Una lingua che combatte - DSpace@Unipr
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della visione penniana del mondo, o, se si vuole, gli occhi diversi della percezione<br />
poetica.<br />
2.1.2. Il confronto con la morte<br />
La poesia di Giorgio Caproni può aggiungere a questo punto spunti interessanti alla<br />
riflessione; in particolare, quella delle sue prime raccolte appare legata ad una sensualità<br />
quasi primitiva e manifesta un rapporto diretto, per nulla contemplativo o languido, con<br />
le cose. Essa è fatta di vedere, udire, sentire, cioè di «un’acerba avidità giovenile»: 35<br />
Lattiginosa d’alba<br />
nasce sulle colline,<br />
balbettanti parole ancora<br />
infantili, la prima luce.<br />
La terra, con la sua faccia<br />
madida di sudore,<br />
apre assonnati occhi d’acqua<br />
alla notte <strong>che</strong> sbianca.<br />
(Gli uccelli sono sempre i primi<br />
pensieri del mondo).<br />
(Giorgio Caproni, Prima luce, in Come un’allegoria)<br />
E si notino i due verbi al presente (nasce – apre) posti a inizio verso, ma isolati dal<br />
soggetto: a dire la sempre nuova «allegoria della vita concepita soprattutto nei suoi<br />
bordi terminali, l’alba e la sera e nel reciproco trasmutarsi dell’una nell’altra». 36 Per<br />
questa via si manifesta una vitalità <strong>che</strong> sempre più appare velata d’amarezza, in<br />
continua lotta con le ombre e con la morte. Più avanti gli uccelli <strong>che</strong> qui paiono i soli,<br />
indisturbati, abitatori del cielo, oltre le stelle con le quali si confondono in metamorfosi<br />
ovidiana («il sangue ferveva / di meraviglia, a vedere / ogni uccello mutarsi in stella nel<br />
cielo», Ricordo), verranno sostituiti dalla «tenebra d’un apparecchio» (Due appunti 2.<br />
Maggio, 1, in Il seme del piangere) <strong>che</strong> porta la guerra: l’uomo, sostituendosi alla natura<br />
35<br />
Così Aldo Capasso nella prefazione a Come un’allegoria, ora in Giorgio Caproni, L’opera in versi, cit., p.<br />
1057.<br />
36<br />
Biancamaria Frabotta, Il tempo delle finzioni: il primo libro di Giorgio Caproni, «La rassegna della letteratura<br />
italiana», LXXXIX, 1, gennaio-aprile 1985, p. 41.<br />
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