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COMUNICATO STAMPA - Istituto ortopedico Gaetano Pini

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<strong>COMUNICATO</strong> <strong>STAMPA</strong><br />

2° Meeting di Chirurgia Vertebrale<br />

CHALLENGES AND PITFALLS<br />

IN DEFORMITY SPINE SURGERY<br />

U.O.C. di Chirurgia Vertebrale - Direttore Dott. Bernardo Misaggi<br />

<strong>Istituto</strong> Ortopedico <strong>Gaetano</strong> <strong>Pini</strong>, Milano<br />

AULA MAGNA<br />

via G. <strong>Pini</strong> 9<br />

16 Novembre 2012 - ore 12:30-19:00<br />

17 Novembre 2012 - ore 08:30-13:15<br />

“Prevenire è meglio che curare anche in ortopedia,”dice il prof. Bernardo Misaggi, primario<br />

<strong>Istituto</strong> Ortopedio <strong>Gaetano</strong> <strong>Pini</strong>,”Ci confronteremo tra esperti il 16 novembre sulle deformità<br />

dell’adolescente, sugli errori di pianificazione e di tecnica chirurgica, sulla scoliosi idiopatica<br />

dell’adolescente e relativamente alle moderne tecniche di correzione della scoliosi. Importanti<br />

saranno i momenti di discussione sui casi clinici per una valutazione delle corrette strategie di<br />

pianificazione chirurgica. Di questi temi parleremo anche per la cifosi toracica , evidenziando di<br />

quali moderne tecniche avanzate di correzione ci si può avvalere oggigiorno per trattarla al<br />

meglio”.<br />

Statisticamente sono colpiti ad esempio dalla scoliosi idiopatica il 5-7 per cento dei ragazzi in<br />

accrescimento, con un rapporto di 7 a 1 delle femmine sui maschi; solo 5 su mille casi evolvono in<br />

grave peggioramento , tanto che se non trattati, giungono sul tavolo operatorio; negli altri casi la<br />

scoliosi o rimane stabile oppure si aggrava molto lentamente, non necessitando di alcuna cura se<br />

non il controllo clinico (sarà il gibbo , come vedremo in seguito, a valutare l’evoluzione nel tempo<br />

con la sua misurazione).<br />

“Nel 95 per cento dei casi la malattia inizia con i primi segni della pubertà della colonna (in media<br />

10 aa nella bambina e 12 aa nel maschietto) proseguendo la sua evoluzione per tutto il periodo della<br />

rapida crescita puberale fino alla maturazione ossea del rachide (dura 4-5 anni e termina -in media-<br />

due-tre aa dopo le mestruazioni nella femmina e il cambiamento di voce nel ragazzo),” dice il prof<br />

Bernardo Misaggi,” Nei rimanenti casi (5 per cento) la scoliosi può evidenziarsi in altre epoche di<br />

accrescimento, dall’infanzia al periodo puberale, sapendo anche che, più lontana dalla fine<br />

dell’accrescimento è la comparsa della scoliosi, maggiore è il rischio di aggravamento. Ecco perché<br />

come ospedale siamo a disposizione per attivare degli screening scolastici visto che questi ultimi<br />

dati ci portano ad osservare più attentamente gli alunni delle medie inferiori e possibilmente<br />

dell’ultima classe elementare e prevenire e curare meglio le loro problematiche in età evolutiva”.<br />

La cifoscoliosi è invece una deformazione della colonna vertebrale: è una ‘combinazione’ di una<br />

cifosi (deviazione all'avanti o all'indietro della colonna; praticamente, la cosiddetta ‘gobba’) e di<br />

una scoliosi (deviazione laterale, a destra o a sinistra, della colonna). Alla base della malattia ci può


essere l'abitudine ad assumere una posizione scorretta, anche provocata da processi infiammatori,<br />

traumi, infezioni o anche alterazioni neuromuscolari localizzate alla colonna.<br />

Il giorno 17 novembre il focus verterà sulle deformità dell’adulto e dell’anziano. “Fondamentale<br />

per le persone adulte ed in età avanzata è il quadro clinico che va valutato nella sua interezza”,<br />

sottolinea il prof Bernardo Misaggi,”Un bravo chirurgo deve saper approfondire caso per caso se,<br />

quando e come intervenire. Inoltre in un adulto e molto di più ancora in un anziano, occorre studiare<br />

bene la cartella clinica del paziente prima di accingersi a qualsiasi intervento per evitare errori di<br />

pianificazione e di tecnica chirurgica. Le cifoscoliosi dell’adulto e dell’anziano hanno una casistica<br />

superiore dovuta anche all’allungamento della vita di ognuno di noi. In questa sessione<br />

