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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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LO STILE, LA PARTE, L’INTRECCIO 263<br />

2) tutti i tipi <strong>di</strong> comportamento solenne, rituale, al<br />

<strong>di</strong> fuori <strong>della</strong> pratica quoti<strong>di</strong>ana: quello statale, quello<br />

del culto, quello <strong>delle</strong> cerimonie, che hanno <strong>per</strong> gli<br />

stessi portatori <strong>di</strong> <strong>una</strong> determinata cultura un significato<br />

in<strong>di</strong>pendente.<br />

I portatori <strong>di</strong> <strong>una</strong> cultura stu<strong>di</strong>ano il primo tipo <strong>di</strong><br />

comportamento come la lingua madre, preoccupandosi<br />

del suo uso imme<strong>di</strong>ato, senza fare attenzione a quando,<br />

dove e come hanno acquistato la pratica dell’uso <strong>di</strong> questo<br />

sistema. Possederlo sembra loro tanto naturale da<br />

rendere un problema <strong>di</strong> questo tipo privo <strong>di</strong> senso. È<br />

ancora più <strong>di</strong>fficile che venga in mente a qualcuno <strong>di</strong><br />

elaborare <strong>per</strong> questo pubblico grammatiche <strong>della</strong> lingua<br />

del comportamento quoti<strong>di</strong>ano, metatesti che descrivano<br />

le sue norme “corrette”. Il secondo tipo <strong>di</strong> comportamento<br />

si stu<strong>di</strong>a invece come <strong>una</strong> lingua straniera, seguendo<br />

le regole e la grammatica: prima apprendendone<br />

le norme e costruendo poi in base a esse “i testi <strong>di</strong> comportamento”.<br />

Il primo tipo <strong>di</strong> comportamento si apprende<br />

spontaneamente e senza rifletterci, il secondo<br />

coscientemente e con l’aiuto <strong>di</strong> insegnanti e il suo possesso<br />

appare <strong>di</strong> solito come un atto <strong>di</strong> iniziazione.<br />

Dopo Pietro I la nobiltà russa non si limitò a cambiare<br />

il proprio modo <strong>di</strong> vivere, ma subì un mutamento<br />

molto più profondo. Quello che si considera <strong>di</strong> solito un<br />

comportamento “naturale” e istintivo <strong>di</strong>venne oggetto<br />

<strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento. Nacquero insegnamenti che riguardavano<br />

le norme del comportamento quoti<strong>di</strong>ano. Il modo<br />

in cui ci si era comportati fino ad allora venne rifiutato<br />

come scorretto, e sostituito da quello europeo ritenuto<br />

“corretto”. Il nobile russo dell’epoca <strong>di</strong> Pietro I e <strong>di</strong><br />

quelle successive si trovò così in patria nelle con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> uno straniero, <strong>di</strong> un uomo che, già adulto, doveva<br />

stu<strong>di</strong>are con meto<strong>di</strong> artificiali ciò che <strong>di</strong> solito si impara<br />

nella prima infanzia con l’es<strong>per</strong>ienza imme<strong>di</strong>ata. Ciò che<br />

era straniero, estraneo, acquistava carattere <strong>di</strong> norma.

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