Ferdinando Fabbri - Provincia di Rimini
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I TEMPI DI VITA Tra lavoro e organizzazione citta<strong>di</strong>na. Atti del convegno<br />
sempre molto coscienti <strong>di</strong> questi temi, soprattutto quando ci sono donne che lavorano<br />
in questo campo, nel sindacato, ma anche nelle organizzazioni datoriali, voglio <strong>di</strong>re, c’è<br />
molta coscienza femminile, ci sono molte donne preparate.<br />
Il rischio è che però, ripeto, resti sempre in circoli molto ristretti, anche l’informazione<br />
non passa, perché resta ai livelli <strong>di</strong> chi ha interesse, <strong>di</strong> chi è attrice, però non arriva complessivamente<br />
nel territorio, e anche questo è un problema grave perché appunto non<br />
c’è la percezione, da parte anche degli uomini del Consiglio <strong>Provincia</strong>le <strong>di</strong> <strong>Rimini</strong> ma<br />
come <strong>di</strong> quasi tutti gli uomini politici <strong>di</strong> questa Italia, che i temi della vita familiare, della<br />
conciliazione ed i temi anche del lavoro femminile, sono temi che interessano la vita <strong>di</strong><br />
tutti, interessano il futuro perché uno dei problemi che nascono è che non si fanno figli<br />
o si fanno molto tar<strong>di</strong>, se ne fa solo uno, e la reazione qual è?<br />
Queste donne non fanno più figli!<br />
Non è che uno <strong>di</strong>ca: ma come mai queste non fanno più figli?<br />
Non è che forse è perché lavorano 80 ore alla settimana?<br />
Non ci si pone questo tema, ci si pone il tema: queste donne non hanno neanche più il<br />
coraggio <strong>di</strong> fare figli, mentre le donne <strong>di</strong> una volta erano molto più coraggiose perché li<br />
facevano.<br />
In qualche modo c’è sempre questo po’ <strong>di</strong> perbenismo sottile, anche quando si fanno<br />
questi tipi <strong>di</strong> riflessione.<br />
Invece, in realtà, probabilmente è proprio il tema dell’organizzazione del lavoro.<br />
E qui - ed io veramente vorrei anche chiudere - però qui dobbiamo un po’ metterci in<br />
gioco tutti.<br />
Io ritengo che vada fatta sperimentazione, anche in modo un po’ sportivo, un po’ slegandoci<br />
da prassi già acquisite.<br />
Io non sto <strong>di</strong>cendo che dobbiamo rendere tutto relativo, assolutamente, però essere<br />
più..., non so se è giusto <strong>di</strong>re “più laici”, perché non so se è la parola giusta, a me viene<br />
questa però in questo momento, cioè meno legati agli schemi acquisiti, perché più<br />
siamo legati a schemi acquisiti, meno si riesce a dare risposte alle esigenze ed ai bisogni<br />
che ci sono.<br />
Allora a volte qualche legame si può anche tralasciare, anche se è stato giusto per un<br />
periodo, però avere occhi un po’ più attenti all’innovazione.<br />
Io ho visto questo progetto EQUAL, molto legato alle nuove tecnologie, a me sembra<br />
molto interessante.<br />
L’importante è che però anche questo arrivi al bisogno delle donne, se no resta quasi<br />
un esercizio intellettuale.<br />
È un po’ il rischio che a volte c’è in tanti progetti che facciamo.<br />
Restiamo coscienti che da un lato qualche legame in meno, un po’ più <strong>di</strong> sportività,<br />
come le ragazze <strong>di</strong> oggi quando allevano i bambini sono più sportive, e mi viene in<br />
mente perché, nel senso che portano i bambini alla riunione, e mi pare positivo questo.<br />
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