che quindi aiutano<br />

la decongestione degli arti inferiori. Così lavorando in analogia all "Apparato<br />

circolatorio", specificamente al sistema arterioso ed a quello, talvolta affetto da<br />

patologie, detto venoso.<br />

4) Allenamento per la parte superiore del corpo (pettorali, dorsali, bicipiti brachiali,<br />

deltoidi, tricipiti brachiali, avambracci).<br />

n.b. L'allenamento muscolare, specialistico per l'ipertrofia, stimola soprattutto le<br />

porzioni cellulari denominate sarcoplasma, miofibrille, tessuto connettivo in<br />

percentuali diverse ma proporzionali alla quantità di tempo-lavoro dedicato alla via<br />

energetica.<br />

5) Raffreddamento con esercizi di stiramento e di mobilizzazione vertebrale (partire<br />

dai piedi e salire progressivamente sino al capo, quindi praticare training respiratori<br />

con esercizi di relax), esercizi aerobici leggeri in "calare". Di nuovo stimolazione<br />

delle porzioni cellulari (capillari e mitocondri) che aiutano il ripristino dello "status<br />

quo", ovvero di quell'equilibrio energetico chimico, fisico, psicologico (omeostasi<br />

fisio-neuro-bio-chimica) senza il quale non iniziano i processi di ricostruzione<br />

cellulare e quindi dell'ipertrofia.<br />

48


UNITA' D'ALLENAMENTO: Un esempio con principi generali.<br />

Va da sé che serie, ripetizioni, pause di recupero, velocità esecutiva e quant'altro<br />

necessiti per arrivare alla meta prefissata, sono varianti che devono essere inserite<br />

dal cultore o dal suo preparatore. Ma prima vediamo assieme un capitolo<br />

essenziale.<br />

N.B. ANCHE PER STABILIRE QUALI ESERCIZI FARE E PER QUALI MUSCOLI<br />

ESEGUIRE DETTI ESERCIZI SAREBBE BENE FARE DEI TEST DI VALUTAZIONE<br />

DELL’ALLUNGAMENTO MUSCOLARE CHE COSI’ BENE HA DESCRITTO IL<br />

PROF. UMILI NEL SUO ULTIMO LIBRO “GLI ATTREZZI PER IL CORPO” – NEL<br />

CAPITOLO “LA VALUTAZIONE DELL’ALLUNGAMENTO MUSCOLARE”<br />

49


La valutazione dell'allungamento<br />

muscolare<br />

Test di valutazione dell'accorciamento<br />

dell'ileo-psoas<br />

Il peso degli arti fa sì che l’ileo-psoas, con<br />

la sua inserzione sul piccolo trocantere<br />

del femore, tragga in avanti e in basso la<br />

colonna lombare, dove esso si inserisce,<br />

e ciò provoca un'accentuazione dell'arco<br />

lombare (Fig. 12.1). Esso scompare, infatti,<br />

quando un'anca è tenuta flessa al petto<br />

(Fig. 12.1 a). L'arto libero, col suo peso<br />

tende a flettere la colonna tramite l’ileopsoas,<br />

ma essa è tenuta aderente al piano<br />

del tavolo. Una giusta lunghezza dell'ileopsoas<br />

fa mantenere la coscia orizzontale<br />

(Fig. 12.1 b) o leggermente inclinata<br />

verso il basso. Un ileo-psoas accorciato<br />

impedirebbe alla coscia di raggiungere la<br />

posizione orizzontale.<br />

50


51<br />

Test di valutazione Test<br />

dell'accorciamento del retto<br />

femorale<br />

Assumendo sempre la stessa posizione del<br />

test dell'ileo-psoas, la gamba dovrebbe<br />

pendere verticalmente, se la lunghezza del<br />

retto femorale lo permettesse (Fig. 12.2).<br />

Qualora fosse accorciato, la gamba non<br />

riuscirebbe a raggiungere la verticale (Fig.<br />

12.2 a).


Test di valutazione dell'accorciamento<br />

degli ischio crurali<br />

Ponendo il soggetto supino su un piano di<br />

appoggio, e mantenendo un arto teso e<br />

aderente al piano orizzontale, si solleva l'altro<br />

arto verso la posizione verticale (Fig. 12.3).<br />

Una normale lunghezza dei muscoli<br />

ischiocrurali dovrebbe permettere il<br />

raggiungimento della verticale, mentre un loro<br />

accorciamento lo dovrebbe impedire.<br />

Test di valutazione dell'accorciamento dei<br />

muscoli lombari<br />

Ponendosi seduti, piegare il busto in avanti,<br />

cercando di raggiungere le ginocchia con la<br />

fronte (Fig. 12.4). La capacità di allungamento<br />

dei muscoli del tratto lombare della colonna è<br />

buona se la distanza tra fronte e rotule va da 0<br />

a 10 cm.<br />

52


Test di valutazione dell'accorciamento del<br />

tricipite surale<br />

Una normale capacità di allungamento dei tricipiti<br />

surali permette di stare in massima accosciata<br />

(Fig. 12.5), con le braccia tenute tese in avanti,<br />

senza sollevare i talloni da terra.<br />

Test di valutazione dell'accorciamento degli<br />

adduttori<br />

Ponendosi in decubito laterale ed abducen-do un<br />

arto (Fig. 12.6), il grado di abduzio-ne verifica la<br />

capacità di allungamento dei muscoli adduttori:<br />

un'abduzione di almeno 60° dovrebbe essere la<br />

norma<br />

53


Passiamo all’ANALISI della TABELLA nell’UNITA’ D’ALLENAMENTO Stiramento<br />

leggero, evitando strappi e spostamenti bruschi, 4-5 secondi per ricerca posizione<br />

inspirando, mantenerla per 10 - 20 secondi espirando lentamente, ritornare decontratti<br />

inspirando. Pausa.<br />

n.b. iniziare con i flessori e continuare con gli estensori onde evitare il riflesso inibitore.<br />

ESERCIZI di RISCALDAMENTO Cinque, dieci minuti di esercizi leggeri, calistenici, a<br />

grandi movimenti corporei (compresi, aggiungendo in base alle necessità "lipolitiche",<br />

esercizi di intensità aerobica) ricordando di praticare sempre, comunque, un esercizio di<br />

riscaldamento - stretching per ogni gruppo muscolare prima di iniziare le serie pesanti.<br />

ESERCIZI DI STIMOLAZIONE del SISTEMA ENDOCRlNO" Secondo gli studi del prof.<br />

Selye (creatore della "Teoria dello Stress") un esercizio ripetuto alcune volte in cui ci sia<br />

l'intervento sinergico di tutto il corpo e che abbia un che di rischio presunto (strappo con<br />

bilanciere o "da seduto su una panca con le proprie gambe ai lati, saltare verso l'alto e<br />

contemporaneamente girare il busto ricadendo seduti sulla panca ma dalla parte opposta)<br />

o una strenuità esecutiva data da carichi di alta intensità, tutto può creare un aumento di<br />

concentrazione di testosterone sierico.<br />

ESERCIZI DI MUSCOLAZIONE: I tre gruppi muscolari (lombi, retti, obliqui) possono<br />

essere eseguiti in serie che esauriscono ogni volta il gruppo stesso o, soprattutto se ci si<br />

riferisce a soggetti in sovrappeso, in "Circuit training" ovvero eseguire una serie di ciascun<br />

gruppo muscolare, meglio se aggiungendo un esercizio di intensità aerobica (squat<br />

leggeri, saltelli, ciclette, tapis, cubo, sforbiciate alternate avanti o di lato), senza pause e<br />

alternati fra le serie sino al compimento di quelle stabilite.<br />

1) Lombari (la cerniera che va scaldata per prima onde evitare incidenti, per riscaldare<br />

localmente e stimolare l'attività surrenale).<br />

2) Addominali (sia i lombi che i retti addominali sempre per primi così da rispettare un<br />

principio fisiologico che vuole "prima i muscoli stabilizzatori, dopo i rotatori) n.b. ricordare<br />

di eseguire gli esercizi che hanno enfasi sia sulla parte inferiore che superiore.<br />

3) Obliqui (ricordare che sono muscoli bianchi e quindi si ipertrofizzano facilmente) a)<br />

piegamenti laterali (interessanti per gli sport, da evitare esteticamente per l'ipertrofia) b)<br />

rotazioni con bastone sulle spalle (meglio da seduti, per salvare le ginocchia) ma<br />

bisognerebbe iniziare e finire col bastone in linea con la panca e quindi già col<br />

busto in rotazione e gli obliqui stirato l'uno, in contrazione l'altro.<br />

n. b.) Trasversi: sono in fondo gli unici che effettivamente riducono il giro vita perché<br />

tonicizzandosi tendono a comprimere le viscere verso l'interno - alto. Si eseguono uttando<br />

fuori l'aria e cercando di creare il vuoto (nella disciplina Yoga tale pratica è molto seguita).<br />

N.B. Prima di elencare gli esercizi per il resto del corpo è necessario ricordare che<br />

sarebbe bene fare un piccolo studio sul tipo di muscolo che andiamo ad allenare e porlo,<br />

all'interno dell'unità di lavoro settoriale:<br />

a) in base alla propria predominanza metabolica (se Preatletismo . come segue se<br />

Muscolazione) : prima i muscoli a predominanza rossa (detti tonici, quindi con maggior<br />

contenuto emoglobinico, ovvero resistenti quindi da allenare con più ripetizioni ma talvolta<br />

anche meno), poi quelli a predominanza bianca (detti fasici, con maggior contenuto<br />

fosfageno, quindi meno resistenti ma più veloci, più forti, quindi meno ripetizioni). Quanto<br />

detto fa comprendere come vi siano differenti necessità metaboliche e diversi protocolli<br />

d'allenamento: più ripetizioni e meno serie, meno ripetizioni e più serie così da avere lo<br />

stesso tonnellaggio ma diverso sistema metabolico allenante (anche questo è un concetto<br />

54


che va approfondito).<br />

b) in base, alla propria finalità contrattiva: prima i muscoli che lavorano lungo la fibra<br />

(es. trazioni al lat machine dall' alto verso il basso), dopo quelli contro (es. tirate al pulley in<br />

modo orizzontale); prima croci su panca con manubri, poi spinte su panca con bilanciere<br />

n.b. questo è un principio che non riguarda le braccia che avrebbero un'enfasi articolare<br />

pericolosa.<br />

c) In base al "risparmio articolare" per cui va da sé che, almeno all'inizio, sarà meglio<br />

eseguire prima (come esercizio nell'unità d'allenamento e come microciclo nel macrociclo)<br />

con macchine, poi con manubri, dopo con bilanciere. Per lo stesso motivo meglio prima gli<br />

esercizi con le mani in pronazione, dopo quelli con le mani in supinazione (braccia<br />

soprattutto). Comunque tutti facendoli precedere da uno stiramento anche fra ogni serie<br />

così da ridare maggior ampiezza flesso - estensiva (polpaccio docet).<br />

n.b. comunque sempre adottando il sistema "piramidale" ovvero iniziare con meno peso<br />

ed aumentare progressivamente ad ogni serie e ad ogni passaggio di esercizio, il primo<br />

più leggero, poi il secondo più pesante e via così.<br />

4) POLPACCI (se con problemi venosi, eseguire gli stessi esercizi ma con le gambe in<br />

alto)<br />

a) da seduto o da sdraiato; comunque con le ginocchia a 45°, per il soleo<br />

b) in piedi o gambe verso l'alto, comunque ginocchia diritte, per il gastrocnemio<br />

5) BICIPITI FEMORALI Come indicazione sorta dalla pratica, ma non c'è una vera<br />

spiegazione scientifica, eseguire da sdraiati se brevilinei (gambe corte e tendenza del<br />

bicipite verso il basso).<br />

6) Glutei<br />

7) Quadricipiti Prima eventualmente il leg extension. Poi gli squats: gambe unite, gambe<br />

leggermente aperte, molto aperte, divaricate, caricando ad ogni serie (ma così<br />

"scaricando" la schiena), magari alternando con leggeri esercizi di pull-over che aiutano il<br />

recupero, stirano la colonna vertebrale, allargano il costato e quindi le spalle.<br />

