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Ferdinando Fabbri - Provincia di Rimini

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<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Rimini</strong><br />

Assessorato alle Pari Opportunità<br />

Consigliera <strong>di</strong> Parità<br />

donne che rientrano in maternità.<br />

In questo ambito - non mi soffermo perché c’è una comunicazione specifica - cade<br />

anche il problema, oggi molto <strong>di</strong>scusso e che interessa particolarmente, dei ni<strong>di</strong> nei luoghi<br />

<strong>di</strong> lavoro.<br />

Nel terzo grande ambito dei supporti conciliativi ci sono gli interventi collocati nel territorio,<br />

e qui, per esempio, ci sono accor<strong>di</strong> e/o convenzioni tra aziende e Comuni per l’utilizzo<br />

in maniera privilegiata, con una corsia preferenziale, per esempio <strong>di</strong> servizi educativi<br />

per l’infanzia. Ho in mente l’esempio della Electrolux Zanussi <strong>di</strong> Scan<strong>di</strong>cci(FI), che<br />

ha fatto un accordo col Comune per l’utilizzo, per i suoi <strong>di</strong>pendenti, del nido.<br />

Ci sono anche i servizi <strong>di</strong> trasporto che possono essere oggetto <strong>di</strong> particolari convenzioni<br />

(per orari e prezzi; in generale il punto centrale è dato dalla messa in opera dei<br />

Piani territoriali o regolatori della città, <strong>di</strong> cui si è parlato anche stamattina.<br />

Non so in che senso il Presidente della <strong>Provincia</strong> <strong>Fabbri</strong> ha parlato stamattina della <strong>di</strong>fficoltà<br />

<strong>di</strong> adozione dei Piani orari. Forse il termine “adozione” è inteso in una maniera troppo<br />

rigida, credo che invece un Piano territoriale degli orari, come adesso è giusto chiamarli<br />

dopo la Legge 53 e non più piani regolatori degli orari secondo la legge regionale<br />

21/94, debbano essere un quadro <strong>di</strong> riferimento, essere costituiti da una serie <strong>di</strong> progetti<br />

la cui adozione, se vogliamo adoperare questo termine piu’da Piano regolatore generale<br />

in senso stretto, non è un’ingessatura; non è che un’amministrazione si lega mani e<br />

pie<strong>di</strong> avendo determinato tutte le azioni possibili in termini <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica <strong>di</strong> orari ei servizi;<br />

si è sempre puntato, invece, su flessibilità e adattabilità <strong>di</strong> un Piano che e’ piuttosto work<br />

in progress. Quin<strong>di</strong> trovo che questa critica, o questa sottolineatura, andrebbe stemperata.<br />

Lo sforzo vero che oggi un Ente Locale deve fare e’ quello <strong>di</strong> cercare <strong>di</strong> unire in una<br />

visione <strong>di</strong> sistema il mondo delle imprese - questa presenza è la vera grande novità della<br />

Legge 53 - con i servizi territoriali <strong>di</strong> cui i Comuni sono competenti ma anche i privati del<br />

commercio, eccetera.<br />

Ultimo punto, le piccole imprese in senso stretto.<br />

Perché interessava l’Unione Europea? Do’ soltanto questo dato per avere un’idea della<br />

<strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> cui si parla: il 70% degli addetti in Italia, secondo l’indagine Eurostat del<br />

‘99, lavora in imprese che hanno fino a 49 addetti (le quali sono il 94% <strong>di</strong> tutte le imprese,<br />

con un % maggiore soprattutto nella <strong>di</strong>mensione da 1 a 9); quin<strong>di</strong> la stragrande<br />

maggioranza delle persone che sono sul mercato del lavoro sono collocate, in Italia, in<br />

questo tipo <strong>di</strong> imprese <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni abbastanza ridotte. Ma anche ngli altri stati europei<br />

la percentuale e’ molto alta: in Francia, ad esempio, le imprese <strong>di</strong> queste <strong>di</strong>mensioni<br />

danno occupazione al 51% <strong>di</strong> occupati, un po’ meno in Germania, il 44%. E le donne,<br />

in specifico, sono occupate soprattutto nei settori del commercio, ristorazione, servizi.<br />

La piccola impresa ha dei vantaggi o ha degli svantaggi rispetto alle imprese più gran<strong>di</strong><br />

rispetto alla messa in opera <strong>di</strong> misure <strong>di</strong> conciliazione? Se ve<strong>di</strong>amo gli aspetti <strong>di</strong> informalità,<br />

probabilmente la piccola impresa ha dei vantaggi sull’impresa <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni più<br />

gran<strong>di</strong>. Perché la relazione tra le donne, tra gli uomini che lavorano e le persone che<br />

hanno responsabilità o i proprietari stessi, è una relazione più <strong>di</strong>retta, è a volte proprio<br />

una con<strong>di</strong>visione del posto <strong>di</strong> lavoro; questo può facilitare la concessione <strong>di</strong> quelle<br />

misure che aiutano la conciliazione, quin<strong>di</strong> i permessi per visite o altro, lo scambio <strong>di</strong><br />

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