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L’INDICE <strong>PENALE</strong>, 1/2011<br />

poiché consente nella pianificazione dell’enforcement di sostituire una parte<br />

dell’imprigionamento (socialmente costoso) con la multa, al fine di minimizzarne<br />

le spese.<br />

Polinsky e Shavell suppongono nei loro modelli che le sanzioni pecuniarie<br />

non comportino costi sociali, perché costituiscono dei semplici trasferimenti<br />

di denaro, mentre è indubbio che le sanzioni detentive comportino<br />

sia costi sociali positivi come le spese per la cattura dei delinquenti, il controllo<br />

ed il funzionamento delle prigioni; sia disutilità dell’individuo derivante<br />

dal fatto di essere imprigionato. Essi assumono inoltre che la probabilità<br />

di essere scoperti sia fissa e che gli individui siano tutti indifferenti al rischio<br />

ed identici, tranne eventualmente per il livello di ricchezza personale.<br />

Una volta compiute tali semplificazioni, essi analizzano il comportamento<br />

individuale sia nella vigenza di un regime di responsabilità oggettiva<br />

sia nella vigenza di uno basato sulla colpevolezza.<br />

Se l’individuo è indifferente al rischio rispetto alla multa, la probabilità<br />

ottimale di essere scoperto e condannato potrà essere mantenuta ad un livello<br />

molto basso, non avrebbe senso, infatti, sostenere i costi derivanti dal<br />

rafforzamento dei sistemi di controllo per un soggetto che non è influenzato<br />

da questa variabile. L’entità della multa, al contrario, dovrà essere la<br />

più elevata possibile.<br />

Una volta assunto che l’individuo analizzato è indifferente rispetto al<br />

rischio di essere assoggettato alla reclusione o alla pena pecuniaria, si<br />

può affermare che la sua disutilità cresca in modo proporzionale rispettivamente<br />

alla durata della reclusione o all’entità della somma da pagare( 52 ).<br />

II problema delle autorità pubbliche consiste nel massimizzare l’effetto<br />

di deterrenza attraverso la scelta di opportuni valori per la multa o<br />

per il periodo di detenzione.<br />

Il primo punto affrontato dai due studiosi riguarda la scelta esclusiva<br />

della pena pecuniaria. In questo caso il valore ottimale della multa da comminare<br />

è uguale alla ricchezza dell’individuo. In altre parole, il valore ottimo<br />

della multa è uguale al valore massimo che essa può assumere. Se ciò non<br />

fosse vero, se cioè la multa fosse fissata ad un livello inferiore sarebbe possibile<br />

aumentarla e diminuire conseguentemente la probabilità di comminarla<br />

ottenendo così la stessa sanzione attesa ad un costo inferiore( 53 ), questo farebbe<br />

aumentare il benessere sociale grazie al risparmio ottenuto, e denoterebbe<br />

che il livello di multa precedentemente fissato non era ottimale. Volendo<br />

precisare tale teoria, essi ipotizzano il caso in cui la multa sia fissata<br />

( 52 ) M. Polinsky e S. Shavell, The Optimal Tradeoff Between the Probabilità and<br />

Magnitudo of Fines, American Economic Review, 1979, pp. 880-884.<br />

( 53 ) M. Polinsky e S. Shavell, The Optimal Use of Fines and Imprisonment, Journal<br />

of Public Economics, 1984, vol. 84, p. 93.

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