N.B. Quì si potrebbe terminare la scheda, se si decide di allenare con metodo "tabella<br />

spezzata” ma mai dimenticare di eseguire il raffreddamento, con esercizi aerobici - relax e<br />

soprattutto di stiramento vertebrale perché la schiena è stata sottoposta, in tale fase, ad<br />

un carico notevole e necessita di esercizi "chiropratici" (attaccarsi alla barra alta, eseguire<br />

leggeri pull-over con bombatura sotto la schiena, praticare il girolinea: piedi in alto e testa<br />

ciondoloni che è interessante anche per la circolazione sanguigna).<br />

COMUNQUE RIPOSARE (24 ore se ci si allena il giorno dopo, 15 minuti se si prosegue:<br />

in tale pausa, oltre ad un leggero allenamento aerobico bere, prima,<br />

acqua e zuccheri, più eventuali integratori, quindi eseguire degli stretching, entrambe le<br />

attività velocizzano il recupero dell' acido lattico).<br />

8) PETTORALI Panca testa in basso (poche serie, più ripetizioni), panca media (più serie,<br />

meno ripetizioni), panca testa in alto (eventualmente ancor più serie e meno ripetizioni).<br />

9) DORSALI (sia perché allenano anche porzioni di pettorali e ne sono quindi la<br />

prosecuzione fisiologica ideale, anche perché è sempre meglio eseguire prima esercizi di<br />

stiramento, dopo di compressione articolare) .<br />

Macchine dietro la testa, davanti, (entrambi mani in pronazione), macchine avanti mani in<br />

supinazione, pulley mani pronate, pulley mani supinate.<br />

n.b. sono esempi esplicativi, certo all'inizio non si può esagerare. Si potrebbe<br />

programmare, e questo vale per tutti i settori corporei, mettendo, nell'Unità di Allenamento,<br />

il primo esercizio effettuato nella prima tabella del 1. Microciclo, come secondo quello del<br />

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2. Microciclo, terzo del 3. e così via.<br />

10) BICIPITI BRACHIALI Ricordare che:<br />

- se il gomito è più avanti della spalla, è il capo corto - interno che lavora maggiormente; -<br />

se il gomito è più dietro, è il capo lungo - esterno che ha maggior enfasi (bicipiti= due teste<br />

ha enfasi in base alla distanza del gomito dal corpo – vedi tricipite)<br />

n.b. Provare lo stesso esercizio ai cavi dal basso, ma una serie prima con il cavo davanti e<br />

una serie col cavo da dietro, anche senza pausa.<br />

11) DELTOIDI Prima il posteriore (più ripetizioni), poi il medio, quindi il frontale (che<br />

almeno all'inizio è meglio evitare sia per possibili tradizionali problemi di esagerata<br />

ipertrofia, sia per problemi di schiena). Finire con le spinte con manubri per tutto il cingolo<br />

scapolo - omerale.<br />

12) TRICIPITI BRACHIALI Dal leggero articolarmente: spinte in basso al lat machine mani<br />

in pronazione, poi in supinazione, quindi steso su panca, per ultimo braccia verso l'alto.<br />

n.b. val la pena ricordare che il tricipite (tre teste quindi tre possibilità esecutive) lavora<br />

sinergicamente ma con maggior enfasi in base alla distanza dei gomiti dal corpo e della<br />

posizione dei palmi delle mani:<br />

a) il capo lungo, dalla spalla al gomito, lavora sempre ma con minor enfasi se vicino al<br />

corpo (spinte in basso al machine), maggiore enfasi se lontano (spinte bilanciere o<br />

manubrio verso l' alto)<br />

b) il vasto esterno se le mani sono in pronazione (palme in basso), il vasto interno se le<br />

mani sono in supinazione (palme in alto).<br />

13) AVAMBRACCI La pratica ci ha dimostrato che l'unico allenamento fruttuoso è un<br />

circuito di esercizi senza riposo, alternando poche a tante ripetizioni, eseguito<br />

giornalmente e variando spesso gli esercizi (ma i polsi…!!).<br />

14) TERMINARE, COME GIA' DETTO, CON ESERCIZI DI RIPRESA DELLA<br />

COSCIENZA CORPOREA (Training aut. – respirazioni – ecc.).<br />

METODICHE - SISTEMI - TECNICHE D'ALLENAMENTO<br />

Sono davvero centinaia le diverse possibilità che il Cultore ha per potersi allenare senza<br />

noia, per avere stimoli continui e quindi progressi continui, possibilità che l'attento<br />

praticante studioso può ulteriormente arricchire con proprie esperienze, con esperimenti,<br />

con prove.<br />

Importante ricordare che l'lpertrofia passa attraverso una semplice formuletta:<br />

I = L:T (lavoro : tempo) ovvero l’Ipertrofia è il risultato del lavoro effettuato in un tempo<br />

sempre inferiore (attenzione però a lavorare con carichi compresi fra il 60 - 80 % del<br />

massimale altrimenti sconfinando in vie energetiche diverse che possono dare<br />

chiaramente risultati ma difficilmente quel volume muscolare che è il fine ultimo di ogni<br />

body builder, anche se travestito da Fitness).<br />

Quindi bisogna aumentare sempre più lo "stress metabolico glicolitico":<br />

- serie: aumentare di una ad ogni allenamento sino ad invertire, aumentando i carichi (4x8-<br />

5x7-6x6-7x5-8x4) quindi tornare indietro (7x5-6x6-5x7-4x8) con carico maggiore serie<br />

alternate per gruppi muscolari diversi, più stressante ancora se si alternano differenti<br />

settori dello stesso gruppo muscolare: 2 esercizi (detto Super set), tre esercizi, quattro,<br />

cinque. n.b. se eseguiti in gruppi limitrofi, con ripetizioni medio-basse, sono circuiti<br />

congestionanti e quindi ipertrofizzanti; altrimenti si giunge al C.T. che può essere anche<br />

congestionante (metodica P.H.A. azione periferica cardiaca) e atletizzante<br />

contemporaneamente se massimo 5 esercizi, soprattutto lontani come settori, ma con<br />

ripetizioni medie; C.T. organico se più di 10 stazioni con molte rip., intervallate da esercizi<br />

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cardio e soprattutto senza pause e per più di 20 minuti.<br />

- serie con contrazioni parziali (da 4 a 6 ripetizioni parziali di movimenti che sono un terzo<br />

del per<strong>corso</strong>).<br />

Ricordare che si chiude con la parte parziale (prossimale o distale) cui vogliamo dare<br />

maggior enfasi.<br />

- Serie in aumento carico e diminuzione ripetizioni, quindi il contrario (10 - 9 - 8 - 9 -<br />

10),ancor più se 10 - 9 - 8 - 10 - 12 (ma 10 e 12 finali con i carichi del 10 e 9 iniziali anche<br />

adottando una maggior velocità o un aiuto del partner, quindi forzando).<br />

Serie alternate con sistemi energetici diversi (12 - 6 + 12 -6 + 12 - 6) con stress in<br />

aumento se le alte si fanno con esercizi monoarticolari e le basse con sinergici; le alte con<br />

manubri o macchine e le basse con bilanciere.<br />

- serie: isotoniche con fermo isometrico di metà secondi di quanto è isotonico.<br />

- serie: in aumento serie e carico e diminuzione ripetizioni (1x10-2x9-3x8-4x7-5x6) - serie:<br />

alternate in analogia alla composizione cellulare (vedi descrizione precedente) n.b. è<br />

necessario però sottolineare che ogni persona ha in sè minori o maggiori possibilità e che<br />

nessuno può sperare di poter ottenere gli stessi risultati. Indubbiamente un costante, serio<br />

e programmato allenamento concederà a tutti, indistintamente, risultati inimmaginabili<br />

all'inizio. E questo senza cercare scorciatoie che possono essere invece la fine di un bel<br />

Sogno.<br />

Dipende dalla nostra genetica che comprende:<br />

- Sistema nervoso: utilizzazione delle Unità motorie.<br />

- Fattori strutturali: ovvero la composizione muscolare Capacità di stiramento:<br />

potenziamento della contrazione (come già detto) più la Volontà, la capacità di sacrificarsi,<br />

la visione proiettiva del risultato.<br />

PROPORZIONE LAVORO GRUPPI MUSCOLARI NELL' ALLENAMENTO:<br />

Direttamente proporzionale come serie e ripetizioni al volume delle masse muscolari<br />

(grandi: cosce-glutei; medie: pettorali-dorsali- bicipiti femorali-lombi-addome;<br />

piccoli:bic.brachiali-tricipiti-deltoidi-polpacci) ricordando che i muscoli svolgono differenti<br />

funzioni che vanno rispettate; conseguentemente vanno lavorate le varie sezioni in base<br />

anche alle loro precedenti ipertrofie dovute a lavoro o altri sport (bicipite = 2 capi; tricipite =<br />

tre capi; quadricipite = 4 capi così lavorando con esercizi diversi e anche con diverse<br />

ripetizioni e serie ricordando anche che i muscoli possono essere allenati, con differente<br />

risultato estetico - atletico lungo le fibre e contro. Es: dorsali prima al lat machine che è<br />

"lungo" e stira allungando le fibre, pulley è contro quindi ispessisce); indirettamente<br />

proporzionali nelle sedute (di più i grandi, di meno i medi, ancor meno i piccoli).<br />

Perché? Per i livelli ormonali ed il glucosio epatico (serie); glucosio ematico e glicogeno<br />

muscolare (ripetizioni), rimozione dell'acido lattico e ricostituzione del glicogeno muscolare<br />

(sedute settimanali) + problemi connessi ai livelli ormonali diversi secondo il tipo di<br />

allenamento (vedi sopra), sesso, età, precedenti esperienze sportive, alimentazione;<br />

riposo, tecniche psicologiche e tecniche di induzione stress, integratori e quant'altro la<br />

scienza oggi ci offre. Processi di recupero:<br />

- ATP e CP: il fosfageno muscolare ricostituisce in 2-3 minuti (primi 30 secondi il 50% e<br />

ogni 30" altro 50% del restante + abbisognano di 48-72 ore per problemi di legamenti e<br />

tendini.<br />

- LA e CP-LA: dopo esercizio intermittente si ricostituisce in 5 - 24 ore (se l'esercizio è<br />

prolungato, allora necessitano da 1O a 46 ore) - (la rimozione dell'acido lattico avviene in<br />

1- 2 ore se il recupero è con riposo passivo, da 30 a 60 minuti se con esercizio (=riposo<br />

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attivo) n.b. servono circa 6 ore per ripristinare livelli ormonali tali da affrontare esercizi<br />

estenuanti.<br />

Sono dati importanti e determinanti per stabilire il numero delle sedute giornaliere e<br />

settimanali.<br />

IPERTROFIA e CARATTERISTICHE FISICHE<br />

Trattate le basi dell'allenamento secondo le leggi della fisiologia, analizzate le vie<br />

metaboliche ed elencate le varie possibilità contrattive, abbiamo ricordato la teoria<br />

cellulare e quindi differenziato esercizi ed allenamenti in base alle finalità ricercate. Ora<br />

dobbiamo specializzare individuando l'allenamento in base al soggetto ed alle sue<br />

caratteristiche psico - fisiche.<br />

Infatti (dopo un periodo di tipo generale, anche se già differenziando gli allenamenti in<br />

adattamenti generali - morfologici e specialistici, al termine dei quali potremmo prefiggerei<br />

miglioramenti tipo: aumento del 10% del peso corporeo, 25% della circonferenza braccia e<br />

polpacci, 20 % le cosce e 10-15 % torace e spalle), ora diventa imprescindibile inquadrare<br />

la propria "Tipologia psico-fisica" così da impostare l'allenamento secondo necessità<br />

personali.<br />

Gli studi di psico-morfologia danno caratteristiche simili fra soggetti che appartengono a:<br />

I) psico-costituzionale: a) linfatico- b) sanguigno- c) nervoso- d)bilioso<br />

II)endocrinologico:a)brev.asten-b)brev.stenico)c)long.astenico-d)long.stenico c) morfofunzionale<br />

: a) digestivo- b) respiratorio- c) cerebrale- d) muscolare n.b. collegare gli a con<br />

a; b con b, c con c, d con d (es: linfatico - brevilineo – astenico - digestivo).<br />

