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Lo scheletro umano - Università degli Studi della Tuscia

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<strong>Lo</strong> <strong>scheletro</strong> <strong>umano</strong><br />

Atlante di anatomia umana e comparata<br />

online: www.eskeleton.org (in inglese...)


<strong>Lo</strong> <strong>scheletro</strong> <strong>umano</strong> (adulto)* è composto da circa 206 ossa<br />

(80% peso corporeo)<br />

* Questo<br />

conteggio<br />

non vale per i<br />

subadulti che<br />

hanno<br />

normalmente un<br />

numero di ossa<br />

superiore a<br />

quello citato,<br />

poiché ogni osso<br />

è formato da<br />

più segmenti<br />

che si saldano<br />

con<br />

l’accrescimento


Il tessuto osseo: struttura e funzioni<br />

L’osso è un tessuto connettivo con funzioni protettive, meccaniche e metaboliche.<br />

E’ il tessuto costitutivo di quasi tutto lo <strong>scheletro</strong> e inoltre forma la dentina e il<br />

cemento dei denti.<br />

Come tutti i tessuti connettivi è formato da<br />

due componenti:<br />

Cellule (osteociti, osteoblasti, osteclasti …)<br />

Matrice intercellulare<br />

(in cui sono immerse le cellule),<br />

organica e inorganica.<br />

Matrice organica (ca. 30%):<br />

fibre collagene<br />

proteine non collageniche<br />

proteoglicani<br />

glicoproteine<br />

Matrice inorganica (ca. 70%):<br />

fosfato e carbonato di calcio<br />

sotto forma di<br />

idrossiapatite<br />

E’ la matrice usata per<br />

le datazioni al C14 e<br />

per altre indagini<br />

chimiche sulle ossa


Processo di accrescimento delle ossa<br />

L’ accrescimento osseo avviene tramite un<br />

processo di sostituzione del tessuto cartillaginoso<br />

mediante l’attività <strong>degli</strong> osteoblasti.<br />

Le ossa si formano quindi mediante centri di<br />

ossificazione dove avviene la congiunzione di più<br />

segmenti fino a saldatura completa<br />

Centri di ossificazione<br />

dell’omero


Il tessuto osseo: struttura e funzioni<br />

Dal punto di vista macroscopico si distinguono due tipi di tessuto<br />

osseo: osso spugnoso e osso compatto<br />

Entrambi i tipi di osso hanno una struttura lamellare:<br />

ciascuna lamella è formata da cellule (osteociti) e sostanza<br />

intercellulare. Gli osteociti sono accolti in cavità scavate nella<br />

matrice calcificata.<br />

Osso spugnoso: le lamelle si aggregano formando<br />

trabecole irregolari, disposte disordinatamente, che<br />

delimitano un sistema di spazi intercomunicanti<br />

occupati da midollo osseo, con funzione emopoietica.<br />

Osso compatto: le lamelle si associano<br />

parallelamente formando strutture<br />

compatte molto regolari.<br />

L’osso è avvolto da una membrana connettivale<br />

esterna detta periostio e da una interna detta<br />

endostio: queste membrane, molto vascolarizzate,<br />

assicurano il nutrimento alle cellule e intervengono<br />

nei processi di formazione e riparazione dell’osso.


Istologia dell’osso<br />

L'osso compatto è costituito , per la maggior parte da una sostanza<br />

interstiziale calcificata detta matrice; questa è organizzata in lamelle<br />

che disponendosi in forme concentriche delimitano il canale di Havers.<br />

Nella sostanza fondamentale sono distribuite cavità a forma di lente<br />

biconvessa dette lacune ossee ciascuna delle quali è occupata dalla cellula<br />

ossea: osteocita, l'insieme prende nome di osteone.<br />

I canali di Havers contengono<br />

vasi sanguigni e linfatici, fibre<br />

nervose e tessuto connettivo,<br />

sono disposti in modo parallelo<br />

tra di loro, comunicano con la<br />

superficie libera dell'osso e la<br />

cavità midollare nonché tra di<br />

loro con dei canali disposti<br />

trasversalmente e obliquamente<br />

detti canali di Wolkmann.


