Una lingua che combatte - DSpace@Unipr
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<strong>che</strong> avanzi tra la verzura:<br />
i tuoi acri rossori<br />
son tenebra, non paura.<br />
Sono acuta ignoranza<br />
viva e provocatoria:<br />
son la veemente baldanza<br />
del sangue. L’antistoria.<br />
(Odor vestimentorum, in Congedo del viaggiatore cerimonioso)<br />
La realtà è messa in dubbio proprio dalla memoria, <strong>che</strong>, andando oltre la contingenza e<br />
intrecciando nuovi legami tra parole e cose, determina lo spazio della possibilità e della<br />
ripetizione:<br />
un richiamo istintivo e fisico, venato ora di estraneità e di nostalgia.<br />
L’invito involontario del sangue è sempre uguale, insiste su un nodo<br />
pungente di vitalità; la natura lo reinventa in eterno, lo offre come<br />
“antistoria”. 29<br />
Il presente quindi può avere due valenze: l’una assoluta, astorica, in cui si concentra il<br />
ricordo del passato, <strong>che</strong> conferisce un senso an<strong>che</strong> all’attesa del futuro; l’altra<br />
distruttiva, <strong>che</strong> esprime la distanza rispetto a un tempo irrecuperabile, irripetibile, per<br />
cui il presente diventa il momento del confronto con la fine, con la perdita. È una<br />
temporalità in stretto rapporto con la morte, <strong>che</strong> da emozione sospesa e indefinibile si fa<br />
condizione esistenziale, attraverso quella lacerazione costituita dall’ingresso della storia,<br />
<strong>che</strong> rimette in questione il rapporto tra le parole e i loro referenti. Si cerca allora «un<br />
significato sempre volto ad esprimere un qualcosa d’altro […] al di là del puro<br />
significato letterale o figurativo della parola», 30 per resistere alle tracce già evidenti di<br />
un male individuale e storico allo stesso tempo. Quanto a Fortini all’altezza della sua<br />
prima silloge (<strong>che</strong> raccoglie liri<strong>che</strong> composte tra il 1938 e il 1945) è «poeta della<br />
Resistenza» <strong>che</strong> manifesta «solidarietà col dolore degli uomini e di lotta contro questo<br />
dolore». 31 Possiamo già individuare i movimenti di una poesia a contatto con la storia,<br />
con l’esperienza della guerra e <strong>che</strong> sviluppa dialetticamente il tema bellico e della lotta<br />
come figura di una liberazione e di una rivoluzione maggiori. La nostalgia <strong>che</strong> percorre<br />
questi primi versi non porta Fortini a mitizzare un mondo o un tempo perduti o in<br />
29<br />
Adele Dei, Giorgio Caproni, Milano, Mursia, 1992, p. 139.<br />
30<br />
Così Giorgio Caproni in un’intervista all’«Avanti!», 1965, ora in Giorgio Caproni, L’opera in versi, cit., p.<br />
1058.<br />
31<br />
Italo Calvino, Foglio di via di Franco Fortini, in Saggi, cit., p. 1057.<br />
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