Accontentiamoci qui di dividere, per una provvisoria "presa di coscienza", i tipi fisici in 3<br />

(n.b. non sempre ma quasi la seguente classificazione, valida per gli adulti, corrisponde<br />

all’abito già descritto per i giovanissimi):<br />

a) ENDOMORFI: muscolatura coperta da depositi adiposi, collo taurino, bacino largo,<br />

mascella forte, caviglie e polsi grossi, disegno gabbia toracica ampio (Tipo ipertrofico –<br />

astenico).<br />

b) MESOMORFI: muscolatura tonica, torace ampio, tronco di eguale lunghezza o più<br />

lungo degli arti inferiori, piani facciali di eguale dimensione, gabbia a U (Tipo ipertroficotonico<br />

e Antrofico, secondo lo sviluppo).<br />

c) ECTOMORFI: muscolatura delicata, torace stretto, tronco più corto degli arti inferiori,<br />

nel piano facciale è predominante la fronte, gabbia a V rovesciata<br />

(Tipo ipotrofico – ipotonico).<br />

d) TIPI MISTI: con una combinazione dei precedenti.<br />

ALLENAMENTO:<br />

a) ENDOMORFI: molte serie e molte ripetizioni con riposi ridotti al minimo- uso di manubri<br />

e macchine - attività complementare aerobica - un impegno sportivo giornaliero - dieta<br />

ipocalorica<br />

b) MESOMORFI: esercizi di base + esercizi complementari alternando periodi di forza e<br />

periodi di qualità, comunque variando spesso - ridotta attività aerobica - giorni di riposo -<br />

dieta mista iperproteica<br />

c) ECTOMORFI: esercizi base (con complete pause di ristoro) e lunghi periodi per<br />

aumento massa in cui sono necessari esercizi e metodi per ampliare la ridotta gabbia<br />

toracica (e, conseguentemente, per legge filetica, il volume ventricolare cardiaco) ma<br />

cercando di non "sudare" - poche sedute settimanali - dieta ipercalorica frazionata.<br />

n.b. La risposta ormonale, conseguente ai differenti sistemi di allenamento, è comunque<br />

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diversa in base agli esercizi ed ai tipi fisici per i quali tutti è "condizione obbligata", ma è<br />

possibile, rispettando comunque quanto sopra ricordato e contestualizzando anche in<br />

base all’età, agli impegni, alla dieta.<br />

Vediamo di fare un po' il punto delle recenti ricerche.<br />

Il sistema endocrino è intensamente stimolato dall'uso di carichi elevati, da esecuzioni<br />

veloci in situazioni mentalmente inconsciamente ritenute "a rischio" (strappo con<br />

bilanciere, salto in alto e rotazione corpo su panca, lavoro in bilico su un'altezza, ecc.), in<br />

cui tutto il corpo collabora coordinando schemi complessi, con sforzi esplosivi superiori<br />

alle reali possibilità, sforzi ripetuti possibili più per volontà che per possibilità fisiche, dal<br />

tipo di attrezzo).<br />

Le riposte ormonali: (oltre alle predisposizioni del soggetto stesso, chiaramente),<br />

anaboliche o cataboliche, come già detto sono condizionate da:<br />

l) Ordine degli esercizi 2) Intensità di carico 3) Tipo di attrezzo usato 4) Numero totale di<br />

serie e ripetizioni 4) Recupero tra serie e tra gruppi muscolari n.b. con una ulteriore<br />

differenza fra GH e Testosterone in base al volume totale di lavoro differenziato però fra<br />

esercizi esplosivi, brevi recuperi, intervento totale corporeo e esercizi lenti, buoni recuperi<br />

e lavoro selettivo.<br />

PRINCIPI D'ALLENAMENTO COMUNI<br />

A TUTTI GLI ATLETI<br />

Le grandi masse muscolari vanno allenate prima delle piccole, quelle centrali prima delle<br />

periferiche (legge centrifuga), gli esercizi lungo le fibre prima di quelli contro, negli avanzati<br />

e negli allenamenti preatletici meglio non allenare muscoli sinergici o già provati da<br />

precedente esercizio.<br />

1) Nel programmare un ciclo (che è composto in modo differente in base ai bisogni<br />

individuali così dando più spazio al primo o secondo o terzo mesociclo così come faremo<br />

anche per i 9 micrcocicli- tre più tre più tre), è bene ricordare le varie specificità:<br />

a) la specificità metabolica (ogni sport e quindi ogni programma ha una sua via energetica<br />

predominante)<br />

b) la specificità dell'angolo di contrazione (ogni movimento allena e quindi distrugge =<br />

ricrea una sezione muscolare: il gesto sportivo va studiato e ripetuto esattamente con<br />

l'attrezzo ovvero, anche per un ripetersi spontaneo,<br />

l'esercizio per la muscolazione va eseguito invece in ogni angolo di lavoro)<br />

c) la specificità settoriale (l'allenamento di un gruppo solo dà molti più risultati per la<br />

maggior concentrazione di materiale energetico, ormonale, nervoso) tanto da ipotizzare, in<br />

analogia alla tabella spezzata che ha rappresentato un'innovazione negli anni '50, la<br />

possibilità di allenare un gruppo muscolare alla volta con tempi di ripristino ormonale<br />

energetico, sino a allenare, ad esempio, il bicipite sinistro la mattina, quello destro la sera.<br />

I Microcicli (i Meso e i Macro) devono durare in modo diverso in base al risultato voluto:<br />

- se di tipo metabolico (b.b, fitness) ovvero massa muscolare: da 4 a 6 settimane; se di<br />

tipo motorio (preatletismo, studio del gesto) ovvero miglioramento attività nervosa: da 6 a<br />

8 settimane e più.<br />

Per aumentare il consumo calorico è preferibile aggiungere sedute aerobiche piuttosto che<br />

togliere nutrienti (soprattutto se carboidrati) o periodicamente allenarsi con il P.H.A.<br />

e) Allenamento: 3-2 ore prima frullato proteico, 1/2 -1 ora prima frutta matura, subito prima<br />

bere acqua; durante l'allenamento bevanda composta da: (100 gr.ogni 1O chili peso<br />

corporeo).Base: 1 litro acqua, 1 gr. sale, (se si vuol dare un supporto - “placebo”? - si<br />

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potrebbe aggiungere, confortati dal parere di un medico, un composto formato da: 7-8<br />

mcg. potassio, 5-6 mcg. magnesio, 500 mg. Calcio), 5 gr. zucchero ogni 1O kg. di peso<br />

corporeo (bere, dopo inizio allenamento, ogni 1O minuti circa per evitare aumento<br />

temperatura: 100 gr. bevanda; quindi, alla fine, tutto il rimanente + nutriente tipo banana +<br />

ramificati e complesso aminoacidico e, per velocizzare il recupero glucidico, concludere<br />

con 1O minuti ciclette a range aerobico.<br />

n.b. Vale per magri e grassi (cambiano i tempi di lavoro e le pause).<br />

TECN1CHE ALLENAMENTO IPERTROFIA = Progressivo aumento intensità.<br />

L'ipertrofia passa indiscutibilmente attraverso l'intensità. La chiave di volta è ottenere<br />

progressivamente tale intensità, tradizionalmente ricercata con tecniche diverse<br />

nell'ordine:<br />

l) Scelta degli attrezzi (nel primo microcic1o esercizi complementari, nei successivi<br />

coinvolgendo più masse muscolari ovvero esercizi di base, poi ancora il più selettivi<br />

possibile in tutte le angolazioni e le distanze delle prese, con bilancieri o con manubri o<br />

macchine che permettono forse più varietà contrattive, per il principio della selettività e<br />

progressivo coinvolgimento che costringe il sistema nervoso ad arruolare fibre fresche per<br />

aiutare quelle ormai esauste) 2) Aumento progressivo delle serie 3) Aumento delle<br />

ripetizioni 4) Aumento del carico 5) Aumento delle sedute 6) Aumento della velocità<br />

esecutiva 7) diminuzione del tempo di riposo 8) diminuzione dei nutrienti "inutili" ed<br />

aumento di quelli "utili" che collaborano a trattenere, nei muscoli lavorati in LA (vedi sotto)<br />

più glicogeno e quindi acqua (1 gr.di glicogeno trattiene 2,7 gr. d'acqua) che può davvero<br />

aumentare con le alternanti diete, normalmente 3 giorni senza carboidrati + 3 tanti<br />

carboidrati, per effetto detto rimbalzo compensatorio (tecniche ben conosciute nello sci da<br />

fondo).<br />

9) personalizzare l'allenamento in base al: sesso(differenze tassi ormonici)- percentuali<br />

glicidi-lipidi in varie zone corporee), all'età, alla psico-morfologia.<br />

10) non trascurare lo studio dei ritmi circadiani che dimostrano essere migliori certi orari<br />

(es: il cuore ha il suo picco massimo fra le 11 e le 13 e minimo 13 - 15, quindi attività<br />

aerobica e lavoro per le cosce; la circolazione sanguigna dalle 19 alle 21 e minimo 21-23,<br />

quindi ottimo per schede di capillarizzazione, ipertrofia con carichi medio-leggeri, addome<br />

e P.H.A.; energia dalle 21 alle 23 (schede forza), minimo dalle 23 alle 1. n.b. Vedi capitolo<br />

“Quando Allenarsi”.<br />

1) visualizzazione proiettiva creativa (prima di eseguire, ad occhi chiusi, immaginare<br />

l'esercizio concentrando la mente sulla meccanica d'esecuzione se si esegue scheda per<br />

la forza, sul muscolo ed il suo immaginifico lavoro se scheda per l'ipertrofia.<br />

12) alternare esercizi di trazione a quelli di spinta perché l'uno fa da stretching muscolare<br />

all'altro.<br />

13) uso dei circuiti che danno differenti risultati in base ad alcuni presupposti (02 ovvero<br />

aerobico con molti diversi esercizi non congestionanti eseguiti senza pausa fra loro e<br />

possibilmente con le stesse intensità così da superare la soglia dei 20 minuti; (più virtuale<br />

che possibile: CP ovvero creatin fosfatici come possono essere 3 esercizi tipo lento avanti,<br />

panca, squat per 2-3 ripetizioni cadauno con piccole pause così da non scostarsi troppo<br />

dai 20 secondi totali nel microciclo ma seguito da pausa completa per 4-5 minuti fra<br />

microcicli); LA ovvero lattacido con alcuni esercizi eseguiti per 1O rip.(- meno o +<br />

ripetizioni secondo la personale energia), così restando nei canonici 90 secondi della via<br />

desiderata.<br />

Esempio (di straordinaria efficacia): da seduto su panca 5 inclinata, senza pausa fra gli<br />

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esercizi, eseguire X ripetizioni di flessioni bicipiti con manubri, subito estensioni tricipiti<br />

verso l'alto, quindi spinte verso l'alto per deltoidi (generalmente con lo stesso carico si<br />

eseguono meno per i bicipiti, di più per i deltoidi così rispettando anche la fisiologia e la<br />

biochimica dei gruppi menzionati). Riposare per massimo 2 minuti e ripetere per le serie<br />

desiderate.<br />

POSSIBILITA’ DIVERSE ALL’INTERNO DELLE SERIE E/O FRA LE SERIE:<br />

a) tra una serie e la seguente praticare lo stretching per il muscolo lavorato così da<br />

restituire: mobilità articolare, sensazione propriocettiva, forza elastica perché un muscolo<br />

avrà una contrazione in proporzione alla sua estensibilità.<br />

b) eseguire ripetizioni con pesi ma con aggiunta di elastici che iniziano a tendersi nel<br />

momento in cui si sta superando il punto critico (vedi esempio bicipiti con bilanciere +<br />

elastico).<br />

c) ripetizioni con dissociazione dello sforzo: solo la parte concentrica o solo la parte<br />

eccentrica (serie tipo per 6 settimane: 4 concentrica + 2 eccentrica oppure una serie<br />

concentrica + una" serie eccentrica). Gli autori sostengono che: la parte concentrica è più<br />

interessante per la forza e per. i muscoli estensori; la eccentrica per il volume e muscoli<br />

flessori e adduttori.<br />

d) serie con ripetizioni di contrazioni parziali: esercizio diviso in tre ed eseguito completo<br />

nelle prime 3-4-5-6 ripetizioni, quindi 3-4-5-6 la metà prossimale e a finire 3-4-5-6 la distale<br />