<strong>Lo</strong> <strong>scheletro</strong> ha diverse<br />

funzioni:<br />

• sostiene i tessuti muscolari<br />

(permettendo la locomozione)<br />

• protegge gli organi interni<br />

(encefalo, cuore…)<br />

• ha funzioni emopoietiche<br />

(da origine alle cellule del sangue)<br />

Si differenzia in:<br />

•Scheletro assile<br />

•Scheletro appendicolare


Scheletro assile:<br />

Cranio<br />

16 ossa per il neurocranio e lo splancnocranio<br />

1 mandibola<br />

Colonna vertebrale<br />

24 vertebre<br />

24 costole<br />

1 sterno<br />

2 scapole<br />

2 clavicole<br />

Scheletro appendicolare:<br />

Arti superiori<br />

Omero<br />

Ulna<br />

Radio<br />

Ossa <strong>della</strong> mano (carpo, metacarpo, falangi)<br />

Arti inferiori<br />

Femore<br />

Tibia<br />

Perone<br />

rotula<br />

Ossa del piede (tarso, metatarso, falangi)<br />

Cinti:<br />

Pelvico (2 ossa coxali, sacro)<br />

Toracico (sterno, clavicole, scapole)<br />

Più ossa sono tenute insieme da:<br />

- articolazioni (ginocchio, gomito…)<br />

- sinfisi (pelvi)<br />

- cinti (pelvi, torace)


Classificazione dei tipi di ossa:<br />

Lunghe: quelle ossa la cui lunghezza supera<br />

la larghezza e lo spessore. Sono di solito<br />

quelle <strong>degli</strong> arti, suddivise in una diafisi e<br />

due epifisi (distale e prossimale).<br />

Piatte: quelle ossa hanno lunghezza e<br />

larghezza pressochè equivalenti. Un esempio<br />

di osso piatto è l’osso del bacino.<br />

Brevi e/o irregolari: quelle ossa in cui<br />

lunghezza, larghezza e spessore si<br />

equivalgono. Rientrano nella categoria delle<br />

ossa rregolari quelle per le quali non è<br />

possibile stabilire con certezza il rapporto<br />

tra le varie dimensioni.


Piani di orientamento dello <strong>scheletro</strong><br />

1. Prossimale<br />

2. Distale<br />

3. Frontale o anteriore<br />

4. Dorsale o posteriore<br />

5. Laterale<br />

6. Mediale<br />

7. Ulnare<br />

8. Radiale<br />

9. Tibiale<br />

10. Fibulare<br />

11. Volare<br />

12. Dorsale<br />

Piano sagittale<br />

Piani frontale (A)<br />

e trasversale (B)


