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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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IMPERFETTE TRADUZIONI 35<br />

due o più soggetti si appoggiano <strong>per</strong> confrontarsi<br />

(Clifford 1997, pp. 55 e 59). Entrandovi ne subiscono le<br />

costrizioni ma col vantaggio <strong>di</strong> poter entrare in comunicazione<br />

con gli altri; entrandovi vi prendono posizione,<br />

lo abitano e lo <strong>di</strong>storcono ognuno a suo modo.<br />

Lotman ha spesso descritto in un senso similare a questo<br />

il ruolo funzionale dei metalinguaggi, non intendendo<br />

<strong>per</strong>ò con ciò le sole lingue scientifiche ma qualsiasi prodotto<br />

umano che generi la correlazione <strong>di</strong> due o più sistemi<br />

<strong>di</strong> senso. Un caso riportato da Lotman è ad es. quello<br />

<strong>delle</strong> “lingue nazionali standard”, che intervengono come<br />

meccanismi unificatori che <strong>una</strong> volta immessi nella realtà<br />

offrono sì questo piano comune ma vengono al contempo<br />

deformate e rilocalizzate dai <strong>di</strong>versi gruppi o da ciascun<br />

parlante, che le usa e le abita a suo modo. In modo similare<br />

si potrebbe pensare a quei metalinguaggi fondamentali<br />

nella semiosi sociale che sono le costituzioni (e così<br />

pure i trattati sovranazionali, gli accor<strong>di</strong> bilaterali o commerciali<br />

ecc.) che forniscono il parametro e lo spazio <strong>di</strong><br />

gioco (più o meno con<strong>di</strong>viso) <strong>per</strong> le parti politiche e sociali<br />

<strong>di</strong> un dato ambito e in un dato momento: terreno <strong>di</strong><br />

incontro e <strong>di</strong> scontro, terreno <strong>di</strong> riferimento.<br />

Tanto più ampio è lo spettro <strong>di</strong> <strong>di</strong>versità che la traduzione<br />

tenta <strong>di</strong> colmare quanto più essa rischia <strong>di</strong> essere<br />

creativa e tragica al contempo. Paolo Fabbri ha tenuto<br />

<strong>una</strong> lezione magistrale sui devastanti effetti <strong>della</strong> traduzione<br />

del Vangelo in Cina. Jean-Marie Tjibaou, leader del<br />

movimento <strong>per</strong> l’in<strong>di</strong>pendenza kanak, s<strong>per</strong>imentatore in<br />

vivo <strong>della</strong> costante necessità <strong>di</strong> tradurre sia l’alterità che la<br />

propria tra<strong>di</strong>zione poteva invece affermare che la Bibbia<br />

non era dei bianchi: con questa frase il politico <strong>della</strong> Nuova<br />

Caledonia attirava l’attenzione sull’appropriazione selettiva<br />

e trasformativa <strong>di</strong> un oggetto non proprio (Clifford<br />

2003, p. 86; Bensa 1998), <strong>di</strong>venuto, in <strong>una</strong> lontana isola<br />

dell’Oceania, <strong>di</strong>verso da sé e contemporaneamente parte<br />

<strong>di</strong> <strong>una</strong> cultura antica e nuovissima al contempo.

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