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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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224 JURIJ M. LOTMAN<br />

sueta struttura dell’esistenza, altrimenti non sarà in grado<br />

<strong>di</strong> svolgere il ruolo <strong>di</strong> alternativa <strong>di</strong> rilassamento psico-fisiologico.<br />

In <strong>una</strong> collettività dotata <strong>di</strong> un complesso<br />

sistema <strong>di</strong> <strong>semiotica</strong> sociale il riposo sarà inevitabilmente<br />

orientato sulla imme<strong>di</strong>atezza, naturalità, asemioticità.<br />

Così, nelle civiltà <strong>di</strong> tipo urbano avrà immancabilmente<br />

tra le sue componenti l’escursione “in seno alla natura”.<br />

Per la nobiltà russa dell’Ottocento (e, nella seconda<br />

metà del secolo, anche <strong>per</strong> il ceto impiegatizio), il fatto<br />

che la loro vita fosse rigidamente regolata dalle norme<br />

del decoro mondano e dalla gerarchia sociale e burocratica,<br />

fece sì che il riposo cominciasse ad associarsi alla<br />

familiarizzazione col mondo teatrale o con l’ambiente<br />

zingaresco. Nel ceto mercantile alla severa “cerimoniosità”<br />

<strong>della</strong> consuetu<strong>di</strong>ne si contrapponevano i più sfrenati<br />

“baccanali”. L’obbligo <strong>di</strong> cambiare maschera sociale<br />

si manifestava, in particolare, nel fatto che se nella vita<br />

quoti<strong>di</strong>ana un membro <strong>della</strong> collettività apparteneva al<br />

novero degli umiliati e frustrati, nei momenti <strong>di</strong> svago<br />

doveva recitare la parte <strong>di</strong> colui che fa “quel che gli pare<br />

e piace”; mentre se nella solita vita egli era dotato, all’interno<br />

<strong>di</strong> <strong>una</strong> data collettività, <strong>di</strong> un alto grado <strong>di</strong> autorità,<br />

nel mondo speculare <strong>della</strong> festa spesso gli toccava il<br />

ruolo dell’umiliato.<br />

Di solito tipica <strong>della</strong> festa è la netta demarcazione rispetto<br />

a tutto il restante mondo “feriale”, demarcazione<br />

nello spazio: la festa spesso esige un altro luogo (più solenne:<br />

un salone, un tempio; oppure meno solenne: un<br />

picnic, un sobborgo degradato) e in un apposito tempo<br />

(le festività contemplate nel calendario, la sera o la notte,<br />

comunemente de<strong>di</strong>cate al sonno).<br />

Nell’ambiente nobiliare dell’inizio dell’Ottocento la<br />

festa era un fenomeno piuttosto complesso ed eterogeneo.<br />

Da un lato, specie in provincia e in campagna, si rifaceva<br />

ancora al rituale del calendario conta<strong>di</strong>no; dall’altro,<br />

la giovane, men che centenaria, cultura nobiliare

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