Cranio<br />

Il cranio conta circa 24 ossa<br />

distribuite nel neurocranio (cranio<br />

neurale) e nello splancnocranio<br />

(cranio facciale o viscerale)<br />

Neurocranio:<br />

Frontale<br />

Parietale<br />

Occipitale<br />

Temporale<br />

Sfenoide Ossa accessorie:<br />

Etmoide Ossa dell’orecchio<br />

Osso ioide<br />

Splancnocranio:<br />

Mascella<br />

Nasale<br />

Lacrimale<br />

Vomere<br />

Turbinato<br />

Palatino<br />

Malare<br />

Mandibola


Anatomia dello <strong>scheletro</strong> – CRANIO (norme)<br />

Variabili metriche, morfologiche e degenerative<br />

• diagnosi di sesso<br />

• diagnosi di età<br />

• patologie (cranio e dei denti)<br />

Funzioni:<br />

• protezione dell’encefalo<br />

e <strong>degli</strong> organi di senso<br />

• substrato per i muscoli<br />

<strong>della</strong> faccia


Anatomia dello <strong>scheletro</strong> – CRANIO (norme)<br />

Frontale Laterale<br />

Posteriore<br />

Superiore Inferiore


CRANIO: le suture principali


Il cranio: le suture principali<br />

sutura coronale<br />

tra l’osso frontale e le<br />

ossa parietali<br />

sutura sagittale<br />

tra le due ossa parietali<br />

sutura lambdoidea<br />

tra l’osso occipitale e<br />

le ossa parietali<br />

sutura squamosa<br />

tra le ossa parietale,<br />

temporale e sfenoide<br />

In base allo stato di<br />

saldatura delle suture<br />

è possibile stabilire<br />

l’età alla morte di un<br />

individuo


Il cranio<br />

Mascellare Mandibola


Colonna vertebrale<br />

Vertebre cervicali (7)<br />

Vertebre dorsali (12)<br />

Vertebre lombari (5)<br />

Sacro (5)<br />

Coccige (ca. 3)


La colonna vertebrale<br />

Ogni vertebra è composta da un corpo, da cui si dipartono due prolungamenti<br />

(dx e sx) che formano l’arco vertebrale. Tale arco delimita il foro vertebrale,<br />

all’interno del quale decorre il midollo spinale. spinale<br />

Posteriormente all’arco vertebrale è presente un processo spinoso (o apofisi<br />

spinosa) mentre lateralmente sono presenti due processi detti processi<br />

traversi.


Vertebre<br />

Le vertebre cervicali hanno un corpo piccolo e basso, con apofisi bifide e fori posti<br />

lateralmente al corpo (arteria vertebrale). Le prime due vertebre cervicali (atlante<br />

ed epistrofeo si distinguono dalle altre per la loro morfologia.<br />

Le vertebre dorsali hanno il corpo più grande delle cervicali, e si distinguono dalle<br />

toraciche per le faccette articolari poste sui lati del corpo. La spina o apofisi non è<br />

bifida come nelle cervicali.<br />

Le vertere lobari sono le più grandi che<br />

aumenta di grandezza dalla prima alla<br />

quinta. Sono prive delle faccette<br />

articolari sui lati del corpo e hanno le<br />

apofisi trasverse verticalizzate e la<br />

spina rettangolare.<br />

Le vertebre sacrali (nell’adulto) sono<br />

fuse in un unico osso che si articola con<br />

le due ossa del bacino.


La colonna vertebrale<br />

L’articolazione di una vertebra all’altra<br />

è assicurata da spazi appositi dette<br />

faccette articolari, localizzati sui<br />

processi articolari superiore e inferiore.<br />

I corpi vertebrali sono separati tra<br />

loro da dischi intervertebrali,<br />

fibrocartilaginei, che ammortizzano i<br />

movimenti di flessione ed estensione<br />

<strong>della</strong> colonna.<br />

La degenerazione del disco intervertebrale<br />

che si verifica con il progredire dell’età, o a<br />

seguito di stress biomeccanici, può causare<br />

patologie osservabili sulle vertebre<br />

(atropatie, ernie del disco o ernie di<br />

Schmörl).


Costole e sterno – cinto toracico<br />

Le vertebre <strong>della</strong> regione toracica sono<br />

articolate con le costole, le quali si<br />

portano ventralmente a costituire la<br />

gabbia toracica.<br />

Le costole sono in numero di 12 paia.<br />

Le prime sette si articolano direttamente con lo<br />

sterno (vere); le successive 3 si articolano allo<br />

sterno ancorandosi alla cartilagine <strong>della</strong> costola<br />

precedente (false); le ultime 2 sono fluttuanti.


Costole e sterno<br />

<strong>Lo</strong> sterno è formato da<br />

3 parti:<br />

manubrio,<br />

corpo,<br />

processo xifoideo.


