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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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IMPERFETTE TRADUZIONI 21<br />

<strong>delle</strong> formazioni culturali (che la <strong>semiotica</strong> definisce e<br />

<strong>per</strong>cepisce comunque come “testi” o “testualità”) che<br />

possiamo immaginare come <strong>delle</strong> configurazioni significative<br />

prodotte attraverso la compresenza <strong>di</strong> sostanze<br />

espressive <strong>di</strong>verse. Come ad affermare fra l’altro (e ci<br />

torneremo) che niente significa in solitu<strong>di</strong>ne e nessun<br />

linguaggio significa da solo.<br />

Prensioni e traduzioni<br />

Al <strong>di</strong> là <strong>delle</strong> a<strong>per</strong>ture fra visioni <strong>di</strong>verse <strong>della</strong> cultura<br />

(cosa che va fatta con più cautela <strong>di</strong> quanto ci si possa<br />

<strong>per</strong>mettere in questa breve introduzione) emerge qui il<br />

problema dei mo<strong>di</strong> stessi <strong>di</strong> concatenamento. Problema<br />

che fa il paio con l’in<strong>di</strong>viduazione dei mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> prensione<br />

del senso da parte dei soggetti.<br />

Questo accoppiamento fra concatenamenti e prensioni<br />

lo si vede in controluce nel <strong>di</strong>battito fra Ricœur e<br />

Greimas, laddove <strong>per</strong> il primo la “comprensione” ha a<br />

che fare con i segni e la loro com-posizione, potremmo<br />

<strong>di</strong>re, lineare, nel tempo, mentre <strong>per</strong> il secondo il senso e<br />

la sua presa reale sono debitori <strong>di</strong> strutture soggiacenti,<br />

astratte, che definiscono dei sistemi <strong>di</strong> posizioni rispetto<br />

a cui ciò che sta sulla su<strong>per</strong>ficie del racconto acquista<br />

il suo valore. Come se in gioco fosse la <strong>di</strong>s-posizione <strong>di</strong>namica<br />

(definizione e trasformazione) dei significati in<br />

uno spazio.<br />

È evidente che se volessimo mantenere salde le <strong>di</strong>fferenze<br />

potremmo sottolineare che all’opposizione fra<br />

Ricœur e Greimas si può sostituire o affiancare quella<br />

fra Eco e Lotman, laddove il primo ha evidenziato il gioco<br />

<strong>di</strong> continuo rinvio fra segni <strong>per</strong> tentare <strong>una</strong> presa<br />

quantomeno “asintotica” del significato (Eco 1984) e il<br />

secondo ha invece costantemente valorizzato lo spazio<br />

non solo come metalinguaggio descrittivo ma <strong>per</strong>fino,

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