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Una lingua che combatte - DSpace@Unipr

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dell’hic et nunc. La percezione fisica e sensuale della realtà, del mondo e della natura<br />

sembra realizzarsi sempre in ritardo rispetto all’evento, come in uno sfasamento<br />

temporale in cui l’esperienza si proietta subito nel ricordo di se stessa, in una sorta di<br />

«continua nostalgia del presente nel presente». 23 Sulle raccolte giovanili di questi autori<br />

aleggia l’ombra della morte, della fuggevolezza e precarietà dell’esistere. Così alla<br />

«Giovinezza vaga e sconvolta» (Mas<strong>che</strong>re del ’36, in Frontiera) di Sereni si potrebbero<br />

accostare alcuni versi di Caproni, <strong>che</strong> sono rivolti alla donna amata e perduta, ma an<strong>che</strong><br />

alla stessa giovinezza nel momento in cui ci si confronta con la morte:<br />

mentre senza un saluto,<br />

senza un cenno d’addio<br />

mi muore il giorno, e anch’io<br />

dentro il cuore m’abbuio,<br />

te ne sei andata<br />

(Giorgio Caproni, Mentre senza un saluto, in Finzioni)<br />

Della poesia di Penna si potranno ricordare alcuni esempi di una caducità <strong>che</strong> sta dietro<br />

l’apparente facilità e luminosità, e in cui si esprime un senso fisico di perdita e<br />

abbandono:<br />

Oh stelle in corsa<br />

l’amore della vita!<br />

Ma un’ansia i ridenti occhi<br />

già turba<br />

al fanciullo<br />

Ma effimero è alle cave<br />

Ansie il sole <strong>che</strong> ami.<br />

(Sandro Penna, Notte, sogno di sparse, in Poesie)<br />

(Sandro Penna, Cimitero in campagna, in Poesie)<br />

(Sandro Penna, Falsa primavera, in Poesie)<br />

An<strong>che</strong> nel primo Fortini riscontriamo movimenti analoghi, momenti avvertiti nella loro<br />

precaria sostanza temporale:<br />

Il vento <strong>che</strong> dall’alto<br />

23 Giorgio Caproni, «Poesie» di Sandro Penna, «La Fiera Letteraria», 8 settembre 1957, poi in La scatola nera,<br />

cit., p. 109.<br />

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