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L’INDICE <strong>PENALE</strong>, 1/2011<br />

I due studiosi spiegano quale sia il livello ottimale di pena detentiva allo<br />

stesso modo in cui spiegano il livello ottimale di multe. Dal momento che<br />

tale equilibrio raggiunto non comporterà una variazione del numero di soggetti<br />

che delinquono, si potrebbe decidere di ridurre il tempo della reclusione<br />

in modo da diminuire il costo per la società che ne deriva. Diminuire<br />

il tempo da trascorrere in carcere comporta la riduzione del costo per persona<br />

imprigionata ma anche un aumento del numero delle persone imprigionate;<br />

nell’ipotesi della comminazione di una pena meno severa infatti un numero<br />

maggiore di soggetti sarà propenso a delinquere. Se il primo effetto si<br />

considera più importante del secondo allora sarà conveniente diminuire l’entità<br />

del periodo di reclusione, viceversa, sarà piùopportuno aumentarlo.<br />

Secondo i due studiosi il livello ottimale di probabilità èdeterminato<br />

con gli stessi criteri del livello ottimale di pena pecuniaria.<br />

In tale modello le funzioni di recupero del reo e di rieducazione in<br />

vista del ritorno nella società non sono assolutamente considerate e le motivazioni<br />

sono abbastanza evidenti: ogni sforzo in questo senso si scontra<br />

con i criteri economici come l’efficienza, l’utilitarismo, il bilancio tra costi<br />

e benefici, in poche parole non rientra tra gli obiettivi dell’EAL e questo<br />

non può non essere considerato come rilevante limite che si scontra con<br />

i principi fondamentali (e costituzionali) del diritto penale odierno.<br />

Polinsky e Shavell ricavano agevolmente la politica criminale ottimale<br />

ammettendo la possibilità di comminare entrambe le sanzioni: il sistema sanzionatorio<br />

ideale prevede l’applicazione delle sanzioni pecuniarie sino al massimo<br />

livello ammissibile (che coincide con la ricchezza degli individui) prima<br />

di integrarle, se risulta necessario, con un periodo di reclusione.<br />

Le multe, infatti, costituiscono uno strumento socialmente economico<br />

(in queste analisi si assume addirittura che non comportino alcun costo)<br />

per assicurare il rispetto delle leggi, converrà dunque sfruttarle al massimo<br />

prima di passare a misure alternative e socialmente più onerose (con evidenti<br />

problemi rispetto al principio di uguaglianza fra i consociati e di discriminazione<br />

nei confronti dei soggetti non abbienti).<br />

Infine, nello stesso lavoro Polinsky e Shavell considerano come variano i<br />

risultati sotto ipotesi alternative rispetto alla indifferenza nei confronti del rischio,<br />

e trovano come sia lecito aspettarsi che tanto i valori ottimali delle sanzioni,<br />

quanto il livello ottimale della probabilità di cattura e condanna, cambino<br />

rispetto ai casi analizzati precedentemente. Tuttavia, anche nel caso di avversione<br />

al rischio viene confermata la regola di spingere le multe fino al massimo<br />

livello possibile, prima di integrarle, se necessario, con la prigione( 55 ).<br />

ss.<br />

( 55 ) S. Shavell, Economie Analysis of Accident Law, Cambridge, Mass., 1987, pp. 12

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