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Ferdinando Fabbri - Provincia di Rimini

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I TEMPI DI VITA Tra lavoro e organizzazione citta<strong>di</strong>na. Atti del convegno<br />

ro precario, e dell’insufficiente sistema <strong>di</strong> protezioni e <strong>di</strong> garanzie, che spesso si traduce,<br />

per le donne, in particolare le giovani donne, in una forte limitazione della libertà <strong>di</strong><br />

scelta e dei progetti <strong>di</strong> vita e, come <strong>di</strong>cevo prima, anche il permanere <strong>di</strong> un <strong>di</strong>fferenziale<br />

retributivo che nella maggior parte dei casi significa minore ricchezza o più povertà<br />

per le donne.<br />

In Emilia-Romagna non possiamo <strong>di</strong>re <strong>di</strong> non avere avuto storicamente attenzione al<br />

tema della conciliazione, anche se non usavamo questo termine. La nascita del sistema<br />

dei servizi, lo sviluppo del welfare regionale, hanno avuto impulso proprio dal fatto<br />

che le donne emiliane si sono sempre proposte come lavoratrici più che come casalinghe,<br />

e dunque la società emiliana e le istituzioni hanno dovuto farci i conti.<br />

Oggi abbiamo un grande aiuto in più, che però non durerà ancora molto, e cioè quello<br />

della possibilità <strong>di</strong> utilizzare risorse comunitarie, fortemente caratterizzate dalla priorità<br />

trasversale rappresentata proprio dalle Pari Opportunità in relazione all’obiettivo dell’occupabilità,<br />

che ci permette <strong>di</strong> condurre moltissime sperimentazioni proprio <strong>di</strong> azioni<br />

e misure <strong>di</strong> conciliazione.<br />

E’ una risorsa che potrebbe essere a termine perché non sappiamo cosa avverrà dopo<br />

il 2006 in conseguenza dell’ingresso <strong>di</strong> nuovi Paesi nell’Unione Europea. Approfittando<br />

comunque <strong>di</strong> queste risorse, stiamo cercando <strong>di</strong> <strong>di</strong>sseminare innovazioni che ci auguriamo<br />

possano trovare una collocazione stabile nelle politiche territoriali, <strong>di</strong>ventare prassi,<br />

come vuole il senso degli investimenti <strong>di</strong> risorse dell’Unione Europea. Abbiamo quin<strong>di</strong><br />

bisogno che anche a livelli territoriali ci si faccia carico dei risultati <strong>di</strong> queste sperimentazioni<br />

adottando misure, piccole, gran<strong>di</strong>, parziali o complesse, purchè <strong>di</strong> segno<br />

strategico e non occasionale.<br />

Faccio alcuni esempi:<br />

- Banche delle ore all’interno <strong>di</strong> organizzazioni aziendali, modelli e sperimentazioni<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>versa organizzazione del lavoro;<br />

- Banche del tempo;<br />

- Progetti in applicazione della Legge 53 dell’utilizzo dei conge<strong>di</strong> parentali;<br />

- telelavoro;<br />

- voucher a sostegno dei conge<strong>di</strong> formativi o per l’acquisizione <strong>di</strong> servizi <strong>di</strong> cura.<br />

Quella dei voucher è una delle sperimentazioni più nuove che probabilmente va ulteriormente<br />

estesa. Altre cose che segnalerei, sono piccole esperienze che non hanno a<br />

che fare con il Fondo Sociale Europeo, e sono attuate da Comuni, sempre nella logica<br />

dei principi stabiliti dalla Legge 53, quali ad esempio contributi erogati sostenere l’utilizzo<br />

dei conge<strong>di</strong> parentali, oppure del ricorso al part-time al termine dell’utilizzo dei<br />

conge<strong>di</strong>, prevedendo anche dei contributi per le imprese che concedono il part-time,<br />

con incentivi maggiori nel caso in cui siano padri a ricorrere a queste opportunità.<br />

Sono, ripeto, piccole esperienze, ma dal punto <strong>di</strong> vista del principio sono molto importanti<br />

e credo che meritino <strong>di</strong> essere sviluppate.<br />

Segnalerei infine due incongruenze della Legge 53 relativamente all’efficacia della sua<br />

attuazione, e precisamente la gestione centralizzata del solo articolo 9, relativamente al<br />

coinvolgimento delle imprese in azioni <strong>di</strong> conciliazione, e gli eccessivi vincoli alle competenze<br />

dei Comuni sulla regolazione degli orari delle città.<br />

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