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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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230 JURIJ M. LOTMAN<br />

<strong>di</strong> concezioni etiche progressive legato alla revisione dell’ere<strong>di</strong>tà<br />

filosofica dei materialisti del XVIII secolo e comprendente<br />

le più contrad<strong>di</strong>ttorie fonti: da Rousseau nell’interpretazione<br />

<strong>di</strong> Robespierre fino a Schiller. Era un<br />

ideale <strong>di</strong> stoicismo politico, <strong>di</strong> virtù romana, <strong>di</strong> ascetismo<br />

eroico. L’amore e la felicità sono ban<strong>di</strong>ti da questo<br />

mondo in quanto degradanti egoistici e indegni del citta<strong>di</strong>no.<br />

Modello ideale non è più la “donna bella, ma<br />

non fredda e altera”, bensì l’ombra del severo Bruto e <strong>di</strong><br />

Marfa Posadnica [celebre donna russa del XV secolo<br />

che, dopo la morte del marito, si mise a capo del partito<br />

antimoscovita <strong>della</strong> repubblica <strong>di</strong> Novgorod (N.d.T.)].<br />

“Catone <strong>della</strong> sua repubblica”, come la chiamò Karamzin.<br />

La dea dell’amore è proscritta in nome <strong>della</strong> musa<br />

dello spirito “liberale”.<br />

Begi, sokrojsja otočej<br />

Citery slabja carica!<br />

Gde ty, gde ty, groza carey,<br />

Svobody gordaja pevica?<br />

(Pusˇkin 1947, p. 45)<br />

[Va’ via, nascon<strong>di</strong>ti lontano, / O imbelle regina <strong>di</strong> Citera!<br />

/ Ove sei, terrore dei sovrani, / Della libertà, tu, musa altera?].<br />

In questa luce il comportamento sregolato assumeva<br />

un significato <strong>di</strong>ametralmente opposto. Comune era soltanto<br />

il fatto che in entrambi i casi esso era considerato<br />

come provvisto <strong>di</strong> significato, passando dalla sfera <strong>della</strong><br />

normale routine in quella dell’attività segnica. Si tratta <strong>di</strong><br />

<strong>una</strong> <strong>di</strong>fferenza sostanziale, in quanto la routine è qualcosa<br />

che l’in<strong>di</strong>viduo non sceglie, ma riceve dalla società,<br />

dall’epoca o dalla sua costituzione psico-fisiologica come<br />

<strong>una</strong> realtà priva <strong>di</strong> alternativa. Il comportamento segnico<br />

è sempre il risultato <strong>di</strong> <strong>una</strong> scelta, e comporta, <strong>per</strong><br />

conseguenza, la libera attività del suo soggetto, <strong>una</strong> sua

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