(fisiologicamente più interessante finire con la prossimale per gli estensori e abduttori,<br />

distale per i flessori e adduttori.<br />

n.b. 3 + 3 + 3 ripetizioni = forza; 6 + 6 + 6 = volume). In questa “famiglia” possiamo<br />

annoverare una tecnica terribile che vede parziali movimenti dello stesso esercizio, circa<br />

cinque, ma fra loro collegati progressivamente.<br />

e) serie "uno e mezzo": eseguire 6-8 ripetizioni complete + 3-4 a metà (la parte che ci<br />

interessa di più) oppure una ripetizione completa + una metà + una completa + metà, e<br />

così via.<br />

f) ripetizioni isotoniche + isometriche (stessa tecnica sopra illustrata)<br />

g) serie ad aumento progressivo - regressivo nel carico e al contrario nelle ripetizioni<br />

(forza: 2xIO-3x8-4x6-5x4 ovvero diminuire le ripetizioni ad ogni allenamento, aumentare le<br />

serie ed il carico - volume: 4x6 - 3x8 - 2xl0).<br />

h) metodo cellulare: ogni serie, in base al tempo impiegato, sviluppa elementi diversi a<br />

livello cellulare. Ricordiamo che mitocondri - 15-25 % (allenamento aerobico),<br />

sarcoplasma - 20 = 30 % (allenamento anaerobico lattacido), miofibrille - 20-30 %<br />

(allenamento anaerobico fosfatico) rappresentano le parti più voluminose delle cellule e<br />

conseguentemente donano maggior ipertrofia. Va da sé che l'allenamento ideale è quello<br />

che lavora tutte le componenti e quindi sono necessarie tutte, tutte le tecniche possibili.<br />

La chiave si chiama VARIETA’:ripetizioni isotoniche seguite da isometriche (diverse<br />

modalità: 8 isotoniche + 8 secondi isometrici nel punto critico - 1 isotonica e una<br />

isometrica - 4 allenamenti isotonici + 1 isometrico in 3 - 4 punti diversi).<br />

j) serie di esercizi diversi per differenti parti dello stesso muscolo e con diverse ripetizioni<br />

ed addirittura con diversi esercizi, settoriali con alte ripetizioni e sinergici con basse.<br />

k) serie alternate per gruppi muscolari differenti usando gli stessi attrezzi e le stesse<br />

ripetizioni, in seguito diversi attrezzi" ad ogni serie e diverse ripetizioni (pausa nulla = +<br />

intensità).<br />

l) serie con ripetizioni in diminuzione con relativo aumento del carico e quindi in aumento<br />

ripetizioni e diminuzione carico (lO - 8 - 6 - 8 - lO).<br />

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m) serie continua con diminuzione carico cercando di sommare il massimo delle<br />

ripetizioni.<br />

n) serie con x ripetizioni isotoniche più circa la metà forzate.<br />

o) precongestione: lavorare un muscolo con esercizi localizzati così da stancare quello più<br />

forte e quindi poter eseguire le serie successive in modo da avere la catena cinetica al<br />

massimo (pettorali: croci, pullover, panca nella quale i pettorali sono stanchi ed i tricipiti<br />

freschi).<br />

p) PHA (peripheral heart action = azione periferica cardiaca): eseguire un esercizio dietro<br />

l'altro per settori molto lontani fra l'oro così da aumentare la funzione cardio-vascolare<br />

q) conseguentemente alzare l'attività metabolica, irrorare i muscoli con maggior vigore,<br />

creare una lipolisi indotta da un incremento del battito cardiaco. Interessante a cicli<br />

periodici.<br />

r) accumulo istintivo di serie senza pause: eseguire tutti gli esercizi che ci vengono in<br />

mente, senza pausa fra essi, con il carico che troviamo e conseguenti ripetizioni massime<br />

possibili. N.b.interessante soprattutto per le grandi e medie masse muscolari per l'intensa<br />

irrorazione). Insomma tutto teso a cercare di ottimizzare la formula del I = L : T (Intensità =<br />

Lavoro diviso il tempo d'esecuzione).<br />

n.b. leggere con attenzione la parte "Fisiologia dell'ipertrofia muscolare" con particolare<br />

riferimento al comma "Qualità fisiche e modificazioni della muscolatura" circa l'elenco delle<br />

varie possibilità contrattive a cui aggiungerei un metodo di grande interesse anche per il<br />

cultore dell'ipertrofia ovvero "il metodo del contrasto" molto interessante per lo sviluppo<br />

della forza veloce (e del superamento del punto di maggior sforzo in cui si diminuisce la<br />

velocità esecutiva e si accumula conseguentemente tempo di lavoro), qualità che<br />

consente di sollevare un maggior tonnellaggio in minor tempo, quindi più intensità. Due<br />

possibilità:<br />

l) contrasto creato all'interno del movimento:<br />

a) contrasto creato dal partner - b) contrasto autocreato<br />

2) contrasto creato all'interno della serie: con due attrezzi già pronti, eseguire col primo 3-4<br />

ripetizioni con resistenza elevata + 2 ripetizioni esplosive con resistenza modesta (n.b.<br />

interessante anche fare una serie con 5-6 ripetizioni molto lente, quindi velocizzare<br />

l'esecuzione ed eseguire altre 5-6 ripetizioni); possibile anche inserire metodo del<br />

contrasto.<br />

CONSIDERAZONI SCIENTIFICHE SUL VOLUME MUSCOLARE<br />

Infatti, la forza essendo un mezzo e non un fine per il cultore, sarà bene tenere presente<br />

che, a differenza di tutti gli altri sportivi che cercano di ottenere il massimo risultato con il<br />

minimo dispendio energetico così da produrre il migliore e massimo gesto e poterlo<br />

ripetere, il body builder tenterà tutte le strade per sprecare il massimo dell'energia Con il<br />

minimo gesto tecnico così da creare la massima congestione in un tempo ridotto onde<br />

sfruttare gli ormoni anabolici ed evitare l' aumento di quelli catabolici (n.b. i livelli di GH<br />

aumentano in un esercizio fisico submassimale, 75-85% della V02 max del soggetto per<br />

circa un'ora). Va ricordato, a questo punto, come già anticipato, che il sistema endocrino è<br />

sottoposto a stress influenzato soprattutto dall'uso di sovraccarichi usati ad alta intensità e<br />

che le risposte ormonali sono condizionate da alcune variabili: 1) l'ordine in cui vengono<br />

eseguiti gli esercizi; il sovraccarico utilizzato e la intensità espressa; il numero complessivo<br />

di ripetizioni e serie; il tempo .di recupero fra ogni serie e fra gli esercizi.<br />

C'è una differenza di concentrazione fra ormoni in base al tipo di esercitazione:<br />

- il testosterone sierico è più elevato con l'uso di esercizi coinvolgenti più gruppi muscolari<br />

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se si eseguono ripetizioni con carichi elevati (es. allenamento della forza - ipertrofia =<br />

esercizi di base, carichi elevati, basse ripetizioni 4-6, esecuzione lenta, lunghi recuperi<br />

aumentano il testosterone sia durante l'allenamento che a riposo, nei maschi).<br />

- Il GH è più elevato se si seguono programmi che coinvolgono più gruppi muscolari e si<br />

eseguono ripetizioni con carichi moderati (es. allenamento della velocità o della potenza o<br />

della forza resistente - ipertrofia = esercizi di base, carichi medi, alte ripetizioni 10-12,<br />

esecuzione aggressiva, bassi recuperi meno di un minuto, provocano significativi<br />

incrementi, tra l'altro in entrambi i sessi. Con conseguente lipolisi.<br />

NOTE DI FISIOLOGIA E BIOCHIMICA DEI SESSI<br />

N.B. E' bene, a questo punto, fare un distinguo negli allenamenti fra uomini e donne che<br />

hanno infatti diversa entità ormonale - energetica a livello generale e settoriale:<br />

- nella parte superiore una donna diminuirà il numero delle serie (stress ormonale) e delle<br />

ripetizioni (deplezione glicogeno) e forse anche delle sedute settimanali (resintesi<br />

glicogeno)<br />

- nella parte inferiore aumenterà il numero delle ripetizioni (anche con opportuni lavori a<br />

corpo libero e/o con attrezzi cosiddetti cardio-polmonari) e delle sedute settimanali, così<br />

da lavorare in lipolisi (date le maggiori riserve lipidiche) diminuendo le serie (stress<br />

ormonale).<br />

N.B. Altro concetto, a proposito, da ricordare è appunto quello di tonnellaggio ricordando<br />

che la via metabolica è data dai tempi di lavoro singolo e dal tempo assoluto per cui è<br />

necessario variare le ripetizioni e conseguentemente le serie cercando di totalizzare lo<br />

stesso tonnellaggio (no quindi 4x 5 - 3x5 - 2x5 ma per esempio 4x5 - 3x8 - 2xl0 che rende<br />

più equilibrato il volume totale di lavoro).<br />

Ecco un altro motivo per periodizzare con cicli che cambino le tante variabili possibili.<br />

Distruggere e ricostruire: le proteine muscolari sono continuamente sintetizzate e<br />

degradate. Lo sviluppo muscolare dipende da tale rapporto di sintesi e degradazione: la<br />

sintesi è aumentata dall'esercizio fisico e l'alimentazione fornisce i nutrienti base fra cui le<br />

proteine muscolari che sono regolate dagli ormoni anabolici e catabolici. Il segreto è<br />

allenarsi abbastanza per stimolare tale processo naturale non esagerando e creando<br />

conseguentemente cortisolo che ferma la sintesi. Quindi non solo stimolare ma ricostituire.<br />

E qui si innesta l'importante capitolo del recupero che inizia con la bibita reintegrante il<br />

patrimonio energetico ed elettrolitico (che dire del magnesio?) perché sino a che non si è<br />

ritrovata la giusta omeostasi cellulare il corpo non riprende l'attività anabolica; il recupero<br />

continua con tecniche di training, di raffreddamento, quindi docce calde e fredde alternate,<br />

massaggi, ricostituzione del glicogeno sino al riposo durante il quale aumentano i muscoli.<br />

Comunque l'esperienza dimostra che la chiave dello sviluppo è la varietà!<br />

Varietà che significa anche sviluppare tutti i componenti della cellula: allenare un<br />

componente sapendo che è il supporto di un altro (altro motivo per differenziare e<br />

alternare i microcicli).<br />

In definitiva significa che o si cambiano continuamente programmi d'allenamento o si<br />

programmano periodi allenanti i componenti attraverso metodi mirati allo sviluppo di<br />

differenti vie energetiche o si adottano allenamenti conseguenti alla teoria cellulare (vedi<br />

Punto I) comma a) della Fisiologia dell’ ipertrofia muscolare, secondo la quale un<br />

allenamento dovrebbe prevedere:<br />

a) un macrociclo composto da microcicli, di diverso periodo, allenanti progressivamente<br />

"Qualità fisiche" come la resistenza muscolare settoriale - resistenza organica - forza<br />

63


esistente - forza veloce - forza esplosiva che corrispondono a componenti cellulari, di<br />

diverse proporzioni, ma condizionabili che sono: capillari - mitocondri - sarcoplasma -<br />

miofibrille + tesssuto connettivo e fibre nervose<br />

b) una unità d'allenamento in cui, in diversa proporzione anche in base ai desideri ed alle<br />

necessità, si allenino tutti i componenti alternandoli in modo da creare il massimo della<br />

congestione.<br />

es.: piegamenti sulle braccia: max ripetizioni - croci su panca lO ripetizioni - croci ai cavi<br />

