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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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240 JURIJ M. LOTMAN<br />

rate a cui si riuniva “il fior fiore <strong>della</strong> gioventù pensante”.<br />

Alle serate in casa <strong>di</strong> Lipran<strong>di</strong> “non si danzava né si<br />

giocava a carte” 17 . Per sottolineare l’abisso che separa<br />

Čackij dal suo ambiente, Griboedov conclude il monologo<br />

del protagonista con questa <strong>di</strong>dascalia: “Si guarda<br />

intorno: tutti volteggiano ballando il valzer con grande<br />

impegno. I vecchi si sono seduti ai tavoli da gioco”.<br />

Nikolaj Turgenev, in <strong>una</strong> caratteristica lettera al fratello<br />

Sergej, si stupisce che in un paese come la Francia, in<br />

cui ferveva un’intensa vita politica, si potesse <strong>per</strong>der<br />

tempo nel ballo: “Ho sentito che balli. La figlia del conte<br />

Golovin ha scritto al padre <strong>di</strong> aver danzato con te.<br />

Così non senza meraviglia ho saputo che in Francia ancora<br />

si balla! Une écossaise constitutionelle, indépendante,<br />

ou une contredanse monarchique ou une danse<br />

contromonarchique?” (Turgenev 1936, p. 280) 18 .<br />

Che non si trattasse <strong>di</strong> un semplice <strong>di</strong>sinteresse <strong>per</strong> il<br />

ballo, ma <strong>della</strong> scelta <strong>di</strong> un tipo <strong>di</strong> comportamento, <strong>per</strong><br />

cui il rifiuto <strong>della</strong> danza non era che un segno, è testimoniato<br />

dal fatto che i giovani “seri” del 1818-19 (e <strong>per</strong> influsso<br />

dei decabristi la “serietà” era venuta <strong>di</strong> moda, anche<br />

al <strong>di</strong> là <strong>della</strong> cerchia imme<strong>di</strong>ata dei membri <strong>delle</strong> società<br />

segrete) andavano ai balli <strong>per</strong> non ballare. È noto,<br />

quasi da antologia, questo passo del pusˇkiniano Romanzo<br />

in lettere [Roman v pis’mach]: “Le tue profonde speculazioni<br />

risalgono al 1818. A quel tempo l’austerità e<br />

l’economia politica erano <strong>di</strong> moda. Ci presentavamo ai<br />

balli con la spada al fianco [gli ufficiali intenzionati a<br />

ballare si toglievano la spada prima ancora <strong>di</strong> entrare in<br />

sala e la lasciavano in consegna al portiere]: <strong>per</strong> noi ballare<br />

era sconveniente né avevamo il tempo <strong>di</strong> de<strong>di</strong>carci<br />

alle signore” (Pusˇkin 1948, p. 55). Cfr. la battuta <strong>della</strong><br />

principessa-nonna nella comme<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Griboedov: “I<br />

ballerini son <strong>di</strong>ventati tremendamente rari”.<br />

All’ideale dei “banchetti” si contrapposero ostentatamente<br />

le spartane “colazioni russe” in casa <strong>di</strong> Ryleev,

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