Ferdinando Fabbri - Provincia di Rimini
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<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Rimini</strong><br />
Assessorato alle Pari Opportunità<br />
Consigliera <strong>di</strong> Parità<br />
ce lo consente, in termini monetari, <strong>di</strong> quantificazione, non è così facile riconoscere il<br />
lavoro <strong>di</strong> cura.<br />
La legge 53 fonda il suo principio sulla considerazione che l’armonizzazione dei tempi<br />
<strong>di</strong> vita non può essere un fatto privato, soprattutto delle donne, ma deve essere una<br />
<strong>di</strong>mensione della comunità, della collettività.<br />
Il tempo per la cura familiare ha un valore sociale che deve essere riconosciuto e non<br />
vissuto come un costo, un costo a carico delle famiglie, un costo da contenere.<br />
Il tempo per la cura familiare non dovrebbe essere vissuto come un ostacolo per il datore<br />
<strong>di</strong> lavoro, perché è un valore sociale importante, e, nell’ambito <strong>di</strong> un clima organizzativo,<br />
se questi temi sono contemplati, affrontati, è un vantaggio, quin<strong>di</strong> non è un costo,<br />
ma è un vantaggio per la stessa organizzazione aziendale, oltre che per le famiglie.<br />
Oggi il tempo delle azioni sociali è un tempo ancora delle donne.<br />
Quando i bimbi stanno male è la mamma che chiede un permesso <strong>di</strong> lavoro e va dal<br />
pe<strong>di</strong>atra, corre in farmacia, eccetera.<br />
Forse anche una scarsa presenza dei papà lavoratori a questa iniziativa , lo conferma,<br />
lo confermano anche tante indagini che sono state condotte.<br />
Probabilmente altre esperte che oggi interverranno raccontando della loro esperienza, <strong>di</strong><br />
ciò che hanno vissuto o i risultati <strong>di</strong> progetti o indagini già condotte, confermeranno questa<br />
situazione, cioè la situazione dove le donne, nella stragrande maggioranza dei casi,<br />
si occupano dell’attività <strong>di</strong> cura e devono conciliarla a fatica con un tempo <strong>di</strong> lavoro.<br />
Un tempo <strong>di</strong> lavoro che è pensato e organizzato, soprattutto con un modello maschile,<br />
tempo <strong>di</strong> lavoro e tempo libero, dove l’attività <strong>di</strong> cura non è un’attività riconosciuta<br />
come importante, fondamentale per la collettività.<br />
Quin<strong>di</strong> questo comporta che le donne occupate con figli lavorano anche più <strong>di</strong> 80 ore<br />
settimanali.<br />
E questa non sembra una significativa variazione culturale, rispetto ad epoche più lontane.<br />
Ecco perché mi sembra che il lavoro da fare sia ancora tanto.<br />
L’Emilia-Romagna è spesso paragonata, per il tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione femminile, per<br />
qualità dei servizi, alle Regioni più avanzate del nord Europa, non lo è per il tempo <strong>di</strong><br />
lavoro e il tempo <strong>di</strong> vita.<br />
E questo non è un problema <strong>di</strong> migliore organizzazione, perché le donne italiane, emiliano-romagnole,<br />
sono molto ben organizzate, è un problema <strong>di</strong> migliore ri<strong>di</strong>stribuzione<br />
<strong>di</strong> questi compiti.<br />
E nella nostra Regione si trovano in una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>versa da quella delle altre Regioni<br />
del nord Europa, non solo per il lavoro domestico, ma anche per l’organizzazione delle<br />
relazioni, cioè per come è configurata la famiglia italiana oggi, quin<strong>di</strong> è considerata una<br />
famiglia forte perché fornisce solidarietà e sostegno reciproco, figli in casa fino a 30<br />
anni, anziani oltre 84 anni, e questo sostegno reciproco è a carico delle donne.<br />
E’ vero che l’Emilia Romagna è una Regione avanzata per servizi, lo dobbiamo <strong>di</strong>re,<br />
però è ancora un lavoro molto pesante che grava sulle donne.<br />
E quin<strong>di</strong> ancora una volta è il caso <strong>di</strong> pensare a come coinvolgere le organizzazioni del<br />
lavoro, gli orari della città, il ruolo degli enti locali nell’organizzazione degli orari e dei<br />
tempi della città, per incentivare una ri<strong>di</strong>stribuzione dei compiti <strong>di</strong> cura all’interno dei<br />
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