20 ripetizioni - panca con bilanciere 6-8 ripetizioni.- parallele alte max ripetizioni (più<br />

semplice se si usa lo stesso esercizio ma variando il numero di ripetizioni - meglio<br />

variando anche le angolazioni ).<br />

In questo modo abbiamo rispettato la specificità metabolica che nel lavoro per l'ipertrofia<br />

significa allenare tutte le vie energetiche e conseguentemente sviluppare il relativo<br />

componente (vedi comma a) del punto 2) principi allenamento.n.b.: poi dobbiamo<br />

rispettare il comma b) del punto 2) ovvero la specificità dell'angolo di contrazione e così si<br />

dovranno eseguire tutti gli esercizi cercando di usare tutte le varietà possibili di<br />

angolazione, inclinazione, presa di distanza e di mano pronata o/e supinata così da<br />

stimolare tutte le fibre possibili.<br />

Quindi, in ossequio al comma c) del punto 2) cercheremo di allenare, in modo il più<br />

settoriale possibile, sino ad allenare un arto la mattina ed uno la sera.<br />

TONELLAGGIO E CALCOLO INTENSITA’ ALLENAMENTO<br />

N.B. Nella periodizzazione è bene ricordare sempre che, in analogia al lavoro della cellula<br />

che ottiene maggior risultato se l’allenamento di un componente è preceduto<br />

dall’allenamento di un altro e seguito da un altro ancora che creano empatia bio-chomica<br />

(LA preceduto da O2 e seguito da CP), i microcicli avranno maggiori risultati se verranno<br />

stabiliti allenamenti complementari e sinergici in LA preceduti da 02 e seguiti da CP (questi<br />

però con pause molto ridotte nell' LA e con pause più lunghe nel ciclo per la ricerca della<br />

forza), ovvero allenanti il sarcoplasma stimolato da mitocondri e soprattutto capillari,<br />

messo in crisi da sfinimento delle miofibrille e del tessuto connettivo. In definitiva, a parte<br />

qualche strumentale sconfinamento in giù o in su, con carichi compresi fra il 55-60 per<br />

cento e l' 80-85 per cento del carico massimo singolo, i carichi medi sono più interessanti<br />

per l'ipertrofia perché congestionano di più e l'esecuzione è più precisa, quindi più mirata<br />

nel settore lavorato (è chiaro che vanno dedicati periodi ai carichi pesanti per aumentare la<br />

densità muscolare e mettere più chili sugli attrezzi così totalizzando maggior tonnellaggio<br />

nell'unità di tempo e periodi a carichi leggeri per capillarizzare e portare più nutrienti). Per<br />

questo si considerano più congestionanti e ipertrofiche le serie che prevedono la<br />

diminuzione del peso dell'attrezzo e la tenuta delle ripetizioni se non il loro aumento.<br />

Facciamo un esempio su 3 serie:<br />

1) 100 chili x 1O ripetizioni + 97,5 x 1O + 95 x 1O = 2.925 chili<br />

2) 100 chili x 1O ripetizioni + 100 x 9 + 100 x 8 = 2.700 chili<br />

n.b. si badi che il 2), tra l'altro, ha una esecuzione più lenta, maggiore tempo impiegato<br />

quindi e conseguentemente meno intensità.<br />

Dobbiamo pertanto cercare di sollevare un tonnellaggio totale maggiore nello stesso<br />

tempo o addirittura in meno ma, si badi, restando sempre nel recinto del 60 - 80 %.<br />

Ovvero sono più ipertrofiche serie effettuate con il 60% che con 1'80 % se la serie darà più<br />

chili eseguiti in un tempo minore, anche perché serie più leggere permettono minori tempi<br />

di recupero.<br />

Facciamo i conti con, per esempio, la panca piana e considerando kg.1OO di massimale<br />

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(meno è il peso, più è la velocità quindi l’unità di intensità):<br />

- 80 kg x 6 rip. = 480 kg : 12 = 40 unità (calcolando 2 secondi a ripetizione);<br />

- 70 kg x 12 rip. = 840 kg : 18 = 46,6 unità (calcol. 1,5 secondi a ripetizione);<br />

- 60 kg x 18 rip. = 1.080 kg : 18 = 54 unità (calcol. 1 secondo a ripetizione). Forse anche di<br />

più soprattutto come ripetizioni possibili col calo di peso. Si vede chiaramente come siano<br />

più intense, quindi ipertrofiche le serie con carichi minori. Sempre nel famoso 60-80 %.<br />

Ricordare sempre che ogni via energetica condiziona una diversa componente cellulare,<br />

quindi è necessario allenare a periodi tutte le vie energetiche, conseguentemente tutte le<br />

varie componenti!<br />

P.S. Sarebbe venuto il momento di parlare di alimentazione ed integrazione collegata alle<br />

vie energetiche, ai metabolismi, ai cicli, alle diete cosiddette di rimbalzo per ottimizzare i<br />

componenti, e tutto ciò che contribuisce ad avvicinare il Cultore al traguardo desiderato.<br />

Ma questa è una storia che narreremo un'altra volta!<br />

CONFRONTO FRA ALLENAMENTO CON BILANCIERE O MANUBRI<br />

Utile disquisire sulle diverse qualità acquisibili con i diversi attrezzi:<br />

- bilanciere: coinvolge più muscoli, conseguentemente permette di usare più peso e quindi<br />

di stimolare con maggior intensità i muscoli stessi - ne consegue che i muscoli vago tonici,<br />

strati più profondi, vengono maggiormente sollecitati creando un aspetto più massiccio<br />

- manubri: permettono una varietà maggiore di posizioni e direzioni, quindi sollecitano più<br />

fasce muscolari per il principio dell'angolo di contrazione.<br />

- conseguentemente sono talvolta più adatti per i lavori di preatletismo dovendo rispettare<br />

l'angolo di lavoro del gesto sportivo desiderato.<br />

- si considerano i manubri meglio per la definizione o per colmare carenze settoriali o di<br />

capi muscolari specifici.<br />

n.b. personalmente siano d'accordo con queste affermazioni, tra l'altro confermate sul<br />

campo, se la ricerca è la forza, il volume "brutto" ovvero senza considerare forme e<br />

disegni (sulla carta sono geneticamente dati e quindi non mutabili; invece, proprio grazie<br />

all'angolo di contrazione e alle contrazioni separabili fra distali e prossimali, in parte sono<br />

forme mutabili!), ovvero l'aumento delle masse e del peso corporeo. Se invece la ricerca è<br />

sì il volume, il massimo volume aggiungiamo ma non il peso, di tutte le fibre possibili ma<br />

con un tocco di ricerca della linea, cesellare e scolpire, allora sono in<strong>dispensa</strong>bili i manubri<br />

in tutte le varianti possibili o stabilite in base alle necessità e/o i bilancieri con tutte le<br />

inclinazioni e prese possibili. Più una capacità di controllo muscolare senza la quale<br />

difficile è il "sentire" il muscolo (ed anche in questo caso esiste un metodo per arrivare al<br />

controllo dei muscoli). Esempio:<br />

- panca declinata bassa 30°: stiramento max del pet torale inferiore ma in definitiva di tutto<br />

il pettorale se eseguito portando il bilanciere al collo e spingendolo leggermente in linea<br />

obliqua (presa stretta ripetiz. 14, media 13, larga 12) - panca orizzontale: esecuzione<br />

come nel precedente sia per la meccanica che per le prese (ripetizioni 12 -11 - 10) - panca<br />

inclinata alta 30°: esecuzione come nei precedenti (ripetizioni 10 - 9 - 8) - panca<br />

orizzontale: presa strettissima per interno + grande enfasi sul tricipite.<br />

n.b. si possono eseguire più o meno ripetizioni. anche caricando ad ogni serie successiva,<br />

scegliendo anche diverse pause di recupero in base alle vie energetiche.<br />

Si noti che oltre a tutti i capi articolari (condizione direi obbligatoria per i pluriarticolari) i<br />

muscoli vengono allenati con diverse vie metaboliche.<br />

QUANDO ALLENARSI?<br />

65


Una analisi approfondita di alcuni dati darebbe più certezze al successo di un allenamento<br />

scientificamente programmato. Accontentiamoci di alcune pratiche considerazioni però<br />

fatte alla luce di alcune ricerche e studi che hanno mostrato validità interessante: psicofisio-morfologia<br />

tipologica così da stabilire attitudini morfo-psico-funzionali, ritmi organici<br />

circadiani e l’influenza del magnetismo lunare. In base a quanto detto possiamo ipotizzare<br />

allenamenti mirati in base all'obiettivo prefissato. Esempio:<br />

a) picco di massimo lavoro del cuore ore 11 - 13 quindi lavori cardio-fitness<br />

b) picco max circolazione sanguigna ore 19 - 21 lavori capillarizzanti o lattacidi c) picco<br />

energie generali ore 21- 23 quindi schede di potenza in CP<br />

d) max lavoro dell'intestino tenue ore 13 - 15 quindi nessun lavoro muscolare perché<br />

l'apparato digerente necessita del massimo apporto sanguigno che non può essere<br />

distolto pena diminuita assimilabilità e quindi energia.<br />

n.b. a ciò si aggiunga un dato scientifico che viene a confermare quanto asserito ovvero<br />

che i due picchi circadiani, durante i quali avviene la massima produzione di testosterone,<br />

cadono fra le 10-12 del mattino e le 18-20 della sera, momenti ideali per gli allenamenti.<br />

TECNICHE - METODICHE - PICCOLI TRUCCHI PER PIU' GRANDI RISULTATI COME<br />

ALTERNATIVA A PERICOLOSE SCORCIATOIE<br />

l) USO del BITE: per affrontare kinesiologicamente problemi di malocclusione.<br />

2) CECK-UP: delle unghie o del capello per valutare carenze energetiche o aggressioni<br />

ambientali e portare correttivi alimentari e/o come stile di vita.<br />

3) IL VISO COME MAPPA dello STATO DI SALUTE DEGLI ORGANI: se un organo<br />

soffre, quindi funziona male, una parte del viso lo denuncia con un diverso più intenso<br />

colore. Le possibilità sono varie: dalla dieta depurante, all'agopuntura, alla digitopressione<br />

(mani e piedi) sui punti corrispondenti agli organi, infine con la fitoterapia mirata all' organo<br />

che soffre.<br />

4) PROBIOTICI: ad ognuno il suo perché senza una perfetta flora intestinale nessun tipo<br />

di dieta o allenamento saranno fruttuosi.<br />

5) DIETA DEPURANTE; non cambiare mai dieta e/o micro-macrociclo d'allenamento<br />

senza aver dedicato. alcuni giorni, da stabilire in base alla durata del programma fatto e da<br />

fare, alla dieta depurante.<br />

6) ESERCIZI ANTI-CIFOSI: perché le patologie o comunque le cattive posizioni sono<br />

molto più comuni di quanto si creda...e una cattiva postura è l'anticamera di patologie<br />

ossee molto più gravi. Comunque ben respirare vuoi dire avere un costato aperto, quindi<br />

una colonna vertebrale correttamente impostata secondo le curve fisiologiche.<br />

E' logico tutto il conseguente dis<strong>corso</strong> sulla miglior nutrizione sanguigna, quindi muscolare.<br />

Per non parlare della componente psicologica.<br />

7) CHIROPRASSI: manipolazione eseguita da un operatore o autoindotta (collegata punto<br />

6) ricordando che ogni vertebra è collegata ad un organo.<br />

8) VISUALIZZAZIONE CREATIVA: perché è la mente che proietta e anticipa ogni<br />

possibile cambiamento. La ripetizione mentale di un movimento, prima della fase<br />

esecutiva materiale, dà una carica percentualmente molto elevata.<br />

9) TRAINING AUTOGENO: diverse le scuole ma tutte proponentesi una migliore<br />

conoscenza di sé con esercizi di sensazione calorica, cromatica, uditiva<br />

1O) GRUPPI SANGUIGNI, DIETA E CONSEGUENTI TIPI DI SPORT:<br />

Uno studio, per ora più come emozione propositiva che come scienza documentata ma<br />

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interessante anche come discussione da aggiungere alle bio-tipologie, è quello di Peter<br />

D'Adamo che considera i 4 gruppi sanguigni O - A - B - AB come la chiave interpretativa<br />

dei misteri della vita, della salute e della malattia. Conoscere il proprio gruppo e le<br />

correlazioni genetiche, sociali, evolutive significa, dice il ricercatore americano, difendersi<br />

dalle intolleranze alimentari, aumentare il potere di cura del proprio gruppo sanguigno, in<br />

definitiva raggiungere il proprio equilibrio biologico ed essere in armonia con il resto del<br />

creato.<br />

ALLENAMENTI PER ADOLESCENTI E RELATIVI CARICHI IN %<br />

Partendo dal presupposto che un adulto, fra i 20 ed i 40 anni, possa allenarsi con un<br />

carico oscillante nei vari cicli fra il 60 % e 1'80 %, potremmo ipotizzare:<br />

adolescenti: diminuzione di due unità % di carico per ogni anno (19 anni = 58 min. -<br />

