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Una lingua che combatte - DSpace@Unipr

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vada al fondo delle cose, non si risolve all’interno di una rivoluzione soltanto formale,<br />

così come non si fa portatrice di un messaggio piano, senza residui di senso, ma lascia<br />

intravedere una profondità oltre la superficie fisica del testo, un’oltranza inquieta, una<br />

dimensione del senso sempre tesa ad altro:<br />

Si capisce <strong>che</strong> questo è un «problema» d’origine quasi del tutto morale,<br />

etica: è l’urgenza, si sarebbe detto una volta, di nuove forme sotto la spinta<br />

irresistibile di contenuti nuovi. E invero i modi così consumatamente letterari<br />

[…] come potrebbero venire assunti, cioè essere imitati, da chi oggi tenta di<br />

risollevarsi da rovine divenute addirittura materiali? Oggi (in fondo gli<br />

«impossibili contenuti nuovi» non sono <strong>che</strong> questo: un modo nuovo di<br />

considerarsi nel mondo, uno spostamento del centro di gravitazione, e quindi<br />

un modo nuovo di riflettere in modi e forme nuove) vivere sui pinnacoli non<br />

giova più: non giova almeno in questo particolare momento d’emergenza. 16<br />

Se c’è chi ha preteso di superare l’ermetismo con lo scardinamento formale della<br />

norma poetica, e chi ha cercato di trasformarlo in una metafisica soggettiva e<br />

individualistica, questi autori, invece, pur seguendo strade diverse e complementari, sin<br />

dalle prime prove poeti<strong>che</strong> hanno scelto una parola <strong>che</strong> non scartasse il reale, non ne<br />

eludesse la presenza, ma <strong>che</strong> reagisse a contatto con esso:<br />

un ermetismo subito penetrato dalla vena diaristica e da una tensione<br />

conoscitiva <strong>che</strong> riesce […] a perimetrare la tendenza alla rarefazione, alla<br />

suggestione, tramite una spazialità controllata, una fisica, materica<br />

consistenza. Mondo interiore e mondo esterno rivelavano, in questa<br />

“contaminazione della narratività e della purezza” – la lettura è di<br />

Debenedetti – […] confini impercettibili e arbitrari. 17<br />

La <strong>lingua</strong> reagisce contro la retorica del regime fascista, prima, e poi contro le forme<br />

conformisti<strong>che</strong> e coercitive (della <strong>lingua</strong>, perché attraverso di essa si controlla il<br />

pensiero) venute dopo, nell’epoca della massificazione della cultura e della cosiddetta<br />

post-modernità. Nel senso d’emergenza gli scrittori scoprono una rinnovata possibilità<br />

comunicativa, in un’epoca in cui l’italiano è divenuto <strong>lingua</strong> nazionale e si è appiattito<br />

verso forme confermative di un potere istituito <strong>che</strong> nessuna neo-avanguardia ha saputo<br />

davvero scardinare:<br />

16 Giorgio Caproni, Poesia come disobbedienza, «Perseo», 20 ottobre 1948, ora in La scatola nera, prefazione di<br />

Giovanni Raboni, Milano, Garzanti, 1996, p. 25.<br />

17 Niva Lorenzini, Il presente della poesia 1960-1990, Bologna, il Mulino, 1991, p. 71. E si legga an<strong>che</strong> Niva<br />

Lorenzini, La poesia italiana del Novecento, Bologna, il Mulino, 1999, p. 115: «Si misura qui il rapporto di<br />

dissolvenza soggetto-oggetto. […] Questa scrittura non evade verso la soggettività cifrata, le soluzioni misti<strong>che</strong>: la<br />

tensione è semmai verso un descrittivismo <strong>che</strong> riconquisti alla parola la fisicità».<br />

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