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Ferdinando Fabbri - Provincia di Rimini

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I TEMPI DI VITA Tra lavoro e organizzazione citta<strong>di</strong>na. Atti del convegno<br />

Il COMSTAT, che è il Comitato <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo dell’informazione statistica, chiede all’ISTAT<br />

<strong>di</strong> fare questo, con una norma ben precisa.<br />

Quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>sparità anche in quelli che sono gli stu<strong>di</strong>, le relazioni, e questo è quello che ci<br />

con<strong>di</strong>ziona perché <strong>di</strong> fatto le scelte delle donne che, apparentemente nei sistemi democratici,<br />

sembrano scelte oggettive, mentre nei sistemi autoritari sono inbiti attraverso i<br />

<strong>di</strong>vieti (l’accesso delle donne ad alcune carriere e ad alcuni corsi viene vietato).<br />

Nei sistemi democratici l’inibizione avviene attraverso messaggi, messaggi che derivano<br />

dai libri <strong>di</strong> scuola, messaggi che arrivano dai giornali e messaggi dai <strong>di</strong>versi contesti<br />

della società.<br />

L’Assessore Grelli nell’intervento precedente ci ha ricordato che in questi giorni c’è una<br />

nuova guerra, anche questa attività umana è una attività totalmente maschile: organizzata,<br />

decisa e portata da avanti da quello che è l’universo maschile.<br />

Le donne hanno maggiore scolarità, maggiore propensione agli stu<strong>di</strong>, riescono meglio<br />

negli stu<strong>di</strong>, eccetera, però alla fine i percorsi sono sempre gli stessi, oppure ultimamente<br />

i percorsi si sono mo<strong>di</strong>ficati, facendo definire anche la femminilizzazione delle<br />

professioni, ma a questo però non consegue organizzazioni <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> quelli che sono i<br />

tempi <strong>di</strong> vita o della famiglia.<br />

Tornando al tema della mia comunicazione, un’anteprima dei dati tratti dal nascente<br />

“Osservatorio <strong>di</strong> genere” voluto dall’Assessorato alle pari opportunità, come strumento<br />

a supporto delle sue politiche <strong>di</strong> parità, cercherò <strong>di</strong> delineare le caratteristiche della<br />

popolazione femminile riminese.<br />

Oggi anticipiamo solo alcune informazioni, ma l’osservatorio è un osservatorio permanente,<br />

per cui, oltre ai dati statistici, inserirà anche altre informazioni e chiaramente seguiranno<br />

altre presentazioni molto più centrate su quella che è l’organizzazione locale.<br />

Le prime tavole <strong>di</strong> analisi riguardano la partecipazione delle donne al mercato del lavoro.<br />

L’occupazione femminile decresce all’aumentare del numero dei figli per le donne; tra<br />

le single, chiaramente ci sono anche le più giovani, la percentuale delle occupate è del<br />

63,7%, ma scende al crescere della <strong>di</strong>mensione familiare e raggiunge quasi la metà<br />

quando le donne hanno 3 o più figli.<br />

Diversamnte c’è una grande propensione all’occupazione delle donne mono-genitore,<br />

perché chiaramente in quel caso l’occupazione e il lavoro non sono soltanto una scelta<br />

<strong>di</strong> emancipazione, ma una necessità assoluta.<br />

Per le giovani donne invece si assiste ad uno mutato rapporto col lavoro, quin<strong>di</strong> le giovani<br />

donne investono in istruzione e hanno maggiori aspettative, che comunque non<br />

sono sempre vengono realizzate.<br />

In una società che muta continuamente, nonostante ci sia questa centratura sui modelli<br />

androcentrici, cambiano i modelli dei ruoli, ma questo cambiamento non è sempre a<br />

favore delle donne, perché al <strong>di</strong> là del modello della casalinga moglie e madre che era<br />

il modello predominante probabilmente per le nostre madri, per noi, posso <strong>di</strong>re anche<br />

per le nostre figlie, si va affermando il <strong>di</strong>verso modello del multi-ruolo, cioè lavoratrici in<br />

coppia con figli.<br />

L’intervento precedente metteva l’accento sulle circa 80 ore settimanali lavorative delle<br />

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