78 % max. ; 18 anni 56-76 % ; 17 anni 54-74% parallelamente aumentando il lavoro<br />

aerobico) – VEDI “ALLENAMENTO CIRCOLARE PERIFERICO PER ADOLESCENTI” –<br />

Percentuali, quelle indicate, che corrispondono ad un aumento proporzionale delle<br />

ripetizioni. Quindi sotto i 20 anni si terranno le ripetizioni più alte e<br />

CONSEGUENTEMENTE<br />

TUTTE LE INDICAZIONI DI QUESTO STUDIO VANNO CORRETTE IN TAL SENSO SE<br />

NON ESPRESSAMENTE SPECIFICATE (SERIE E RIPETIZIONI SONO STATE COSI’<br />

INDICATE PER RISPETTARE IL TRADIZIONALE METODO SPERIMENTATO SULLA<br />

MAGGIORANZA E OGGI COMUNEMENTE ACCETTATO).<br />

(Parallelo con gli over anta: diminuzione, dopo i 40 anni, di una unità nel carico per anno<br />

(41 anni 59-79 % - 42 anni 58-78 % parallelamente aumentando il lavoro aerobico ma<br />

tenendo presente che comunque il lavoro coi carichi resta lattacido e quindi muscolizzante<br />

e stimolante a livello endocrino - con interessanti implicazioni a livello … sociale!).<br />

n.b. è ovvio che i carichi vanno anche considerati in base alla pericolosità kinesiologica<br />

degli esercizi (si confronti squat e pressa, panca e cavi crociati).<br />

ALIMENTAZIONE ED INTEGRAZIONE AMINOACIDICA – ALTRO<br />

(Da un <strong>corso</strong> tenuto dal nutrizionista Philippe Moret)<br />

Crediamo sia superfluo ora ricordare tutti i principi alimentari che il cultore ben conosce e<br />

che qualsiasi testo ormai riporta con dovizia di particolari. A nostro avviso è bene invece<br />

cercar di dare regole che ottimizzino l'assunzione dei nutrienti.<br />

l) Consigliabile rispettare le percentuali classiche che consigliano 50-55% di carboidrati,<br />

20-25 % grassi, 15-20% proteine, ma la pratica ha dimostrato che nell’allenamento con<br />

carichi lattacidi è bene correggere un po’ le percentuali aumentando un po’ l’introduzione<br />

di cibi proteici e diminuendo i grassi e i carboidrati, soprattutto i monosaccaridi salvando i<br />

complessi, facendo largo uso di verdure, frutta e legumi che possono essere un buon<br />

sostituto alle proteine animali.<br />

n.b. le proteine sono in<strong>dispensa</strong>bili altrimenti la bilancia del nitrogeno diviene negativa e le<br />

conseguenze sono innumerevoli: poca congestione, scarso recupero, ovviamente<br />

insufficiente aumento volumetrico, calo delle difese immunitarie. Inoltre il cortisolo prodotto<br />

da un intenso allenamento provoca un vero catabolismo azotato che viene contrastato da<br />

maggiori dosi di proteine.<br />

Il problema è il rapporto proteine - calorie totali che deve vedere un equilibrato<br />

proporzionale aumento di proteine nell'ambito di una dieta più calorica (e naturalmente<br />

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una quota di acqua proporzionalmente più elevata per eliminare le scorie azotate, anche<br />

usando prodotti fitoterapici per i reni).<br />

Formula: aptg (apporto proteico totale giornaliero) è uguale a: 1/5 per R.C.G (razione<br />

calorica giornaliera) : 4 + Peso corporeo: 2.<br />

Es: un culture di 60 kg. che introduce 2.000 calorie al dì potrà avere proteine:<br />

(1/5 x 2.000): 4 + (60:2) = 100 + 30 = 130 gr. Proteine (poco più di 2 gr. a chilo corporeo).<br />

n.b. Questa è una formula comunemente accettata per un adulto, formula corretta da Luis<br />

Laidet, per i minori di 18 anni, tra l’altro consigliando un maggior apporto di proteine<br />

vegetali, appunto!<br />

(1/5 x 2.000): 5 + (60:2)= 80 + 30 = 110 gr. Proteine (meno di 2 gr.a chilo)<br />

ATTENZIONE: va ricordato che l’uso di integratori può essere un buon metodo<br />

anche per diminuire il carico digestivo e non introdurre, con gli alimenti, altre sostanze<br />

indesiderate. MA non scordare due semplici osservazioni:<br />

ogni gr. di proteina necessita di un apporto supplementare di acqua per meglio eliminare i<br />

prodotti di rifiuto del materiale azotato.<br />

Che i gr. di integratori non devono sommarsi a quelli degli alimenti ma sostituirli, tuttalpiù.<br />

Pare più interessante procedere come sopra per i principianti e per l'aumento del peso e/o<br />

del volume muscolare: quindi a cicli, fra essi inserendo periodi di depurazione.<br />

GLI INTEGRATORI (proteine e aminoacidi) possono essere usati per 2 motivi:<br />

- aumentare il valore biologico degli alimenti quandi assunti ai pasti (pool)<br />

- espletare un ruolo anabolico, nel contempo agire da epato-protettori e fornire energia<br />

(sono i ramificati che da soli costituiscono il 30-50 % delle proteine muscolari) perché in<br />

10-15 minuti arrivano al fegato, attivano e velocizzano la neoglicogenesi, e restano elevati,<br />

a livello ematico, per diverse ore.<br />

Dosi e tempi di assunzione degli integratori associati ai pasti (quasi dissociati):<br />

- allenamenti 02 - allenamenti CP - LA .<br />

A digiuno: bere molta acqua + eventuale fitoterapico.<br />

n.b. bere molto, possibilmente lontano dai pasti.<br />

Mattina: Succo di frutta (minerali e vitamine) + colazione con carboidrati complessi (pane,<br />

meglio scuro), miele, proteine (in polvere o alimento).<br />

Metà mattina :frutta<br />

Mezzodì: carboidrati complessi (pasta, riso, kus kus, altro)+ poche proteine (carni bianche<br />

– pesce - legumi)<br />

Pomeriggio: frutta da sola o frullata con proteine<br />

Sera: pochi carboidrati, fibre, molte proteine, verdura cotta<br />

Allenamento:<br />

- un’ora prima frullato proteico o pane + carne o formaggio o atra proteina<br />

- durante: bibita. Formula: vedi sotto.<br />

n.b. prima di finire l'allenamento sarebbe bene assumere acqua e zuccheri, magari anche<br />

una banana molto matura. Praticare poi 10 minuti di ciclette a basso range aerobico per<br />

aiutare la resintesi del glicogeno e lo smaltimento delle tossine fra le quali l’acido lattico.<br />

Imparare l’uso della cartina tornasole per stabilite il livello di acidità o alcalinità dell’urina,<br />

con opportuni correttivi.<br />

- durante l'allenamento è bene bere, da subito prima, quindi ogni 10 minuti, per<br />

contrastare l'aumento della temperatura corporea correlato all'aumento della pressione, a<br />

piccoli sorsi di circa 100 cl. una bevanda così composta: l litro acqua, 1 gr sale, 10-20 gr<br />

fruttosio + 5-10 saccarosio + 5-10. maltodestrine e se si vuoi creare una spinta psicologica<br />

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forse più legata al placebo che al reale bisogno (ma quante cose fa la mente!) si può<br />

aggiungere una pastiglia effervescente di vitamine e/o sali (su consiglio medico).<br />

Prima di dormire: Un frullato proteico 80-90 %<br />

N.B. La chiave del successo è però Allenamento e Alimentazione ciclica!<br />

Frutto di ricerche "in corpore" personalmente ho trovato molto interessante e<br />

conseguentemente consiglio di provare questo:<br />

ALLENAMENTO A CIRCUITO PERIFERICO MUSCOLARE-CARDIACO<br />

L'allenamento si basa su alcuni principi di fisiologia:<br />

1) Tutti i lavori che oltrepassano i 20 minuti di training continuo, con una intensità media,<br />

migliorano la "fitness cardio-vascolare".<br />

2) All'interno della "multi-serie continua" si possono variare le vie energetiche creando<br />

conseguentemente un adattamento metabolico diverso nei differenti settori.<br />

3) Conseguentemente gli adattamenti tenderanno ad essere maggiormente:<br />

a) aerobici quindi di adattamento mitocondriale e capillare a livello cardiaco b) aerobicolattacido<br />

quindi di adattamento sarcoplasmatico e miofibrillare (con adattamenti ipertrofici<br />

conseguenti) a livello dei settori muscolari allenati e comunque tonicizzanti in tutte le aree<br />

muscolari per diminuzione percentualmente della componente grassa.<br />

N.B. E' importante, per ottenere un aumento dell'intensità metabolica specifica, aumentare<br />

il lavoro verso gli estremi della via energetica (sempre più aerobica per "l'allenamento"<br />

aerobico, quindi aumento dei tempi di lavoro e/o delle ripetizioni; sempre più<br />

sarcoplasmatica ovvero acido-lattica per "l'allenamento" muscolare).<br />

Questo anche per altri motivi che potremmo riassumere brevemente:<br />

1) l'allenamento di tutti i gruppi, anche se fatto non a serie ma a circuito, con la stessa<br />

intensità metabolica ovvero la stessa via energetica può ottenere tuttalpiù un<br />

miglioramento di quella specifica via non ottimizzando però il singolo settore in modo<br />

specifico differenziato<br />

2) la sola via aerobica può considerarsi ottima a livello cardio-vascolare ma non trofizzante<br />

a livello muscolare<br />

3) la sola via lattacida può considerarsi buona per i gruppi muscolari, non ottimale per il<br />

cuore che abbisogna anche di lavoro aerobico, ma alla fine diviene esageratamente<br />

"acida" costringendo il corpo alla disperata ricerca di quell’alcalinità che va ottenuta con<br />

una alimentazione povera di proteine e conseguente impoverimento del tessuto muscolare<br />

(quindi meglio alimentazione più proteica e diminuzione dell'acidità e aumento<br />

dell'alcalinità con allenamenti aerobici).<br />

N.B. l'alternanza dà invece risultati interessanti:<br />

a) il lavoro aerobico accellera il recupero dell'acido lattico attraverso una migliorata<br />

neoglicogenesi e quindi permette una successiva più intensa serie lattacida b) il lavoro<br />

anaerobico aumenta il battito cardiaco stimolando l'ipertrofia parietale del cuore (che<br />

diviene più "robusto"), ottenendo, l'alternanza di anaerobico-aerobico, conseguentemente<br />

un allenamento paragonabile all'interval training.<br />

n.b. Dovremo ora anche affrontare le varie differenze metodologiche e i diversi risultati<br />

morfofunzionali dei tanti possibili Circuit training.<br />

Sono possibili più circuiti con esercizi diversi e di diversa intensità:<br />

1. CIRCUITO<br />

Ciclette 4 minuti - Leg extension 20 ripetizioni - Corsa sul posto 2 minuti - Petto (croci con<br />

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manubri) 18 ripetizioni - Saltelli alternati al cubo 1 minuto- Trazioni al lat-machine 15<br />

ripetizioni - Ciclette o runner 7 minuti –<br />

N.B. proseguendo con gli allenamenti è necessario aumentare il tempo di lavoro degli<br />

esercizi aerobici, con le stesse percentuali in proporzione, e diminuire le ripetizioni in quelli<br />

muscolari, naturalmente aumentando il carico.<br />

IL CIRCUITO n. 1 può essere ripetuto 2 - 3 VOLTE se viene praticato anche il Circuito n.2;<br />

da ripetersi anche 4 volte se resta il solo allenamento.<br />

Pause: tra gli esercizi massimo 15 - 20 secondi (se possibile nessuna pausa); fra i circuiti<br />