Cinto toracico<br />

L’elemento di raccordo tra lo <strong>scheletro</strong> assile e lo <strong>scheletro</strong> appendicolare<br />

superiore (vale a dire l’arto superiore) è il cinto toracico o scapolare. scapolare<br />

Esso è formato da due ossa pari:<br />

la scapola e la clavicola.<br />

La scapola è un osso piatto triangolare,<br />

formato soprattutto da tessuto osseo<br />

compatto.<br />

Si articola con l’omero a livello <strong>della</strong> cavità<br />

glenoidea e con la clavicola a livello <strong>della</strong><br />

faccia acromiale.<br />

La clavicola è un osso lungo a forma di S.<br />

Si articola con la scapola (a livello<br />

dell’acromion) e con lo sterno.<br />

Scapola e clavicola concorrono ai<br />

movimenti<br />

articolari <strong>della</strong> spalla: di abduzione, cioè di<br />

allontanamento del braccio dall’asse del<br />

corpo, e di elevazione dello stesso al di<br />

sopra del capo.


Arto superiore<br />

OMERO (braccio)<br />

L’omero, come tutte le ossa<br />

lunghe è composto da una<br />

diafisi e due epifisi. La diafisi<br />

ha sezione più o meno<br />

cilindrica che mostra una<br />

tuberosità detta deltoidea<br />

posta a circa metà sezione.<br />

L’epifisi prossimale viene<br />

detta testa e si affianca a due<br />

tuberosità dette trochit e<br />

trochine. L’epifisi distale<br />

presenta anteriormente una<br />

fossa radiale (per<br />

l’articolazione con il radio) e<br />

posteriormente la fossa<br />

olecranica con il condilo e la<br />

troclea. Lateralmente sono<br />

visibili l’epicondilo<br />

(lateralmente) e l’epitroclea<br />

(medialmente)


Arto superiore<br />

RADIO E ULNA (avambraccio)<br />

Il radio è formato da una<br />

diafisi a sezione prismaticotriangolare.<br />

L’epifisi<br />

prossimale è costituita da un<br />

capitello e da una tuberosità,<br />

mentre quella distale ha<br />

forma triangolare e presenta<br />

un processo stiloideo.<br />

L’ulna ha una diafisi con<br />

sezione triangolare con<br />

margini più acuti. L’epifisi<br />

prossimale presenta<br />

l’olecrano che si articola con<br />

l’omero (fossa olecranica)<br />

mentre l’epifisi distale è<br />

piccola e leggermente<br />

appuntita; anche essa<br />

presenta un processo<br />

stiloideo.


Arto superiore<br />

MANO<br />

Le ossa che compongono la mano sono 2, divise in: carpo, metacarpo e falangi. Le<br />

ossa del carpo sono 8, disposte in due linee parallele e corrispondono<br />

all’articolazione del polso. Sono: scafoide, scafoide semilunare, semilunare piramidale, piramidale pisiforme, pisiforme trapezio, trapezio<br />

trapezoide, trapezoide grand’’osso grand osso e uncinato uncinato<br />

Metacarpo:<br />

5 ossa (I-V)<br />

Falangi<br />

Sono tre per dito:<br />

Prossimali<br />

Intermedie<br />

Distali<br />

Il pollice ne ha<br />

solo 2


BACINO<br />

Il bacino è l’osso maggiormente<br />

diagnostico per la determinazione<br />

del sesso.<br />

Il bacino o pelvi è formato dalle due ossa<br />

dell’anca e dal sacro e il coccige.<br />

L’osso dell’anca è composto da tre segmenti (che<br />

corrispondono a quelli che si saldano durante<br />

l’accrescimento) che sono ileo, ischio e pube.<br />

L’ileo è composto da un segmento inferiore<br />

(corpo) dove si trova la faccetta di inserzione<br />

<strong>della</strong> testa del femore (acetabolo) e da uno<br />

superiore (ala).<br />

L’ischio è formato da un ramo, che si estende<br />

verso il pube e da un corpo che presenta il<br />

forame otturato e termina nella tuberosità<br />

ischiatica.<br />

Il pube è composto da due rami che terminano<br />

nella sinfisi pubica.


