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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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244 JURIJ M. LOTMAN<br />

ro concezioni teoriche, ma anche il comportamento<br />

quoti<strong>di</strong>ano. In vari casi tale idea precede quella <strong>della</strong><br />

congiura politica e facilita psicologicamente l’avvio dell’attività<br />

cospirativa. “Quando ero allievo ufficiale, – ricorda<br />

Zavalisˇin (e lo fu dal 1816 al 1819; nella Lega del<br />

Nord entrò nel 1824) – non mi limitavo a osservare attentamente<br />

tutti i <strong>di</strong>fetti, i <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni e gli abusi, ma li sottoponevo<br />

sempre al giu<strong>di</strong>zio dei miei compagni più seri,<br />

affinché, unendo le nostre forze, ne chiarissimo le cause<br />

e ne ponderassimo i rime<strong>di</strong>” (Zavalisˇin 1908, p. 41).<br />

Intrinseci ai decabristi sono il culto <strong>della</strong> fratellanza,<br />

basato su <strong>una</strong> comunità <strong>di</strong> ideali, e l’esaltazione dell’amicizia,<br />

non <strong>di</strong> rado a scapito <strong>di</strong> altri rapporti. Ryleev,<br />

così ardente nell’amicizia, secondo la testimonianza imparziale<br />

del suo servitore Agap Ivanov, “sembrava freddo<br />

verso i familiari e si infasti<strong>di</strong>va se lo <strong>di</strong>straevano dal<br />

lavoro” 20 .<br />

La definizione che Pusˇkin dà dei decabristi come<br />

“fratelli, amici, compagni” caratterizza <strong>per</strong>fettamente la<br />

gerarchia dei loro rapporti nei <strong>di</strong>versi gra<strong>di</strong> d’intimità. E<br />

se la cerchia dei “fratelli” tendeva a restringersi all’ambito<br />

cospirativo, al polo opposto si collocavano i “compagni”,<br />

concetto agevolmente <strong>di</strong>latabile a quello <strong>di</strong> “gioventù”,<br />

<strong>di</strong> “uomini illuminati”. Ma non basta: anche<br />

questo concetto, già <strong>di</strong> <strong>per</strong> sé estremamente esteso, rientrava<br />

in un ancora più ampio “noi” culturale (contrapposto<br />

a un “loro”). “Noi, noi giovani” – afferma Čackij.<br />

E Zavalisˇin (1908, p. 39, c.vo Lotman) scrive: “Gli ufficiali<br />

anziani [nella flotta] erano a quel tempo <strong>per</strong>sonaggi<br />

insignificanti (specie quelli <strong>di</strong> origine anglosassone) o <strong>di</strong>sonesti,<br />

il che acquistava particolare spicco nel confronto<br />

con gli uomini <strong>della</strong> nostra generazione, dotati, colti,<br />

assolutamente probi”.<br />

Ma se, da <strong>una</strong> parte, il mondo <strong>della</strong> politica <strong>per</strong>meava<br />

intimamente i rapporti <strong>per</strong>sonali e familiari, questi ultimi,<br />

a loro volta, impregnavano <strong>di</strong> sé tutto lo spessore

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