4 - 5 minuti (progressivamente da calare sino a 2 minuti). Ricordare però che il lavoro<br />

totale di ogni circuito deve superare i 20 minuti e se ciò non avvenisse sarà necessario<br />

allungare l'ultimo esercizio, la ciclette o il runner, tanto quanto necessita a suparare i<br />

fatidici 20 minuti.<br />

2. CIRCUITO<br />

Ciclette 5 minuti - da seduto, alzate laterali per deltoidi 18 ripetizioni - Lombari sulla panca<br />

iperextension ? ripetizioni - Tricipiti (su panca con 2 manubri) 15 ripetizioni - Addominali ?<br />

ripetizioni - Bicipiti (seduto con 2 manubri) 12 ripetizioni - Obliqui (rotazioni non totali con<br />

bastone) ? ripetizioni - Ciclette 3 minuti<br />

n.b. stesse indicazioni del circuito precedente (4 volte se solo; 2 volte se con il circuito n.<br />

1).<br />

CIRCUITO ALTERNATIVO (al posto del 2. per maggior enfasi zona centrale )<br />

Addominali - Deltoidi (manubri) - Obliqui - Tricipiti (manubri) – Addominali - Bicipiti<br />

(manubri) - Obliqui<br />

METODI POSSIBILI: Si possono alternare i Circuiti:<br />

a) circuito n. 1 + 2 (lunedì, mercoledì, venerdì) ripetendo 2 volte ciascuno<br />

b) circuito 1 (lunedì) - circ.2 (merc.) - circ. 1 (ven) - circ.2 (lunedì successivo). Consiglio:<br />

prima metodo a) per 1 - 2 mesi; poi metodo b) per 1 - 2 mesi; poi 2 settimane a testa.<br />

n.b.: la scelta degli esercizi è solo da esempio - ognuno deve scegliere in base alle proprie<br />

necessità morfo - fisiologiche; le ripetizioni hanno già una loro importanza - costruire altri<br />

circuiti.<br />

UN CONSIGLIO CONCLUSIVO:<br />

Consigliamo di approfondire quanto esposto su testi che ormai abbondano nella letteratura<br />

specialistica, soprattutto di materie base quali la Fisiologia, la Biochimica, la Teoria<br />

dell'allenamento, l'Anatomia, la Chinesiologia così da essere critici e conseguentemente<br />

dialettici nei confronti dei testi che spesso forniscono materiale "conclusivo" senza averne<br />

delineato le chiavi interpretative. L'ipse dixit aristotelico non funziona più nella moderna<br />

Società, soprattutto nelle cose che abbisognano di una seria interpretazione personale:<br />

vedi la Muscolazione che presenta troppe sfaccettature per essere limitata in schemi<br />

ascientifici.<br />

70


PARTE SECONDA: DALLA TEORIA ALLA PRATICA IN PALESTRA<br />

KINESIOLOGIA E MECCANICA DI ESECUZIONE<br />

ANALISI DEGLI ESERCIZI E LORO ESECUZIONE: RESPIRAZIONE.<br />

Dopo aver disquisito su quasi tutte le problematiche inerenti l’uso dei carichi è doveroso<br />

ricordare che l’esecuzione, come velocità – come maggiore enfasi nella fase concentrica o<br />

eccentrica – come pause di recupero – con tutte le varianti che abbiamo elencato – tutto<br />

cambia il risultato estetico e/o atletico.<br />

Ma c’è un metodo di lavoro che davvero fa la differenza:<br />

esecuzione con leggero momento di recupero, magari approfittando di ulteriori inspirazioni<br />

– espirazioni, tra la fase concentrica e quella eccentrica = MUSCOLAZIONE PER<br />

FINALITA’ SPORTIVE.<br />

esecuzione quasi in apnea respirando solo fra le ripetizioni.<br />

N.B. Questo secondo metodo =MUSCOLAZIONE PER IPERTROFIA, che dà grossi<br />

risultati plastici, contiene diversi rischi:<br />

- Esagerata concentrazione di lattato ematico con veloce insorgenza di stanchezza,<br />

diminuita capacità contrattiva psico-fisica quindi gestuale e conseguente facilità<br />

congestizia ad ogni occasione anche sportiva (più, nella parte inferiore, stasi venosa e<br />

magari, nelle donne, aumento di cellulite).<br />

- Grande tensione muscolare che, pur essendo una interessante premessa per ottenere la<br />

massima contrazione muscolare con il massimo risultato, può influire però<br />

pericolosamente sul sistema cardio-vascolare. Innaffi un lungo arresto degli atti respiratori<br />

provocano un aumento della pressione intro-toracica dalle normali 2 – 15 unità alle 40 –<br />

100 unità. La conseguenza è una compressione delle cavità venose e impossibilità del<br />

sangue di giungere alla parte destra del cuore con contemporanea corrispondente<br />

riduzione di apporto di sangue alla parte sinistra del cuore.(è il cosiddetto fenomeno di<br />

Valsala).<br />

La diminuzione del volume sistolico può provocare anemia cerebrale e ipossia<br />

dell’encefalo magari con perdita della conoscenza, come si è altre volte visto in gare di<br />

alto livello. Per evitare è bene adottare una respirazione ben dosata, con il mento mai<br />

abbassato sul petto, con pause tra la fase concentrica e quella eccentrica e una certa<br />

gradualità negli atti respiratori.<br />

N.B. Quanto detto non significa che non si possano anche eseguire allenamenti in<br />

LA (direi quasi in ipossia) MA significa che si debbano aggiungere, ad eventuali<br />

microcicli, alternadoli, altri microcicli di lavoro ad alta intensità aerobica = O2 . o un<br />

allenamento in LA ed uno in O2 o, durante lo stesso allenamento, serie alternate LA<br />

– O2 o prima O2, poi La, di nuovo O2. Questo per dare quella giusta ossigenazione<br />

alle cellule (mitocondri e capillari) e il giusto lavoro cardiaco.<br />

ESECUZIONE eseguita “come esempio” – NEURONI SPECCHIO<br />

Vale la pena ora ricordare recenti studi di neurobiologia della intersoggettività che<br />

dimostrano quale e quanta importanza abbia la capacità , in un circuito cerebrale che si<br />

attiva nell’area motoria del cervello, di rispecchiare le emozioni degli altri simulando nel<br />

proprio cervello appunto l’esperienza degli altri , meccanismo che si sa essere centrale<br />

negli interscambi sociali, quindi anche durante lezioni teoriche e forse ancor più pratiche.<br />

E’ banale ricordare quante volte ci si accorge che la risposta affettiva (dal semplice sorriso<br />

71


“da bar” ad uno “scambio di opinioni per un parcheggio” che può terminare con un<br />

ghignetto salvaonore sino a passione ben più intense) è determinata dal nostro modo di<br />

porci e di vedere l’altro (fisiognomica docet). E’ interessante allora riconoscere il ruolo dei<br />

neuroni specchio e della loro decisiva importanza nei comportamenti imitativi sino a<br />

identificarsi con l’altro provando per lui empatia. Ma questa capacità di immedesimarsi<br />

perfino negli stati d’animo di un altro ci ricorda quanto importante sia l’atteggiamento del<br />

docente nei confronti dell’allievo. Spiegare l’esercizio e le motivazioni della sua<br />

esecuzione sono importanti ma lo è ancor di più l’eseguire perfettamente l’esercizio stesso<br />

prima e magari contemporaneamente all’altro. Se c’è empatia viene attivato il<br />

funzionamento dei neuroni specchio, se c’è antipatia, paura, meccanismi diversi di difesa<br />

allora il funzionamento viene disattivato e la lezione è nulla, il tempo è perduto.<br />

BIBLIOGRAFIA – TESTI CONSIGLIATI PER APPROFONDIRE<br />

72<br />

1. ANDREA UMILI – Gli attrezzi per il corpo – Editori Calzetti e Mariucci<br />

2. ANDREA UMILI – Potenziamento Muscolare per Giovanissimi – S.S.S.<br />

3. ENRICO ARCELLI – Che cos’è l’allenamento – Società Stampa Sportiva<br />

4. BOSCO VIRU – Biologia dell’Allenamento – Società Stampa Sportiva<br />

5. FOX – Fisiologia dello Sport – Editore Grasso Bologna<br />

6. FEDERICO GATTA – Psicomotricità e Rubrica dei muscoli – S.S.S.<br />

7. ENRICO PIEROTTI – Dal Fitness al Body Building – Ed. Reverdito<br />

8. ALBERT SZENT-GYORGYI – La Natura della Vita e la Chimica della Contrazione<br />

Muscolare – Edizioni Einaudi<br />

9. CESARI-DIARA – I Paramorfismi – Nuove Edizioni Enrico Vallecchi<br />

10. SPATHOLZ – Atlante di Anatomia Umana Vol 1 – 2 – Ed. Pallardi<br />

11. PLAS – Guida alla Cardiologia dello Sport – Ed. Piccin<br />

12. TURINESE – Biotipologia – Tecniche Nuone – Milano<br />

13. DONATO MONACO - GIORGIO VISINTIN – La Formazione – Collana di Studi e<br />

Cultura – Centro Nazionale Sportivo Libertas<br />

14. ANTONIO DAL MONTE - MARCELLO FAINA – Fisiologia dell’Esercizio nell’Età<br />

Evolutiva – Divisione Attività Didattica – Scuola dello Sport<br />

15. MOREHOUSE – MILLER – Fisiologia dell’Esercizio – Il Pensiero Scientifico<br />

16. MARCO OPPENHEIMER – Elementi di Scienza delle Costituzioni umane – Centro<br />

Studi per l’Educazione Fisica – Bologna<br />

17. FORTUNIO – MORETTI – Elementi di Endocrinologia Applicata allo Sport –Società<br />

Stampa Sportiva - Roma<br />

18. PAUNNGER – POPPE – Servirsi della Luna – Tires (Bz)<br />

19. JEAN TEXIER – Visa pour le Body Building – Ed. Jibena Paris<br />

20. PHILIPPE MORET – La Nutrition en Question – Ed. Jibena Paris<br />

21. J.FERRE’ – PHILIPPE LEROUX – Préparation aux brevets d’etat d’éducateur<br />

sportif – Tome 1 – 2 – Ed. Amphora Paris


73<br />

DALLE LEZIONI TENUTE DAL PROF.ANDREA UMILI<br />

FACOLTA’ DI SCIENZE MOTORIE – CHIETI<br />

PRINCIPI DI CHINESIOLOGIA<br />

PRECAUZIONI DA OSSERVARE QUANDO SI USANO I SOVRACCARICHI<br />

Quando si affronta un programma di muscolazione, finalizzato a qualsivoglia obiettivo,<br />

bisogna tener presenti alcuni principi fondamentali per evitare l'insorgenza di traumi<br />

soprattutto ai tendini e ai legamenti, che vanno incontro facilmente a processi<br />

infiammatori.<br />

Bisogna innanzitutto ricordare che questi ultimi si adattano più lentamente dei muscoli a<br />

sopportare un determinato carico. La forza è un processo che dipende in gran parte<br />

dall'efficienza del sistema nervoso: variando la frequenza degli impulsi nervosi, ogni<br />

singola fibra può generare maggior tensione; lo stesso avviene coinvolgendo un numero<br />

maggiore di fibre di un muscolo; e ancora, la coordinazione tra i vari gruppi muscolari<br />

gioca un ruolo importante nel vincere una resistenza. Quindi il muscolo, potendosi<br />

avvalere velocemente di questi meccanismi, presto si adatta ad un carico che gli viene<br />

imposto, e le capacità di forza, nei principianti, crescono rapidamente.<br />

Invece i tendini e i legamenti, per sopportare adeguatamente e stabilmente un carico<br />

debbono far leva solo sulla struttura dei loro tessuti, e non su meccanismi nervosi, e quindi<br />

si impone, per essi, di attendere che avvengano le necessarie modificazioni biologiche per<br />

sopportare nuovi e più elevati impegni.<br />

Ne consegue che bisogna sostare su un determinato carico, un certo numero di giorni,<br />

almeno 10-15, prima di aumentarlo, anche se ci sarebbe la capacità di farlo, al fine di dar<br />

tempo anche a tendini e ai legamenti di adattarvisi. Insomma, il carico deve crescere non<br />

linearmente, ma "a scalino". Uno schema possibile potrebbe essere questo, per ogni<br />

esercizio: iniziare con un peso che permetta l'esecuzione di 8 ripetizioni; sempre con lo<br />

stesso peso, dopo alcuni giorni, passare a 10 ripetizioni, quindi a 12. Solo a questo punto,<br />

ossia dopo circa 2-3 settimane, a seconda del soggetto, il peso viene aumentato, tornando<br />

però ad eseguire 8 ripetizioni per serie. In quel frattempo in cui il peso è rimasto costante, i<br />

tendini vi si sono potuti adattare. Spesso invece, per affrettare i tempi o per assecondare<br />

le capacità di forza che si vedono crescere rapidamente, il peso viene aumentato troppo<br />

presto, e le conseguenze sui legamenti non tarderanno a farsi sentire.<br />

Un altro errore che frequentemente viene commesso, dai principianti, ma non solo da essi,<br />

