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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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46 FRANCISCU SEDDA<br />

relazioni saltano e ciò <strong>di</strong> cui ci accorgiamo sono le <strong>di</strong>sgiunture<br />

(Appadurai 1996), i punti <strong>di</strong> frizione, i processi<br />

che rendono <strong>di</strong>fficili se non impossibili incastri e inscatolamenti<br />

16 .<br />

Il testo<br />

Il concetto <strong>di</strong> testo è sicuramente uno dei più importanti<br />

<strong>per</strong> la <strong>di</strong>sciplina <strong>semiotica</strong>, tanto che nelle <strong>Tesi</strong> <strong>per</strong><br />

un’analisi <strong>semiotica</strong> <strong>delle</strong> <strong>culture</strong> gli autori <strong>della</strong> Scuola<br />

<strong>di</strong> Tartu lo considerano un “elemento primo (unità <strong>di</strong><br />

base) <strong>della</strong> cultura”. Sicuramente è anche uno dei più<br />

controversi, soprattutto dal punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong> chi non<br />

con<strong>di</strong>vide il metalinguaggio semiotico. Del resto come<br />

tutti i termini ben presenti nel nostro linguaggio comune<br />

il rischio <strong>di</strong> limitazioni o frainten<strong>di</strong>menti <strong>della</strong> sua<br />

portata euristica è continuamente <strong>di</strong>etro l’angolo.<br />

Per <strong>di</strong> più si tende sovente a scordare, anche in ambito<br />

semiotico, <strong>una</strong> <strong>di</strong>stinzione basilare, che giustamente<br />

anche Gianfranco Marrone ricordava in un recente convegno<br />

de<strong>di</strong>cato alla socio<strong>semiotica</strong>. Vale a <strong>di</strong>re che esiste,<br />

<strong>per</strong> riprendere il linguaggio dell’antropologia, <strong>una</strong><br />

visione emica (dall’interno) e <strong>una</strong> etica (dall’esterno) sul<br />

testo. La visione emica è quella dei portatori <strong>della</strong> cultura<br />

– noi stessi in quanto parti <strong>di</strong> collettività situate, ambiti<br />

<strong>di</strong>scorsivi e tra<strong>di</strong>zioni culturali – che tendono a definire<br />

con loro parametri cosa è testo e cosa no. La visione<br />

etica è invece quella dello stu<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> <strong>semiotica</strong> in quanto<br />

partecipe <strong>di</strong> <strong>una</strong> comunità scientifica che quando <strong>di</strong>ce<br />

“testo” rimanda a <strong>delle</strong> caratteristiche (ad esempio la<br />

correlazione fra un piano dell’espressione e un piano del<br />

contenuto) che non sono generalmente con<strong>di</strong>vise e nemmeno<br />

riconosciute nella vita quoti<strong>di</strong>ana. Tale <strong>per</strong> cui <strong>per</strong><br />

il semiotico può “far testo” qualcosa che <strong>una</strong> data coscienza<br />

quoti<strong>di</strong>ana non reputerebbe mai tale. Difficil-

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