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Una lingua che combatte - DSpace@Unipr

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dell’io come elemento o corpo cosmico, negazione dell’io sociale o aneddotico.<br />

L’incontro con il paesaggio e con i fanciulli rinvia alle origini stesse della vita, ovvero a<br />

quell’unità perduta tra uomo e natura <strong>che</strong> la poesia tenta di recuperare, ponendosi di<br />

fatto al di fuori della modernità alienata. L’oscillazione tra eros e civiltà dice la tensione<br />

verso un’altra realtà, verso una dimensione diversa dell’essere. Si tratta di una volontà<br />

di regressione verso un’animalità istintiva, <strong>che</strong> annulla l’umano, con i suoi limiti<br />

razionali e i suoi tabù, per lasciare spazio ad una divina libertà in cui la «mente»<br />

(l’interiorità profonda) e il mondo stanno in equilibrio e armoniosamente si riflettono<br />

l’una nell’altro:<br />

Animale lucente di sole:<br />

il mio cuore riluce di te.<br />

Animale di sole lucente:<br />

il mio cuore riluce e la mente.<br />

(Animale lucente di sole, in Confuso sogno)<br />

La poesia raggiunge la perfezione del cerchio, al cui centro sta Penna e la cui<br />

circonferenza è in ogni luogo, perché mobile e in continuo divenire: lo spazio della<br />

poesia è il raggio di tale circonferenza, un raggio sempre più spostato in avanti,<br />

all’inseguimento di un limite <strong>che</strong> diviene altro costantemente. La poesia, allora, si dà<br />

tutta nel percorrere in avanti e poi a ritroso questo spazio tra il qui e l’altrove, in cui<br />

l’incontro coi fanciulli e con la natura si configura come momento d’emergenza di<br />

un’interiorità magmatica, di tensioni <strong>che</strong> superano il motivo della testimonianza<br />

episodica e <strong>che</strong> vanno oltre il tempo stesso, aprendo a una dimensione carica di<br />

potenzialità.<br />

2.2.3. «Un altro mondo si dischiude»<br />

La capacità di Penna di percorrere il passato, il presente e il futuro, <strong>che</strong> riscontriamo<br />

in tanti suoi componimenti, è an<strong>che</strong> quella «mobilità in senso cronologico» 28 tipica dei<br />

suoi testi, per i quali il momento della stesura è difficilmente individuabile. Caproni,<br />

28 Luigi Tassoni, L’angelo e il suo doppio. Sulla poesia di Sandro Penna, cit., p. 72.<br />

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