Sviluppo del bacino<br />

La fusione delle 3 ossa dell’anca (ileo, ischio e pube) si completa entro i 13-15 anni<br />

La valutazione dello stato di saldatura delle ossa<br />

dell’anca consente una stima dell’età alla morte nei<br />

soggetti subadulti


Morfologia del bacino<br />

La valutazione <strong>della</strong> morfologia del bacino è importante per la diagnosi<br />

di sesso <strong>degli</strong> individui adulti


Arto inferiore<br />

FEMORE<br />

La misura <strong>della</strong> testa<br />

del femore viene usata<br />

nella diagnosi di sesso<br />

Il femore ha la diafisi a sezione più<br />

o meno circolare, che presenta<br />

lungo la superficie posteriore una<br />

inserzione muscolare detta linea<br />

aspra.<br />

L’epifisi prossimale è formata da<br />

una testa (che si articola con il<br />

bacino tramite l’acetabolo) e da<br />

aree di inserzione muscolare dette<br />

grande trocanter e piccolo<br />

trocantere.<br />

L’epifisi distale è data da due aree<br />

distinte dette condili (mediale e<br />

laterale) intervallati da una fossa<br />

detta intercondiloidea.


Arto inferiore<br />

TIBIA E PERONE (o fibula)<br />

La tibia ha una diafisi con<br />

sezione triangolare. L’epifisi<br />

prossimale presenta due condili<br />

(mediale e laterale) separati da<br />

un’area intercondiloidea.<br />

Anteriormente è visibile una<br />

tuberosità tibiale.<br />

L’epifisi distale ha un processo<br />

posto medialmente detto<br />

malleolo. Distalmente è visibile<br />

un incisura peroneale per<br />

l’articolazione con il perone,<br />

appunto.<br />

Il perone (o fibula) è piuttosto<br />

sottile e ha sezione molto<br />

irregolare con margini acuti.<br />

L’epifisi prossimale ha una<br />

testa, mentre quella distale ha<br />

un malleolo laterale.


Arto inferiore: rotula<br />

La rotula (o patella) è un osso pari che<br />

viene considerato come un osso sesamoide<br />

in quanto si trova inserito nello spessore di<br />

un tendine.<br />

E’ di forma triangolare con apice verso il<br />

basso.<br />

Posteriormente presenta due superfici<br />

articolari con i condili del femore (la<br />

superficie mediale è la più piccola).


Anatomia dello <strong>scheletro</strong> – arti inferiori<br />

PIEDE<br />

Le ossa che compongono il<br />

piede sono circa 27, divise<br />

in tarso, metatarso e<br />

falangi. Le ossa del tarso<br />

sono 7, disposte in due<br />

linee parallele e<br />

corrispondono<br />

all’articolazione <strong>della</strong><br />

caviglia. Tra queste le più<br />

importanti sono calcagno e<br />

l’astragalo<br />

Metatarso (I-V)<br />

Falangi (I-V):<br />

Prossimali<br />

Intermedie<br />

Distali (I-IV)<br />

Esistono nel piede ossa<br />

sovrannumero dette<br />

sesamoidi


Elementi di antropometria


Antropometria (nel vivente) o<br />

Osteometria (per i resti scheletrici)<br />

L’osteometria (o misurazioni delle<br />

diverse ossa dello <strong>scheletro</strong>)<br />

rappresenta il nucleo storico<br />

dell’antropologia fisica.<br />

In particolare la misura del cranio<br />

<strong>umano</strong> (considerato come la parte più<br />

nobile del corpo) ha ricevuto tanta<br />

attenzione da generare una<br />

sottodisciplina, la craniologia.<br />

Johann Friedrich Blumembach (1752-1840), studioso tedesco, alla fine del XVIII<br />

secolo intraprende lo studio sistematico delle variazioni fisiche/morfologiche<br />

nell’uomo, osservando in particolare il cranio. Questo approccio richiede<br />

necessariamente una serie di norme codificate che rendano più rigorosi i criteri di<br />

osservazione e garantiscano una obbiettività che si svincoli dal giudizio<br />

dell’osservatore.<br />

Alla fine del ‘700 Camper misura l’angolo facciale, stabilendo che esiste una<br />

gradazione di valori che vedono ad un estremo i bianchi Europei (angolo tendente i<br />

100°) e all’altro le scimmie antropomorfe (57°). I neri presentano un valore<br />

intermedio che si aggira intorno ai 70°.