è quello di considerare tutti i muscoli alla stessa stregua, quando invece essi sono molto<br />

diversi fra di loro. Per esempio, alcuni sono chiamati a svolgere compiti motori, altri, per<br />

contro, prevalentemente statici. I muscoli degli arti, p.es. sono tipicamente motori, mentre<br />

gli addominali e i paravertebrali hanno essenzialmente funzioni di tenuta, pur se, contraendosi,<br />

possono generare movimento. Orbene, in genere, le leve dei muscoli ad azione<br />

dinamica sono svantaggiose, ossia richiedono una grande forza per vincere una piccola<br />

resistenza. Ciò significa che nel punto in cui si inseriscono sull'osso viene ad esserci una<br />

fortissima sollecitazione anche per sollevare pesi poco significativi. L'inserzione del<br />

bicipite brachiale, p.es. è posta sull'avambraccio, proprio in prossimità del fulcro del<br />

gomito, con un braccio di leva, quindi, piccolissimo. Nessuno si sognerebbe di usare una<br />

leva così svantaggiosa per sollevare qualcosa. La natura, però, con questo sistema, ha<br />

voluto privilegiare l'aspetto dinamico della leva: essa sarà sì svantaggiosa dal punto di


vista della forza esercitata, ma enormemente vantaggiosa dal punto di vista della velocità<br />

e dell'ampiezza dei movimenti. Infatti, sempre riferendoci al bicipite, una minima<br />

contrazione di esso determina un grande spostamento angolare dell'avambraccio. Ne<br />

consegue che i muscoli con funzionalità dinamica, se si vogliono sottoporre ad un lavoro<br />

per il quale non sono adatti, debbono essere trattati con la massima attenzione e con<br />

grande prudenza, senz'altro maggiori di quelle che si debbono avere per i muscoli con<br />

funzioni statiche e di tenuta.<br />

74<br />

MACCHINE E BILANCIERI A CONFRONTO<br />

MACCHINE<br />

VANTAGGI SVANTAGGI<br />

SICUREZZA NELL'USO MOVIMENTI STEREOTIPATI<br />

MAGGIOR ISOLAMENTO MUSCOLARE SCARSO USO DEI MUSCOLI FISSATORI<br />

TEMPI DI APPRENDIMENTO PIU' BREVI SCARSO USO DEI MUSCOLI SINERGICI<br />

RIDOTTA VELOCITA' ESECUTIVA<br />

RITMO ESECUTIVO SEMPRE UGUALE<br />

SCARSO IMPEGNO COORDINATIVO<br />

MOVIMENTI PIU' INNATURALI<br />

BILANCIERI, MANUBRI, PALLE MEDICHE<br />

VANTAGGI SVANTAGGI<br />

MOVIMENTI PIU' NATURALI TEMPI PIU' LUNGHI DI APPRENDIMENTO<br />

IMPEGNO DEI MUSCOLI FISSATORI PIU'ASSISTENZA IN FASE DI<br />

POSSIBILITA' DI ESECUZIONE ESPLOSIVA<br />

MAGGIOR IMPEGNO DELLA<br />

POSSIBILITA' DI VARIAZIONI ESECUTIVE<br />

I giovanissimi, devono sviluppare soprattutto: CAPACITA' COORDINATIVE<br />

FORZA VELOCE<br />

quindi, devono preferibilmente eseguire esercizi di potenziamento a carico naturale e artificiale,<br />

con palle mediche, bilancieri e manubri.


PESI E DONNE: USO DEI CARICHI PER FINI NON AGONISTICI<br />

L'uso dei carichi da parte delle donne può avere le seguenti principali finalità:<br />

1 - TONIFICARE LA MUSCOLATURA<br />

2 - RIDURRE IL GRASSO CORPOREO<br />

3 - MIGLIORARE LA CIRCOLAZIONE LOCALE<br />

4 - CORREGGERE VIZI POSTURALI<br />

5 - PREVENIRE DANNI ALLA ZONA LOMBARE<br />

75<br />

TONIFICAZIONE<br />

La metodica non si differenzia da quella maschile, con l'applicazione dei vari sistemi che<br />

costituiscono il body building tradizionale e la Pesistica. L'effetto estetico nelle donne, però, è<br />

notevolmente diverso, dato che non si nota eccesso di trofia muscolare, ma un prevalente<br />

aumento del tono e della forza.<br />

BODY BUILDING PESISTICA<br />

(pesi medi, serie ad esaurimento, (pesi elevati, poche ripetizioni,<br />

pause di recupero incomplete ) pause di recupero complete)<br />

CARATTERISTICHE CARATTERISTICHE<br />

Utilizzo della via energetica anaerobicalattacida<br />

Aumento di tono muscolare<br />

Aumento della forza resistente<br />

Fasci muscolari in maggior evidenza<br />

Notevole <strong>formazione</strong> di tossine<br />

Sviluppo della rete circolatoria superficiale<br />

Contrazione prolungata, per tutta la durata della<br />

serie, con conseguente ostacolo meccanico alla<br />

circolazione, per creare un maggiore stress<br />

muscolare<br />

Utilizzo della via energetica anaerobicaalattacida<br />

Aumento di tono muscolare<br />

Aumento della forza massimale<br />

Muscolatura meno evidenziata<br />

Scarsa <strong>formazione</strong> di tossine<br />

Si attua anche una metodica più dolce, quella del FITNESS, con uso di pesi medi, serie non<br />

portate ad esaurimento, con un numero di ripetizioni di 10-15 per serie, e con pause di<br />

recupero non ridottissime. Vi è una minor produzione di tossine, nessuna ipertrofia, e<br />

sensibile aumento del tono.


CARICO NATURALE E ARTIFICIALE<br />

Il carico naturale è costituito dal peso del corpo dell'atleta stesso, che può essere modificato<br />

assumendo particolari atteggiamenti, o con l'ausilio di mezzi naturali, come l'acqua e terreni in<br />

pendenza, o di costituzione diversa (sabbia, erba). Il carico artificiale è rappresentato da<br />

macchine, bilancieri e manubri.<br />

ESECUZIONE ALL'ARIA APERTA<br />

76<br />

CARICO NATURALE<br />

VANTAGGI SVANTAGGI<br />

INDIPENDENZA DA ATTREZZATURE<br />

MAGGIORE SVILUPPO DELLA<br />

COORDINAZIONE<br />

MOVIMENTI PIU' NATURALI<br />

INDIPENDENZA DA CONDIZIONI<br />

METEOROLOGICHE<br />

CARICO ARTIFICIALE<br />

DIPENDENZA DA CONDIZIONI<br />

METEOROLOGICHE<br />

SCARSA REGOLABILITA' DEL CARICO<br />

SCARSA PERSONALIZZAZIONE DEL<br />

CARICO<br />

IMPRECISIONE DI RILEVAMENTO DEL<br />

CARICO<br />

DIFFICILE RIPRODUCIBILITA' DELLE<br />

CONDIZIONI<br />

VANTAGGI SVANTAGGI<br />

POSSIBILITA' DI PRECISARE IL CARICO<br />

PERSONALIZZAZIONE DEL CARICO<br />

CARICO MEGLIO REGOLABILE<br />

PIU' POSSIBILITA' DI VARIAZIONI<br />

ESECUTIVE<br />

MOVIMENTI UN PO' MENO NATURALI<br />

NECESSITA' DI DISPORRE DI ATTREZZI<br />

MAGGIORE ASSISTENZA INIZIALE<br />

Queste due tipologie di carico, quindi, vanno applicate a seconda delle esigenze, senza<br />

preconcetti di sorta. In linea generale, è preferibile passare dal carico artificiale a quello<br />

naturale, e non viceversa.


77<br />

ESEMPI<br />

CARICO NATURALE CARICO ARTIFICIALE<br />

PIEGAMENTI SULLE BRACCIA DISTENSIONE SU PANCA<br />

TRAZIONI ALLA SBARRA TRAZIONI AL LAT MACHINE<br />

CEDIMENTI ALLA SPALLIERA LEG CURL<br />

SALIRE DI CORSA LE SCALE SQUAT CON BILANCIERE<br />

Normalmente il culturismo non rispetta tali differenze di funzione dei muscoli del corpo umano, e<br />

tratta tutti i muscoli alla stessa stregua, imponendo un'ipertrofia forzata anche a quelli che per<br />

natura hanno una funzione dinamica. In tali casi bisogna almeno operare adottando le opportune<br />

precauzioni, ossia agire con molta gradualità, dando sufficienti recuperi, e dando ai tendi di<br />

inserzione il tempo di adattarsi ai nuovi carichi, con lo scopo di scongiurare l'insorgenza di traumi.<br />

Quando un muscolo agisce obliquamente su un segmento osseo, vincolato ad un'estremità, si<br />

determinano delle forze componenti che derivano dalla scomposizione della forza muscolare<br />

agente, secondo la direzione dei lati di un cosiddetto parallelogramma delle forze.<br />

Come si può vedere dalla figura 6, detto parallelogramma varia la sua forma e la dimensione dei<br />

suoi lati, a seconda dell'obliquità di inserzione del muscolo; obliquità che varia nel <strong>corso</strong> del<br />

movimento. La direzione di impianto del muscolo nel punto di inserzione, indica la direzione della<br />

diagonale del parallelogramma, la cui lunghezza è proporzionale all'intensità della contrazione.<br />

Dal punto di inserzione si traccia una retta perpendicolare al segmento osseo, che va ad incontrare<br />

la parallela allo stesso osso tracciata dall'estremità della diagonale. Dalla stessa estremità si<br />

traccia una perpendicolare al segmento osseo o al suo prolungamento, e così prende forma il<br />

parallelogramma. I lati di esso, che prendono origine dall'inserzione del muscolo, rappresentano le<br />

due componenti: quella che è situata sul piano del segmento osseo, dicesi componente statica;<br />

l'altra è detta dinamica. Quindi la componente statica può agire sull'osso o nel senso della<br />

trazione, allontanandolo dall'articolazione, o nel senso della pressione, premendolo contro di essa.<br />

Quanto maggiore è la componente statica, tanto minore è quella dinamica, ossia quella che<br />

realmente determina il movimento. La continua variazione relativa delle due componenti durante<br />

lo svolgimento di un'azione, comporta un diverso impegno di contrazione del muscolo impegnato<br />

nello sforzo. Se detto muscolo si contraesse con la stessa intensità durante tutto l'arco del<br />

movimento, varierebbe la velocità esecutiva: aumenterebbe in corrispondenza di una grande<br />

componente dinamica, e diminuirebbe quando prevale la componente statica. D'altra parte, se<br />

rimanesse costante la velocità esecutiva durante tutto l'arco del movimento, ciò comporterebbe un<br />

diverso impegno contrattile del muscolo, minore quando la componente dinamica è elevata, e<br />

maggiore quando lo è quella statica. Se durante l'esecuzione di un movimento, si potessero<br />

apportare continue variazioni di carico per compensare le variazioni di impegno, si otterrebbe un<br />

mantenimento di un'elevata intensità di contrazione per tutto l'arco di quel movimento. Ciò è<br />

attuato con l'impiego delle camme negli attrezzi: in pratica la camma aumenta la lunghezza del<br />

braccio della resistenza in corrispondenza di una maggior componente dinamica, e viceversa.<br />

Altre macchine, isocinetiche, obbligano il segmento osseo ad una velocità preregolata da<br />

meccanismi ad ingranaggi: il muscolo può contrarsi anche alla massima intensità, pur senza che ci<br />

sia un aumento di velocità quando prevale la componente dinamica.

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