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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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IMPERFETTE TRADUZIONI 17<br />

tizzato la “storicità”, intendendola semplicemente come<br />

un sa<strong>per</strong>e <strong>di</strong>sciplinare.<br />

Lotman e Uspenskij a loro modo si tengono in mezzo<br />

a questo varco, cercando <strong>di</strong> annodare in pochi passi naturalità<br />

e culturalità, implicito ed esplicito, sa<strong>per</strong>e quoti<strong>di</strong>ano<br />

e sa<strong>per</strong>e scientifico.<br />

Per loro “il punto <strong>di</strong> vista semiotico è organicamente<br />

intrinseco alla coscienza umana e in questo senso costituisce<br />

un fenomeno non solo vecchio, ma anche ben noto<br />

a tutti”. Il punto è che l’uomo, nella sua coscienza ingenua,<br />

non lo sa e ha necessità <strong>di</strong> un sa<strong>per</strong>e “scientifico”<br />

<strong>per</strong> farlo emergere. Sembrerà un ragionamento contrad<strong>di</strong>ttorio,<br />

dato che gli stu<strong>di</strong>osi russi hanno appena detto<br />

che il punto <strong>di</strong> vista semiotico “è ben noto a tutti”: la<br />

cosa invece si spiega facilmente. Il sa<strong>per</strong>e scientifico che<br />

fa emergere la nostra intrinseca semioticità non sta, <strong>per</strong><br />

l’u<strong>di</strong>torio che ne deve sanzionare i risultati, nell’or<strong>di</strong>ne<br />

del “Non ci avrei mai pensato” – come si è portati a reagire<br />

davanti alle teorie fisiche <strong>delle</strong> su<strong>per</strong>stringhe, <strong>della</strong><br />

relatività, al principio <strong>di</strong> indeterminazione, oppure davanti<br />

alla struttura del genoma e così via – ma piuttosto<br />

si riassume nell’affermazione “L’ho sempre saputo”, attestazione<br />

<strong>di</strong> <strong>una</strong> verità già presente che attendeva <strong>di</strong> essere<br />

riconosciuta. Attraverso l’articolazione <strong>di</strong> questi<br />

due semplici giochi linguistici 4 Lotman e Uspenskij, ci<br />

pare, o<strong>per</strong>ano un doppio movimento che lega – con evidente<br />

vantaggio <strong>per</strong> la <strong>semiotica</strong> – le posizioni <strong>di</strong> Greimas<br />

e Ricœur. Essi infatti, implicitamente, affermano<br />

nientemeno che <strong>una</strong> doppia necessità <strong>della</strong> <strong>semiotica</strong>, ponendola<br />

a monte e a valle del nostro vivere nel senso.<br />

Da un lato infatti, come riba<strong>di</strong>scono, “il punto <strong>di</strong><br />

vista semiotico è sempre presente nelle azioni e nella<br />

coscienza dell’uomo” e dunque ci inerisce comunque e<br />

a prescindere dalla nostra coscienza; sta a monte. Dall’altro<br />

lato, la <strong>semiotica</strong> in quanto <strong>di</strong>sciplina scientifica<br />

si inserisce a pieno titolo nella scienza del XX secolo, in

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