Craniologia<br />

Paul Broca (1824-1880), anatomista e clinico, a Parigi tiene<br />

la cattedra di Antropologia. La sua formazione è<br />

prevalentemente naturalistica. Il suo lavoro contribuisce<br />

enormemente alla disciplina. Mettendo a punto una serie di<br />

strumenti antropometrici e tecniche di misurazione Broca<br />

detta norme precise di rilevamento in base a punti<br />

antropometrici di riferimento (landmarks). Con il suo<br />

metodo è possibile confrontare i caratteri metrici di una<br />

serie di popolazioni scheletriche (per lo più crani).<br />

I musei di tutta Europa si riempiono di crani/scheletri che<br />

vengono misurati a scopo comparativo (Museum period). Tra<br />

i caratteri di misurazione Broca identifica anche tratti<br />

come il colore <strong>della</strong> pelle, delle iridi, dei capelli.<br />

Anders Retzius (1796-1860)<br />

utilizzerà i rapporti tra misure del<br />

cranio per determinare l’indice<br />

cefalico (anche detto indice di<br />

Retzius) ed esprimere tramite un<br />

valore numerico la forma del cranio.<br />

Femmine<br />

< 75%<br />

75% to 80%<br />

> 80%<br />

Maschi<br />

< 65%<br />

65% to 75%<br />

> 75%<br />

Forma<br />

dolicocefalo<br />

mesocefalo<br />

brachicefalo


Osteometria<br />

Storicamente, le misure del cranio<br />

sono state utilizzate per classificare le<br />

popolazioni secondo schemi tipologicorazziali.<br />

Le misure del cranio sono state sempre<br />

ritenute “molto più ereditarie” di quelle<br />

del più “ecosensibile” postcranio, e per<br />

questo privilegiate negli studi<br />

antropologici di fine ‘800-inizio ‘900<br />

La moderna tendenza a considerare lo <strong>scheletro</strong> <strong>umano</strong> come un vero e proprio<br />

archivio biologico ha reso gli onori al trascurato <strong>scheletro</strong> postcraniale, rivalutato<br />

proprio per la sua maggiore sensibilità a fattori ambientali che su di esso<br />

possono lasciare tracce utili per ricostruire lo stile di vita, la presenza di stress<br />

alimentari e/o ambientali …


Osteometria<br />

La raccolta delle principali<br />

dimensioni delle ossa permette di<br />

definire alcuni parametri<br />

morfometrici del cranio e <strong>della</strong><br />

faccia e di descrivere elementi<br />

<strong>della</strong> costituzione fisica e delle<br />

proporzioni corporee di un<br />

individuo o di una popolazione.<br />

Misure del cranio caratterizzazione fisica<br />

dell’individuo e <strong>della</strong> popolazione<br />

Misure del postcranio<br />

caratterizzazione costituzionale e<br />

valutazione <strong>della</strong> robustezza e del<br />

carico di stress biomeccanico<br />

dell’individuo e <strong>della</strong> popolazione


Osteometria<br />

<strong>Lo</strong> studio <strong>della</strong> morfometria scheletrica<br />

(insieme a quello <strong>della</strong> morfologia) permette<br />

di ricostruire il tipo e il livello di attività<br />

fisica nelle popolazioni del passato, oltre a<br />

fornire informazioni su eventuali disturbi<br />

alimentari e patologie croniche.<br />

<strong>Lo</strong> <strong>scheletro</strong> è infatti influenzato da una<br />

