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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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IMPERFETTE TRADUZIONI 45<br />

mero potenzialmente infinito, in <strong>una</strong> specie <strong>di</strong> gioco <strong>di</strong><br />

matrioske: <strong>per</strong> capirci basta seguire l’es<strong>per</strong>imento mentale<br />

<strong>di</strong> Lotman quando <strong>di</strong>ce che la stessa semiosfera<br />

<strong>della</strong> cultura umana, intesa nella sua globalità, potrebbe<br />

essere un testo all’interno <strong>di</strong> <strong>una</strong> semiosfera ancora<br />

più grande. Questa proliferazione <strong>di</strong> semiosfere significa<br />

necessariamente che il gioco fra regolarità e irregolarità,<br />

sistematicità e caos, si rifrange e moltiplica all’ennesima<br />

potenza.<br />

Non<strong>di</strong>meno è vero che se ogni semiosfera è fatta <strong>di</strong><br />

semiosfere ciò a cui ci troviamo <strong>di</strong> fronte è un <strong>di</strong>spositivo<br />

glocale in cui ogni entità è, a un certo livello, <strong>una</strong> globalità,<br />

e a un altro, <strong>una</strong> località interna a <strong>una</strong> globalità<br />

più grande. Ogni essere <strong>di</strong> questo spazio è singolare e<br />

plurale al contempo, è un essere singolare-plurale (Nancy<br />

1996). Questo rapporto fra parti e tutto – questa specie<br />

<strong>di</strong> gioco d’incastro – è definito da Lotman isomorfismo<br />

verticale, ed è ciò che garantisce lo stringersi <strong>di</strong> nessi <strong>di</strong><br />

correlazione fra linguaggi e fra testi, e dunque in definitiva<br />

un certo grado <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne all’interno del meccanismo<br />

<strong>della</strong> cultura. La tenuta <strong>di</strong> questi nessi è data dal loro<br />

depositarsi e <strong>per</strong>manere nella memoria <strong>della</strong> cultura, ed<br />

essendo questa memoria <strong>per</strong> definizione “non ere<strong>di</strong>taria”<br />

essa <strong>di</strong>venta <strong>una</strong> posta in gioco, il campo <strong>di</strong> <strong>una</strong> lotta,<br />

combattuta attraverso la continua produzione (e <strong>di</strong>struzione)<br />

<strong>di</strong> testi – <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> organizzazione del mondo<br />

–, e il possesso dei mezzi materiali (e non) <strong>per</strong> la loro<br />

stessa riproduzione (Lotman, Uspenskij 1975).<br />

Il sovrapporsi <strong>delle</strong> <strong>culture</strong>, la loro interna eterogeneità<br />

e contrad<strong>di</strong>ttorietà, il muoversi <strong>delle</strong> <strong>per</strong>sone, il<br />

viaggiare <strong>di</strong> idee e oggetti culturali, il mescolarsi <strong>delle</strong><br />

cose del mondo, il passare del tempo, fanno sì che la tenuta<br />

<strong>di</strong> questi nessi sia precaria, che si realizzi in alcune<br />

parti e si <strong>di</strong>ssolva in altre, che appaia solida e poi improvvisamente<br />

ceda. Ogni tempo e ogni spazio sembra<br />

definire i suoi isomorfismi, reggersi su <strong>di</strong> essi: poi le cor-

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