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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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258 JURIJ M. LOTMAN<br />

12 La lettura evidentemente ebbe luogo nel 1803, quando Schiller, tramite<br />

Wohlzogen, inviò il Don Carlos a Pietroburgo, a Marija Fëdorovna. Il 27 settembre<br />

1803 Wohlzogen annuncia che l’o<strong>per</strong>a era stata recapitata. Cfr. Wohlzogen<br />

1862, p. 125; Harder 1968, pp. 15-16.<br />

13 L’esempio <strong>di</strong> Karamzin è a questo riguardo particolarmente degno <strong>di</strong><br />

nota. Il raffreddamento dello zar nei suoi confronti ebbe inizio nel 1811, con<br />

la presentazione a Tver’ <strong>delle</strong> Note sull’antica e nuova Russia (Zapiski o drevnej<br />

i novoj Rossii). Un secondo, più grave episo<strong>di</strong>o, si colloca nel 1819, quando<br />

Karamzin lesse allo zar l’Opinione <strong>di</strong> un citta<strong>di</strong>no russo (Mnenie russkogo<br />

grazˇdanina). Più tar<strong>di</strong> egli annotò le parole da lui rivolte ad Alessandro in<br />

quell’occasione: “Sire, c’è in Voi troppo amor proprio (...). Io nulla temo.<br />

Tutti siamo pari al cospetto <strong>di</strong> Dio. Quel che ho a Voi detto, l’avrei detto anche<br />

al padre Vostro (...). Sire, io spregio i liberali <strong>di</strong> un giorno, solo quella libertà<br />

m’è cara, che nessun tiranno mi potrà strappare (...). Io più non prego<br />

la Grazia Vostra. Forse è questa l’ultima volta ch’io Vi parlo” (Karamzin<br />

1862, p. 9. Originale in francese). Nella fattispecie la critica era mossa da posizioni<br />

più conservatrici <strong>di</strong> quelle dello stesso zar, il che inequivocabilmente<br />

<strong>di</strong>mostra che non il carattere progressivo o reazionario <strong>delle</strong> idee, ma l’in<strong>di</strong>pendenza<br />

in quanto tale era invisa all’im<strong>per</strong>atore. In simili con<strong>di</strong>zioni l’attività<br />

<strong>di</strong> chiunque aspirasse al ruolo <strong>di</strong> marchese <strong>di</strong> Posa era predestinata al fallimento.<br />

Dopo la morte <strong>di</strong> Alessandro Karamzin, in <strong>una</strong> nota alla posterità,<br />

mentre riafferma il proprio amore <strong>per</strong> il defunto (“L’amavo con sincerità e tenerezza,<br />

pur talvolta in<strong>di</strong>gnato, irato contro il monarca, tuttavia amavo l’uomo”),<br />

deve riconoscere il totale fallimento <strong>della</strong> sua missione <strong>di</strong> consigliere<br />

<strong>della</strong> corona: “Io ero schietto sempre, egli sempre paziente, mite, amabile oltre<br />

ogni <strong>di</strong>re; non richiedeva i miei consigli, ma li ascoltava, sebbene in massima<br />

parte non li seguisse, tanto che ora, insieme a tutta la Russia piangendo la<br />

sua <strong>per</strong><strong>di</strong>ta, non posso confortarmi al pensiero <strong>della</strong> decennale benevolenza e<br />

fiducia che nutrì <strong>per</strong> me un <strong>per</strong>sonaggio così illustre, essendo queste rimaste<br />

infruttuose <strong>per</strong> l’amata Patria nostra” (pp. 11-12).<br />

14 2 Zapiski knjagini Marii Nikolaevny Volkonskoj, Sankt Peterburg, 1914 ,<br />

p. 57.<br />

15 Koročarov, col grado <strong>di</strong> capitano, già insignito <strong>di</strong> tre decorazioni e<br />

proposto <strong>per</strong> il conferimento <strong>della</strong> croce <strong>di</strong> san Giorgio, venne ferito a morte<br />

durante la presa <strong>di</strong> Parigi, nel corso <strong>di</strong> un violento attacco contro gli ulani<br />

polacchi.<br />

16 Non possiamo convenire né con Annenkov (1874, p. 63), secondo cui<br />

l’istruttoria del processo ai decabristi avrebbe messo in luce “il carattere innocuo,<br />

cioè orgiastico <strong>della</strong> ‘Lampada verde’”, né con Tomasˇevskij (1956, p.<br />

206), a cui appare plausibile che “le voci <strong>di</strong> orge fossero state messe in circolazione<br />

con lo scopo <strong>di</strong> stornare l’attenzione <strong>della</strong> gente”. All’inizio del secolo<br />

la polizia <strong>per</strong>seguiva l’immoralità non meno del libero pensiero. Annenkov<br />

involontariamente attribuisce all’epoca <strong>di</strong> Alessandro I i costumi del “tenebroso<br />

settennio”. Quanto all’affermazione <strong>di</strong> Tomasˇevskij, secondo cui “le<br />

ad<strong>una</strong>nze <strong>della</strong> società segreta non potevano aver luogo nei giorni <strong>delle</strong> feste<br />

settimanali in casa Vsevolo’zˇskij”, il che, secondo lo stu<strong>di</strong>oso, sarebbe un argomento<br />

a favore <strong>della</strong> <strong>di</strong>stinzione tra “serate” e “ad<strong>una</strong>nze”, non possiamo<br />

non ricordare “le segrete ad<strong>una</strong>nze / Di giovedì. La lega segretissima (…)” <strong>di</strong>

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