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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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IL DECABRISTA NELLA VITA 251<br />

mente fondata. La poesia con l’elemento inconscio <strong>della</strong><br />

lingua costruisce un testo cosciente, provvisto <strong>di</strong> un secondo,<br />

più complesso significato, un testo in cui tutto<br />

acquista rilevanza semantica, <strong>per</strong>sino ciò che nel sistema<br />

<strong>della</strong> lingua in quanto tale aveva un carattere puramente<br />

formale.<br />

Con l’elemento inconscio del comportamento quoti<strong>di</strong>ano<br />

del nobile russo al confine tra il XVIII e il XIX secolo<br />

i decabristi costruirono un sistema cosciente <strong>di</strong> comportamento<br />

quoti<strong>di</strong>ano ideologicamente significativo,<br />

compiuto come un testo e compenetrato <strong>di</strong> un senso su<strong>per</strong>iore.<br />

Facciamo un solo esempio <strong>di</strong> atteggiamento puramente<br />

artistico verso il materiale del comportamento.<br />

Nel suo aspetto esteriore l’uomo può mutare la pettinatura,<br />

l’andatura, la posa ecc., elementi che, essendo<br />

risultato <strong>di</strong> <strong>una</strong> scelta, s’impregnano facilmente <strong>di</strong> significato<br />

(“pettinatura negligente”, “pettinatura artistica”,<br />

“pettinatura all’im<strong>per</strong>atore” e così via). Privi <strong>di</strong> alternativa<br />

sono invece, ovviamente, i lineamenti del volto<br />

e la statura. E se uno scrittore, che può attribuire<br />

questi connotati al suo eroe come gli pare e piace, li<br />

rende così portatori <strong>di</strong> importanti significati, nella vita<br />

pratica come regola semiotizziamo non il volto, ma la<br />

sua espressione, non la statura, ma il portamento (certo,<br />

anche questi elementi costanti dell’aspetto fisico<br />

vengono da noi <strong>per</strong>cepiti come segnali, ma solo in<br />

quanto inseriti in sistemi paralinguistici complessi).<br />

Ancora più interessanti sono i casi in cui proprio l’aspetto<br />

dato dalla natura è interpretato come segno,<br />

cioè in cui l’uomo considera se stesso come <strong>una</strong> comunicazione,<br />

il cui senso egli deve ancora decifrare (ossia<br />

desumere dal proprio aspetto esterno la propria destinazione<br />

nella storia, nella sorte dell’umanità ecc.). Ecco<br />

che cosa scrive il sacerdote Myslovskij, che conobbe<br />

Pestel’ in fortezza:

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