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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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28 FRANCISCU SEDDA<br />

polilogico in cui la <strong>semiotica</strong> <strong>della</strong> cultura sceglie fin dall’inizio<br />

<strong>di</strong> situarsi:<br />

L’autodefinizione <strong>della</strong> <strong>semiotica</strong> <strong>della</strong> cultura è legata ai<br />

problemi riguardanti il reciproco con<strong>di</strong>zionamento funzionale<br />

nella vita dei vari sistemi semiotici, la natura <strong>della</strong> loro<br />

asimmetria strutturale, la loro reciproca intraducibilità.<br />

Dal momento in cui è <strong>di</strong>venuto chiaro che i singoli sistemi<br />

semiotici si <strong>di</strong>spongono in un’unità strutturale grazie alla<br />

loro reciproca non uniformità, ha cominciato a svilupparsi<br />

uno speciale genere <strong>di</strong> ricerca estraneo alla <strong>semiotica</strong> rivolta<br />

allo stu<strong>di</strong>o dei sistemi comunicativi isolati (Lotman<br />

1980, p. 34).<br />

Impossibilità dell’isolamento, asimmetria interna ed<br />

esterna, costituzione del proprio attraverso l’altro – Lotman<br />

parlerà <strong>di</strong> <strong>una</strong> vera e propria necessità dell’altro innervata<br />

nelle viscere <strong>della</strong> cultura (Lotman 1985; 1994a)<br />

– e contemporaneamente, intraducibilità e non uniformità<br />

fra sistemi.<br />

Non è un caso a questo punto che lungo la sua ricerca<br />

Lotman abbia valorizzato costantemente il confine<br />

come spazio <strong>di</strong> frontiera, come luogo <strong>di</strong> congiunzioni,<br />

mai facili ma in<strong>di</strong>spensabili <strong>per</strong> l’insorgere del nuovo, <strong>di</strong><br />

nuova <strong>di</strong>versità e <strong>di</strong> nuove com<strong>una</strong>nze al contempo: <strong>di</strong><br />

nuove <strong>culture</strong>. Il confine come zona <strong>di</strong> passaggio, densa<br />

<strong>di</strong> pratiche <strong>di</strong> attraversamento, <strong>di</strong> articolazioni identitarie<br />

impreviste, come si potrebbe <strong>di</strong>re con Clifford<br />

(1997) e Hall (1986). Zona <strong>di</strong> creolizzazione (Glissant<br />

1996), intesa come continuo processo <strong>di</strong> mescolamento,<br />

ma anche <strong>di</strong> creolità (Bernabé, Chamoiseau, Confiant<br />

1989; Chamoiseau 2005), vale a <strong>di</strong>re formazione <strong>di</strong> <strong>una</strong><br />

terza cultura ibrida e tuttavia unica che nasce dall’incontro-scontro<br />

<strong>delle</strong> prime due (Lotman 1985). Valorizzazione<br />

<strong>della</strong> <strong>per</strong>iferia, intesa anche come spazio reale,<br />

geografico e geopolitico, ma prima <strong>di</strong> tutto come spazio<br />

astratto, che si può manifestare dovunque, ovunque l’in-

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