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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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IMPERFETTE TRADUZIONI 25<br />

mobile within its boundaries [and] these same processes<br />

occur at <strong>di</strong>fferent levels (…) (Lotman 1990, p. 150).<br />

La semiosfera, <strong>di</strong>ce poco dopo Lotman <strong>per</strong> rendere<br />

più vivida l’immagine, “ribolle come il sole”.<br />

Riandare ai micro o macro ritmi che a ogni livello costituiscono<br />

il mondo del senso nel suo precario equilibrio<br />

(o nel suo costante <strong>di</strong>sequilibrio) ci sembra necessario.<br />

Ma sull’onda dell’entusiasmo <strong>per</strong> questa salutare flui<strong>di</strong>tà<br />

non ci si può scordare la presenza <strong>di</strong> strutture che garantiscono<br />

la tenuta locale dei ritmi, o il formarsi <strong>di</strong> vere e<br />

proprie concrezioni segniche, anche grazie al decisivo<br />

ruolo <strong>della</strong> memoria culturale. E nel ri<strong>per</strong>correre tutti<br />

questi livelli – a<strong>per</strong>tura, strutturazione, fissaggio – nemmeno<br />

bisogna credere che ci sia un valore dato, <strong>per</strong> cui<br />

<strong>una</strong> <strong>di</strong>mensione sarebbe consustanzialmente progressiva<br />

e un’altra rigidamente regressiva o conservatrice, ricadendo<br />

in <strong>una</strong> visione miope che impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> vedere come<br />

ogni <strong>di</strong>mensione vive <strong>delle</strong> altre. La memoria, l’organizzazione<br />

del sa<strong>per</strong>e, ha i suoi ritmi e le sue strutture –<br />

non a caso parliamo <strong>della</strong> su<strong>per</strong>ficie segnica anche in termini<br />

<strong>di</strong> enciclope<strong>di</strong>e rizomatiche (Eco 1984) –, le strutture<br />

si fissano fino a <strong>di</strong>ventare <strong>di</strong>spositivi (Greimas, Fontanille<br />

1991), i ritmi nel momento in cui emergono tra<strong>di</strong>scono<br />

<strong>una</strong> certa strutturalità o “<strong>per</strong>colano” essi stessi nella<br />

memoria <strong>della</strong> cultura, fino a <strong>di</strong>ventare come degli<br />

standard musicali, riconoscibili seppur sotto fogge <strong>di</strong>fferenti.<br />

Capaci comunque <strong>di</strong> toccarci e farci ondeggiare,<br />

battere il tempo, fino al punto in cui non possiamo far a<br />

meno che alzarci e reiniziare a ballare.<br />

Riconquistare <strong>una</strong> presa su <strong>di</strong> <strong>una</strong> quoti<strong>di</strong>anità sempre<br />

più complessa e sfuggente – riuscire a coglierne il<br />

“canto violento” (de Certeau 1974) – significa secondo<br />

noi, se ben stiamo traducendo l’ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> Lotman, fornirsi<br />

<strong>di</strong> strumenti <strong>per</strong> comprenderne contemporaneamente<br />

strutturazioni e destrutturazioni, processualità e

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