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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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IL DECABRISTA NELLA VITA 219<br />

nell’esercito russo la consuetu<strong>di</strong>ne – a quell’epoca già<br />

vietata ai soldati ma largamente <strong>di</strong>ffusa tra gli ufficiali,<br />

specie i più anziani <strong>per</strong> grado e <strong>per</strong> età – <strong>di</strong> recarsi appresso<br />

le famiglie da <strong>una</strong> sede all’altra su carriaggi militari.<br />

Ad Austerlitz Kutuzov teneva presso <strong>di</strong> sé allo stato<br />

maggiore la figlia Elizaveta Michajlovna Tiesenhausen<br />

(in futuro Chitrovo), moglie del suo aiutante pre<strong>di</strong>letto,<br />

Fer<strong>di</strong>nand Tiesenhausen (Fedja, nelle lettere <strong>di</strong> Kutuzov).<br />

Dopo la battaglia, finito lo scambio <strong>di</strong> corpi dei caduti,<br />

essa sistemò su un carro il cadavere del marito e da<br />

sola (l’esercito, <strong>per</strong> altre vie, si era <strong>di</strong>retto verso oriente)<br />

lo portò a Revel <strong>per</strong> inumarlo nella cattedrale. Essa allora<br />

aveva ventun anni. Anche il generale Raevskij si portava<br />

con sé la famiglia nelle campagne militari. Più tar<strong>di</strong><br />

in <strong>una</strong> conversazione con Batjusˇkov (1934, p. 373), negando<br />

che i figli avessero preso parte alla battaglia presso<br />

Dasˇkovka, affermava: “Il minore era andato <strong>per</strong> fragole<br />

nel bosco (egli allora era proprio un bambino) e<br />

<strong>una</strong> pallottola gli trapassò i calzoni”. Quin<strong>di</strong>, seguire il<br />

coniuge nella deportazione o in <strong>una</strong> campagna <strong>per</strong>icolosa<br />

e gravosa <strong>per</strong> sé non era <strong>una</strong> novità inau<strong>di</strong>ta nella vita<br />

<strong>di</strong> <strong>una</strong> nobile russa. Però affinché un atto <strong>di</strong> questo tipo<br />

acquistasse carattere <strong>di</strong> eroismo politico era necessaria<br />

ancora un’altra con<strong>di</strong>zione. Consideriamo un passo tratto<br />

dalle memorie <strong>di</strong> un decabrista tipico (secondo<br />

S ˇ čëgolev) come Basargin (1917, p. XI):<br />

Rammento che un giorno, mentre leggevo a mia moglie il<br />

poema <strong>di</strong> Ryleev Vojnarovskij, appena uscito allora, fui involontariamente<br />

spinto a riflettere sul mio futuro. “A che<br />

pensi?” – ella mi chiese. “Chissà – risposi –, se non finirò<br />

anch’io in esilio”. “Ebbene, anch’io verrò a confortarti e a<br />

<strong>di</strong>videre la tua sorte. Nulla potrà <strong>di</strong>viderci. Perché dunque<br />

pensarci?” (p. 35).<br />

Alla Basargina (nata principessa Mesˇčerskaja) non<br />

fu dato <strong>di</strong> confermare coi fatti le sue parole: la morte

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