serie di fattori ambientali (sia durante<br />

l’accrescimento che durante la vita adulta) a<br />

cui risponde con modificazioni <strong>della</strong> sua<br />

struttura.<br />

Per es., individui che conducono una vita molto<br />

attiva, con elevato stress biomeccanico,<br />

hanno ossa più robuste, e la robustezza può<br />

essere quantificata mediante apposite<br />

misure.<br />

Una vita sedentaria si accompagna a un minor<br />

appiattimento delle sezioni trasverse delle<br />

diafisi del femore e <strong>della</strong> tibia …


Misure del cranio<br />

Esiste una serie di misure<br />

codificate del cranio (riferimento:<br />

Manuale di Martin e Saller,<br />

1957-1962) che si basano sull’uso<br />

di particolari punti antropometrici<br />

di riferimento (landmarks).<br />

Alcuni esempi:<br />

1. Lunghezza massima (g-op)<br />

8. Larghezza massima (eu-eu)<br />

10. Diametro frontale massimo (co-co)<br />

11. Diametro frontale minimo (ft-ft)<br />


Indici del cranio…<br />

Sulla base delle misure del cranio è possibile calcolare una serie di indici<br />

cranici che caratterizzano in modo sintetico alcuni aspetti <strong>della</strong> forma del<br />

cranio.<br />

Indice cranico orizzontale: rapporto<br />

percentuale tra larghezza massima e<br />

lunghezza massima. Delinea la forma<br />

allungata (dolicocranio) o corta<br />

(brachicranio) <strong>della</strong> calotta cranica.<br />

Dolicocrani (80)<br />

L’indice cranico è stato ampiamente utilizzato per caratterizzare<br />

tipologicamente le popolazioni umane.<br />

Per es., classificazione di Biasutti in 4 principali razze caratterizzate<br />

da valori differenti dell’indice cefalico:<br />

• Negroidi e Australoidi: sono in media dolicocefali<br />

• Mongoloidi: brachicefali<br />

• Europoidi: sono rappresentate tutte le categorie dell’indice.


Misure del postcranio<br />

Come per il cranio, esiste una serie di misure codificate anche per il postcranio<br />

(Manuale di Martin e Saller, 1957-1962) basate sull’uso di punti<br />

antropometrici di riferimento.


Indici del postcranio: alcuni esempi<br />

Indice diafisario dell’omero: rapporto percentuale<br />

tra i diametri minimo e massimo misurati a metà<br />

diafisi. Quando il valore dell’indice si avvicina a 100 i<br />

due diametri sono simili e la diafisi ha una forma<br />

rotondeggiante, mentre quando il diametro minimo è<br />

molto più piccolo del diametro massimo si ha un<br />

appiattimento dell’omero (platibrachia) che può essere<br />

causato dal lavoro del bicipite e del deltoide.<br />

Indice pilastrico del femore: rapporto percentuale<br />

tra i diametri antero-posteriore e trasverso, misurati<br />

al centro <strong>della</strong> diafisi. Un indice elevato indica un<br />

forte sviluppo <strong>della</strong> linea aspra associato al lavoro<br />

muscolare <strong>della</strong> coscia.<br />

Indice di robustezza del femore: rapporto percentuale<br />

tra la somma dei diametri antero-posteriore e trasverso,<br />

e la lunghezza fisiologica del femore. Un indice maggiore<br />

di 12,5 indica robustezza <strong>della</strong> gamba.


Indici di proporzioni corporee<br />

Le proporzioni tra le diverse parti del corpo possono essere espresse mediante una serie di<br />

indici applicati sia all’interno dello stesso arto (come rapporto tra segmento prossimale e<br />

distale), sia tra arti superiori e inferiori.<br />

Questi indici forniscono informazioni sulla costituzione corporea delle popolazioni e su<br />

eventuali adattamenti a fattori ambientali in base a Regole eco-geografiche<br />

Regola di Allen: prevede un allungamento relativo delle appendici, e in particolare del<br />

segmento distale <strong>degli</strong> arti, in relazione all’adattamento a climi caldi.<br />

