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Allegato D - Città di Vignola - Sito Ufficiale

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ASSESSORATO<br />

“POLITICHE SOCIALI – RAPPORTI CON IL CITTADINO”<br />

~<br />

POLITICHE SOCIALI<br />

Di fronte alla fine rovinosa <strong>di</strong> politiche ultra liberiste, la lunga stagione dominata<br />

dall’esaltazione del privato e dal vitalismo consumistico e senza regole con tutte le forze politiche<br />

che oggi invocano “più Stato e più regole” sembra finita. La necessità <strong>di</strong> costruire una economia<br />

sociale <strong>di</strong> mercato con investimenti collettivi per il bene complessivo per il futuro immettendo più<br />

etica nell’economia e nella tecnica dovrebbe <strong>di</strong>ventare un grande tema comune. Mentre, però, gli<br />

economisti dell’OCSE spiegano che la recessione si sta aggravando, che in Italia la <strong>di</strong>soccupazione<br />

tornerà all’8% (ne ve<strong>di</strong>amo già gli effetti sull’industria manifatturiera che ha licenziato i precari<br />

alla scadenza del contratto e le ore <strong>di</strong> cassa integrazione crescono in maniera esponenziale) e che <strong>di</strong><br />

fronte ad una crisi così grave gli stati dovrebbero rispondere con misure forti ed ine<strong>di</strong>te e non con<br />

manovre or<strong>di</strong>narie e senza strategie <strong>di</strong> rilancio, il governo italiano vara un pacchetto anticrisi che<br />

non serve a far ripartire i consumi e a garantire imprese e lavoratori. Non si prevede un piano con<br />

Regioni ed Enti Locali che contenga non gran<strong>di</strong> opere ma un lancio <strong>di</strong> cantieri già pre<strong>di</strong>sposti, nè<br />

interventi strutturali in favore della classe me<strong>di</strong>a per far ripartire i consumi, che rischia <strong>di</strong> finire<br />

sotto la soglia <strong>di</strong> povertà, ma identifica una politica assistenziale fatta <strong>di</strong> bonus una tantum e social<br />

card.<br />

La social card destinata a circa un milione e trecentomila italiani (gli stranieri sono esclusi)<br />

in base all’in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> situazione economica equivalente (ISEE) è una misura irrisoria e<br />

compassionevole che ci fa fare un tuffo nel passato quando l’Italia era un paese <strong>di</strong>strutto dalla<br />

guerra e i poveri utilizzavano il cartoncino della carta annonaria. Oggi avranno una moderna carta<br />

plastificata e ricaricabile ma per conquistarla dovranno superare un vero percorso ad ostacoli con<br />

interminabili file agli sportelli (Posta – Caf – Inps), con il rischio che all’umiliazione possa seguire<br />

la delusione <strong>di</strong> non poterne beneficiare per i tanti paletti imposta dal Governo.<br />

La regione Emilia Romagna che ha posto sempre molta attenzione per le politiche sociali,<br />

nonostante i ritar<strong>di</strong> del Governo nel ripartire il Fondo nazionale per le politiche sociali 2008 e il<br />

taglio <strong>di</strong> oltre il 30%, è al lavoro per portare avanti processi <strong>di</strong> modello <strong>di</strong> welfare e <strong>di</strong> governance<br />

regionale secondo i nuovi principi definiti dal Piano Sociale e Sanitario.<br />

I <strong>di</strong>stretti sono tenuti entro il 31 <strong>di</strong>cembre 2008 a stendere i Piani <strong>di</strong> Zona per la salute e per<br />

il benessere sociale <strong>di</strong> durata triennale. Il ruolo dell’Ufficio <strong>di</strong> piano deve garantire la piena<br />

partecipazione <strong>di</strong> tutti i soggetti pubblici e privati che dovranno essere coinvolti per in<strong>di</strong>care<br />

priorità, obiettivi e scelte sulla base dei bisogni emergenti della popolazione, obiettivi strategici,<br />

strumenti tecnico organizzativi, modalità <strong>di</strong> valutazione e gli orientamenti per la programmazione<br />

finanziaria triennale. Il coinvolgimento del Terzo settore sarà pieno fin dall’attività <strong>di</strong><br />

programmazione.<br />

Anche per il 2008 la Regione Emilia Romagna conferma il proprio impegno per la non<br />

autosufficienza con risorse destinate alla copertura delle spese sociali. Si tratta <strong>di</strong> 211 milioni<br />

provenienti dal Fondo Sanitario regionale e 100 milioni derivanti dalla fiscalità generale regionale.<br />

La priorità è il sostegno alla domiciliarità in modo da permettere alle persone non autosufficienti<br />

<strong>di</strong> essere assistite nelle proprie abiltazioni.<br />

Un’attività innovativa riguarderà l’area dei servizi per <strong>di</strong>sabili gravi che <strong>di</strong>sporrà <strong>di</strong> risorse<br />

per potenziare e qualificare servizi a sostegno della domiciliarità e per i centri socio-riabilitativi<br />

residenziali e comunità alloggio. Saranno <strong>di</strong>stribuiti dalla regione, attraverso le conferenze<br />

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