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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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196 JURIJ M. LOTMAN<br />

un’unica norma <strong>di</strong> azione corretta. Del’vig, come i membri<br />

dell’“Arzamas” o <strong>della</strong> “Lampada verde” [Circoli<br />

letterari pietroburghesi del primo Ottocento (N.d.T.)],<br />

mette viceversa in atto un comportamento lu<strong>di</strong>co sostanzialmente<br />

ambivalente, trasferendo nella vita reale la<br />

situazione del gioco, che in determinate circostanze autorizza<br />

la sostituzione convenzionale <strong>di</strong> un comportamento<br />

“corretto” con quello opposto.<br />

I decabristi coltivavano la serietà come norma <strong>di</strong> comportamento.<br />

Non <strong>per</strong> nulla Zavalisˇin (1908, p. 10) rilevava<br />

che egli “era sempre stato serio” e “non aveva mai giocato”<br />

neppure in tenera età. Altrettanto negativo era l’atteggiamento<br />

dei decabristi verso il gioco verbale come<br />

forma <strong>di</strong> comportamento linguistico. Nel citato scambio<br />

<strong>di</strong> battute i due interlocutori parlano, a ben guardare, due<br />

lingue <strong>di</strong>verse: Del’vig non chiede che le sue parole vengano<br />

prese sul serio, come enunciazione <strong>di</strong> principi morali:<br />

a lui interessa l’arguzia dell’espressione, il mot. Ryleev<br />

invece non può gustare un paradosso quando si tratta <strong>di</strong><br />

verità etiche e ogni sua <strong>di</strong>chiarazione è un programma.<br />

Con estrema chiarezza l’antitesi tra gioco e impegno<br />

civile fu espressa da Milonov in un’epistola a Z ˇ ukovskij,<br />

da cui appare fino a che punto fosse <strong>di</strong>venuta cosciente<br />

la spaccatura che <strong>di</strong>videva la giovane letteratura progressista.<br />

(...) ostanemsja my kazˇdyi pri svoëm –<br />

S galimat’ëju ty, a ja s parnasskim zˇalom;<br />

Zovis’ ty Schiller’om, zovus’ ja Juvenalom;<br />

Potomstvo su<strong>di</strong>t nas, a ne tvoi druz’ja,<br />

A Bludov, kazˇetsja, mezˇ nami ne sud’ja.<br />

(Milonov 1971, p. 537)<br />

[(...) ognuno resti con quel che ha: / Tu con l’astrusità, io<br />

con l’aculeo del Parnaso; / Sii pure Schiller, io sarò Giovenale;<br />

/ I posteri ci giu<strong>di</strong>cheranno, non gli amici tuoi, / E<br />

Bludov tra noi non fa da giu<strong>di</strong>ce].

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