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Ferdinando Fabbri - Provincia di Rimini

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I TEMPI DI VITA Tra lavoro e organizzazione citta<strong>di</strong>na. Atti del convegno<br />

questo dato è basso nel pubblico impiego, tra i lavoratori privati è quasi del tutto assente<br />

il ricorso a questo istituto. Ciò rappresenta un problema, perché noi ci lamentiamo<br />

del fatto che i carichi familiari sono tutti a carico delle donne - e purtroppo anche nella<br />

nostra civilissima Regione questo è vero – d’altro canto i pochi strumenti <strong>di</strong>sponibili non<br />

vengono utilizzati dagli uomini.<br />

Temo che vi sia un vero e proprio ostacolo culturale, legato ad un certo tipo <strong>di</strong> idea del<br />

lavoro che abbiamo, che premia un modello <strong>di</strong> lavoro molto centrato sulla presenza,<br />

sulla quantità <strong>di</strong> ore che si fanno, sulla quantità <strong>di</strong> volte che ci sei, sulla <strong>di</strong>sponibilità ad<br />

esserci in ore notturne, serali, i sabati, le domeniche, eccetera. Un idea <strong>di</strong> lavoro ancora<br />

“centrale” nella vita e penalizzante per chi – come le donne storicamente – hanno<br />

nella vita molteplici “centralità”: organizzazione della quoti<strong>di</strong>anità, cura degli altri, figli,<br />

solo per citarne alcuni, facilmente delegabili per gli uomini, per le donne no.<br />

Occorre innovare potentemente questo modello <strong>di</strong> lavoro, creandone uno che valorizzi<br />

e premi le competenze ed il raggiungimento degli obiettivi, la capacità <strong>di</strong> instaurare<br />

relazioni e gestire i conflitti – tipiche competenze femminili - piuttosto che la presenza<br />

fisica. Altrimenti le donne saranno sempre penalizzate, perché le donne, purtroppo o<br />

per fortuna a seconda dei punti <strong>di</strong> vista, hanno anche altre cose da fare e ci tengono<br />

pure a farle.<br />

Lavorare su questi temi significa dunque cimentarsi con la creazione <strong>di</strong> modelli organizzativi<br />

e lavorativi innovativi, una scommessa che il Comune <strong>di</strong> <strong>Rimini</strong> ha raccolto nel<br />

solco <strong>di</strong> una tra<strong>di</strong>zione che ha visto il Comune <strong>di</strong> <strong>Rimini</strong> sempre molto attento, per<br />

esempio, al tema del tempo.<br />

Io credo che il tempo sia l’unica cosa veramente nostra. Il tempo è come noi deci<strong>di</strong>amo<br />

<strong>di</strong> usarlo; è come deci<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> spendere la nostra vita; lavorare sul tema del tempo<br />

significa, soprattutto per le donne, che sono abituate da sempre ad organizzarlo in funzione<br />

<strong>di</strong> molteplici ruoli (non a caso una delle competenze che vengono riconosciute<br />

alle donne è proprio la capacità organizzativa) decidere delle priorità. Spesso il modello<br />

maschile è centrato sul successo del “capofamiglia” che portando a casa un buon<br />

stipen<strong>di</strong>o, garantisce qualità della vita alla famiglia. Centrale <strong>di</strong>venta dunque il lavoro, la<br />

centratura su <strong>di</strong> esso richiede la delega <strong>di</strong> altre funzioni, ritenute secondarie (quali la<br />

cura dei figli!!! o l’organizzazione domestica alle compagne/mogli/madri.<br />

Ieri la dottoressa Bosi ci ricordava giustamente che il maggior impegno delle donne sui<br />

<strong>di</strong>versi ruoli, non è solo un impegno <strong>di</strong> tipo materiale, cioè non è solo quantità <strong>di</strong> lavoro<br />

in più che le donne devono fare” (recenti ricerche hanno <strong>di</strong>mostrato che le donne della<br />

Regione Emilia-Romagna sono quelle che lavorano <strong>di</strong> più al mondo) ma è anche un impegno<br />

mentale, psicologico, che porta con sé innumerevoli responsabilità (basta pensare<br />

alla crescita dei figli), quin<strong>di</strong> particolarmente gravoso e stressante.<br />

Non voglio <strong>di</strong>lungarmi troppo ed annoiarvi, vado velocemente a citare le nostre esperienze,<br />

che, come <strong>di</strong>cevo, si sono incentrate sul tema del tempo, ritenendolo la risorsa<br />

fondamentale sia dal punto <strong>di</strong> vista delle organizzazioni che dal punto <strong>di</strong> vista in<strong>di</strong>viduale,<br />

quin<strong>di</strong> supponendo <strong>di</strong> avere un obiettivo comune tra operatori e organizzazioni:<br />

quello dell’utilizzo migliore possibile del tempo, all’interno <strong>di</strong> un quadro concertato, che<br />

contemperi, metta assieme, concili – appunto – esigenze organizzative ed esigenze dei<br />

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