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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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262 JURIJ M. LOTMAN<br />

mente e culturalmente lontana da noi, tanto più il comportamento<br />

quoti<strong>di</strong>ano che le è proprio sarà oggetto<br />

specifico dell’attenzione scientifica. A questo è legato il<br />

fatto che i documenti che stabiliscono le norme del<br />

comportamento quoti<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> un determinato intelletto<br />

sociale <strong>di</strong> solito sono fatti da stranieri o scritti <strong>per</strong> stranieri<br />

e comportano un osservatore esterno rispetto all’intelletto<br />

sociale dato.<br />

Una situazione analoga si ha anche <strong>per</strong> quanto riguarda<br />

il linguaggio quoti<strong>di</strong>ano, la cui descrizione nelle<br />

prime tappe <strong>di</strong> fissazione e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o è <strong>di</strong> solito orientata<br />

verso un osservatore esterno. Questo parallelo, come si<br />

vede, non è casuale: sia il comportamento quoti<strong>di</strong>ano<br />

che la lingua madre appartengono a sistemi semiotici<br />

considerati dai portatori imme<strong>di</strong>ati “naturali”, <strong>di</strong>pendenti<br />

cioè dalla natura e non dalla cultura. Il loro carattere<br />

segnico e convenzionale appare evidente solo a un<br />

osservatore esterno.<br />

Quello che abbiamo detto finora sembra essere in<br />

contrad<strong>di</strong>zione col titolo del presente lavoro, in quanto la<br />

<strong>per</strong>cezione estetica del comportamento quoti<strong>di</strong>ano è possibile<br />

solo all’osservatore che lo considera nell’ambito dei<br />

fenomeni segnici <strong>della</strong> cultura. Lo straniero, che avverte<br />

come esotica la vita quoti<strong>di</strong>ana <strong>di</strong>versa dalla sua, può <strong>per</strong>cepirla<br />

esteticamente, mentre il portatore imme<strong>di</strong>ato <strong>di</strong><br />

quella cultura <strong>di</strong> solito non si accorge <strong>della</strong> sua specificità.<br />

Tuttavia nel mondo <strong>della</strong> cultura nobiliare russa del XVIII<br />

secolo la trasformazione <strong>della</strong> natura del comportamento<br />

quoti<strong>di</strong>ano fu <strong>di</strong> tale portata che acquistò tratti che <strong>di</strong> solito<br />

non erano propri <strong>di</strong> questo fenomeno culturale.<br />

In ogni collettività che abbia <strong>una</strong> cultura abbastanza<br />

sviluppata, il comportamento degli uomini si organizza<br />

in base a un’opposizione fondamentale:<br />

1) il comportamento abituale, quoti<strong>di</strong>ano, che gli<br />

stessi membri <strong>della</strong> collettività considerano “naturale”,<br />

il solo possibile, normale;

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