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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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44 FRANCISCU SEDDA<br />

ca reale, uno spazio <strong>di</strong> continuo mescolamento 15 . Ma<br />

mescolamento <strong>di</strong> cosa? Mescolamento <strong>di</strong> quell’or<strong>di</strong>ne<br />

che ogni volta si innalza a partire da questo fondo attraverso<br />

le regolarità, le strutturalità, che il lavoro <strong>della</strong> cultura<br />

immette nel mondo. I linguaggi e i testi che popolano,<br />

che sono, la semiosfera non smettono infatti <strong>di</strong> gerarchizzarla,<br />

<strong>di</strong> darle un’altezza, <strong>di</strong> creare, come abbiamo<br />

ripetuto più volte, <strong>una</strong> serie <strong>di</strong> correlazioni che definiscono<br />

livelli e metalivelli. Sopra il livello <strong>della</strong> carta<br />

reale, <strong>di</strong>ce Lotman, si innalzano sempre altri livelli, fino<br />

ad arrivare a quello <strong>della</strong> sua “unità ideale”, <strong>della</strong> sua<br />

autodescrizione e autocoscienza, che espungendo contrad<strong>di</strong>zioni<br />

fornisce alla cultura che se la crea <strong>una</strong> potente<br />

fonte <strong>di</strong> orientamento e automo<strong>della</strong>mento. E tuttavia<br />

Nella realtà <strong>della</strong> semiosfera le gerarchie dei linguaggi e<br />

dei testi <strong>di</strong> solito vengono meno: essi interagiscono come<br />

se si trovassero ad un solo livello. I testi appaiono immersi<br />

in linguaggi ad essi non correlati e possono mancare i co<strong>di</strong>ci<br />

capaci <strong>di</strong> deco<strong>di</strong>ficarli (Lotman 1985, pp. 63-64).<br />

Ecco dunque come nella semiosi sociale quoti<strong>di</strong>ana si<br />

riproduce un movimento <strong>di</strong> appiattimento, che trasforma<br />

uno spazio gerarchizzato e articolato (“striato”) in<br />

uno spazio piatto (tendenzialmente “liscio”, rizomatico;<br />

cfr. Deleuze, Guattari 1980), uno spazio “connessionista”<br />

in cui tutto sembra poter tornare in contatto con<br />

tutto, in cui frammenti <strong>di</strong> testi o <strong>di</strong> linguaggi possono<br />

“irrom<strong>per</strong>e” in semiosfere non loro e generare implosioni<br />

ed esplosioni del senso.<br />

Questo continuo movimento a fisarmonica, se siamo<br />

riusciti minimamente a renderlo intelligibile, ci apparirà<br />

a questo punto come <strong>una</strong> specie <strong>di</strong> pulsazione continua,<br />

un ribollimento, che fa <strong>della</strong> semiosfera un meccanismo<br />

vivo, autopoietico e in trasformazione.<br />

Ma il punto ancor più vertiginoso è che <strong>per</strong> principio<br />

la semiosfera è formata da altre semiosfere, in nu-

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