Indice radio-omerale: rapporto percentuale<br />

tra la lunghezza massima del radio e la<br />

lunghezza fisiologica dell’omero.<br />

Indice tibio-femorale: rapporto<br />

percentuale tra la lunghezza totale <strong>della</strong><br />

tibia e la lunghezza fisiologica del femore.<br />

Indice intermembrale: rapporto percentuale<br />

tra la lunghezza dell’arto superiore e la<br />

lunghezza dell’arto inferiore.<br />

80: radio lungo<br />

82: tibia lunga<br />

70: media maschile<br />

69: media femminile


Indice di lateralizzazione <strong>degli</strong> arti<br />

Attraverso questo indice è possibile valutare<br />

le differenze tra arto dx e sx ottenendo<br />

così informazioni su un eventuale maggior<br />

utilizzo di un lato del corpo rispetto al<br />

controlaterale: inferenze su movimenti<br />

ripetititvi, che producono una asimmetria tra<br />

i due lati.<br />

Formula di Schultz (1937): rapporto<br />

percentuale tra la differenza delle misure<br />

dei lati dx e sx, e la minore delle due<br />

lunghezze.<br />

Indice di lateralizzazione:<br />

dx – sx / min (dx, sx) x 100


Indice di dimorfismo sessuale<br />

Le differenze dimensionali tra i<br />

due sessi possono essere valutate<br />

calcolando il grado di dimorfismo<br />

sessuale attraverso l’Indice di<br />

Hall (1982), equazione applicabile<br />

a qualsiasi misura scheletrica.<br />

Valori elevati di questo indice<br />

possono essere correlati ad<br />

attività lavorative sessospecifiche<br />

Indice di Hall: rapporto<br />

percentuale tra la differenza<br />

delle medie delle misure <strong>della</strong><br />

popolazione maschile e femminile<br />

e la media delle misure maschili<br />

Indice di Hall: (media M – media F)/media M x 100


Calcolo <strong>della</strong> statura<br />

Uno <strong>degli</strong> indicatori più utilizzati per definire le<br />

dimensioni corporee delle popolazioni umane attuali e del<br />

passato è la statura.<br />

La statura può essere influenzata da vari fattori –<br />

ambientali, genetici, sociali, geografici – e a livello di<br />

popopolazione può fornire indicazioni su condizioni di<br />

adattamento all’ambiente.<br />

Secondo la Regola di Cope, l’incremento <strong>della</strong> mole<br />

corporea, esprimibile nel caso <strong>degli</strong> ominidi anche come<br />

incremento <strong>della</strong> statura, è indizio di successo evolutivo.<br />

Secondo la Regola di Bergmann, si osserva un<br />

incremento <strong>della</strong> mole corporea al crescere <strong>della</strong><br />

latitudine, in quanto la diminuzione del rapporto tra<br />

superficie corporea e volume è vantaggiosa in condizioni<br />

di clima freddo.<br />

La statura inoltre può essere considerato come un<br />

indicatore di stress, in quanto una bassa statura<br />

nell’adulto può essere legata a situazioni di malnutrizione<br />

infantile e giovanile cronica.


Calcolo <strong>della</strong> statura<br />

Stime <strong>della</strong> statura da resti scheletrici si possono<br />

ottenere se si ha a disposizione lo <strong>scheletro</strong> completo e<br />

ben conservato, sommando le altezze di tutti i distretti<br />

scheletrici e aggiungendo coefficienti che sostituiscono le<br />

parti molli e le curvature <strong>della</strong> colonna vertebrale.<br />

Ma visto che i resti scheletrici sono solitamente<br />

frammentari, vengono usate delle equazioni di<br />

regressione che permettono di ottenere la statura a<br />

partire dalle misure di lunghezza delle ossa <strong>degli</strong> arti.<br />

• Trotter e Gleser (1952, 1958, 1977)<br />

•Olivieret al. (1978)<br />

• Manuvrier (1893)<br />

• Sjøvold (1990)<br />

3,08 x lunghezza omero + 70,45 ± 4,05

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