Ferdinando Fabbri - Provincia di Rimini
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<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Rimini</strong><br />
Assessorato alle Pari Opportunità<br />
Consigliera <strong>di</strong> Parità<br />
<strong>di</strong> forte criticità che non è che si possono risolvere in modo molto semplice o con due<br />
o tre interventi.<br />
Le donne poi hanno queste caratteristiche: <strong>di</strong> fronte a queste <strong>di</strong>fficoltà hanno cominciato<br />
a fare i figli un pochino più in ritardo, o non li fanno, ne fanno pochi, il tasso, lo<br />
sappiamo, è bassissimo <strong>di</strong> natalità, comunque lo fanno anche il primo figlio magari a<br />
35, 36 anni, e questo spesso coincide con l’invecchiamento delle madri nel frattempo,<br />
o dei padri.<br />
Per cui noi abbiamo queste povere <strong>di</strong>sgraziate <strong>di</strong> 35, quarantenni che hanno scelto <strong>di</strong><br />
fare un percorso nel mercato del lavoro, che si trovano strette tra il problema dei figli e il<br />
problema dei genitori, in una situazione in cui le reti familiari stanno venendo meno.<br />
Abbiamo avuto a Treviso una bella relazione della Sabatini dell’ISTAT, che io farò pubblicare,<br />
in cui lei <strong>di</strong>mostra che le reti familiari stanno venendo a meno soprattutto al sud,<br />
sicché quelle del sud non solo hanno il sommerso, hanno poco lavoro, non hanno reti<br />
familiari e non hanno servizi, e quin<strong>di</strong> è <strong>di</strong>fficile mettere in moto poi dei meccanismi se<br />
non si ha un’idea più complessiva.<br />
Allora che cosa fare?<br />
Sicuramente in questo momento forse le aziende, nonostante appunto bisogni <strong>di</strong> flessibilità,<br />
nonostante bisogni <strong>di</strong> manodopera che può essere presa a tempo determinato,<br />
che può essere resa intercambiabile e che comunque flessibilizza le esigenze delle<br />
aziende, probabilmente dovranno comunque, secondo me, investire su una parte almeno<br />
<strong>di</strong> manodopera che sia una manodopera affidabile per certi versi, competente, con<br />
un minimo <strong>di</strong> professionalità.<br />
A questo punto stranamente non può essere che la manodopera femminile.<br />
Io non credo che si possa pensare veramente <strong>di</strong> utilizzare solo, scusate, ma non è neanche<br />
nell’ottica della legge sul mercato del lavoro quello <strong>di</strong> pensare <strong>di</strong> poter flessibilizzare<br />
tutto in spezzoni <strong>di</strong> lavoro, né credo che sia una convenienza per le aziende, né credo<br />
che si possa neanche pensare <strong>di</strong> poter compensare sempre con manodopera immigrata<br />
per brevi perio<strong>di</strong>.<br />
Credo che a questo punto, da parte delle aziende, l’investimento sulla manodopera<br />
femminile sia un investimento utile, sia un investimento conveniente, però certo bisogna<br />
farglielo capire che deve essere conveniente e sicuramente operazioni anche<br />
esemplari...<br />
Io non amo la parola “conciliazione”, non l’ho mai amata neanche prima che la<br />
Commissione l’adottasse, l’ho sempre considerata come un elemento negativo.<br />
Io sono per l’idea che esistono dei bisogni <strong>di</strong> uomini e donne e che sono bisogni <strong>di</strong> vita,<br />
bisogni <strong>di</strong> lavoro, bisogni <strong>di</strong> tante cose, mentre la conciliazione a me ricorda sempre il<br />
fatto che bisogna conciliare tra vita familiare soltanto e vita professionale.<br />
Però certamente noi dovremo fare in modo, a questo punto, <strong>di</strong> rendere evidenti, anche<br />
attraverso azioni pilota, attraverso azioni esemplari, come, come si <strong>di</strong>ceva prima, si<br />
possono costruire modelli organizzativi dentro le aziende e fuori delle aziende che siano<br />
migliorativi ovviamente per i soggetti ma che sostanzialmente producono e sono più<br />
produttive le aziende stesse.<br />
Arrivo alla famosa legge, che io credo che sia, avendoci un po’ partecipato a costruir-<br />
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