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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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204 JURIJ M. LOTMAN<br />

colpa, sebbene essi non fossero più gli esaltati propagan<strong>di</strong>sti<br />

dell’epoca <strong>della</strong> Lega <strong>della</strong> Pros<strong>per</strong>ità, ma dei<br />

cospiratori che si preparavano a interventi risolutivi. Anzi,<br />

se Zavalisˇin dando prova <strong>di</strong> capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssimulazione,<br />

fosse andato a rendere omaggio ad Arakčeev, il suo<br />

contegno avrebbe suscitato, con ogni probabilità, riprovazione<br />

e lui stesso avrebbe attirato su <strong>di</strong> sé il sospetto.<br />

È sintomatico che la <strong>di</strong>mestichezza <strong>di</strong> Baten’kov con<br />

Arakčeev era malvista nell’ambiente dei congiurati.<br />

Ecco un altro esempio significativo: nel 1824 Katenin<br />

non approva il carattere <strong>di</strong> Čackij proprio <strong>per</strong> quel<br />

suo essere un “propagan<strong>di</strong>sta alle feste da ballo” nel<br />

quale la Nečkina ha visto giustamente <strong>una</strong> manifestazione<br />

dei meto<strong>di</strong> tattici <strong>della</strong> Lega <strong>della</strong> Pros<strong>per</strong>ità:<br />

“Čackij è il <strong>per</strong>sonaggio principale <strong>della</strong> comme<strong>di</strong>a.<br />

L’autore lo ha <strong>di</strong>segnato con amore [In italiano nel testo<br />

(N.d.T.)], e vede in esso tutte le virtù e nessun vizio, ma<br />

a parer mio egli parla troppo, vitu<strong>per</strong>a tutto e a sproposito”<br />

(Katenin 1911, p. 77). Tuttavia, non più <strong>di</strong> qualche<br />

mese prima <strong>della</strong> formulazione <strong>di</strong> questo giu<strong>di</strong>zio<br />

(non abbiamo alcun motivo <strong>di</strong> ritenere che in questo<br />

lasso <strong>di</strong> tempo le sue idee abbiano subito <strong>una</strong> qualche<br />

evoluzione) Katenin, esortando l’amico Bachtin a intervenire<br />

nella polemica letteraria a viso a<strong>per</strong>to, senza<br />

pseudonimi, con non comune franchezza espresse l’esigenza<br />

<strong>di</strong> manifestare a<strong>per</strong>tamente le proprie convinzioni<br />

non con le parole soltanto, ma anche con tutto un<br />

modo <strong>di</strong> comportarsi:<br />

Il dovere adesso impone <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere i propri <strong>di</strong>ritti e la<br />

giusta causa, <strong>di</strong> <strong>di</strong>re la verità senza timore, <strong>di</strong> elogiare il<br />

bene e fustigare il male non soltanto nei libri, ma anche<br />

nelle azioni, <strong>di</strong> ripetere loro il già detto, <strong>di</strong> ripeterlo immancabilmente,<br />

affinché i furfanti non possano far finta <strong>di</strong><br />

non aver sentito, <strong>di</strong> costringerli a gettar la maschera e <strong>di</strong><br />

accettare la sfida e allora <strong>di</strong> dargliene <strong>di</strong> santa ragione (p.<br />

31, c.vo Lotman).

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