Ferdinando Fabbri - Provincia di Rimini
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<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Rimini</strong><br />
Assessorato alle Pari Opportunità<br />
Consigliera <strong>di</strong> Parità<br />
Il coinvolgimento delle imprese è ovviamente fondamentale, come <strong>di</strong>cevo poco fa, ma<br />
non può essere visto come problema isolato. La conciliazione deve essere pensata<br />
sempre come politica integrata e territoriale. Per le imprese, e per lo sviluppo anche al<br />
loro interno della cultura della compatibilità tra l’organizzazione del lavoro e la vita delle<br />
lavoratrici e dei lavoratori, è importante il punto <strong>di</strong> incontro tra i vantaggi dei lavoratori<br />
e quelli dell’impresa. Stu<strong>di</strong> ed esperienze <strong>di</strong>mostrano che questo punto <strong>di</strong> incontro c’è<br />
e che questo tipo <strong>di</strong> flessibilità produce in genere anche minori costi aziendali e maggiore<br />
produttività.<br />
Entrambi questi aspetti sono affrontabili esclusivamente in una <strong>di</strong>mensione locale, in<br />
termini <strong>di</strong> concertazione, <strong>di</strong> politiche sociali, <strong>di</strong> responsabilità <strong>di</strong> governo, e sarebbe<br />
quin<strong>di</strong> opportuno che la competenza intera sulla legge 53 passasse alle Regioni.<br />
Sul secondo punto, i piani regolatori degli orari, anche per rispondere alle osservazioni<br />
del Presidente, credo si possa trovare una modalità <strong>di</strong> applicazione che non confligga<br />
con il nuovo Titolo V della Costituzione, e che sia anche più flessibile <strong>di</strong> quanto prescritto<br />
dalla legge, ed allo stesso tempo non ci privi delle risorse destinate alle Regioni.<br />
Disapplicare la 53 su questo punto potrebbe voler <strong>di</strong>re non attivare alcun tipo <strong>di</strong> intervento<br />
e comunque intervenire sugli assetti territoriali degli orari rende più “semplice”<br />
adottare il principio che citavo precedentemente, e cioè quello <strong>di</strong> politiche <strong>di</strong> conciliazione<br />
territoriali ed integrate.<br />
In conclusione, la conciliazione non dovrebbe essere una questione <strong>di</strong> donne, ma<br />
dovrebbe riguardare la qualità della vita <strong>di</strong> tutti, così come non è una questione privata<br />
dei soggetti o delle aziende, ma richiama appunto il coinvolgimento del sistema sociale<br />
nel suo complesso.<br />
Occorre tenere sempre insieme la <strong>di</strong>mensione globale, quin<strong>di</strong>, per esempio, l’integrazione<br />
delle politiche del lavoro con quelle per la conciliazione, e la <strong>di</strong>mensione territoriale,<br />
e anch’io sono d’accordo che la conciliazione non possa essere affrontata, come<br />
tante questioni, solo con interventi <strong>di</strong> tipo legislativo o normativo, né con interventi spot,<br />
ma che sia necessario costruire una forte con<strong>di</strong>visione ed una forte integrazione tra i<br />
<strong>di</strong>versi partner sociali e istituzionali, da cui <strong>di</strong>pendono le politiche e da cui <strong>di</strong>pende l’organizzazione<br />
del lavoro e della vita sociale sui nostri territori.<br />
Moderatrice Natascia Ronchetti<br />
Giornalista:<br />
Prima <strong>di</strong> sospendere per un quarto d’ora, venti minuti, per un coffee break, volevo salutare<br />
la dottoressa Lea Battistoni, Direttore Generale del Ministero del Lavoro e delle<br />
Politiche Sociali.<br />
Quin<strong>di</strong> una breve pausa per un caffè, grazie, a dopo.<br />
Segue coffee break.<br />
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