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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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36 FRANCISCU SEDDA<br />

Si noti il paradosso: il cristianesimo gioca qui il ruolo<br />

<strong>di</strong> un <strong>di</strong>scorso-parametro, <strong>di</strong> un linguaggio <strong>di</strong> traduzione,<br />

“globale”, e al contempo esiste concretamente solo<br />

come parte del mondo <strong>di</strong> vita, del mondo immaginato,<br />

<strong>di</strong> un collettivo situato che facendolo suo lo “localizza”<br />

– non solo nel senso che lo introduce in <strong>una</strong> località territoriale<br />

(la Nuova Caledonia) ma soprattutto nel senso<br />

che lo rende un pezzo “locale” all’interno <strong>di</strong> un sistema<br />

culturale in se stesso più ampio, “globale” (la “cultura<br />

kanak <strong>di</strong> oggi”). È questo meccanismo che consente <strong>di</strong><br />

stabilire <strong>una</strong> serie <strong>di</strong> correlazioni che definiscono zone<br />

<strong>di</strong> traducibilità e <strong>di</strong> intraducibilità, <strong>di</strong> appropriazione e<br />

rifiuto: come se definissimo il piano <strong>di</strong> coloro che aderiscono<br />

al cristianesimo e poi <strong>di</strong>cessimo senza paura <strong>di</strong><br />

contrad<strong>di</strong>zione “hanno la stessa religione, ma non è<br />

uguale da ness<strong>una</strong> parte: non ha lo stesso valore e la<br />

stessa forma dap<strong>per</strong>tutto”.<br />

Cre<strong>di</strong>amo che i ragionamenti <strong>di</strong> Sahlins (2000) circa<br />

la presenza contemporanea <strong>di</strong> <strong>una</strong> logica (un “linguaggio”)<br />

capitalista generale e dei suoi sovvertimenti<br />

locali possa rientrare in questo schema. E così pure i<br />

ragionamenti circa la “globalizzazione” o l’“occidentalizzazione”<br />

(Tomlinson 1999), in quanto logiche unificate<br />

e unificanti che tuttavia lasciano sempre, scendendo<br />

<strong>di</strong> livello, l’impressione se non <strong>di</strong> <strong>una</strong> loro<br />

scomparsa quantomeno <strong>di</strong> <strong>una</strong> loro pulviscolarizzazione<br />

all’interno <strong>di</strong> altre logiche, altri sguar<strong>di</strong>, altre narrazioni<br />

più composite ed eterogenee. È forse vero che<br />

dobbiamo abituarci a pensare a <strong>una</strong> realtà fatta <strong>di</strong><br />

molti piani d’esistenza in tensione, <strong>per</strong>sino schizofrenica,<br />

fra <strong>di</strong> loro. Pronti a scivolare uno sull’altro, a ribaltarsi<br />

o accomodarsi in stabili configurazioni. Nulla<br />

ci vieta, se non la nostra abitu<strong>di</strong>ne riduzionistica e lo<br />

sforzo che inizialmente comporta trarcene fuori, <strong>di</strong> tenere<br />

in compresenza questi livelli, sia dal punto <strong>di</strong> vista<br />

teorico sia nelle sue conseguenze pratiche.

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