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Tesi per una semiotica delle culture - Facoltà di Scienze della ...

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116 IVANOV, LOTMAN, PIATIGORSKIJ, TOPOROV, USPENSKIJ<br />

sto continuo, inteso come dato originario (cioè a un’attenzione<br />

<strong>per</strong> i casi non <strong>di</strong>screti <strong>di</strong> trasmissione <strong>di</strong> informazione),<br />

proprio quando nella stessa cultura assumono<br />

un’importanza sempre maggiore i sistemi <strong>di</strong> comunicazione<br />

che si valgono prevalentemente <strong>di</strong> testi continui.<br />

Nella televisione l’unità <strong>di</strong> base è rappresentata dalla situazione<br />

elementare <strong>di</strong> vita che, prima del momento <strong>della</strong><br />

trasmissione (o prima <strong>della</strong> ripresa del telefilm), è a<br />

priori sconosciuta e non scomponibile in elementi. Ma<br />

nella tecnica au<strong>di</strong>o-visiva <strong>della</strong> comunicazione <strong>di</strong> massa<br />

(nel cinema e nella televisione, inclusi i telefilm) è tipica<br />

anche <strong>una</strong> combinazione dei due mo<strong>di</strong>. Il cinema non rinuncia<br />

affatto ai segni <strong>di</strong>screti, anzitutto non rinuncia ai<br />

segni del linguaggio orale e degli altri linguaggi quoti<strong>di</strong>ani<br />

(in particolare, a quelli che esso assume come materiale<br />

grezzo o “precinematografico” dagli altri sistemi<br />

che tipologicamente lo precedono), ma li include in testi<br />

globali (il crocifisso nella scena <strong>della</strong> chiesa <strong>di</strong> Cenere e<br />

<strong>di</strong>amanti <strong>di</strong> Andrzej Wajda figura <strong>di</strong> <strong>per</strong> sé da simbolo<br />

<strong>di</strong>screto, ma viene reinterpretato nel contesto <strong>di</strong> tutta<br />

l’inquadratura dove è rapportato all’eroe del film).<br />

Si può riscontrare un’analoga inclusione in un testo<br />

continuo <strong>di</strong> segni <strong>di</strong>screti, ripresi <strong>per</strong> lo più da altri sistemi<br />

(arcaici), in sistemi visivi storicamente antecedenti<br />

– in particolare nella pittura – dove la figura umana dell’albero<br />

del mondo, che è <strong>di</strong> importanza centrale <strong>per</strong> numerose<br />

tra<strong>di</strong>zioni mitologiche e rituali (tra queste le più<br />

antiche tra<strong>di</strong>zioni slave), o altre immagini equivalenti<br />

possono essere mantenute come centro <strong>della</strong> composizione.<br />

In tutti i casi simili si può vedere la manifestazione<br />

<strong>di</strong> <strong>una</strong> costante universale dell’evoluzione dei sistemi<br />

semiotici, <strong>per</strong> la quale qualche segno o tutto un messaggio<br />

(o un frammento <strong>di</strong> un messaggio) può essere incluso<br />

nel testo <strong>di</strong> un altro sistema segnico come sua parte<br />

costitutiva, ed essere conservato anche in seguito come<br />

tale (subendo con questo uno spostamento <strong>di</strong> funzione:

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