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Ferdinando Fabbri - Provincia di Rimini

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<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Rimini</strong><br />

Assessorato alle Pari Opportunità<br />

Consigliera <strong>di</strong> Parità<br />

innovativa, nell’area della Valconca dove ci sono importanti aziende del settore della<br />

moda e vi sono occupate un numero significativo <strong>di</strong> donne.<br />

Quella è una realtà che si è sviluppata in maniera importante dal punto <strong>di</strong> vista industriale<br />

dove oltre l’80% degli occupati in quelle imprese è costituito da donne.<br />

Il rapido sviluppo <strong>di</strong> quella realtà, dal punto <strong>di</strong> vista occupazionale, ha portato con sè<br />

nuovi bisogni sul versante dei servizi ma anche delle infrastrutture.<br />

Come sindacato ci siamo posti in primo luogo la necessità <strong>di</strong> capire quali bisogni, quali<br />

esigenze esprimevano le lavoratrici.<br />

Siamo partiti anche dal concetto che, a volte pensiamo <strong>di</strong> sapere quali sono i bisogni<br />

delle donne che lavorano, spesso si pensa che la risposta sia nei servizi, in particolare<br />

per l’infanzia, ni<strong>di</strong>, scuole materne, nel prolungamento degli orari dei ni<strong>di</strong> e delle scuole<br />

materne ecc.<br />

Abbiamo provato a fare un ragionamento <strong>di</strong>verso, cioè abbiamo detto: proviamo a fare<br />

ragionare loro, le donne in questo caso - le <strong>di</strong>rette interessate, sui loro bisogni e magari<br />

sulla proposta. Qual è la soluzione?<br />

E abbiamo messo in pie<strong>di</strong> quest’idea dei laboratori <strong>di</strong> politiche sociali, ragionando su<br />

due principi, da una parte la contrattazione che il sindacato storicamente fa nelle<br />

aziende e dall’altra la contrattazione territoriale che facciamo con gli enti locali del<br />

nostro territorio.<br />

Il sindacato sviluppa la sua azione su questi due filoni, <strong>di</strong> qui la possibilità per noi <strong>di</strong><br />

intervenire, da una parte nei luoghi <strong>di</strong> lavoro con la contrattazione, dall’altra nella città<br />

nel confronto con gli amministratori, per quanto riguarda l’organizzazione delle città, dei<br />

servizi. Nel pre<strong>di</strong>sporre le piattaforme ci siamo posti l’obiettivo <strong>di</strong> costruirle assieme alle<br />

persone che quei bisogni esprimevano <strong>di</strong>rettamente, bisogni ai quali dare una risposta<br />

per fare proposte in questo senso.<br />

Primo dato, quin<strong>di</strong>, partire dal bisogno che si esprime in quella piccola o grande comunità,<br />

i bisogni cambiano, la società cambia, evolve continuamente, ci siamo posti nell’ottica<br />

<strong>di</strong> fare lavorare loro <strong>di</strong>rettamente sull’analisi del bisogno e sulla proposta da<br />

avanzare.<br />

Abbiamo prodotto dei questionari per capire qual era il tessuto sociale, qual era la composizione<br />

familiare <strong>di</strong> queste lavoratrici, hanno figli, non hanno figli, sono piccoli, sono<br />

gran<strong>di</strong>, qual è il tempo de<strong>di</strong>cato al tragitto casa lavoro.<br />

Abbiamo raccolto 500 questionari che ci hanno consentito <strong>di</strong> avere uno spaccato significativo,<br />

poi in assemblea, con tutti i lavoratori, abbiamo costituito un gruppo <strong>di</strong> lavoro<br />

interamente composto da lavoratrici, creando un vero e proprio laboratorio che abbiamo<br />

definito <strong>di</strong> politiche sociali.<br />

Noi ci aspettavamo che dal laboratorio venissero proposte relative al prolungamento<br />

degli orari dei ni<strong>di</strong> e delle scuole materne, ma alla fine non è stato questo ciò che è<br />

emerso<br />

Le donne che sono entrate a far parte del laboratorio hanno lavorato partendo dai bisogni,<br />

analizzando quali risposte erano già esistenti e cosa mancava. In primo luogo è stata<br />

considerata l’attuale organizzazione del lavoro, basata sostanzialmente sull’orario spezzato,<br />

mattino e pomeriggio, con due ore <strong>di</strong> pausa durante l’ora <strong>di</strong> pranzo.<br />

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