convegnistica evidenzieremo il ruolo delle ostetomie vertebrali, le complicanze cliniche e gli<br />

insuccessi radiografici. Un approfondimento riguarderà le deformità post–traumatiche dell’adulto e<br />

le implicazioni di un errato inquadramento classificativo della frattura”.<br />

I crolli vertebrali da osteoporosi ed una grave artrosi possono produrre deformità della colonna<br />

vertebrale altamente invalidanti perché possono causare possibili deficit neurologici con progressiva<br />

debolezza delle gambe e di forti dolori cronici difficilissimi da trattare. Questo tipo di deformità,<br />

che va sotto il nome di cifoscoliosi de novo, in quanto insorgente in età adulta secondariamente a<br />

fenomeni degenerativi, rappresenta un sfida terapeutica di difficile soluzione. Casi meno gravi<br />

possono beneficiare di trattamenti ortesici (busti) che permettono un controllo del dolore ed una<br />

discreta qualità di vita. Casi più gravi necessitano di trattamenti chirurgici correttivi che ad oggi<br />

beneficiano di moderne e innovative tecniche chirurgiche.<br />

“Presso il nostro <strong>Istituto</strong>,” spiega il dott. Bernardo Misaggi,” riusciamo con l’applicazione anche<br />

di viti speciali a raddrizzare schiene di adulti e di anziani sulle quali anni fa non si sarebbe<br />

intervenuti, e riusciamo a migliorare notevolmente la qualità dei vita dei pazienti”.<br />

La scoliosi è predominante nel sesso femminile ed interessa prevalentemente il rachide<br />

dorsolombare e lombosacrale. La partenza è spesso una discopatia a livello L2-L3 oppure L3-L4 e<br />

la sua progressione è varia, ma in taluni casi estremamente rapida. Normalmente la deformità<br />

appare come una grave deformità sia sul piano frontale che, soprattutto sagittale con comparsa di<br />

cifosi dorsolombare e sublussazione rotatoria delle vertebre apicali. Clinicamente la fase iniziale è<br />

rappresentata da un notevole quadro algido, dovuto essenzialmente alla instabilità<br />

discolegamentosa. In una seconda fase prevalgono invece le conseguenze della artrosi ipertrofica,<br />

che interessa prevalentemente le zigoapofisi ed i somi vertebrali con la formazione di osteofiti: è la<br />

fase di “strutturazione” della deformità che rappresenta una vera e propria difesa dell’organismo<br />

che si oppone al progressivo disequilibrio. Ciò che più caratterizza la scoliosi degenerativa è lo<br />

squilibrio del tronco , con la inversione della lordosi lombare e la comparsa di un flesso delle anche.<br />

Il paziente lamenta una importante, ovvia, perdita staturale. Il trattamento conservativo, mirato più<br />

ad alleviare la sintomatologia dolorosa che ad agire sulla deformità, è riservato ai casi più lievi<br />

oppure a quelli che non possono essere candidati ad una soluzione chirurgica.<br />

“Cardine del trattamento conservativo”, spiega il prof. Bernardo Misaggi, “ è l’uso di corsetti<br />

opportunamente modellati che hanno il compito di arrestare l’evoluzione della deformità. Negli<br />

ultimi tre decenni si è assistito ad una crescita delle soluzioni chirurgiche anche per le deformità del<br />

rachide nell’adulto. Obiettivo del trattamento chirurgico è quello di correggere la deformità


cercando un buon equilibrio del tronco, senza ricercare una inutile ipercorrezione della deformità. Il<br />

trattamento chirurgico della deformità cifoscoliotica dell’adulto è sicuramente da considerare un<br />

intervento di chirurgia maggiore da eseguire su un numero limitato di pazienti, questo tipo di<br />

chirurgia è oggi in grado di offrire buoni risultati, per lo meno se paragonata a quanto era<br />

tecnicamente possibile fare solo pochi anni addietro. Non è pensabile attuare tale chirurgia<br />

allargando indiscriminatamente le indicazioni, o affrontandone il punto di vista tecnico in modo<br />

superficiale: attualmente la pratica chirurgica è dominio di pochi centri specializzati, tra cui il<br />

nostro ospedale, ed è un bene che ne resti confinata ancora a lungo, pena un dispendio inutile di<br />

risorse”.<br />

Sito Internet : www.gpini.it- Ufficio stampa <strong>Istituto</strong> Ortopedico<br />

<strong>Gaetano</strong> <strong>Pini</strong> - E.C.Partners - tel 3389282504 – tel/fax 02-97370983 -<br />

e-mail: cinziaboschiero@yahoo.it – cinziaboschiero@gmail.com

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