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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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158 JURIJ M. LOTMAN, BORIS A. USPENSKIJ<br />

rica del materiale in conformità dei nuovi livelli scientifici<br />

raggiunti. Una risposta a tale esigenza può considerarsi<br />

la comparsa <strong>di</strong> tutta <strong>una</strong> serie <strong>di</strong> monografie <strong>di</strong> Dmitrij<br />

Lichačëv, la più importante <strong>delle</strong> quali, la Poètika<br />

drevnerusskoj literatury [Poetica <strong>della</strong> letteratura anticorussa],<br />

ha posto le basi <strong>per</strong> <strong>una</strong> concezione nuova e organica<br />

<strong>della</strong> letteratura antico-russa come fenomeno artistico.<br />

Nella stessa prospettiva si inserisce tutta <strong>una</strong> serie<br />

<strong>di</strong> ricerche pubblicate dagli allievi <strong>di</strong> Lichačëv. L’enumerazione<br />

<strong>di</strong> questi lavori esula dai compiti del presente<br />

articolo. Data la tematica vorremmo comunque segnalare<br />

tra <strong>di</strong> essi l’importante stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Alexandr<br />

Pančenko (1973) sulla cultura poetica del XVII secolo.<br />

Il recente libro <strong>di</strong> Lichačëv e Pančenko (1976) costituisce<br />

un avvenimento assai significativo nell’ambito degli<br />

stu<strong>di</strong> letterari sovietici degli ultimi anni.<br />

Questo libro, seppur ricco <strong>di</strong> un immenso materiale<br />

fattuale ine<strong>di</strong>to, non è <strong>di</strong> grosse <strong>di</strong>mensioni (circa 11 fogli<br />

stampati) e parrebbe, da questo punto <strong>di</strong> vista, non<br />

poter reggere il confronto con numerose altre pubblicazioni<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni maggiori. Invece proprio la concisione,<br />

a tratti la sinteticità, ne pongono in evidenza la ricchezza<br />

<strong>di</strong> contenuti.<br />

Una <strong>delle</strong> caratteristiche degli stu<strong>di</strong> veramente fecon<strong>di</strong><br />

è da ricercarsi nel fatto che essi, oltre che risolvere i<br />

problemi posti dal precedente sviluppo scientifico, ne<br />

sollevano <strong>di</strong> nuovi e si presentano quin<strong>di</strong> non solo come<br />

ricapitolazioni <strong>di</strong> quanto fatto, ma anche come stimolo<br />

<strong>per</strong> un ulteriore progresso del pensiero scientifico. Grazie<br />

a ciò, essi si contrappongono alle sterili monografie<br />

“compen<strong>di</strong>arie” <strong>di</strong> altro tipo, le quali, riassumendo in sé<br />

tutto ciò che è stato fatto in precedenza, non aprono<br />

<strong>per</strong>ò nuove strade e rammentano dei corridoi terminanti<br />

in un’ultima porta serrata ermeticamente. Ovviamente<br />

l’autore che pone nuovi problemi si trova sempre in <strong>una</strong><br />

posizione più vulnerabile: quanto più nuovo e ricco <strong>di</strong>

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