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Ferdinando Fabbri - Provincia di Rimini

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I TEMPI DI VITA Tra lavoro e organizzazione citta<strong>di</strong>na. Atti del convegno<br />

Questo però, a mio avviso, deve darci anche un po’ la libertà - passatemela così - <strong>di</strong><br />

sperimentare anche cose nuove, perché se noi siamo troppo ancorati alle leggi, alle<br />

prassi, ai regolamenti, c’è il rischio che queste cose nuove, che queste sperimentazioni<br />

nuove non crescano.<br />

Allora io mi permetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>re che sono assolutamente d’accordo che c’è bisogno che<br />

per esempio nelle sperimentazioni degli asili nido ci debbano essere delle regole, assolutamente,<br />

chiare per tutti, però dobbiamo avere anche la capacità innovatrice <strong>di</strong> capire<br />

che, siccome sappiamo che è uno dei servizi più costosi ed è per questo che sono<br />

così poco <strong>di</strong>ffusi, che le Amministrazioni locali faticano a creare proprio perché sono<br />

molto onerosi, bisogna che noi riusciamo a trovare anche delle vie praticabili a questo.<br />

Quin<strong>di</strong> la risposta deve essere una risposta concordata, cioè concordata con le<br />

Amministrazioni, perché poi tutto questo veramente si riassume con due formule.<br />

Ci devono essere due obiettivi, uno è che devono essere risposte non, come si <strong>di</strong>ceva,<br />

<strong>di</strong> modello, non praticabili, ma devono essere risposte ad esigenze vere, l’altro è anche<br />

che bisogna essere molto consapevoli che queste risposte si devono dare sempre col<br />

sistema del concordare le cose, con questo sistema assolutamente <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione tra i<br />

vari attori, perché altrimenti, appunto, il rischio è quello <strong>di</strong> creare situazioni o risposte<br />

che non servono ai bisogni veri.<br />

O c’è un raccordo con tutti gli attori del territorio, per cui i sindacati, per cui la Pubblica<br />

Amministrazione, per cui le organizzazioni datoriali, per cui le associazioni, e il grande<br />

sforzo io credo sia proprio qua, ed è sempre, in questo momento, <strong>di</strong> mettere assieme<br />

tutti gli attori.<br />

Tutti gli strumenti <strong>di</strong> cui ci ha parlato anche Lea Battistoni, il POR e tutti gli altri strumenti<br />

che sono in atto, credo non possano camminare se non hanno alla base proprio questo,<br />

cioè questo bisogno assoluto <strong>di</strong> mettere insieme tutti gli attori locali.<br />

Ed io credo che qui, per esempio, ci sia il grande compito delle Province, proprio perché<br />

è un ente che, assieme ai Comuni, riesce ad essere in qualche modo coor<strong>di</strong>natore,<br />

io credo che qui la <strong>Provincia</strong> abbia una grande possibilità <strong>di</strong> muoversi per mettere insieme<br />

e mettere a confronto tutti gli attori sociali per rispondere a queste situazioni, tenendo<br />

presenti due cose, che tutto il <strong>di</strong>scorso del lavoro <strong>di</strong> cura, i temi della conciliazione<br />

o che si vuole chiamarli, <strong>di</strong> cui abbiamo parlato oggi, sono ancora aggi in Italia non considerati<br />

dal punto <strong>di</strong> vista sociale.<br />

Teniamo presente che tutto il lavoro delle donne, perché poi si <strong>di</strong>ce che le famiglie sono<br />

solide, eccetera, poi, insomma, alla fine sono le donne che rendono solide queste famiglie<br />

in genere, perché appunto abbiamo sentito i tempi <strong>di</strong> lavoro tra lavoro in casa e fuori<br />

casa, comunque ancora oggi in Italia è un lavoro non riconosciuto, non ha valore sociale.<br />

Il lavoro <strong>di</strong> cura è un lavoro gratuito, invisibile, che non ha alcuna rilevanza.<br />

Anche alcune richieste fatte ancora nel ‘95, quando c’è stata la Conferenza <strong>di</strong> Pechino,<br />

che il lavoro <strong>di</strong> cura incidesse anche nel calcolo del Prodotto Interno Lordo, cioè della<br />

ricchezza nazionale, anche questo non è ancora assolutamente realizzato.<br />

Teniamo presente che purtroppo questa è la realtà, e allora dare visibilità il più possibile<br />

invece a questo, cioè al fatto che il lavoro <strong>di</strong> cura fatto dalle donne fa parte della ricchezza<br />

della <strong>Provincia</strong>, del Comune, e soprattutto deve avere riconoscimento sociale,<br />

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