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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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74 JURIJ M. LOTMAN, BORIS A. USPENSKIJ<br />

In altre parole, il punto <strong>di</strong> riferimento nella descrizione<br />

<strong>di</strong>venta, se così si può <strong>di</strong>re, il punto <strong>di</strong> vista<br />

dell’“imbecille” coi suoi limiti caratteristici nelle possibilità<br />

<strong>di</strong> comunicazione effettiva e multiforme e, quin<strong>di</strong>,<br />

in primo piano emerge il “problema <strong>della</strong> stupi<strong>di</strong>tà”.<br />

La scienza del XIX secolo identificava il punto <strong>di</strong> vista<br />

consueto dello scienziato con la verità e quin<strong>di</strong> presupponeva<br />

possibile la descrizione soltanto dal “mio” (dello<br />

scienziato, <strong>della</strong> scienza) punto <strong>di</strong> vista, il che si esprimeva,<br />

ad esempio, nell’assolutizzazione del punto <strong>di</strong> vista<br />

europeo nell’antropologia e <strong>della</strong> linguistica indoeuropea<br />

o <strong>della</strong> grammatica latina nella linguistica. Ogni<br />

altra descrizione – cioè la descrizione fatta in altri termini<br />

– era considerata sbagliata (non civilizzata, barbara) e<br />

in ultima analisi inesistente <strong>per</strong> la scienza. La scienza del<br />

XX secolo, al contrario, parte dall’esistenza <strong>di</strong> vari sistemi<br />

<strong>di</strong> descrizione e s’interessa quin<strong>di</strong> molto <strong>di</strong> più del<br />

punto <strong>di</strong> vista dell’“altro” (l’“io” dall’angolo visuale<br />

dell’“altro”, l’“altro” dal suo proprio punto <strong>di</strong> vista).<br />

L’interesse <strong>per</strong> la coscienza primitiva incapace <strong>di</strong> comprendere<br />

interviene soltanto come parte dell’interesse<br />

<strong>per</strong> l’angolo visuale dell’“altro”.<br />

D’altro lato, il problema stesso <strong>della</strong> comprensioneincomprensione,<br />

e il problema, che imme<strong>di</strong>atamente gli<br />

è connesso, dell’intelligenza-stupi<strong>di</strong>tà, <strong>di</strong>venta in notevole<br />

grado un problema scientifico proprio nel XX secolo,<br />

a <strong>di</strong>fferenza <strong>della</strong> tra<strong>di</strong>zionale scienza illuministica<br />

del XIX secolo. Per il XIX secolo il problema <strong>della</strong> stupi<strong>di</strong>tà<br />

si situa fuori <strong>della</strong> scienza, come, in particolare, il<br />

problema <strong>della</strong> mutezza e <strong>della</strong> patologia del linguaggio<br />

si situa fuori <strong>della</strong> linguistica. Come il linguista presupponeva<br />

che <strong>per</strong> lui esistessero soltanto <strong>per</strong>sone in grado<br />

<strong>di</strong> servirsi in modo giusto e corretto del linguaggio (e,<br />

<strong>di</strong> conseguenza, stu<strong>di</strong>ava essenzialmente il modo in cui<br />

si deve parlare, e non il modo in cui si parla in realtà,<br />

cioè la norma linguistica, e non i <strong>di</strong>aletti e gli i<strong>di</strong>oletti

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