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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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54 FRANCISCU SEDDA<br />

sembra trasformarsi nello spazio <strong>di</strong> <strong>una</strong> certa <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione<br />

e atomizzazione degli elementi, riportandoci alla<br />

mente un passaggio decisivo del saggio sulla semiosfera:<br />

“A noi, che vi siamo immersi, la semiosfera può apparire<br />

caoticamente priva <strong>di</strong> regole: un assortimento <strong>di</strong> elementi<br />

autonomi” (Lotman 1985, p. 69). In effetti il byt,<br />

la vita quoti<strong>di</strong>ana, come insegna anche de Certeau<br />

(1980), è lo spazio <strong>di</strong> <strong>una</strong> ambivalenza fondamentale, <strong>di</strong><br />

<strong>una</strong> costante tensione fra familiarità e straniamento, automatismo<br />

e invenzione, ripetizione e <strong>di</strong>fferenza.<br />

Questo mondo in cui domina un sentimento <strong>di</strong> familiarità,<br />

<strong>una</strong> specie <strong>di</strong> “fede” ingenua, rischia <strong>di</strong> essere<br />

dunque anche lo spazio dell’alienazione dal mondo stesso.<br />

La troppa abitu<strong>di</strong>ne con le cose che ci circondano rischia<br />

<strong>di</strong> rendercele a-significanti, estranee, come in <strong>una</strong><br />

specie <strong>di</strong> an-estetizzazione nei confronti dei nostri stessi<br />

vissuti (Greimas 1987b).<br />

Ma <strong>per</strong> capire meglio il funzionamento del byt e <strong>delle</strong><br />

poetiche quoti<strong>di</strong>ane come <strong>una</strong> sorta <strong>di</strong> <strong>di</strong>scorso comportamentale<br />

che si rende manifesto solo nel rapporto <strong>di</strong><br />

correlazione e traduzione fra linguaggi, rian<strong>di</strong>amo a Lotman<br />

e alla sua caratterizzazione del rapporto fra comportamento<br />

reale, teatro e pittura nella Russia del XVIII<br />

secolo. Quello che qui abbiamo la possibilità <strong>di</strong> vedere è<br />

il ruolo del teatro, in quanto <strong>di</strong>namico ma segmentato,<br />

come co<strong>di</strong>ce-traduttore fra la flui<strong>di</strong>tà <strong>della</strong> vita e la staticità<br />

<strong>della</strong> posa nel quadro. Attraverso il gioco fra questi<br />

elementi le caratteristiche formali dell’uno trapassano<br />

nell’altro. Il saldarsi <strong>di</strong> questi tre linguaggi crea dunque<br />

un meccanismo <strong>di</strong> <strong>per</strong>tinentizzazione reciproca, tale <strong>per</strong><br />

cui nella vita reale – ad esempio nella battaglia – <strong>di</strong>venta<br />

significativo ciò che è teatrale (eroico, tragico, commovente)<br />

e nella quoti<strong>di</strong>anità ad avere funzione <strong>di</strong> segni (a<br />

essere <strong>per</strong>cepiti in quanto tali) saranno soltanto quei gesti<br />

che richiamano <strong>una</strong> posa pittoricamente co<strong>di</strong>ficata.<br />

Al contempo il teatro e la pittura tenderanno a valoriz-

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