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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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IL DECABRISTA NELLA VITA 193<br />

te. Oltre alla <strong>di</strong>fesa giuri<strong>di</strong>ca <strong>delle</strong> vittime <strong>di</strong> <strong>una</strong> iniquità,<br />

nelle sue parole si rileva anche che le “chiacchiere”,<br />

secondo Vjazemskij, nell’o<strong>per</strong>ato dei congiurati preponderavano<br />

sui “fatti”. Le testimonianze <strong>di</strong> questo tipo<br />

si potrebbero moltiplicare.<br />

Faremmo <strong>per</strong>ò un madornale errore se, trasferendo,<br />

all’epoca dei decabristi, norme prese da altri <strong>per</strong>io<strong>di</strong><br />

storici, vedessimo nel valore particolare dell’“aspra<br />

oratoria” null’altro che il lato debole del decabrismo, e<br />

li giu<strong>di</strong>cassimo con lo stesso metro con cui Černysˇevskij<br />

giu<strong>di</strong>cava gli eroi <strong>di</strong> Turgenev. Il nostro compito<br />

non è quello, privo <strong>di</strong> senso, <strong>di</strong> “condannare” o <strong>di</strong> “assolvere”<br />

<strong>per</strong>sonaggi i cui nomi appartengono ormai alla<br />

storia, bensì quello <strong>di</strong> cercare <strong>di</strong> chiarire la sopraddetta<br />

peculiarità.<br />

I contemporanei non si limitavano a porre in rilievo<br />

la “loquacità” dei decabristi: essi sottolineavano anche<br />

l’aspra franchezza dei loro giu<strong>di</strong>zi, la categoricità <strong>delle</strong><br />

sentenze, la tendenza “sconveniente” dal punto <strong>di</strong> vista<br />

<strong>delle</strong> norme del gran mondo, a chiamare le cose col loro<br />

nome, evitando le convenzioni eufemistiche <strong>delle</strong><br />

formule mondane, la loro aspirazione costante a esprimere<br />

senza tanti rigiri la loro opinione, incuranti del rituale<br />

avallato dalla consuetu<strong>di</strong>ne e <strong>della</strong> gerarchia osservata<br />

nel comportamento linguistico mondano. Per<br />

questa asprezza e <strong>per</strong> l’ostentata trascuranza del “galateo<br />

linguistico” era celebre Nikolaj Turgenev. Negli<br />

ambienti vicini ai decabristi la marcata inurbanità e<br />

“sgarbatezza” del comportamento linguistico erano definite<br />

come comportamento “spartano” o “romano”,<br />

ed erano contrapposte a quello “francese”, valutato in<br />

termini negativi.<br />

I temi, che nella conversazione mondana erano interdetti<br />

oppure trattati eufemisticamente (<strong>per</strong> esempio, il<br />

potere dei proprietari terrieri, e il favoritismo nei pubblici<br />

uffici ecc.) <strong>di</strong>ventavano oggetto <strong>di</strong> a<strong>per</strong>ta <strong>di</strong>scussio-

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